Vittorio Patrelli Campagnano

ammiraglio italiano

Vittorio Patrelli Campagnano (Santa Maria Capua Vetere, 13 dicembre 1917Taranto, 7 settembre 2013) è stato un ammiraglio italiano, veterano della specialità sommergibili della Regia Marina durante il corso della seconda guerra mondiale. Dopo la fine dell conflitto fu comandante del Gruppo Sommergibili (settembre 1962-settembre 1964),l'incarico di Addetto navale a Londra (1964-1967), rappresentante del comandante navale alleato del Sud Europa presso il comando delle forze terrestri della NATO del Sud Europa (1968-1970), comandante dei sommergibili (MARICOSOM) (1970-1971), comandante del Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia (gennaio 1972-maggio 1975), e consigliere militare del rappresentante italiano in seno al Consiglio Atlantico (1975-1979). Decorato con la Gran croce dell'Ordine militare d'Italia, due Medaglie d'argento sul campo, di cinque Medaglie di bronzo di cui tre sul campo e di due Croci di guerra al valor militare di cui una sul campo.

Vittorio Patrelli Campagnano
NascitaSanta Maria Capua Vetere, 13 dicembre 1917
MorteTaranto, 7 settembre 2013
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regia Marina
Marina Militare
Anni di servizio1939-1987
GradoAmmiraglio di squadra
ComandantiSalvatore Todaro
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieOperazione Husky
Comandante disommergibile Platino
sommergibile Enrico Tazzoli
cacciatorpediniere Artigliere
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
datin tratti da Muore a 96 anni l'ammiraglio Vittorio Patrelli Campagnano[1]
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Biografia modifica

 
La corvetta britannica Samphire, affondata dal Platino il 30 gennaio 1943.
 
Il cacciatorpediniere Artigliere a Taranto nel 1965.

Nacque a Santa Maria Capua a Vetere, provincia di Napoli, il 13 dicembre 1917, figlio di Mario e Antonietta Romano.[2] Arruolatosi nella Regia Marina, a partire dal 1936 iniziò a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno, da cui uscì con il grado di guardiamarina[3] il 26 dicembre 1939.[4] Pochi giorni dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia si imbarcò come “Sottordine all’Ufficiale alle Armi” sul sommergibile Luciano Manara, allora al comando di Salvatore Todaro.[3] Nel novembre 1941 si imbarca come ufficiale in 2ª sul sommergibile Platino, di cui assume il comando nel dicembre 1942,[5] a soli 25 anni, col grado di tenente di vascello.[3] Operante nel Mediterraneo, il 30 gennaio 1943 affondo nella rada di Bougie (Algeria), lanciando 4 siluri, la corvetta britannica HMS Samphire da 1.015 tsl.[6][7] e il 7 febbraio successivo il peschereccio antisommergibili HMS Tervani da 409 tsl. il cui affondamento, all'epoca, venne invece attribuito a uno dei mezzi gemelli, l'Acciaio.[8] Alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, interruppe la missione in base agli ordini ricevuti, dirigendo per il porto di a Bona, Tunisia, che era in mano degli Alleati. Mantenne il comando del Platino attraverso le vicende dell'armistiziali fino all'agosto 1944.[5]

Per le sue attività belliche è stato insignito di due Medaglia d'argento sul campo, di cinque Medaglie di bronzo di cui tre sul campo e di due Croci di guerra al valor militare di cui una sul campo.[9]

Dopo la firma del trattato di pace di Parigi (10 febbraio 1947), fu fondamentale per la rinascita della componente subacquea della nuova Marina Militare Italiana, completamente azzerata dalle clausole del trattato.[5] In quel periodo fu comandante in 2ª, del Gruppo Sommergibili di Brindisi e del Comando Sommergibili a Taranto, e poi fu in servizio presso l'Accademia Navale come comandante alla classe dei Corsi Normali.[5] Mantenne tale incarico fino al 1949, venendo promosso capitano di corvetta nel 1950.[5] Nel 1954 assunse il comando del sommergibile Enrico Tazzoli,[3] ceduto dall'US Navy, provvedendo a trasferire il battello dagli Stati Uniti d'America all'Italia.[5] Divenuto capitano di fregata nel luglio 1954, sbarcò dall'Enrico Tazzoli nell'ottobre del 1955, quando fu designato direttore dei corsi allievi in Accademia Navale, incarico che ricoprì fino al novembre 1958,[4] quando assunse il comando del cacciatorpediniere Artigliere.[5] Nel corso del 1959 fu promosso capitano di vascello, assegnato in servizio al Reparto Operazioni dello Stato maggiore della Marina dove rimase fino al 1962,[5] per ritornare a Taranto al comando del Gruppo Sommergibili (settembre 1962-settembre 1964.[4] Dal 1964 al 1967 ricoprì l'incarico di Addetto navale a Londra, venendo promosso contrammiraglio nel 1966.[5] Tra il 1968 e il 1970 svolse un incarico nell'ambito della NATO a Verona, come rappresentante del comandante navale alleato del Sud Europa presso il comando delle forze terrestri alleate del Sud Europa.[5] Dal 1970 al 1971 fu comandante dei sommergibili (MARICOSOM),[3] venendo promosso ammiraglio di divisione, e tra il gennaio 1972 e il maggio 1975, ricoprì l'incarico di comandante del Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia.[4] Divenuto ammiraglio di squadra il 1º gennaio 1975 fu mandato Bruxelles in qualità di consigliere militare del rappresentante italiano in seno al Consiglio Atlantico, rimanendovi fino al 1979, quando fu collocato in posizione ausiliaria.[5]

Stabilitosi a Taranto, fu posto in riserva nel 1987, e in congedo assoluto nel 1990.[4] Nel 2000 fu insignito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del titolo di Cavaliere di Gran croce dell'Ordine militare d'Italia[10][11] Nell'ambito della Marina, prima di lui, ne era stato insigniti solo tre uomini, Eugenio di Savoia Carignano, Luigi Amedeo di Savoia-Aosta (1924), e il grande ammiraglio Paolo Thaon di Revel nel 1919.[12].

In vita, dopo la scomparsa dell'ammiraglio Luigi Longanesi Cattani, venne considerato il decano dei sommergibilisti italiani[13] Si spense a Taranto il 7 settembre 2013.[5]

Onorificenze modifica

«Ufficiale in 2ª e successivamente comandante di sommergibile operante in Mediterraneo, nel periodo più arduo della guerra 1940-43, effettuava numerose ardite missioni di guerra in acque fortemente insidiate dal nemico. Esempio in ogni circostanza per sprezzo del pericolo e spirito aggressivo. Acque della Tunisia ed Algeria, 10 giugno 1942-8 settembre 1943.[14]»
— 30 maggio 1950[15]
«Combattente della Seconda Guerra Mondiale, già più volte decorato per il coraggio e l'abnegazione dimostrati in numerose azioni belliche, si distingueva in maniera particolare per la straordinaria capacità organizzativa, l'eccezionale ardimento e l'altissimo valore quale Comandante di sommergibile in Mediterraneo. Nel periodo successivo alla guerra, per circa 40 anni, ha continuato a servire la Repubblica esprimendo eccelse doti di ideatore e di organizzatore, fino ad assumere elevate responsabilità istituzionali, sempre dimostrando profondo amore per la Patria. Luminoso esempio di cittadino e di soldato, fedele servitore dello Stato e benemerito della Nazione, da additare alle attuali e future generazioni
— 2 novembre 2000[15]
«Comandante di sommergibile, in difficile missione di guerra, attaccava con elevato spirito aggressivo e decisa volontà di successo un convoglio nemico, scortato, silurando ed affondando un piroscafo da 10.000 tonnellate di stazza. Avvistato, poco tempo dopo, un altro convoglio fortemente protetto, si portava nuovamente con serena audacia all'attacco, lanciando due siluri contro la formazione avversaria. Sottoposto a violenta azione di caccia, manovrava con perizia e ardimento e riusciva a disimpegnare indenne la sua unità, confermando la severa preparazione bellica e le cospicue virtù militari già dimostrate in precedenti missioni. Mediterraneo occidentale, 6-9 febbraio 1943.[9]»
— Regio Decreto 16 agosto 1943.
«Comandante di sommergibile, in missione di guerra attaccava con ardimento ed elevato spirito aggressivo un convoglio nemico fortemente scortato, colpendolo con quattro siluri tre unità, tra cui due grossi ct che rapidamente affondavano. Non pago del successo ottenuto, manovrava in superficie per portarsi nuovamente in posizione favorevole per il lancio e, sfidando audacemente la reazione avversaria, riusciva dopo soli sei minuti dal primo attacco a silurare ed affondare un piroscafo. Disimpegnatosi con abile manovra, rientrava senza danni alla base, concludendo vittoriosamente la missione durante la quale aveva dato superba prova di perizia, di coraggio e di elevate virtù militari. Mediterraneo occidentale, 27-31 gennaio 1943.[9]»
— Regio Decreto 16 agosto 1943.
«Ufficiale in 2ª di sommergibile operante in Mediterraneo, ha partecipato a numerose, ardite, missioni di guerra. In ogni circostanza ha messo in evidenza spirito aggressivo, perizia professionale ed elevato senso del dovere. Mar Mediterraneo, 10 giugno 1940-10 giugno 1942
— Decreto Luogotenenziale 24 dicembre 1944.
«Ufficiale in 2ª di sommergibile, partecipava al ripetuto forzamento di munita rada avversaria durante il quale veniva affondato un piroscafo nemico di 10.000 tonnellate. Con la sua opera, e infondendo nel personale da lui dipendente noncuranza del pericolo e spirito aggressivo, era di valido aiuto al comandante nell'ardita azione. Rada di Bougie, 13 novembre 1942
— Regio Decreto 29 marzo 1943.
«Comandante di sommergibile in una difficile missione di guerra, attaccava con audacia e perizia un convoglio nemico scortato e, lanciato i siluri a breve distanza, colpiva una delle unità avversarie. Sottoposto ad azioni di caccia, si disimpegnava con pronta e abile manovra, proseguendo la missione. Mediterraneo Occidentale, 16-20 febbraio 1943
— Decreto Presidenziale 14 gennaio 1948.
«Comandante di sommergibile destinato a nuovi compiti in base avanzata, effettuava rischiose operazioni su costa nemica. Nel lodevole assolvimento delle difficili missioni dava nuove prove di valore ed esempio agli inferiori di serenità, capacità professionale e sprezzo del pericolo. Mare Adriatico, 9 settembre 1943-26 marzo 1944
«Comandante di sommergibile in missione offensiva in zona intensamente vigilata e difesa dal nemico a protezione di vaste operazioni di sbarco, si avvicinava fino a poche miglia da munitissima base per attaccare un convoglio nemico fortemente scortato. Portato a fondo l'attacco, colpiva con siluro un trasporto truppe di grosso tonnellaggio e riusciva a disimpegnarsi sfuggendo ad intensa ricerca. Esempio di ardimento, aggressività e freddo determinato coraggio. Acque di Augusta, 18 luglio 1943
— Decreto Luogotenenziale 5 gennaio 1945.
«Ufficiale in 2ª di sommergibile in missione di guerra, ripetutamente attaccato da aerei nemici, dirigeva con deciso spirito aggressivo e ardimento una intensa reazione di fuoco, che provocava gravi perdite agli apparecchi attaccanti e coadiuvava validamente il Comandante nella successiva manovra di disimpegno
— Determinazione 4 luglio 1942.
«sul campo
— Determinazione 18 maggio 1944.
Medaglia d'onore di lunga navigazione di 2º grado
— [12]

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi, Milano, A. Mondadori, 2002.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • (EN) Frank Joseph, Mussolini's War: Fascist Italy’s Military Struggles from Africa and Western Europeto the Mediterranean and Soviet Union 1935-1945, Solihull, Helion & Company, Ltd., 2010.
  • Goly Maioli, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi, La Spezia, Fratelli Melita Editori, 1988.
Periodici
  • Erminio Bagnasco e Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 1ª-Mediterraneo, in Storia Militare Dossier, n. 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, novembre-dicembre 2013.
  • Erminio Bagnasco e Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2ª-Oceani, in Storia Militare Dossier, n. 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, gennaio-febbraio 2014.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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