Vittorio Varese

militare italiano

Vittorio Varese (Vercelli, 9 gennaio 1884Monte Vodil, 30 novembre 1915) è stato un militare italiano, che con il grado di capitano del Corpo degli Alpini del Regio Esercito, partecipò alla prima guerra mondiale, venendo decorato con Medaglia d'oro al valor militare per la sua partecipazione alla conquista del Monte Nero (16 giugno 1915).

Vittorio Varese
NascitaVercelli, 9 gennaio 1884
MorteMonte Vodil, 30 novembre 1915
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoAlpini
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante di35ª compagnia, Battaglione alpini "Susa", del 3º Reggimento alpini
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
Notedati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Biografia modifica

Nacque a Vercelli il 9 gennaio 1884,[1] figlio di Edoardo, di professione magistrato, e di Feliciana Banchetti. Compì i primi studi presso la scuola elementare a Vignale Monferrato, frequentando successivamente il ginnasio a Chivasso e Tortona ed il Liceo "Botta" ad Ivrea.[1] Al termine degli studi superiori entrò alla Regia Accademia Militare di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato alla specialità alpini.[1]

Promosso capitano nel 3º Reggimento alpini, assume il comando della 35ª Compagnia del Battaglione "Susa".[1] All'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 24 maggio 1915, combatte sul fronte alpino.[1] Nelle prime giornate del mese di giugno gli austriaci tentarono di riconquistare le posizioni perdute sulla dorsale Vrsic-Vrata, ma gli alpini del , coadiuvati dai bersaglieri del 6º Reggimento, si opposero con vigore.[2] Qualche giorno le truppe italiane iniziarono le azioni per la conquista del Monte Nero. Una compagnia del Battaglione "Susa"[3] fu incaricata di conquistare la vetta provenendo da nord, ma prima doveva conquistare le quote 2138 e 2133[3] che si trovano fra le linee italiane e gli obiettivi dell’attacco. Una compagnia del Battaglione "Exilles"[N 1] doveva invece puntare direttamente alla cima da sud-ovest, salendo per un sottile e ripido costone del Monte Nero.[2] Nella notte del giorno 16[4] la 35ª Compagnia,[3] suddivisa in due colonne,[N 2] di cui una al suo comando, iniziò ad avvicinarsi alla quota 2138[N 3] Dopo un aspro combattimento la quota 2133 fu conquistata, e respinto il contrattacco austro-ungarico, il combattimento terminò con la presa di 200 prigionieri austriaci.[2] Alle ore 21:30 iniziò la scalata[N 4] verso la cima del Monte Nero,[2] cui egli prese parte attiva, così come al successivo combattimento, tanto che fu decorato con Medaglia d'oro al valor militare a vivente.[1] Ottenne anche una Medaglia di bronzo al valor militare per i combattimenti sul Monte Mrzli (24-25 ottobre 1915).[2] Nel mese di novembre, poco prima dell'attacco al Monte Vodil,[2] fu colto da un violento attacco di febbre, ma visto che l'attacco era già stato programmato si rifiutò di lasciare il comando dei suoi uomini.[2] Venuto a conoscenza che l'azione era stata rinviata, si lasciò ricoverare presso l'ospedale da campo n. 21, dove si spense il 30 novembre 1915.[2]

Onorificenze modifica

«Sebbene febbricitante, posto all'avanguardia di un attacco contro formidabile posizione nemica, guidava la sua compagnia con formidabile slancio, e , caduti tutti gli ufficiali, precedendo il reparto, penentrando nei successivi forti e ben difesi trinceramenti nemici, determinando la conquista della posizione e facendo numerosi prigionieri e grosso bottino di guerra. Già distintosi in precedenti azioni. Monte Nero, 31 maggio e 16 giugno 1915
— Regio Decreto 19 agosto 1921.
«Guidava con mirabile slancio la sua compagnia all'attacco dei trinceramenti nemici, fortementi difesi. Rimasto privo di ufficiali e nonostante le altre gravi perdite subite, conquistava successivamente le posizioni nemiche, faceva buon numero di prigionieri nemici e si impadroniva di armi, munizioni e bombe. Monte Nero, 16 giugno 1915 (Si distinse anche a Monte Nero-Vrsic, il 31 maggio 1915)
«Comandante di un tratto della linea di difesa, con calma, fermezza e grande ardire, mantenne l'ordine e la disciplina nei suoi sottoposti, durante i furiosi attacchi pronunciati dal nemico, ottenendo che gli attacchi stessi fossero vittoriosamente respinti dai reparti dipendenti. Pendici del Vodil, 24 ottobre 1915

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Al comando del capitano Vincenzo Arbarello, che per questa azione fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Egli era coadiuvato dal sottotenente Alberto Picco, caduto durante il combattimento e decorato con Medaglia d'argento al valor militare alla memoria
  2. ^ Una era al suo comando, mentre l'altra era affidata al sottotenente Valerio Vallero caduto nel corso dell'azione, e decorato con Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
  3. ^ Il ripido pendio gelato non ritardò l'ascesa degli alpini.
  4. ^ Una salita con circa 1.000 metri di dislivello.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p. 95.
  2. ^ a b c d e f g h Bianchi, Cattaneo 2011, p. 96.
  3. ^ a b c Massimino 2005, p. 13.
  4. ^ Massimino 2005, p. 12.

Bibliografia modifica

  • Andrea Bianchi, Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Andrea Bianchi, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
  • Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Luciano Viazzi, Marco Balbi, Spunta l'alba del 16 giugno... La Grande Guerra su Monte Nero, Monte Rosso, Vrata, Ursic, Sleme e Mrzli, Milano, Ugo Mursia Editore, 2000, ISBN 978-88-425-2733-6.

Periodici modifica

  • Cattalino Massimino, Il 3º Reggimento alpini da 70 anni a Pinerolo, in Tranta Sold, n. 158, Pinerolo, Associazione Nazionale Alpini sezione di Pinerolo, aprile-giugno 2005, pp. 16-17.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica