Volo TWA 891

disastro aereo

Il volo TWA 891 era un volo di linea dell'omonima compagnia statunitense. Operato da un Lockheed L-1649 Starliner, il 26 giugno 1959 fu protagonista di un incidente appena decollato dall'Aeroporto di Milano-Malpensa; venne infatti colpito da un fulmine che causò l'esplosione del carburante e il conseguente cedimento strutturale che portò alla distruzione dell'aereo. All'epoca fu il peggior incidente aereo accaduto in Italia.[1][2]

Volo TWA 891
Un Lockheed L-1649 Starliner simile a quello coinvolto nell'incidente
Tipo di eventoIncidente
Data26 giugno 1959
TipoEsplosione in volo causata da un fulmine
LuogoOlgiate Olona
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate45°37′39″N 8°53′34.01″E / 45.6275°N 8.89278°E45.6275; 8.89278
Tipo di aeromobileLockheed L-1649 Starliner
OperatoreTrans World Airlines
Numero di registrazioneN7313C
PartenzaAeroporto di Milano-Malpensa, Milano, Italia
DestinazioneAeroporto di Parigi-Orly, Parigi, Francia
Occupanti69
Passeggeri60
Equipaggio9
Vittime69
Feriti0
Sopravvissuti0
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Volo TWA 891
Dati estratti da Aviation Safety Network[1]
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L'incidente modifica

 
La fusoliera dell'aeromobile dopo l'incidente.

Il volo TWA 891, proveniente da Atene, decollò alle ore 17:28 del 26 giugno 1959, durante un violento nubifragio, dall'Aeroporto di Malpensa, diretto all'Aeroporto di Parigi-Orly e a Chicago. Alle ore 17:30 il velivolo intercettò il VOR di Saronno per poi sparire dai radar alle ore 17:33, quando si frantumò in mille pezzi e si schiantò in località Cascina Agnese, Olgiate Olona, in provincia di Varese.

Immediatamente giunsero soccorritori e vigili del fuoco, che domarono le fiamme, ma non trovarono superstiti tra le 69 persone a bordo[2]. Le ricerche e le operazioni di soccorso furono rese ancor più difficili dal maltempo.

Nelle ore successive alla disgrazia giunsero alcune autorità, come l'Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, che benedisse il luogo della sciagura.

I funerali delle vittime vennero celebrati nella Basilica di San Giovanni Battista di Busto Arsizio. Le spoglie furono poi sepolte in diversi cimiteri della zona.

L'inchiesta modifica

Un mese dopo la sciagura si aprì l'inchiesta, condotta dalle autorità italiane e statunitensi, per conto della TWA. Le cause ritenute possibili furono:

  • fulmine
  • perdita di carburante
  • bomba
  • cedimento strutturale
  • guasto elettrico
  • guasto ai motori

Sebbene il lavoro d'investigazione fosse reso più difficile dall'assenza della scatola nera (non ancora introdotta), le numerose testimonianze oculari accertarono che la causa fu un fulmine che colpì un'ala dell'aereo già sovraccarico di elettricità, incendiando il benzina avio nei serbatoi. Un'ipotesi che rende più probabile questo evento è la seguente: il fulmine non avrebbe incendiato il carburante nei serbatoi, ma i vapori che ne fuoriuscivano, provocando la devastante esplosione.

Le vittime modifica

 
Tomba di Maria Fermi, sorella di Enrico Fermi, nel cimitero di Olgiate Olona

Equipaggio modifica

  • Jack Davis, 39 anni, statunitense, pilota in seconda
  • Frank William Ellis, 29 anni, statunitense, pilota aggiunto
  • Marguerite Fay, 27 anni, francese, hostess
  • Paul S. Grade, 50 anni, statunitense, pilota comandante
  • Jacqueline Jaussen, 23 anni, francese, hostess
  • Donald Albert Lueke, 41 anni, statunitense, ingegnere di bordo
  • Edmond Mouchnino, 38 anni, francese, steward
  • John Victor Powell, 39 anni, statunitense, assistente ingegnere di bordo
  • Harry Louis Stanton, 43 anni, statunitense, pilota aggiunto

Passeggeri modifica

Statunitensi modifica

  • G. B. Allbritton, 38 anni
  • Leonardo Armanetti, 53 anni
  • Mary Belknap, 10 anni
  • Augusta Benedetti, 69 anni
  • Jacob Binder, 57 anni
  • Anna Maria Adele Boaro, 64 anni
  • William Edwin Buckley, 53 anni
  • Rizieri Celli, 42 anni
  • Georgia Chioles, 67 anni
  • Dominique Fuda, 15 anni
  • Anna Genova, 55 anni
  • Giuseppina Genova, 65 anni
  • Mary Germo, 46 anni
  • Caterina Guglielmo, 71 anni
  • Olivia Kammerer, 67 anni
  • Syd Kaye, 59 anni
  • Anna Korecky, 69 anni
  • Chester Linsky, 34 anni
  • Basilio Lombardi, 61 anni
  • Corinne Martino, 30 anni
  • Michael Martino, 29 anni
  • Sophie Nafpliotou, 23 anni
  • Jesus Giovanni Rey, 63 anni
  • Manuel Rey, 31 anni
  • Antonio Salbego, 68 anni
  • Ugo Sei, 45 anni
  • George S. Sherman, 43 anni
  • Frank C. Sternes, 51 anni
  • Lillian Sternes, 48 anni
  • Mary Thompson, 22 anni

Italiani modifica

  • Achille Belloni, 30 anni
  • Malfisa Bertolucci, 24 anni
  • Pietro Castelnovo, 30 anni
  • Franco Cavallanti, 30 anni
  • Gabriele Cavallanti, 20 anni
  • Paolo Ciserani, 32 anni
  • Raffaele Cohen, 38 anni
  • Maria Fermi sposata Sacchetti 60 anni, sorella di due anni più grande di Enrico Fermi.
  • Ferrando Fratelli, 62 anni
  • Gian Pietro Giordana, 46 anni
  • Pasquale Graffeo, 64 anni
  • Eleonora Kraft, 48 anni
  • Francesca Pellecchia, 61 anni
  • Valerio Reggiani, 29 anni
  • Emilio Sarchi, 34 anni
  • Natalina Suardi, 29 anni

Britannici modifica

  • Marguerite Cambet, 51 anni
  • George Ellis, 48 anni
  • Percy Charles Nicholls, 44 anni
  • Albert John Palmer, 42 anni

Francesi modifica

  • Farid Geargeoura, 37 anni
  • Jacques Rock, 32 anni
  • Ernest Rotter, 51 anni
  • Jeann Renée Rousseau, 23 anni

Cileni modifica

  • Sonia Labbe, 24 anni
  • Pilar Quinteros, 5 anni
  • Luis Quinteros Jr., 2 anni

Tedeschi modifica

  • Peter Frohn, 37 anni

Israeliani modifica

  • Hermann Zwy Carmely, 53 anni

Egiziani modifica

  • Jean Georges Brahamsha, 25 anni

Tabella modifica

Nazione Passeggeri Equipaggio Totale
  Stati Uniti 30 6 36
  Italia 16 0 16
  Regno Unito 4 0 4
  Francia 4 3 7
  Cile 3 0 3
  Germania 1 0 1
  Israele 1 0 1
  Egitto 1 0 1
Totale 60 9 69
 
Il memoriale delle vittime

La controversia sul numero delle vittime modifica

Tra i rottami del velivolo fu rinvenuto anche un settantesimo corpo: quello di un bimbo maschio di circa due anni, non registrato tra i passeggeri del velivolo. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di un bambino del posto, che si trovava a giocare sul prato dello schianto al momento del disastro[3], ma in realtà non risultava nessuna denuncia della scomparsa di bambini in quei giorni ad Olgiate Olona[4], in effetti si trattava di un bimbo imbarcato clandestinamente: Luis Quinteros Jr.[5] . Sulla lapide commemorativa si parla di "settanta vite umane" (vedi fotografia) e non di sessantanove, essendo la settantesima vittima il feto ritrovato insieme alla salma di una donna incinta[6].

Commemorazioni modifica

 
Monumento in memoria del disastro aereo, realizzato nel 1964.

Subito dopo il disastro, il comune posò sul luogo del disastro una lapide provvisoria, sostituita nel 1964 da un monumento: una sorta di ala bianca di calcestruzzo, sollevata da terra, con una croce stilizzata e una frase di Ugo Foscolo. Il monumento è stato restaurato nel 1993. Al centro è incastonata una piastrella in ceramica, su cui è dipinto il ritratto di Mary Belknap, una delle vittime più giovani della sciagura (10 anni).

Note modifica

  1. ^ a b (EN) ASN Aircraft accident Lockheed L-1649A Starliner N7313C Milano.htm, su Aviation Safety Network. URL consultato l'8 novembre 2011.
  2. ^ a b Le 70 vittime immortali, su olgiateolona26giugno1959.org. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
  3. ^ http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/08/libro_ricorda_disastro_del_nei_co_7_081008062.shtml.
  4. ^ Alberto Colombo, Settanta vite immortali, Varese, Macchione editore, 2009.
  5. ^ Olgiate Olona, 26 giugno 1959 - Il disastro aereo, su www.olgiateolona26giugno1959.org. URL consultato il 26 giugno 2023.
  6. ^ Alberto Colombo, Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona, Varese, Macchione editore, 2008, pagine 29-30.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica