Wikipedia:Oracolo/Archivio/novembre 2017

Massima velocità raggiungibile da un oggetto nello spazio modifica

Siccome l'attrito nello spazio è estremamente basso mi stavo chiedendo se un eventuale razzo con carburante a sufficienza potesse semplicemente accelerare fino a raggiungere la velocità della luce o se esista un limite fisico che glielo impedisca.--Fab1can (msg) 08:15, 1 nov 2017 (CET)[rispondi]

Occhio alla relatività ristretta. --Vito (msg) 09:01, 1 nov 2017 (CET)[rispondi]
Non può raggiungerla, ma può raggiungere velocità prossime a quella. Il limite fisico sta nel fatto che l’inerzia del razzo, ossia il rapporto fra forza applicata e accelerazione ottenuta, cresce con la velocità. Ad esempio, per un corpo che si muova a velocità 0.8 c (4/5 della velocità della luce nel vuoto) l’inerzia (massa relativistica) è 1.67 volte la sua massa a riposo. Se la velocità è 0.99 c, la massa relativistica è 7 volte la massa a riposo. Niente di che, ma si tratta di vedere quanto tempo e quanto carburante ci vorrebbe... E poi, arrivato a quelle velocità, avresti anche il problema di fermarti! --93.36.167.230 (msg) 09:17, 1 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ci vorrebbe un freno a mano grosso, molto grosso con ovvie difficoltà nel trovare un (tamarro) copri-freno a mano delle dimensioni giuste. --Vito (msg) 09:21, 1 nov 2017 (CET)[rispondi]
Un modo per farsi un'idea di quanto ci vuole per arrivare a quelle velocità potrebbe essere questo. Considera un corpo di massa m che si muove a velocità v: la sua energia cinetica (relativistica) è  , dove  : questa però include anche l'energia a riposo, che è  . Quindi per portare la tua navicella spaziale da ferma alla velocità di 0.99 c, ad esempio, l'energia che devi impiegare è uguale a  . Se la navicella avesse la massa di un'automobile, diciamo 1000 kg (e se non sbaglio a fare i conti), viene qualcosa dell'ordine dei 1020 J. Il conto è impreciso se consideri una propulsione a razzo, perché in quel caso la massa non è costante, comunque rende l'idea. --93.36.167.230 (msg) 12:05, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]

Se io chiedo in prestito modifica

dei soldi a una banca e poi con quei soldi io mi comprassi la banca stessa al 100% poi io devo ridare i soldi alla banca con gli interessi oppure no? sarebbe un debito con me stesso --82.48.124.182 (msg) 14:44, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]

Puoi anche non restituirli, se però poi la banca fallisce non ti lamentare  :) --ValterVB (msg) 15:04, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]
Il problema molto semplicemente non si pone: nessuna banca ti presterà mai una simile quantità di denaro --Mandalorian Messaggi 15:06, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]
In realtà sarebbe pure possibile, dipende dal valore della società, dagli impieghi e dalle riserve. I parametri di Basilea rendono difficile ma teoricamente possibile la cosa. In Italia è successo che una nota compagnia telefonica fosse comprata a debito, e tramite la fusione fra acquirente e compagnia i debiti finissero a carico di quest'ultima, bloccando lo sviluppo del settore per un decennio in quanto la compagnia era poi incapace di fare investimenti senza far esplodere i conti. A ogni modo l'idea, in termini abbastanza astratti, è che: se l'acquirente non paga il debito la banca "perde" tanto valore quanto è stato il prezzo pagato, se l'acquirente lo paga ha comunque avuto quell'esborso. --Vito (msg) 15:12, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]
Si Vito, ma nel caso di cui tu stai parlando c'era dietro un perverso rapporto di amicizia tra l'imprenditore che ha comprato la compagnia e il baffetto che gliel'ha regalata (non ho fatto nomi). Io invece parlo di una persona normale senza legami di amicizia personale con il o i proprietari della banca. Ovviamente non con grosse banche di più azionisti, ma di piccole banche a gestione familiare o con un solo proprietario.--82.48.124.182 (msg) 15:43, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]
(conflittato) il caso è solamente teorico, regole di basilea sulla concentrazione del credito (si veda ad esempio: https://www.bis.org/press/p140415.htm) impediscono le grandi esposizioni verso un solo creditore. Da considerare poi che il valore della banca è dato - parlando molto grezzamente - dai suoi assets più l'avviamento. La somma prestata è l'asset, ma l'avviamento come lo pagheresti?. Inoltre non esistono banche a socio unico (credo sia proprio impossibile).. quindi se tu decidessi di non pagare avresti comunque azionisti di minoranza cui render conto. Infine ha anche obblighi verso altri soggetti (tipicamente azionisti, obbligazionisti etc.) cui la tua operazione lederebbe gli interessi. --Hal8999 (msg) 15:44, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]
Senza andare tanto lontano dovrebbe non solo riuscire a comprarla ma anche a meno del valore del capitale sociale (esattamente dai 5 a 10 mln in meno) altrimenti dovendo iscrivere la perdita del credito, il capitale scenderebbe sotto il limite di legge, guadagnando una bel processo per bancarotta fraudolenta. Pura fantascienza. Si spera che le banche valgano molto di più del capitale sociale. (MPS a parte che l'operazione richiesta dall'ip l'ha fatta veramente comprando Antonveneta al doppio del valore di mercato: 9 mld. La più grande operazione di riciclaggio della storia. Ecco se volete morire di morta violenta entrate in una filiale mps. Chiedete di un dipendente che abbia chiesto l'anticipo del tfr sotto forma di azioni della banca non essendogli sembrati sufficienti i risparmi di una vita; ve ne indicheranno vari. Cercatene uno corpulento e chiedetegli se sottoscriverà il prossimo aumento di capitale. Fate testamento prima però.--Pierpao.lo (listening) 16:09, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]

Francese-Italiano modifica

Ho letto da qualche parte (non ricordo dove) che su Wikipedia in italiano ci sono 3 milioni di voci, mentre in francese "solo" 2 milioni. Possibile? Mi aspettavo il contrario, se fosse vero sarebbe inspiegabile. O era solo una boutade?--3knolls (msg) 16:27, 4 nov 2017 (CET)[rispondi]

Su wikipedia in italiano ci sono al momento 1.395.040 voci, su quella in francese 1.925.300 (e su quella in inglese 5.505.049). Lo trovi scritto nelle home page delle rispettive edizioni. Oppure in questa pagina trovi diverse statistiche su wikipedia nelle varie edizioni linguistiche. --Postcrosser (msg) 16:36, 4 nov 2017 (CET)[rispondi]
Se guardi la pagina delle statistiche troverai anche alcune stranezze, come il fatto che la seconda wikipedia con più articoli (oltre 5 milioni di voci) è quella in lingua cebuana, parlata da appena una ventina di milioni di persone nelle Filippine. Ciò si spiega per l fatto che la stragrande maggioranza degli articoli sono creati da bot (immagino traducendo in automatico le voci da en.wiki) --Postcrosser (msg) 16:44, 4 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ok.grazie per le delucidazioni--3knolls (msg) 16:55, 4 nov 2017 (CET)[rispondi]

Spazi polinomiali modifica

Spero in queste pagine ci sia qualche animo sapiente e che abbia voglia di darmi una mano a interpretare un concetto. Mi sono lanciato nella lettura del Lang per curiosità personale e mi accorgo di avere un problema nel comprendere il concetto di cosa sia il vettore nello spazio dei polinomi di grando n.  
Il dubbio mi nasce perché in alcuni esercizi per vedere se tre vettori sono linearmente indipendenti si impone,come di prassi es:
  e si valuta se a,b,c soddisfino tale relazione solo quando sono nulli. In sostanza a andrà a moltiplicare l'1, il bil 2 ecc.. quindi i coefficienti interagiscono con ogni numero della n-upla vettore.

Nello spazio dei polinomi invece prendiamo una base  , voglio verificare se è uguale al vettore nullo   bene in questo caso i coefficienti della composizione lineare "operano" solo sui coefficienti delle incognite e non su tutto il valore  : es:   e non sulle x. In effetti se il vettore nullo fosse   in tal caso noto che anche un valore di x (in cui vale come caso particolare 0) mi genererebbe  .
A questo punto mi stona, non riesco cioè a trovare un parallelismo vero e proprio tra quanto succedeva nel primo esempio e tra quanto succede nel secondo dello spazio polinomiale di un certo grado n: infatti nel primo esempio (n-uple) "a" andava ad operare su tutto il valore 1 che è in prima posizione del vettore n-upla per restituirmi uno "0" a secondo membro dell'uguaglianza, nel polinomiale va ad operare m solo su c (coefficiente di x^2) non su tutto il valore ( ).

Diciamo che non riesco bene a raccapezzarmi perché non riesco a capire il vettore (come entità) in questo caso cosa sia. Una parte del vettore è il coefficiente delle x (gli  )? O è il valore che esce da tutto il calcolo ?
Così anche non comprendo bene come scrivere un vettore di questi spazi con le componenti rispetto una sua base, riassumendo il triplice dubbio:
-le componenti dovrei scrivere come coefficiente del coefficiente es:  
-oppure devo immaginare come se fosse il vettore fosse il valore numerico che esce da   attribuendo alle x tutti i valori Reali possibili, e il vettore non è solo il coefficiente ma il valore e quindi avrei  
-oppure altra interpretazione ancora: i coefficienti   sono i vettori..

Spero in qualche risposta, perché è un dubbio che ho da qualche giorno e ci sto uscendo pazzo --109.112.78.182 (msg) 12:58, 5 nov 2017 (CET)[rispondi]

Io non ho capito la domanda. A giudicare dall’ultima parte, direi che sei giunto tu stesso alla conclusione che non ti è chiaro il concetto di indipendenza lineare di polinomi perché non ti è chiaro in che senso un polinomio è un vettore.
È così? Ti do questo suggerimento: per il momento, abolisci la parola “vettore”. Parti dal concetto di spazio lineare. Uno spazio lineare è un insieme nel quale è definita la combinazione lineare di elementi. Dati due polinomi in x a coefficienti reali, è facile definire una loro combinazione lineare, che è ancora un polinomio. Quindi i polinomi formano uno spazio lineare. Due polinomi A e B sono linearmente dipendenti se A=mB per qualche numero reale m, il che equivale a dire che esistono due numeri reali p e q diversi da 0 tali che pA+qB=0. Lo “0” in questa formula è il polinomio nullo (quello che vale 0 per qualunque x). Ad esempio, i polinomi 2x+4 e 3x+6 sono linearmente dipendenti; i polinomi 2x+4 e 2x+2 sono linearmente indipendenti.
Se consideri i polinomi della forma xk, con k numero naturale (zero compreso), è abbastanza ovvio il fatto che qualsiasi polinomio si può scrivere come combinazione lineare di questi, che quindi formano una base: le componenti del polinomio rispetto a questa base sono precisamente i suoi coefficienti. Se però cambi base, le componenti saranno altre. Fin qui è tutto chiaro? Bada che in tutto questo non devi mai immaginare di assegnare un valore alla x: nel momento in cui dai un valore a x cessi di avere un polinomio, hai solo più un numero. Tutte le relazioni fra polinomi di cui stiamo discutendo devono essere vere per ogni x. --93.36.167.230 (msg) 20:48, 5 nov 2017 (CET)[rispondi]

Reincarnazione modifica

Esiste la reincarnazione? E se esiste, ha senso dire che i gay/lesbiche in questa vita, in quella precedente erano ragazze/ragazzi etero? --Gatto bianco (msg) 15:01, 5 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sì, ma se e solo se la supercazzola prematurata con scappellamento a destra perde i contatti col tarapìa tapioco, come fosse antani. --Mandalorian Messaggi 15:05, 5 nov 2017 (CET)[rispondi]
Mandalorian è la reincarnazione del conte. --Franz van Lanzee (msg) 18:44, 5 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ma... e La principessa Zaffiro?--87.2.27.19 (msg) 19:39, 6 nov 2017 (CET)[rispondi]

Città metropolitane e democrazia modifica

Salve, mi chiedevo se nelle città metropolitane corrisponda al vero che il sindaco eletto dai cittadini del comune-capoluogo sia anche automaticamente a capo della città metropolitana, quindi in pratica che una persona eletta dai cittadini di un solo comune (per quanto il più grande e importante) governi anche su cittadini che non lo eleggono. E' così? sembra solo a me che sia abbastanza antidemocratico un tale funzionamento? --91.252.94.226 (msg) 18:13, 6 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sì, è vero. Ma le funzioni del sindaco metropolitano sono, diciamo, simili a quelle del vecchio presidente di provincia di cui la città metropolitana ha preso il posto. I singoli comuni continuano ad avere il loro sindaco. Città_metropolitana#Assetto istituzionale. --Amarvudol (msg) 18:26, 6 nov 2017 (CET)[rispondi]

Certo ma quindi mi confermi quel che dicevo, cioè che il sindaco metropolitano fa da simil-presidente provinciale su di una "similprovincia" che però non l'ha votato (mentre nelle province vere e proprie non tutti i cittadini ma perlomeno gli amministratori comunali votano per l'ente provinciale)... --37.227.153.222 (msg) 18:39, 6 nov 2017 (CET)[rispondi]

Confermo: il sindaco metropolitano coincide con il sindaco del comune capoluogo. Io che abito in un comune non capoluogo, non ho alcuna possibilità di scegliere chi governa la mia simil-provincia. Se il comune capoluogo viene commissariato, anche la città metropolitana viene commissariata, come avvenuto a Venezia. Se il sindaco viene sfiduciato dal consiglio comunale, deve dimettersi e...puff...anche l'amministrazione metropolitana si blocca e viene commissariata. Viceversa, il sindaco metropolitano non può essere sfiduciato dai sindaci degli altri comuni. --Holapaco77 (msg) 22:24, 6 nov 2017 (CET)[rispondi]
Di diritto, il sindaco metropolitano è il sindaco del comune capoluogo; lo statuto della città metropolitana, tuttavia, può prevedere che esso sia eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni ricompresi nella città metropolitana oppure a suffragio universale diretto da parte della popolazione (previa, però, delibera di una legge elettorale apposita da parte del parlamento nazionale). --Franz van Lanzee (msg) 00:10, 7 nov 2017 (CET)[rispondi]
Appunto, nessuno statuto metropolitano e nessun statuto provinciale prevede l'elezione diretta da parte dei cittadini (e qualche politico si vanta proprio di aver abolito il suffragio universale delle elezioni provinciali). --Holapaco77 (msg) 13:16, 7 nov 2017 (CET)[rispondi]
Gli statuti di Milano (art. 20), Roma (art. 22) e Napoli (art. 19) prevedono esplicitamente l'elezione a suffragio universale del sindaco; a quanto ho capito, ciò però non avviene perché il parlamento non ha ancora varato la legge elettorale specifica (vedi, ma l'articolo è del 2015). --Franz van Lanzee (msg) 13:28, 7 nov 2017 (CET)[rispondi]
@Holapaco77: qualora il sindaco metropolitano cessi dalla sua carica di sindaco del proprio comune, l'ente non è commissariato ma le funzioni del sindaco metropolitano sono esercitate dal vicesindaco metropolitano (nominato previamente) fino all'insediamento del nuovo sindaco metropolitano. --Franz van Lanzee (msg) 00:14, 7 nov 2017 (CET)[rispondi]

Pico de gallo modifica

mi hanno costretto a mangiare roba messicana e dentro c'era sto pico de gallo. Il traduttore dice che significa pisello di gallo ma visto che non credo, per quanto schifoso sia stato, che ci hanno infilato l'uccello di un uccello che diavolo è sto pico de gallo.


--95.252.39.144 (msg) 09:51, 9 nov 2017 (CET)[rispondi]

Invece di affidarsi a un non meglio specificato traduttore fuori contesto e procedere con fantasiose estrapolazioni, bastava chiedere all'Oracolo della porta accanto. --Sesquipedale (non parlar male) 11:25, 9 nov 2017 (CET)[rispondi]

Mazzo da 54 scienziati modifica

Sommo Oracolo, devo fare un mazzo con i più famosi Scienziati, puoi darmi una mano??--El Nick Dica, dica, dica 17:32, 9 nov 2017 (CET)[rispondi]

Da cui la famosa espressione «farsi il mazzo». :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 18:01, 9 nov 2017 (CET)[rispondi]
Secondo me puoi prendere i primi in en:Wikipedia:Vital articles#Inventors and scientists, e per il resto spulciare en:Wikipedia:Vital articles/Expanded/People#Scientists, inventors and mathematicians (241 articles). --Syrio posso aiutare? 20:13, 9 nov 2017 (CET)[rispondi]
Pensavi di associare ogni seme ad una disciplina o di metterli senza ordine? --Arres (msg) 09:50, 11 nov 2017 (CET)[rispondi]
Trova un biologo per coprire quel settore e te lo facciamo in 5 minuti! --Vito (msg) 09:52, 11 nov 2017 (CET)[rispondi]
Grazie metterò immagini del mazzo finito--El Nick Dica, dica, dica 12:53, 11 nov 2017 (CET)[rispondi]

Film leader modifica

Onnisciente Oracolo cinefilo. Come si chiama, in italiano, quel conto alla rovescia che appare all'inizio delle pellicole cinematografiche? Questo, per intenderci.

--Flazaza (msg) 16:20, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Aiuto! Non ho capito nulla dell'università modifica

Sto frequentando il primo anno dell'università, ma ho un dubbio riguardo al sistema universitario in generale che temo mi riguarderà molto da vicino, e la chiarezza nelle informazioni dell'ateneo è praticamente nulla.

Posso avere una conferma da voi se quanto dico è vero? Corso triennale con 180 CFU, 60 CFU l'anno. C'è una soglia minima di CFU minore di 60 che uno studente deve acquisire in un anno per potersi iscrivere all'anno successivo (questa frase che ho appena detto è il mio primo dubbio). Se uno studente ha meno di quel numero di crediti minimi non può iscriversi all'anno successivo e deve rifare gli esami che non ha passato l'anno dopo come studente ripetente; invece se lo studente non ha 60 CFU ma comunque ha superato la soglia minima può iscriversi tranquillamente al secondo anno, dovendo tuttavia recuperare quegli esami del primo anno. è giusto o sbagliato?

Ogni corso di studio può avere regola un po' diverse (diverse numero di crediti per accedere al secodo anno...), ma in linea di massima è giusto. --Postcrosser (msg) 19:41, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Poi, lo studente per laurearsi deve avere per forza 180 CFU, non di meno. Se è arrivato al terzo anno perché ha sempre superato il famigerato "quorum" annuale di CFU, ma alla fine del terzo anno non ha i 180 deve per forza iscriversi all'anno successivo, diventando uno studente fuori corso per poter recuperare gli esami e laurearsi: anche questo che ho detto, è giusto o sbagliato?

Più che "recuperare" bisogna "sostenere" gli esami. A parte quello è corretto. Volendo i crediti possono essere anche un po' di più di 180, ad esempio se decidi di aggiungere dei corsi in più a scelta. --Postcrosser (msg) 19:41, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Ultima domanda: Qual è il numero di anni massimo che uno studente può permettersi di essere o ripetente o fuori corso?

Finchè ti iscrivi (e paghi le tasse) ogni anno, anche 100 anni --Postcrosser (msg) 19:41, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Ringrazio sinceramente tutti, chi leggerà e chi risponderà. Mi scuso davvero per il disturbo, so che l'uni è una cosa seria e forse ci sono andato come l'armata Brancaleone, però questa è una sintesi di quello che ho capito guardando su internet, dato che il mio ateneo non dice nulla, e almeno qui sono sicuro di avere risposte serie anche da laureandi o ex universitari. Buona serata


--95.247.244.91 (msg) 19:20, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Premessa: il grosso di questo genere di regolamentazione è lasciato ai singoli dipartimenti/atenei.
Sotto soglia ti iscrivi come "ripetente", se c'è la frequenza obbligatoria potrebbero far questioni sul seguire i corsi dell'anno successivo e generalmente non puoi fare gli esami dell'anno al quale non sei ancora passato.
In generale per passare al terzo anno devi superare un'ulteriore soglia, ma non devi necessariamente aver finito il primo anno. In generale però la soglia è pensata (per esempio 80 CFU) per essere "più di un anno".
Finiti i tre anni si diventa fuoricorso, ma in generale una o due sedute di laurea vanno con l'anno accademico precedente. Mi spiego meglio: la seduta di laurea di gennaio 2018 dell'Università degli studi dei Carciofini probabilmente sarà considerata come facente parte dell'anno accademico 2016-2017, così chi ha finito il terzo anno di corso a ottobre 2017 si laureerà in corso e non dovrà pagare l'iscrizione al terzo anno fuori corso.
Circa il numero di anni solitamente non c'è limite, ma per esami molto vecchi potrebbe essere prevista un'integrazione.
In estate ogni università pubblica il manifesto degli studi e ogni dipartimento pubblica i vari regolamenti, di dipartimento e di corso di laurea. L'ora che ci metti per leggerli è un ottimo investimento anche per evitare di essere infinocchiato da qualche burocrate pigro.
--Vito (msg) 19:41, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Derivata terza modifica

Gentili utenti dell'oracolo, buongiorno. domanda di matematica. La derivata prima ci può dire se una funzione cresce o decresce, la derivata seconda ci dice se la funzione ha concavità in su e in giù, mentre la derivata terza cosa ci indica in base alla sua positività o negatività, a patto che indichi qualcosa?--87.15.190.157 (msg) 10:39, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Indica se cresce o decresce la derivata seconda o, alternativamente ed equivalentemente, la concavità della derivata prima. :-) A differenza di "inclinazione" e "concavità", non credo che questa caratteristica abbia, geometricamente, un "nome" tutto suo nella funzione di partenza: è semplicemente il rateo di variazione della concavità. Che tra l'altro non è nemmeno facilissimo da apprezzare "ad occhio": ci risulta molto più semplice stimare il "raggio di curvatura", che però è tutt'altra faccenda, per cui anche nel caso semplice di una parabola (che ha concavità costante) il primissimo istinto sarebbe quello di affermare (erroneamente) che la concavità è maggiore in corrispondenza del vertice.
Eviterei, quindi, di cercare a tutti i costi di "vedere" geometricamente nella funzione originale le derivate oltre la seconda: tecnicamente si può fare, ma già a partire dalla seconda il nostro occhio fa fatica a "tradurre" ciò che vede in numeri (riconosciamo il segno come verso della concavità, ma siamo terribili a stimarne il valore assoluto), e dalla terza in poi è una partita persa. -- Rojelio (dimmi tutto) 14:16, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

Mofeta non vulcanica modifica

Mi sto occupando della voce Valle del Miscano e del particolare fenomeno che si verifica in quella zona. Si tratta delle "bolle", ossia del gorgogliamento perenne di polle d'acqua, in apparenza simile a una mofeta o fumarola ma in realtà ben diverso perché l'acqua è fredda e non emette gas o fumi. È stato chiarito che il fenomeno non è vulcanico ma è dovuto alla presenza di metano nel sottosuolo (nell'Ottocento un incendio sotterraneo nei pressi fece strage di operai impegnati nello scavo di una galleria ferroviaria). Ma come si chiama esattamente questo fenomeno? C'è una voce wiki che ne parla e alla quale potrei ricollegarmi con un wikilink?--3knolls (msg) 20:46, 12 nov 2017 (CET)[rispondi]

Finalmente ho trovato, si tratta di un vulcano di fango--3knolls (msg) 12:03, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

Richiesta di aiuto per modificare un albero genealogico modifica

In questa e quest'altra notizia, è riportato che Andrea Mascioni si è sposato con Margherita Gianola, ed è diventato padre di una bambina. Mi aiutate ad aggiungere Margherita nell'albero genealogico di Mascioni? --2001:B07:6442:8903:29EC:480:F21F:A906 (msg) 18:01, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

A parte che questa domanda è già stata posta allo Sportello Infornazioni, che è il posto giusto, avrà senso inserire ulteriori rami nell’albero genealogico se questi corrisponderanno ad ulteriori nembri della famiglia che svolgano l’attività di organari. Fino a quel momento, secondo me non c’è alcuna ragione di inserire mogli e figli. A dirla tutta, in quella voce di informazioni di dubbia rilevanza enciclopedica ce n’è già non poche. --93.36.167.230 (msg) 18:31, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sito strano nella cronologia modifica

Io non sono iscritto su facebook, e non ci vado mai. Noto tuttavia che spesso nella cronologia del mio browser (edge) trovo il sito (ve lo metto in nowiki così nessuno ci va per sbaglio) https://www.facebook.com/tr/. se vado in questo sito appare una pagina completamente bianca. Ho già provato a ripulire i cookie del mio browser (non volevo fosse qualche biscottino) ma nonostante ciò riappare, eppure non sono mai entrato in quel sito. Qualcuno saprebbe dirmi cosa sarebbe questo sito ho paura sia un virus. --79.54.132.38 (msg) 15:16, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]

Se l'indirizzo è quello non può essere un virus perchè è nel dominio di Facebook. Se non ricordo male all'inizio Facebook usava quella sottopagina ma non so perchè è potrebbe essere un falso ricordo. Che estensioni hai nel browser? Ho chiesto a facebook--Pierpao.lo (listening) 15:26, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ti ringrazio per l'assistenza. Da quel che posso vedere, non ho alcuna estensione sul browser.
--79.54.132.38 (msg) 15:41, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]
Pagina modificata l'ultima volta il 21 dicembre 2012 alle 01:00:01. È presente una immagine GIF di dimensioni 1*1px. Codifica testo ISO-8859-1. La pagina non rispetta gli standard. Responso di Mozilla Firefox portable edition. --Pracchia 78 (scrivimi) 16:57, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]
Si chiama Facebook Pixel, un classicissimo sistema per il rilevamento del pubblico di un sito, usato sia per misurare il successo di una campagna promozionale, sia per raccogliere informazioni sulla distribuzione anagrafica del pubblico, tipicamente allo scopo di focalizzare le campagne verso un target che più probabilmente genera "conversione" (proporzione tra quanta gente viene esposta al contenuto promozionale e quanta effettivamente "risponde" andando a visitare/acquistare).
Visitare quella pagina, in sé e per sé, non fa nulla di strano: per fare il suo mestiere, l'immagine dev'essere inserita nella pagina web del cliente (assieme a un pochino di javascript). Il "trucco" su cui si basa per svolgere il suo lavoro è che quando l'immagine (e relativo javascript) viene caricata come parte integrante della suddetta pagina web:
  • il fatto stesso che sia stata caricata fornisce già di per sé l'informazione che la pagina è stata visitata;
  • essendo un'immagine "di proprietà" di Facebook (nel senso che viene dal loro dominio), il javascript ad essa associato è autorizzato ad accedere ai cookie di Facebook e quindi (se su quel browser hai anche una sessione di FB aperta) sapere chi sei e contribuire quindi alla statistica "anagrafica" dei visitatori (età, area geografica, interessi mostrati...).
Che poi è esattamente il motivo per cui FB si fa pagare: l'inserzionista paga per avere 1) una piattaforma su cui pubblicare il proprio materiale promozionale, 2) un sistema per rilevare indicatori di efficacia della campagna per cui sta pagando e 3) un sistema per identificare fasce di pubblico su cui concentrare la propria attività (anche perché, in generale, più ampio è il pubblico che vede il tuo materiale più ti fanno pagare, quindi hai tutto l'interesse a non "sprecare" visualizzazioni su persone che ben difficilmente potrebbero mostrare interesse per il tuo prodotto). -- Rojelio (dimmi tutto) 20:58, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ah, dimenticavo: trovo curioso che Edge lo elenchi esplicitamente in cronologia. Se da un lato è tecnicamente del tutto vero che quell'"immagine" viene caricata ogni volta che visiti una qualsiasi pagina che si avvale del servizio di monitoraggio di FB (e quindi potenzialmente anche più volte al giorno), dall'altro non è un indirizzo che hai visitato esplicitamente, quindi non mi sarei aspettato che un browser lo metta in cronologia. Vabbé, dettagli implementativi. -- Rojelio (dimmi tutto) 21:06, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]
Datemi un pixel e solleverò il web--Pierpao.lo (listening) 21:47, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]

Calcolo vettoriale modifica

Ragazzi, volevo chiedervi un passaggio che mi sfugge per quanto semplice. Non capisco come arrivare da a∧(a∧c) [a e c sono ortogonali e diversi dal nullo]. A questo −||a||^2*c usando le proprietà del prodotto vettoriale. Intuitivamente ho capito che deve aver semplificato, ma non capisco come.

Mi dareste una mano per favore. --93.146.44.157 (msg) 21:44, 15 nov 2017 (CET)[rispondi]

(uhm, qui sento odore di statale) se trasformi a^c in un logaritmo neperiano (in base e) credo che il tuo dubbio sparirà, perché a quel punto diventa... banale (come dice qualcuno)--5.169.39.51 (msg) 11:15, 16 nov 2017 (CET)[rispondi]

Con ∧ intendevo prodotto esterno su tre vettori :D --93.146.44.183 (msg) 13:23, 16 nov 2017 (CET)[rispondi]

per fare un esempio semplice, supponiamo che a sia orientato come l'asse x (a=ai) e c come l'asse y (c=cj). a∧c è orientato come l'asse z (=ack). a∧(a∧c) è orientato come l'asse y ma ha verso opposto (=-a^2cj). Pensa a come ruotare il tuo sistema di riferimento e tutto torna. --Cruccone (msg) 13:49, 16 nov 2017 (CET)[rispondi]
Conflittato: noto che Cruccone ha usato il mio stesso trucco... mi sento meno in colpa per aver "imbrogliato". :-P
Per semplificarmi la vita, considero una base di vettori di riferimento   (ortonormale e levogira) collocata ad arte nello spazio in modo che î sia allineato con   e ĵ sia allineato con  : posso quindi riscrivere   e   (occhio che adesso le lettere "a" e "c", senza simbolo di vettore, sono componenti rispetto ai versori î e ĵ, ovvero scalari con segno). Usando la proprietà di bi-linearità del prodotto esterno e sfruttando il fatto di aver scelto appositamente la base di riferimento levogira:
 
 
Essendo elevato al quadrato, il segno di a è irrilevante e vale sempre la sostituzione  , da cui deriva il risultato originale:
 
Una dimostrazione alternativa, più "geometrica", si ottiene con due osservazioni:
  • Il prodotto esterno è perpendicolare ad entrambi i fattori, quindi il risultato del prodotto tra parentesi è perpendicolare ad a, e il modulo del risultato finale è ||a||2||c||.
  • Usando due volte la regola della mano destra, il risultato finale ha verso opposto al secondo fattore del prodotto tra parentesi (ovvero il vettore c).
Non riesco però a fornire una versione formalmente rigorosa del secondo punto, per cui tendo a preferire il primo metodo. -- Rojelio (dimmi tutto) 15:18, 16 nov 2017 (CET)[rispondi]
Credo di poter dare una dimostrazione alternativa, senza regole della mano destra o terne levogire, ma bisogna vedere se 93.146.44.183 sa fare il prodotto di una matrice per un vettore... --93.36.167.230 (msg) 18:04, 16 nov 2017 (CET)[rispondi]

Singolare o plurale modifica

  1. Il funerale si è svolto
  2. I funerali si sono svolti

Quale delle due è più corretta e più comune?

--151.49.119.153 (msg) 23:39, 17 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sono sinonimi, entrambi perfettamente accettabili. La forma singolare si concentra sul fatto che si tratta di un evento; quella plurale probabilmente deriva dal fatto che si compone di una pluralità di riti (analogamente a "esequie" e "onoranze funebri"). Se proprio devo trovare una differenza, la forma plurale suona leggermente più formale, ed è quella preferita in espressioni tipo "funerali di stato". -- Rojelio (dimmi tutto) 00:21, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Strana voce modifica

Questa richiesta mi è venuta ascoltando più attentamente un brano di un gruppo diventato famoso per altri motivi (che non riporterò qui). La canzone è Death - Pierce Me, prima dell'unico album dei Silencer (inutile che cercate su Wiki, pagina cancellata anni or sono), e sto parlando della sezione iniziale del brano, quella con l'arpeggio in chitarra classica. Quasi subito dopo l'inizio del brano, a 4 secondi circa, si sente una strana voce che dice qualcosa di incomprensibile perché messa a volume molto basso nel mix. Ho provato a cercare informazioni a riguardo su internet ma pare che non se ne trovino (e ci credo), però è una lacuna che mi piacerebbe colmare.--Gybo 95 (msg) 13:10, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Vecchio film modifica

Buonasera, chissà se potete aiutarmi, ho pochi ricordi di un vecchio film italiano che ho visto parecchio tempo fa, probabilmente risalente agli anni 50 o 60, direi di genere drammatico, in bianco e nero, c'è una coppia in cui a un certo punto lui chiede l'annullamento del matrimonio... mi rendo conto che è poco ma magari qualcuno se lo ricorda, che film può essere?

--91.253.37.243 (msg) 21:56, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Il primo film che mi è venuto in mente leggendo la tua domanda è Il vedovo con Alberto Sordi, anche se lì lui non chiede l'annullamento del matrimonio. --Postcrosser (msg) 23:55, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Storiografia modifica

La storiografia contemporanea è concorde nel ritenere che le responsabilità dei nazisti (eccidi di ebrei e slavi) siano più gravi di quelle dei sovietici (gulag), degli americani (bombe atomiche su due città giapponesi) e degli inglesi (bombardamenti terroristici a tappeto sulle città tedesche). Ma io mi chiedo: è solo un caso che il più colpevole sia proprio il perdente? Siamo sicuri che, se Hitler avesse vinto la guerra, gli storiografi non sarebbero molto più indulgenti verso di lui e molto più severi verso gli Alleati? In fin dei conti quando i francesi dichiararono Parigi città aperta Hitler rispettò i patti, mentre gli angloamericani non lo fecero con Roma--3knolls (msg) 12:13, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Mai sentito il detto "La storia la scrivono i vincitori"? Vabbè, citazioni a parte, considera che è stata la Germania nazista a iniziare il conflitto. Dato che Terzo reich, Italia (vabbè, l'Italia era un po' la marionetta dei crucchi...) e Giappone sono quelli che hanno iniziato per primi, reputo le risposte alleate più che legittime, compresa la bomba atomica (i giapponesi sono stati molto più brutali dei loro camerati europei, con l'appoggio devoto di tutta la popolazione. I buonisti mi criticheranno, ma IMO se la sono cercata).
Per quanto riguarda i gulag, non mi risulta che si dia una gravità minore alle purghe di Stalin rispetto a molte altre repressioni dell'opposizione di altri regimi, il motivo che c'era dietro era ben diverso: per Stalin era un perverso modo per conservare il potere, quello di Hitler era invece per il gusto di sterminare un intera religione/etnia considerata inferiore, con l'appoggio omertoso della popolazione indottrinata (ma questa situazione non si può paragonare al Giappone, la natura dell'"appoggio" popolare è completamente diverso).--95.232.130.22 (msg) 13:26, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
La storiografia contemporanea è molto critica riguardo ai gulag, alle bombe atomiche americane (en:Debate over the atomic bombings of Hiroshima and Nagasaki), al bombardamento di Dresda (en:Bombing of Dresden in World War II#Post-war debate) e in generale verso i crimini perpetrati dagli Alleati; forse è alla storiografia dell'epoca, quella più vicina ai fatti in questione, che si può imputare una maggiore accondiscendenza e clemenza di giudizio verso i crimini degli Alleati, in ragione dei plurisecolari principii del "la storia la scrivono i vincitori" e del "vae victis": ma questi atteggiamenti non mi pare siano più propri della storiografia di oggi (almeno, della buona storiografia di oggi).
Non sempre il più colpevole corrisponde al perdente: gli Stati Confederati d'America hanno straperso la guerra di secessione americana, ma per molti decenni hanno goduto di una storiografia "favorevole" nei loro confronti e nei confronti dei loro ideali (ah, il vecchio Sud!); scatta spesso il meccanismo per cui le simpatie vanno verso Davide e non Golia, anche quando è Golia a vincere. I giudizi storiografici non sono poi scevri da considerazioni politiche: per molto tempo si è insistito che i crimini di guerra dei tedeschi fossero da imputarsi quasi esclusivamente alle sole SS, mentre le forze armate regolari sarebbero state in gran parte estranee ai massacri; e questo, perché molti ufficiali della disciolta Wehrmacht erano stati riciclati nelle nuove forze armate della Germania ovest, membro della NATO. Vedi anche Armadio della Vergogna.
Limitatamente alla storia della città aperta: Roma fu dichiarata città aperta unilateralmente dagli italiani, senza che questa dichiarazione fosse riconosciuta e accettata dagli Alleati. E anche i tedeschi interpretavano il concetto molto liberamente: nell'aprile 1941 Belgrado fu dichiarata città aperta dagli jugoslavi, ma i tedeschi la bombardarono comunque. --Franz van Lanzee (msg) 14:36, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Grazie per le delucidazioni, anche se mi resta ancora qualche dubbio. Ad esempio: non appena si scoprì che l'attore Horst Tappert aveva fatto parte delle SS, scattò subito il veto immediato e irrevocabile nei confronti dei telefilm L'ispettore Derrick, quasi come se il servizio militare nella Germania nazista fosse stato facoltativo (o, come spiegato da Franz van Lanzee, quasi che i crimini li avessero commessi solo le SS). Spero che almeno l'Oracolo sappia indicarmi qualche analogo esempio di censura che abbia colpito attori (o comunque protagonisti del mondo dello spettacolo) che avevano militato fra le forze Alleate--3knolls (msg) 17:01, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ma ci fai o ci sei? Dalle risposte che ti sono state date qui ti sei forse fatto l'idea che aver militato nelle Waffen-SS (che non era certo il "servizio militare obbligatorio", nemmeno nella Germania nazista) sia paragonabile ad aver militato nelle forze armate inglesi o statunitensi? I 4000 militari alleati che sono morti nello sbarco in Normandia stavano commettendo crimini di guerra, secondo te? Spero bene che oltre all'Oracolo di Wikipedia qualche libro di storia tu lo abbia letto... (peraltro, per discutere di argomenti come questi eviterei di usare espressioni come "marionette dei crucchi" o "se la sono cercata", come ho letto nella prima risposta alla tua domanda: quelle vanno bene per commentare le partite di calcio il giorno dopo, non per parlare delle più grandi tragedie del XX secolo) --93.36.167.230 (msg) 17:29, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche]In realtà non è vero che l'ispettore Derrick non venga più trasmesso.
Tuttavia non è corretto mettere tutto e tutti sullo stesso piano. Gli eserciti di ogni nazione commisero atti più o meno criminali (compreso quello italiano) ma la natura sistematica di quelli commessi dal regime nazista attraverso ampi settori della Wehrmatch durante l'ultimo conflitto è innegabile, così come le vicende analoghe dei giapponesi in Cina. Le SS sono state dichiarate un'organizzazione criminale sia "dai vincitori" che dalla Germania stessa, nelle quali si entrava generalmente come volontari: poi si possono fare infiniti distinguo sull'età in cui ciò avveniva e sull'indottrinamento di massa che lo favoriva. Per chi ha militato nell'esercito tedesco nella successiva fase storica della Germania non è scattata alcuna "censura", anzi per la verità destò (e desta) ancora oggi scandalo il fatto che per varie ragioni (non da ultima la guerra fredda) molte figure pesantemente colluse con gli aspetti più sordidi del regime nazista avessero incarichi di rilievo anche nel dopoguerra. --Vito (msg) 17:33, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
(rispondo all'utente 93.36.167.230) Può anche darsi che ignoro la storia, ma non quella locale. Nel sud-Italia, ove abitualmente risiedo, nel 1943 passarono due eserciti: quello tedesco-nazista transitò in modo pressochè pacifico, mentre gli Alleati si lanciarono in attacchi di distruzione di massa a scopo terroristico come questo, tanto per fare un esempio a caso. Nessuno nega che i nazisti si siano marchiati dell'infamia per aver sterminato ebrei e slavi (su ordine tassativo di Hitler e di alcuni altri, non perché tutti i militari tedeschi fossero feroci per definizione, ovviamente), però non è giusto, a mio avviso, sottovalutare i crimini commessi dagli Alleati--3knolls (msg) 18:18, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Fino all'8 settembre era un "alleato", che non aveva interesse a rendere più costose le proprie operazioni nel settore di un alleato che teneva in pugno: l'occupazione di un territorio ostile è costosissima e come tale va evitata sino all'ultimo, anche ricorrendo a stati fantoccio come Vichy o Salò. --Vito (msg) 18:41, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

[ Rientro] Inserisco alcune riflessioni/risposte ad alcune affermazioni (perché non nascondo che questo argomento, alla lunga, ha stancato :D).
Intanto non è la "storiografia ufficiale" (che deve trattare l'argomento con neutralità) a "ritenere che le responsabilità dei nazisti siano più gravi di quelle dei sovietici", ma il consenso comune (il quale si è formato grazie alla vecchia storiografia del Dopoguerra, la quale tendeva a distanziarsi dalle ideologie di destra del governo Mussolini, che furono condannate in seguito alla vittoria degli Alleati).
Poi, il consenso comune tende sempre a considerare più grave il danno che comporta più morti umane perché la morte di una persona, violenta e pacifica che sia, comporta sempre il dilemma del trasferimento dei beni (praticamente l'eredità), perché se anche morissero 1000 persone, lo Stato (democratico) deve aprire 1000 procedure di trasferimento dei beni, e tutte queste procedure possono rischiare di paralizzarne la burocrazia interna a scapito di altre questioni. Ma anche in senso giuridico in ogni parte del mondo (o quasi), il costo di vite umane è superiore a qualunque altra cosa, perfino al danno fisico-psicologico o al danneggiamento di beni, quindi è naturale che in questioni come questa venga messa la priorità alla parte che ha causato il maggiore danno. I famosi "6 milioni di ebrei morti nei campi di sterminio/concentramento" (dato che però, ricordiamo, è stato in seguito considerato impreciso, sia perché non sono stati contati i zingari, gli omosessuali, i Testimoni di Geova e tutte le altre categorie di persone bersaglio del governo Hitler, sia perché non sono stati contati eventuali casi di tedeschi morti da connazionali) sono quindi superiori in costo di vite umane alle peripezie del governo sovietico (che si sono dipanate in un periodo di tempo molto più lungo) e al bombardamento delle città giapponesi da parte del governo statunitense (che hanno causato danni in vite umane decisamente inferiori). I costi in questione, infatti sono calcolati solo quando i danni/morti si verificano, non in previsione degli stessi (ecco perché le morti dovute al nucleare in Giappone non hanno fatto eco se non decenni dopo), e se il governo è in grado di nascondere/censurare eventuali danni/morti, il numero che ne viene fuori al momento del calcolo per forza è approssimativo.
In soldoni, il "colpevole" non è il perdente, ma chi ha causato più danni.--Gybo 95 (msg) 19:02, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sì, è stancante parlar qui di tutto questo in termini sbrigativi (d'altra parte non è qui che possiamo approfondire più di tanto questioni di questa portata), però non si può semplicemente concludere che le differenze sono state solo "quantitative": "ha torto chi ha fatto più morti".
Non è così, e non è una questione di storiografia, né d'epoca né contemporanea: è una questione di giudizio morale.
Nella I guerra mondiale ci sono state atroci (e assurde) carneficine, ma prevalentemente di soldati sui vari fronti di guerra. Nella II guerra mondiale è iniziata la pratica dei bombardamenti aerei delle grandi città (a cominciare dai bombardamenti dei tedeschi sull'Inghilterra, 1940-41: quelli degli Alleati su Germania e Italia iniziarono nel 1943) e ci sono state moltissime vittime civili. Sono stati atti di guerra esecrabili, da diversi punti di vista, ma erano atti di una nazione belligerante contro un'altra; avevano una motivazione strategica (che non li giustifica moralmente), quella di distruggere le infrastrutture (civili, oltre che militari) del nemico, non primariamente quella dello sterminio della popolazione civile.
Ben diverso è aver rastrellato sistematicamente, nel proprio Paese, in Paesi alleati e in Paesi che erano stati già occupati, milioni di persone selezionate in base all'appartenenza a minoranze considerate "inferiori", e averli a un certo punto avviati allo sterminio di massa. Non furono atti di guerra contro una nazione nemica, fu il genocidio - motivato solo da un'ideologia aberrante - di civili residenti nella stessa Germania, in Italia, e in Paesi che erano sotto il pieno controllo militare dei tedeschi. È di questo che si sono macchiati i nazisti e le SS, non solo di devastazioni e stragi in Paesi con i quali c'era una guerra in corso. Dire che la differenza sta solo nel numero di morti che si è causato significa non averci riflettuto bene, oppure aver rinunciato a dare giudizi morali. --93.36.167.230 (msg) 23:40, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
In quanto ai crimini contro l'umanità commessi dai nazisti ribadisco che le responsabilità non erano ascrivibili ai singoli arruolati in quanto la soluzione finale venne elaborata solo alla fine del 1940. Chi per necessità economiche si era iscritto alle SS prima di quella data non poteva poi rifiutarsi di eseguire gli ordini aberranti del Fuhrer, altrimenti sarebbe stato deportato a sua volta (non dimentichiamo che per minime divergenze le SA erano state annientate).
Ribadisco anche che bombardare a tappeto le aree residenziali (a Coventry ma anche a Foggia come a Dresda, a Messina come a Hiroshima) non aveva alcuna motivazione strategica. Per i massacri indiscriminati di civili non vi sono scuse o giustificazioni di sorta, erano crimini di guerra a tutti gli effetti, che però rimasero impuniti e ancora oggi vengono sottaciuti. Personalmente sono disgustato dal fatto che oggi si parli molto piú spesso delle fosse Ardeatine che dei bombardamenti di Foggia del 1943. A mio avviso quest'ultimo episodio (chi non lo conoscesse a fondo è pregato di informarsi prima di rispondere) fu enormemente più grave perché la strage fu indiscriminata e anche donne e bambini vennero massacrati.--3knolls (msg) 07:50, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]
Le SA non furono "annientate per minime divergenze", ma semplicemente perché quello fu il prezzo della "normalizzazione" del regime. Analogamente le SS e RSHA erano il braccio del crimine nazista praticamente sin da subito e i reparti Waffen (di gran lunga i più numerosi) vennero creati dopo il '40.
La differenza "qualitativa" fra le Ardeatine e Foggia (ma anche San Lorenzo) è che questi ultimi avevano una finalità militare. C'è comunque un errore di fondo: non si può usare un crimine per giustificarne un altro. Spesso vi possono essere rapporti di causa-effetto, ma non sono giustificazioni.
--Vito (msg) 11:43, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]
Chi per necessità economiche si era iscritto alle SS prima di quella data non poteva poi rifiutarsi di eseguire gli ordini aberranti del Fuhrer: questa è la cosiddetta "difesa Norimberga", adottata praticamente da tutti i criminali di guerra e contro l'umanità portati alla sbarra per i loro crimini, da Norimberga in poi: "stavo solo eseguendo gli ordini dei superiori, non potevo rifiutarmi o sarei stato punito". Generalmente, questa linea di difesa è sempre stata rifutata dai giudici: se un ordine è palesemente illegale, il sottoposto non solo può disobbedire ma deve disobbedire, e se non lo fa è colpevole tanto quanto il superiore che ha emanato l'ordine. Questo principio è ormai codificato anche in diversi codici penali nazionali: non da ultimo quello italiano (art. 51 commi 2, 3 e 4), che paradossalmente è ancora il codice Rocco del 1930 approvato in piena era fascita.
Sui bombardamenti aerei: la (migliore) storiografia dibatte da tempo sulla loro utilità strategica e sulla loro efficacia nel quadro delle operazioni militari; degli obiettivi strategici c'erano (i porti, le industrie e gli snodi ferroviari, che sono obiettivi legittimi per l'azione militare, si trovavano piazzati in mezzo alle case, e i sistemi di puntamento delle bombe degli anni 1940 non consentivano di colpire i primi escludendo le seconde), e in ogni caso i vertici politici e militari ritenevano più che legittimo, nel quadro della guerra totale, incutere terrore nelle popolazioni civili tramite i bombardamenti. Se tutto questo sia legale è ovviamente tutta un'altra questione: vedi en:Aerial bombardment and international law. Confido poi che sia patrimonio di tutti il principio secondo cui "i crimini degli altri non sono una giustificazione né una scusa per i crimini che commetti te".
Una nota all'anonimo più in alto: i bombardamenti strategici sulle città iniziarono da molto prima, i tedeschi bombardarono Varsavia nel 1939, i sovietici bombardarono Helsinki durante la guerra d'inverno del 1939-1940, e i britannici bombardarono le città del nord Italia già pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra. --Franz van Lanzee (msg) 12:50, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]
(Già nel '18 il Parisgeschütz era volto a creare terrore fra la popolazione civile nemica).
Il codice Rocco s'innesta in una tradizione "tecnica" di diritto penale italiano che non era malaccio, anche se divenne ipso facto obsoleto nel '46.
Danneggiare una fabbrica di cuscinetti a sfera è una "mossa" militarmente molto molto valida, ma il 40% di Wuppertal finì in pezzi delle dimensioni di un cuscinetto a sfera.
Premetto di non avere una risposta: i due bombardamenti atomici posero fine alla guerra. Gli americani avevano "preventivato" mezzo milione di morti durante l'invasione del Giappone, facendo una proporzione con Okinawa si arriverebbe all'aberrante cifra di 8 milioni di vittime fra civili e soldati giapponesi. L'alternativa, proposta da vari commentatori, era quella di lasciare che il Giappone si arrendesse poiché privo di risorse industriali e alimentari essenziali, insomma che fosse preso per fame, considerato inoltre che era ormai alla mercé delle aviazioni alleate. Non so se sia più giusto incenerire 240.000 vite per evitare tutto ciò. Per citare qualcuno (ancor oggi attuale) si usò un'arma sotto l'ombra della quale il mondo vive ancora oggi nel terrore, ma probabilmente fu "grazie" a quel terrore se la crisi di Berlino o la guerra di Corea non sfociarono in qualcosa di molto peggiore e fu per colpa di quel terrore che lo sviluppo di interi continenti fu piegato a logiche di guerra non dichiarata.
La guerra è sempre e solo una merda, ma quanto ci si tuffa in profondità nella merda dipende praticamente solo dal singolo. --Vito (msg) 14:58, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]

Download and Unzip modifica

Sapete se esiste un programma che "unzippa" direttamente mentre si fa il download di un grande file in formato bz2 (attualmente circa 17 giga compressi)? Visto che ho una normale ADSL non particolarmente veloce potrei risparmiare parecchio tempo se esistesse qualcosa del genere. Però non so se è possibile con il formato, bzip2. Per i curiosi sto parlando dei dump settimanali di Wikidata che si trovano qua per esempio --ValterVB (msg) 12:14, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]

Usando i multistream non dovrebbe essere difficile scrivere un po' di python che lavora sul file temporaneo prendendo uno stream per volta. --Vito (msg) 17:34, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Mi sa che farlo è un po' oltre le mie capacità, quello che mi sembra strano è che non è ancora stato fatto o per lo meno io non l'ho trovato; probabilmente significa che non da i vantaggi che immagino? Per il download ci metto quasi 5 ore, e circa 3 per decomprimerlo, durante il download il microprocessore è praticamente fermo e quindi può dedicarsi a decomprimere, e risparmierei anche una lettura e una scrittura su disco: download -> decompressione -> scrittura su disco. Così magari da 8 ore totali ce ne posso mettere solo 5. --ValterVB (msg) 18:43, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Da linea di comando sh credo basti wget -O - https://dumps.wikimedia.org/wikidatawiki/entities/20171113/wikidata-20171113-all.json.bz2 | bzip2 -d > wikidata-20171113-all.json. Non testato :) --Valerio Bozzolan (msg) 19:09, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
A occhio direi di no, perché non ha controllo su quali segmenti di file decomprimere. --Vito (msg) 21:08, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Nono, funziona funziona ;) --Valerio Bozzolan (msg) 22:19, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ora il problema è trovare un wget che funzioni in Windows 10, tutte quelli provati finora non funzionano, si apre e poi si chiude subito la finestra. Per ora grazie. --ValterVB (msg) 22:25, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Il problema grosso sotto Windows è la logica del piping.
A ogni modo l'ho ritestato sotto Debian e non va.
--Vito (msg) 22:31, 18 nov 2017 (CET)[rispondi]
Sto provando con Ubuntu (server) e mi pare che vada, per lo meno sta lavorando e dà una buona impressione. Ne saprò di più tra qualche po', quando avrà finito. Se funzionasse il consiglio più semplice sarebbe di non tentare di farlo direttamente con Windows 10, ma di mettere su una macchinina virtuale Linux (con Windows 10 è abbastanza semplice) e fare tutto da lì. --Lepido (msg) 09:13, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
Update - La cosa sembrerebbe funzionare, dico "sembrerebbe" perché il processo è abortito dopo aver esaurito i 100 giga a disposizione sul disco (l'archivio è moooolto grande e lo spazio disco della mia macchina virtuale è invece moooolto piccolo, e le cose non vanno insieme, purtroppo). Quindi non so se valga quanto ho scritto prima su fare tutto su una macchina virtuale Linux, perché ci sarebbe poi da tenere conto del tempo di trasferimento su Windows del mega-file ottenuto. --Lepido (msg) 11:23, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
Quindi al momento l'unica soluzione possibile sembrerebbe essere quella di Valerio, devo vedere se riesco a installare in qualche maniera wget e fare la prova. --ValterVB (msg) 19:04, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
@Lepido: infatti la prova l'ho fatta con un bz2 a caso più piccolo. --Vito (msg) 19:17, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
 
Funzia
0h Valteree!! A me mi funziona; Madonnina davvero! Codesto pirulino del Valerio. Maremma decompressa! (Windows 10 pro N con solo Net Framework di prima installazione :-P, Powershell non elevato, wget originale, bzip2 ver. 1.05) --Pierpao.lo (listening) 19:51, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
Cavolo, ho provato adesso sul portatile: wget è di serie in windows :) Venerdì provo. --ValterVB (msg) 20:33, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
[ Rientro] [@ Valerio Bozzolan, Pierpao, Vituzzu] E' vero funziona nel senso che con un unico comando fa il download e unzippa, ma li fa in serie, prima scarica tutto e poi unzippa il file, quindi non fa quello che chiedevo. Me ne sono accorto perché è andato in errore e mi sono trovato il file ancora compresso sul disco. --ValterVB (msg) 09:03, 24 nov 2017 (CET)[rispondi]
Parlo per ipotesi (non conosco nè i Wiki dump ne bzip2) e giusto per sicurezza, non è che il file lo avevi già scaricato e invece il processo non ha creato niente semplicemente perchè è andato in errore. Perchè se nel file di dump c'è solo un file e il processo si interrompe non dovresti trovare niente nell'hard disk se non il file temporaneo (magari nascosto) creato da bzip2. Mi sembra strano che faccia tutti e due le operazioni come dici tu, forse Wget non accetta il pipe, crei il file e finisca lì. Perchè al contrario se accetta il pipe dovrebbe funzionare. Se invece mi sbaglio e qualcuno non ha soluzioni migliori bisognerebbe lanciare prima wget e poi immediatamente dopo bzip sul file temporaneo che viene via via creato nel frattempo da wget. In parallelo. Questo ammesso che bzip2 non faccia controlli sull'integrità del file e modificando il codice di bzip2 in modo che vada in pausa per un tot di tempo e non si blocchi quando arriva alla fine, aspettyando invece che il file si allunghi.--Pierpao.lo (listening) 10:03, 24 nov 2017 (CET)[rispondi]
[@ Pierpao] E' sicuro, ho ripulito la directory prima (e comunque non l'avevo scaricato), e il file scaricato da wget ha un nome temporaneo: - (senza estensioni). Ho limpressione che il pipe lo fa eseguire in sequenza non contemporaneamente. Il comando utilizzato era wget -O - https://dumps.wikimedia.org/wikidatawiki/entities/20171120/wikidata-20171120-all.json.bz2 | D:\BZIP2\bin\bzip2 -d > D:\Wikipedia\Dump\wikidata-20171120-all.json --ValterVB (msg) 12:42, 24 nov 2017 (CET)[rispondi]
O.O Quel comando non deve generare file temporanei. Se avviene è perchè Windows non è un sistema unix like, non lo sarà mai, non ha una shell unix-like, non ha pipe, ha probabilmente dei bei workaround per farlo sembrare tale, ma vanno evitati come la peste. Le scelte sono due: usare una bella distribuzione unix-like "live" (Puppy? Debian? Ubuntu?) da chiavetta o da DVD, o installate una bella distribuzinoe unix-like su una macchina virtuale che supporti cartelle condivise :D --Valerio Bozzolan (msg) 16:21, 24 nov 2017 (CET)[rispondi]
A meno che non esista un Visual Studio che gira su unix o qualcosa di simile (ambiente visuale + c#) dubito di poter seguire il consiglio. --ValterVB (msg) 16:31, 24 nov 2017 (CET)[rispondi]
Capisco l'amore per Windows ma... anzi no, non lo capisco :), però se devi per forza usare Visual studio mentre scarichi puoi provare a installare Visual Studio dentro una Virtual machine in Linux per esempio Vine. [Qui c'è un vecchio tread] che da poche speranze ma è vecchio e magari da qualche spunto.ValterVB --Pierpao.lo (listening) 12:24, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]
Non è amore per Windows, ma per Microsoft, ha creato/commercializzato molti prodotti che per me sono di estrema facilità d'uso ci sono pecche ma chi non le ha? se le conosci sai come gestirle e difatti non ho mai avuto particolari problemi. --ValterVB (msg) 13:25, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]

2 domande sul codice della strada modifica

Ciao ho due domande sul codice della strada: 1) chi circola senza assicurazione gli viene sequestrato il veicolo, viene multato oppure gli vengono tolti punti dalla patente (se non sospesa)? oppure tutti e tre? 2) chi circola senza carta di circolazione gli viene sequestrato il veicolo, viene multato oppure gli vengono tolti punti dalla patente (se non sospesa)? oppure tutti e tre? Grazie per l'attenzione --87.9.133.214 (msg) 16:41, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]

L'oracolo si interpella per pertinenze a wikipedia. Per il codice della strada suggerisco di cercare in google codice stradale o simili.--☼Windino☼ [Rec] 17:05, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ma l'Oracolo, che ha a cuore la conoscenza in sé, sa anche essere infinitamente misericordioso e paziente.
Chi circola senza assicurazione si becca (art. 193 codice stradale) una multa da 841 a 3.287 euro e il sequestro del veicolo, che verrà restituito dopo il pagamento della sanzione prevista, del trasporto, del deposito e dell'assicurazione per un periodo di almeno 6 mesi. Se l'assicurazione è stata contraffatta o falsificata, in aggiunta alle sanzioni precedenti c'è anche la sospensione della patente per un anno.
Se si circola senza carta di circolazione, la sanzione (art. 180) è una multa da 41 a 168 euro (da 25 a 99 euro se si è alla guida di un ciclomotore) con annessa ingiunzione a presentarsi entro un certo termine all'ufficio competente per esibire la carta di circolazione; se, senza giustificato motivo, non ci si presenta all'ufficio nel termine indicato, ci si becca una multa da 419 a 1.682 euro e in aggiunta la sanzione prevista in caso di mancata emissione della carta di circolazione, ovvero la confisca del veicolo di cui all'art. 213. --Franz van Lanzee (msg) 18:06, 19 nov 2017 (CET)[rispondi]

Dazi doganali per ogni prodotto..."quantificabile"? modifica

Alla dogana di USA e Canada o di altri paesi, importare prodotti od oggetti commerciali per venderlo nel paese è legale, ma devi pagare una tassa. La mia domanda è la seguente. Se io dovessi vendere in questi paesi beni artistici come sceneggiature, libri, quadri o sculture da me realizzate, album musicali... 1 - Teoricamente dovrebbe essere legale, pur ammettendo che potrebbero assumerti per via del tuo talento... (?) 2 - Un bene artistico è praticamente inquantificabile. Come possono calcolare i dazi doganali su un prodotto commerciale "astratto" e non quantificabile?

Grazie in anticipo 😊-Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Freebird73 (discussioni · contributi) 19:05, nov 20, 2017 (CEST).

premesso che la normativa fiscale è un casotto, in generale vale il prezzo di vendita. ad esempio se importi una scultura per venderla dovrai prendere come riferimento il prezzo fatto al compratore. E se la importi e poi cerchi un compratore? boh....--Hal8999 (msg) 08:41, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
Non è assolutamente vero che i beni artistici siano inquantificabili: case d'asta, antiquari e banchi dei pegni attribuiscono continuamente valori monetari a quadri, antichi manoscritti, porcellane Ming o scrivanie Luigi XIV. Presumo che in questi casi la dogana provveda a nominare un perito esperto nella materia, cui affidare la stima del valore del bene. --Franz van Lanzee (msg) 12:09, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
user:Freebird73 Intanto non confondiame capre e carciofi, i dazi doganali si applicano solo sui beni fisici, una sceneggiatura, come un brano musciale inviato in via elettronicanon è soggetta a dazi; deve essere il venditore a dichiarare il valore; in sede di verifica se non lo trovano congruo applicano la differenza sui dazi e le sanzioni e la denuncia e l'arresto a seconda dei casi perchè si va dal valoro incongruo al contrabbando. Se vendi un quadro tuo e si vede che è una crosta se lo dichiari un minimo non ci sono problemi. Altrimenti applicano il prezzo di mercato. Hanno delle tabelle e usano quelle. PRego oin posticipo.
user:Hal8999 non ho capito, se importi il compratore sei tu e comunque puoi venderla al prezzo che vuoi. E nel secondo caso se la importi... è uguale al primo. Forse volevi dire che se la esporti applichi i dazi al prezzo di vendita ed è corretto. Se importi paghi i dazi e l'iva. Una volta importata le regole sono quelle nazionali cerchi un compratore e gli metti il prezzo che ti pare, possibilmente guadagnandoci.--Pierpao.lo (listening) 12:51, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

Account mail su server estero da Italia modifica

Premessa forse inutile: devo trasferirmi all'estero per lavoro per molto tempo e la mail di quel paese mi serve. Io dall'Italia, con i codici di navigazione italiani, posso creare un account di posta elettronica di un paese estero non UE (e nemmeno europeo)? Se si dove posso trovare la lista dei mail-server gratuiti con dominio di quel paese più affidabili (equivalenti agli italiani libero virgilio alice etc.)? Qualcosa del tipo "server di posta per paese" (a me in particolare servono quelli del Mozambico, però chiedo di tutti per curiosità). Non ditemi di usare gmail o yahoo o hotmail perché quelli non li voglio usare ti fregano

--5.168.160.137 (msg) 12:58, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

Stabo proprio per scrivere di usare gmail... :-) Ma adesso che account hai? Perché non lo puoi continuare ad usare? Quello che chiedi infatti stride un po' col concetto di Internet: che bisogno hai di usare un server del Mozambico, quando un server italiano va altrettanto bene? --Lepido (msg) 14:20, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ecco... Avrai capito che non sono proprio un esperto di internet e server. Io ho un account mail su virgilio.it, solo che mi hanno detto che non è possibile utilizzare un mail server di un dominio di un paese se sei fuori dal paese stesso, tranne che per i paesi dell'UE e per i domini .com o comunque internazionali. Quindi da quello che so in Mozambico non potrò usufruire dei server di posta elettronica che finiscono con .it, ma solo i .mz o quelli internazionali. Visto che sono fermamente contrario a Google e Yahoo (ho i miei motivi ma non voglio far nascere discussioni che non c'entrano nulla) volevo sapere quali erano i server mail del Mozambico gratuiti ma comunque affidabili. Ma quindi io posso usare il mio account virgilio in Mozambico? E dall'Italia posso registrare un account su un server con dominio di uno specifico paese estero non UE?--79.50.222.134 (msg) 14:38, 21 nov 2017 (CET) Sono lo stesso che ha posto la domanda, solo che ora sono connesso al wifi aziendale[rispondi]
Generalmente casi simili si verificano per via delle leggi diverse in singoli stati. Questo è il caso tipico di server che sono ospitati in stati dove le leggi possono essere più o meno permissive rispetto ai contenuti salvati negli hard disk o rispetto alle leggi sulla privacy degli utenti (esempio). E' però davvero strano avere un account di posta con le e-mail che transitano e sono salvate in server in Mozambico ... da dove nasce la certezza che lì non "ti fregano"? E chi ti ha detto che "non è possibile utilizzare un mail server di un dominio di un paese se sei fuori dal paese stesso"? In pochi casi questo accade (in Cina con Google ad esempio). X-Dark (msg) 14:49, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche] Intanto c'è da dire che i problemi sarebbero due: come spedire e come ricevere la posta. Se per ricevere la posta dal proprio account non dovrebbero esserci problemi, ritengo che quanto ti è stato detto si riferisca all'azione dello spedire. La trattazione del problema sarebbe quindi un po' lunga, ma se ti accontenterai di accedere alla tua casella posta tramite un browser internet ritengo che non dovrebbero esserci problemi a prescindere dal dominio del tuo server. Se hai qualche conoscenza in Mozambico, puoi chiedergli di fare una prova, creando un'utenza su Virgilio e vedere se funziona. --Lepido (msg) 14:56, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

Sperando di non fare scattare qualche filtro e che Vito non se ne accorga :) vi posto da sloggato parte di un messaggio autoinviato via Web con email.IT (ultimo rigo) da un IP del sud africa:

Delivered-To: p xxxxxxx @gmail.com
Received: by 10.37.75.67 with SMTP id y64csp5385817yba;
       Tue, 21 Nov 2017 09:07:25 -0800 (PST)
ARC-Authentication-Results: i=1; mx.google.com;
      dkim=pass header.i=@email.it header.s=mail header.b=Pkzyv8oc;
      spf=pass (google.com: domain of xxxxx  @email.it

Poi se in Mozambico gli isp hanno filtri non lo so. - Pierpao on proxy (ahi ahi ahi!) sloggato--129.232.130.181 (msg) 18:15, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

Perchè appunto esistono anche le VPN con cui si possono superare alcune limitazioni geografiche, sempre che appunto i gestori internet in Mozambico non applichino filitri particolari come succede in Cina.--Pierpao.lo (listening) 18:23, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

(sono quello che ha posto la domanda) Scusami Pierpao se sono ignorante in materia, ma non ho capito se col proxy sudafricano la mail te l'ha fatta inviare (o se te l'ha fatta ricevere) tramite email.it. Non ho comunque idea delle politiche sulle telecomunicazioni del Mozambico, per questo nel caso ho chiesto se è possibile attivare un account mail che finisce con .mz qui dall'Italia, ed eventualmente dove trovo la lista dei server gratuiti.--87.4.142.70 (msg) 07:45, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ovviamente l'ho mandata da email.it. Suppongo un account si possa attivare da qui, ma supppongo si possa attivare anche dal Mozambico :) perchè semplicemente non aspetti di arrivare lì prima e provare a usare Virgilio via web, in ogni caso registrare un indirizzo email anche in Mozambico ci vogliono 5 minuti. Perchè se usi Virgilio via Web la mail come ho fatto io, la mail non viene inviata dal Mozambico ma dall'italia quindi teoricamente non viola le loro regole salvo che non siano pazzi e oltre a bloccare l'accesso a tutti i server email non .mz, e blocchino anche i siti web di email che terminino in it e tutti i proxy, il che mi sembra veramente fuori di ogni logica perchè significherebbe impedire a tutti gli stranieri di leggere le proprie email. Comunque esiste una ambasciata italiana in Mozambico [[1]]. Scrivi una mail o telefona.--Pierpao.lo (listening) 10:05, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Un buon sistema se riconosce un client come proxy aperto dovrebbe impedire di mandare un'email. --Vito (msg) 10:32, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Tra l'altro la maggior parte dei contatti mail dell'ambasciata italiana termina con .it--Postcrosser (msg) 11:19, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Per quanto sia convinto che l'ip si sbagli, non è una prova provata, l'ambasciata è territorio ITaliano, il Mozambico non può applicargli le sue leggi--Pierpao.lo (listening) 11:32, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Io continuo a dire che se il sito di Virgilio "arriva" in Mozambico, ovvero se non è bannato, può essere usato per leggere e spedire la posta, visto che comunque l'azione è svolta direttamente dal server italiano, senza passaggi intermedi. --Lepido (msg) 13:45, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

Ringrazio tutti, scusate se non ho "colto" al volo il senso della cosa ma questo è un argomento in cui non sono afferrato. Quando sarò giù proverò a connettermi a virgilio.it e nel caso registro un altro account laggiù, tanto penso esistano provider di posta non a pagamento. Al massimo mi arrenderò alla grande G anche se la cosa non mi va. Chiedo solo un ultima cosa (forse sto un po abusando dell'oracolo): esiste un sito dove posso trovare i provider email gratuiti di un determinato paese, o meglio dominio? Almeno nell'improbabile caso che non potrò usare virgilio non brancolo totalmente nel buio? Grazie ancora--79.20.149.236 (msg) 07:34, 23 nov 2017 (CET)[rispondi]

In realtà la tua richiesta era stata chiara fin dall'inizio, e il fatto che nessuno ti abbia risposto direttamente ma tutti abbiamo tentato di trovare dei work around sta a significare che tale lista, sempre che esista, non è facile da trovarsi. Io ho fatto qualche ricerca e ho trovato questa pagina e questa pagina. Come si può vedere, accanto a servizi locali principalmente gestiti dalle società di appartenenza, ci sono tanti gmail.com, yahoo.it e anche un libero.it. Immagino inoltre che una volta in Mozambico, la società che ti darà il servizio di connessione, ti fornirà tratuitamente un servizio di e-mail, se proprio desideri un dominio "co.mz". Credo che sia successo ad uno degli indirizzi email delle pagine che ti ho linkato, che si appoggia a questa società: non conosco il portoghese, ma credo sia un provider, come sono provider quelli elencati alla pagina http://www.satproviders.com/it/list-of-all-services/MOZAMBIQUE. Come vedi non è subito semplice reperire informazioni, il dubbio è che tu ti stia preoccupando per nulla. --Lepido (msg) 17:08, 23 nov 2017 (CET)[rispondi]

Differenza tra palloni da calcio modifica

Su un noto sito di acquisti ho trovato un pallone da calcio in due misure: n. 4 e n. 5. Che differenza c’è tra loro? --94.247.8.8 (msg) 17:51, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

Lo trovi scritto su una nota enciclopedia ;-) --Sesquipedale (non parlar male) 18:15, 21 nov 2017 (CET)[rispondi]

ALT + tastierino numerico sballato modifica

Salve. Da poco più di due ore, e senza nessuna causa apparente, la funzione "ALT + tastierino numerico" (quella per digitare parole accentate) è sballata. Ad esempio, ALT+154, invece di Ü, mi da ♣. ALT+160, invece di ó, mi da ☻. ALT+155, invece di ø, mi da 7... E così via. Da altri comandi non esce proprio nulla. Premesso che ho controllato il bloc num ed ho anche cercato soluzioni su qualche sito, finora non ho trovato una soluzione. Ringrazio chi possa darmi un aiuto. --87.18.16.123 (msg) 11:26, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

L'unica cosa che mi viene in mente è che i due tasti alt della tastiera funzionano in modo diverso, nel senso che restituiscono diversi caratteri ascii. E' possibile che ti si siano invertiti, magari perchè per errore hai modificato la lingua della tastiera? --Postcrosser (msg) 11:50, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
@Postcrosser: ma sulle tastiere Windows non c'è un ALT solo? O stai contando anche l'ALT GR (che però non mi pare faccia nulla col tastierino numerico)? Quelle dei Mac ne hanno due, ma fanno la stessa cosa. --Syrio posso aiutare? 12:26, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Magari basta riavviare il computer--Pierpao.lo (listening) 12:28, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
@Syrio si, intendevo ALT-GR. Con windows 10 mi sembra che non funzioni con nessuna combinazione del tastierino numerico, mentre sul vecchio pc restituiva qualche carattere, ma diversi da quelli classici (che si ottengono con il normale ALT di sinistra) --Postcrosser (msg) 12:36, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Magari basta formattare l'hard disk, oppure contattare lui ... X-Dark (msg) 13:43, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
[@ X-Dark] c'è solo il titolo e non la notizia... dove la trovo? --2001:B07:6442:8903:C095:ECB2:DC58:1FA6 (msg) 18:59, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
LOL, la notizia è il titolo! :) --87.18.133.18 (msg) 19:54, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Per l'articolo completo devi fare l'abbonamento ;) --ValterVB (msg) 19:56, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

Qualcuno saprebbe dirmi la differenza fra d:Q1231985 e d:Q7836568? ja.wiki ha due voci distinte, ma fatico a comprenderne la differenza. Ho la sensazione che un pedale (probabilmente il primo) sia un tipo di "pulsante" azionabile col piede, mentre l'altro pedale sia vero e proprio un componente meccanico grazie al quale il lavoro viene trasferito dal piede alla macchina. Linko anche al Progetto:Ingegneria e Progetto:Scienza e tecnica. --Horcrux九十二 19:55, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

Più che altro direi che il primo sia un caso particolare del secondo, per il quale non credo abbiamo, in italiano, un nome "dedicato" (ma qui può essere semplice ignoranza da parte mia) ma inglese e giapponese apparentemente sì. Mi pare altresì evidente, vedendo il contenuto delle rispettive voci, che il nostro pedale (meccanica) era finito associato all'item sbagliato su wikidata, e ho provveduto a trasferirlo a quello più generale (e che infatti esiste in pressoché ogni altra versione linguistica). -- Rojelio (dimmi tutto) 20:27, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]
Ok... Ma su quale base il primo è un caso particolare del secondo? Qual è la differenza? --Horcrux九十二 20:29, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

(confl) A quello che vedo io in d:Q7836568 andrebbe solo la voce Giappone ammesso che sia corretta perchè sia la voce italiana che quella inglese parlano in generale di pedali da azionare col piede come credo la maggior parte delle voci di d:Q1231985. La seconda voce in apparenza confonde capre e cavoli perchè è puntata da Velocipede e Macchina da Cucire e di una macchina da scrivere tutti e tre mossi da un pedale con meccanismo di trasformazione del moto oscillatorio in rotatorio. E più o meno è quello scritto all'inizio, salvo che chi l'ha scritto voleva scrivere macchina (come apparato meccanico) e ha scritto auto. Nel secondo paragrafo si parla dell'unica cosa certamente corretta. Una sorta di pulsante ferroviario che non trasmette nessun moto. Da questo sito la maggior parte degli usi sembrebbe per il secondo significato. Però se cerchi il termine in google immagini si vedono effettivamente switch ferroviari e pedali che fanno ruotare--Pierpao.lo (listening) 20:35, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

No anche la voce inglese parla di un pedale oscillante. Io non la vedo però un caso generale del primo; mi sembrano due cose diverse. Un pedale in genere preme a volte può funzionare in rilascio ma non è obbligatorio come il vincolo su cui si muove può cambiare da pedale a pedale. Un treadle ha un vincolo fisso sempre perchè avere un moto oscillatorio, per la voce Giapponese può anche essere un pedale della bicicletta.--Pierpao.lo (listening) 20:43, 22 nov 2017 (CET)[rispondi]

Film misterioso modifica

Ancora una volta mi rivolgo al Sommo Oracolo nella speranza che mi aiuti a risalire al titolo di un film (o era una serie tv? O una miniserie? O un film televisivo?) che vidi almeno 10 anni fa in tv. Ricordo solo una scena, e mi pare che fosse quella iniziale: delle persone vestite tutte nello stesso modo e arrivate da non si sa dove arrivavano a nuoto sulla spiaggia di un'isola tropicale. La storia aveva dei risvolti fantascientifici/paranormali, infatti l'isola era una specie di oltretomba e i tizi arrivati a nuoto erano anime di persone defunte. Non era Lost.


--Mandalorian Messaggi 20:25, 25 nov 2017 (CET)[rispondi]

Campo ricerca modifica

Fino a poco tempo digitando nel campo ricerca era presente la ricerca facilitata. Ad esempio digitando Marco apparivano tutte le voci di Wikipedia che iniziavano con Marco. Questo era utile per le mie ricerche ma soprattutto per il mio lavoro su WP. Ora questo succede solamente con la pagine di discussione delle voci. Volevo sapere se ultimamente è cambiato qualcosa o è solo un mio problema. Grazie --BART scrivimi 09:40, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]

Hai per caso installato una qualche estensione che blocca gli script? X-Dark (msg) 16:49, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]
Prova a verificare le opzioni che trovi nelle tue preferenze alla linguetta "Ricerca". Io ho il "Predefinito" e mi funziona. --ValterVB (msg) 17:02, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]
Spero che ora ti funzioni di nuovo Bart, ma non era una domanda da Oracolo :) --Elwood (msg) 17:42, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]
[@ ValterVB] [@ Elwood] Grazie sono riuscito a sistemare. Chiedo scusa per la perdita di tempo e il luogo poco adatto  :) --Bart ryker (msg) 19:00, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]

Articolo determinativo nel nome degli stati modifica

Caro Oracolo c'è una cosa che non riesco a capire. Il nome comune della Repubblica italiana, in lingua italiana, è "Italia", in inglese invece "Italy". Questo è ovviamente banale, e succede con tutti gli stati del mondo, o quasi. Ci sono infatti due casi: Bahamas e Gambia. Il nome comune del Commonwealth delle Bahamas in italiano è "Bahamas", mentre in inglese è "The Bahamas". Stessa cosa per il Gambia. Si può vedere benissimo guardando Wikipedia in inglese, o anche solo confrontando due carte geografiche, una in italiano l'altra in inglese, per vedere che nella nostra versione non c'è alcun articolo, mentre nell'altra appare il "the". Perché Bahamas e Gambia hanno questa caratteristica? E per caso noi italiani sbagliamo a non mettere l'articolo nella denominazione dei due paesi? Grazie in anticipo

--95.232.154.95 (msg) 21:24, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]

Potrebbe aiutare questo articolo della BBC. --Franz van Lanzee (msg) 19:41, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]
A parte il fatto che confondi il nome proprio (non comune) o toponimo di uno stato (o nazione), con il nome "ufficiale" della forma statuale di governo (l'Italia ora era una repubblica, ma fino a qualche decennio fare era ancora un regno), ma il tuo discorso non ha proprio senso: non puoi fare paragoni sull'uso degli articoli con lingue così diverse come l'italiano e l'inglese. In italiano i nomi di nazioni vogliono generalmente l'articolo (come peraltro i nomi propri di tantissime realtà inanimate), tranne rare eccezione come Panama o San Marina (in generala, si può dire, che prendono l'articolo quelli che si introducono con in, mentre non lo vogliono quelli che si introducono con a) --93.37.2.186 (msg

Squadra più rappresentativa di una città modifica

Dubbio calcistico: qual è la squadra più torinese di torino? e quella più milanese di Milano?? Sembra una domanda senza senso, ma in realtà c'è dietro un ragionamento sulla tradizione di una città. Tenendo presente del nome della società, dei simboli, della storia soprattutto prima degli anni '60 e della tifoseria soprattutto prima degli anni '60 (dagli anni '60 si è vista un omogeneizzazione delle tifoserie, anche come distribuzione a livello nazionale, e i club sono diventate delle vere e proprie aziende a discapito di un qualcosa basato su il sostegno della gente di un territorio) si può affermare con assoluta e insindacabile certezza che

  • Il club più genovese di genova è il Genoa
  • Il club più veronese di Verona è l'Hellas Verona
  • Il club più romano di Roma è la Roma

Ma a Milano e torino? La Juventus, al di là del fatto che è più vecchia del Torino (anche se bisogna considerare che il club granata discende da squadre molto più vecchie), è stata da sempre il club più blasonato e più tifato dai torinesi, ed è oggi come un tempo un simbolo della città del mondo. Tuttavia ha un nome è dei simboli come la zebra che con Torino non c'entrano un tubo. al contrario il Torino ha come simbolo un toro, che è anche quello della città, e il nome vabbè non sto nemmeno a spiegare il perché è più torinese sotto sto aspetto (il Torino, della città di Torino). A Milano è un po più complicata. perché Milan e Inter si equivalgono da sempre, sia come numero di tifosi, sia come titoli vinti. Il Milan ha un nome che ricorda più la città rispetto ad Internazionale (o Ambrosiana se la prendiamo durante il fascismo), ma il simbolo della squadra nerazzurra ovvero il biscione è il simbolo della città mentre un diavolo non ha nulla a che fare con Milano. L'Inter venne fondata da italiani, il Milan da un gruppo di soci inglesi e italiani. Per quanto riguarda le tifoserie: l'Inter aveva una tifoseria prevalentemente borghese, il Milan operaia e di immigrati, quindi storicamente l'Inter aveva più tifosi milanesi doc. Ma questo lo si può vedere un po' anche oggi (si ma infatti... ma perché poi gli immigrati africani in Italia sono per la maggior parte tifosi del Milan? boh). Milano è forse un caso più incerto che Torino, ma comunque rinnovo la domanda, qual è il club più torinese/milanese di Torino/Milano (tra quelli che esistono oggi, si intende)?

--95.245.75.170 (msg) 16:27, 26 nov 2017 (CET)[rispondi]

Tieni conto che la pagina dell'Oracolo (e tutto il resto di Wikipedia) non è un forum, dove si possa dibattere di argomenti "da bar" estremamente opinabili come quelli che proponi. Se vuoi sapere quanti gol ha fatto la Juve l'anno scorso, ti possiamo indicare dove puoi reperire l'informazione, ma se vuoi sapere "con assoluta e insindacabile certezza" cose che di insindacabile non hanno nulla, be' credo che rimarrai deluso :-) --Lepido (msg) 15:21, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]
E poi, oltre a tutte le considerazioni che hai fatto tu, condivisibili o meno che siano (anche se bene o male sono sempre le stesse che girano da quando esiste il calcio), non si saprebbe proprio cosa aggiungere.--StefBiondo 15:53, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]
in realtà la questione è stata dibattuta a lungo da giornalisti sportivi e non, le conclusioni sono concordi per Torino (il Torino) ma incerte su Milano, solo che essendo alla fine sempre opinioni non so quanto possano essere alla fine dei conti accettabili "accademicamente" ;).. --37.119.104.230 (msg) 17:40, 1 dic 2017 (CET)[rispondi]

Algebra lineare modifica

Mi è nato e cresciuto un dubbio di intepretazione su cosa sia un vettore sortomi nello studio delle applicazioni lineari, avevo posto qualche tempo fa una domanda su prodotti vettoriali e mi piacerebbe chiedervi un'altra dritta interpretativa avendomi aiutato così tanto.
Io ho sempre pensato a una terna   come vettore, poi a seconda del cambiamento di base potevo rappresentarlo il modi differenti:
- mettiamo di avere la base canonica allora esso sarebbe   Componenti:  
- mettiamo ora di avere la base:  , la terna   vettore si rappresenterebbe rispetto ad essa così:  .
A questo punto avrei l'entità vettore   che si può esprimere in modi diversi e componenti (interpretabili come terne e quindi vettori nel senso di terne) diversi. Il vettore però resta ( ) cambiano i modi di rappresentarlo. Mettiamo il vettore   sia l'immagine di una qualche applicazione allora io dico: beh (2,3,4) è il vettore, poi quel vettore ha componenti   che lo descrivono, ma   non è l'immagine non essendo il vettore.

Mi sembra altri la interpretino diversamente, e che dicano: il vettore è un'entità " " alla quale associo un valore terna es:  . Questo vettore lo chiamo così perché rispetto ad altri vettori che avevo chiamato   ha dei valori univoci.
Adesso cambio base e l'entità   prende nome (2,3,2).
L'immagine che è l'entità "x" potrà chiamarsi (2,3,4) o (2,3,2) entrambe sono x, in altre parole (2,3,4) o (2,3,2) sono l'immagine.

La differenza soggiace nel fatto che come lo intuivo io mi pareva che il vettore immagine fosse solo (2,3,4) (essendo lui il vettore), mentre per altri è sia (2,3,4) che (2,3,2) in quanto meri rappresentati dell'entità "x" vettore.
Sono sfumature leggermente diverse --93.146.44.185 (msg) 22:42, 27 nov 2017 (CET)[rispondi]

Come direbbe Quelo, «la seconda che hai detto»: il vettore (come lo si intende in fisica) è un ente geometrico che esiste (per i fatti suoi e in quanto tale) nello spazio n-dimensionale, caratterizzato da un punto di applicazione, una direzione e un modulo. Solo se e quando decidi di imporre su quello spazio un sistema di riferimento, allora di quel vettore (e, separatamente, del suo punto di applicazione, definito a sua volta come "vettore posizione" rispetto a un punto di origine) puoi dare una rappresentazione tramite n-upla ordinata di valori scalari, corrispondenti ai coefficienti della combinazione lineare dei vettori di riferimento che risulta nel vettore assegnato. Dato un riferimento (con opportune caratteristiche che do per scontate, tipo che sia formato da vettori linearmente indipendenti, sennò crolla tutto) esiste una corrispondenza 1-a-1, bi-univoca, tra vettori e rappresentazioni, ma riferimenti diversi forniscono "mappature" diverse.
Dire che (2,3,4) "è un vettore" è quindi, a voler essere pignoli, una frase errata: l'unica cosa che "è", è una terna ordinata. È solo perché nel 99% dei casi si dà per scontato che il riferimento esiste ed è quello cartesiano orto-normale, che si accetta di dire che quella terna "è" il vettore: come hai appena constatato, si tratta solo di una "scorciatoia" mentale, che mostra i suoi limiti non appena ammetti che ti possa interessare un arbitrario sistema di riferimento, o di poter "saltare" da un riferimento a un altro.
(Qui sotto, tutte le volte che vedi le <parentesi angolate> figurati me che gesticolo che indico cose in aria XD)
Alla base del calcolo tensoriale c'è proprio questa essenziale distinzione tra "ciò che voglio descrivere" (grandezze fisiche che esistono nello spazio in quanto tali) e "i numeri che uso per descriverle" (dipendenti dal sistema di riferimento). Ad esempio, la grandezza vettoriale "gradiente di temperatura" in ciascun punto di una stanza, e come esso determini il trasferimento di calore nella stanza stessa, esiste per conto suo: in <questo punto qui> è un vettore che <punta di là> ed ha modulo <tanto così>; non importa se usi coordinate cartesiane, cilindriche, sferiche o chissà cos'altro per "assegnare" una terna di coordinate a <questo punto qui>: pretendo che nelle tue formule, se ti do le coordinate nel tuo riferimento di <questo punto qui>, vengano fuori le componenti corrette, sempre nel tuo riferimento, di <questo gradiente qui>. I numeri saranno ovviamente diversi tra un riferimento e l'altro, ma devono tutti descrivere la stessa cosa. Rendo l'idea? -- Rojelio (dimmi tutto) 18:52, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]
Le avrei dato la lode se avesse usato un esempio riferito all'elettromagnetismo classico :p
--Vito (msg) 19:13, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]

Molto interessante, essendomi affacciato da poco allo studio dell'algebra lineare non mi è stata fatta vedere in realtà l'applicazione pratica. Mi sembrava tuttavia fosse stato fatto un processo inverso, mi spiego meglio: si era passati da nozioni astratte (il vettore visto come ente di spazio vettoriale che soddisfa certi assiomi) può essere una terna di quel tipo. Da qui nasceva il mio dubbio, perché vedo bene la spiegazione che tu mi fai ed è davvero affascinante, ma non riesco a negare tuttavia che la mia sia scorretta (ma in realtà penso proprio lo sia). Intendo dire, di per sè quell'entità (2,3,4) gode di quelle proprietà assiomatiche e pertanto è un vettore che è addirittura slegato dalla nozione di componente e base, almeno inizialmente. Se poi volessi riferirlo a certe basi riceverei delle mere componenti. Invece se lo interpretassi come dici tu: prendiamo un piano cartesiano, il vettore x è quello e rappresentarlo con coordinate diverse rappresenterebbe comunque la medesima freccina nel piano solo con assi ruotati traslati o altro...
Prendiamo ora una applicazione lineare da V->W e ho il vettore v->f(v) bene, io so che a questa applicazione lineare posso associare una matrice rispetto a due basi (una del dominio e una del codominio). Scrivo le coordinate di un certo vettore rispetto alla base di V, me le incolonno per benino e le faccio moltiplicare a questa matrice: ottendo altre componenti nella base di W (scelta per ottenere la matrice). Qui viene il mio problema: se io interpreto il vettore immagine come entità x (come dicevi tu) allora io posso affermare che le colonne della matrice sono span del mio sottospazio immagine (infatti le componenti non sono altro che diversi "Nomi" per chiamare l'entità x che è l'immagine).
Se interpreto "a modo mio" (spero di non beccare denuncia per aver fregato lo spot :P) dico: eh no le colonne di quella matrice non sono span del mio sottospazio immagine, perché quelle che ottengo applicandola a un vettore v (di V) sono componenti rispetto alla base di W, poi per ottenere il vero vettore (che è la terna mettiamo (2,3,4)) devo scriverle moltiplicandole ai vettori della base di W e sommarli (es 2*b1+2*b2+2*b3 = vettore immagine terna, con b vettori della base di W): ecco, quello sarà il vettore immagine parte del sottospazio immagine.
Il fatto è che il mio modo di vedere il vettore, più astratto, non mi sembra andare contro gli assiomi insegnatimi, quindi dove sbaglio. Grazie :)
Tra l'altro la tua spiegazione mi sembra poi io possa interpretarla come sottocaso del mio (creando una sorta di isomorfismo, diciamo. Passami il termine forse impropriamente usato) --93.146.44.203 (msg) 20:25, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]

Quello che ha descritto sopra Rojelio rappresenta l'approccio "intuitivo" al concetto di vettore (ente caratterizzato da punto di applicazione, direzione e modulo) che in genere viene proposto nei corsi di Fisica (già nella scuola superiore), prima della formalizzazione matematica a cui tu fai invece riferimento.
Nella matematica moderna - come hai già visto - non si dà una definizione del concetto di "vettore" ma piuttosto del concetto di "spazio vettoriale", come insieme dotato di una particolare operazione fra elementi (la combinazione lineare, con coefficienti in un campo - nel nostro caso, quello dei numeri reali); un vettore è semplicemente un elemento di uno spazio vettoriale (e questa non è una tautologia).
Esistono innumerevoli esempi di insiemi "reali" che possono essere modellizzati matematicamente come spazi vettoriali: l'esempio tipico, lo spazio fisico tridimensionale a cui faceva riferimento Rojelio, è per l'appunto il più intuitivo (e vicino all'origine storica dell'idea di vettore), ma a stretto rigore non è del tutto appropriato perché la struttura matematica corrispondente non è quella di spazio vettoriale ma quella di spazio affine euclideo.
L'avvitamento concettuale che tu descrivi, secondo me, deriva dall'abitudine (universale e inveterata) di identificare il concetto astratto di spazio vettoriale reale di dimensione   con  , l'insieme delle  -ple (ordinate) di numeri reali.
Senza dubbio,   è uno spazio vettoriale. Come tu stesso ha osservato, se scegli come base gli elementi della forma   - la "base canonica" - allora le componenti di un elemento   coincidono con i numeri reali  . Se scegli una base diversa, le componenti non saranno più quelle. Di fatto, scegliere in   una base diversa da quella canonica è una complicazione che per lo più è del tutto inutile.
Se però stai considerando uno spazio vettoriale   qualunque, di dimensione  , questo non è  : è isomorfo a  , ma l'isomorfismo non è unico. Qualunque scelta di una base   in   determina un isomorfismo da   in  , che fa corrispondere alla base che hai scelto in   la base canonica di  , e a ciascun elemento   di   l'elemento di   corrispondente alle componenti di   relative alla base  . Quando cambi la base in   non stai cambiando base in  , stai cambiando l'isomorfismo che associa a ogni elemento di   un elemento di   (ma la base in   resta sempre quella canonica). Verifica se ragionando in questo modo si risolve il tuo dubbio. --93.36.167.230 (msg) 12:08, 29 nov 2017 (CET)[rispondi]

Ringrazio moltissimo
Mi sembra davvero di iniziare a vederci più chiaro ora, diciamo che le mie erano solo intuizioni ma formalizzarle così mi mette molta più sicurezza.
C'è solo un punto critico ora che forse mi rimane:
-Mettiamo io voglia cambiare base in V, a questo punto, quando creo la matrice cambiamento di base con le mie componenti (o meglio le componenti dei vettori della base a cui ho applicato l'omomorfismo), noto che queste componenti del vettore (inteso in modo fisico come elemento-freccina) che sono le colone della matrice, saranno sistema di generatori per le componenti matrice colonna che rappresenta il vettore. Insomma, con una scorciatoia logica potrei dire: queste colonne della matrice associata all'applicazione lineare sono span del mio vettore, cioè generatori di Immagine di f (perché sono sistema di generatori per quelle matrici colonna) di   e che a loro volta sono solo dei "nomi" per chiamare il mio vettore fisico. Il vettore è uno, ho solo diversi nomi (matrici colonna) per chiamarlo e cambio l'isomorfismo R,V, come mi spiegavi.
-Se cambio invece base in uno spazio  , le componenti che metto nella matrice associata all'applicazione saranno span di nuove componenti rispetto a una nuova base. Però qui non potrò, in generale, dire che: "l'immagine di un'applicazione lineare coincide con il sottospazio generato dalle colonne della matrice rappresentativa- non importa rispetto a quali basi essa sia riferita" questo perché la matrice rappresentativa mi genererà delle matrici colonna di numeri che non sono di certo il vettore immagine. Solo quando andrò a scrivere quelle componenti rispetto alla base relativa, sommandole, troverò il vero vettore immagine (matrice colonna intesa come vetore di  ). In questo secondo caso sarebbe più corretto dire: le componenti dell'immagine di un'applicazione lineare coincidono con il sottospazio generato dalle colonne della matrice rappresentativa e non con Imf vera e propria.
Sbaglio? --93.146.44.162 (msg) 13:38, 29 nov 2017 (CET)[rispondi]

Non c'è alcuna contraddizione, stai dicendo due volte la stessa cosa e se ti sembrano diverse ti stai confondendo da qualche parte (mi risulta difficile capire dove di preciso, perché usi la terminologia matematica in modo non troppo rigoroso e non è sempre possibile essere sicuri al 100% che ciò che scrivi corrisponda a ciò che pensi :-P ).
Dunque, vediamo di intenderci... Tu hai uno spazio vettoriale; non importa cosa sia, è un insieme di elementi per i quali sono definite le operazioni di somma e moltiplicazione per uno scalare. Per poterci lavorare sopra, decidi di "rappresentarlo" tramite isomorfismo su Rn:
  • Scegli, essenzialmente arbitrariamente, n elementi del tuo insieme aventi la caratteristica di essere linearmente indipendenti (ovvero nessuno di loro può essere ottenuto per combinazione lineare degli altri, date le summenzionate operazioni di somma e moltiplicazione): questa è la tua base.
  • Dato un qualsiasi elemento dello spazio vettoriale, è esprimibile per combinazione lineare degli elementi della base: l'n-upla ordinata dei coefficienti della combinazione è un elemento di tutt'altro spazio vettoriale, ovvero Rn. Abbiamo creato l'isomorfismo tra lo spazio vettoriale originale e Rn: dato un vettore, scompongo tramite la base e ottengo un n-upla, e data una n-upla combino gli elementi di base per ottenere un vettore. L'n-upla in quanto tale è un vettore del suo spazio vettoriale (Rn); nel tuo spazio vettoriale rappresenta uno dei tuoi vettori una volta nota la base.
Nota che la base non è necessaria per avere uno spazio vettoriale; una base ti serve per rappresentare lo spazio vettoriale tramite n-uple di Rn. E questo è il punto: se cambi la base, a partire dal medesimo vettore del tuo insieme originale V ottieni una nuova n-upla, ovvero le componenti rispetto alla nuova base. Questo è un nuovo isomorfismo tra il tuo spazio vettoriale e Rn, e non devi lasciarti ingannare dal fatto che è ancora e sempre "lo stesso" Rn di prima: lui non è il tuo spazio vettoriale, è una "mappa" (nel senso matematico del termine) che associa, tramite la base che hai scelto tu, vettori di Rn facili da manipolare a vettori del tuo spazio.
Adesso siamo liberi di usare tutti gli strumenti matematici a disposizione per lavorare con Rn sapendo che i risultati hanno un significato, attraverso l'isomorfismo, anche nel tuo spazio.
In particolare, una generica applicazione lineare f:V->W può essere "convertita" in un'equivalente funzione f:Rm->Rn avendo "mappato" V e W tramite opportune basi, e in questa forma equivalente f è esprimibile tramite matrice F. La matrice è rettangolare, ha m colonne e ciascuna colonna ha n componenti: le colonne sono vettori di Rn (lo spazio di destinazione della funzione), e la moltiplicazione Fv è la combinazione lineare di quelle m colonne usando per coefficienti le m componenti del vettore in Rm dato in ingresso alla funzione.
Le colonne della matrice, quindi, sono i generatori dell'immagine della funzione f, che è la stessa cosa che dire che l'immagine di f è lo span (copertura lineare) delle colonne della matrice. Assumendo che quelle colonne siano linearmente indipendenti e che m<n, l'immagine sarà un sotto-spazio m-dimensionale di Rn.
Qualsiasi altra considerazione nasce solo ed esclusivamente da come tu stai usando questi strumenti e cosa quindi questi spazi rappresentano per te.
Nel caso di un cambio di base per lo spazio vettoriale n-dimensionale V, assumiamo di avere le due basi B1 e B2 (entrambe composte da n vettori di V linearmente indipendenti). Queste due basi ci forniscono due diversi isomorfismi da V a Rn. Di nuovo, non lasciarti ingannare dal fatto che siano entrambi Rn: il primo è lo "spazio vettoriale V1 delle componenti rispetto a B1" e il secondo è lo "spazio vettoriale V2 delle componenti rispetto a B2". Sia V1 che V2 sono "mappe" sul V originale, ma tecnicamente nessuno dei due è V stesso.
Esprimo il cambio di base f:V1->V2 tramite la solita matrice F, a questo giro quadrata nxn. Le colonne, come sempre, sono vettori dello spazio di destinazione, V2: sono le componenti degli elementi della base B1 (che sono pur sempre vettori di V) espressi tramite la base B2. A questo punto posso "tradurre" le componenti di un qualsiasi vettore tra una base e l'altra: prendo il vettore v1 delle sue componenti rispetto a B1, e per moltiplicazione v2=Fv1 ottengo il vettore delle sue componenti rispetto a B2.
Né v1 né v2 può arrogarsi il titolo di "vero" vettore, o di vettore "più vero" dell'altro: sono entrambi vettori a pieno titolo all'interno dei loro rispettivi spazi vettoriali (V1 e V2), che a loro volta sono differenti isomorfismi dello spazio vettoriale V di partenza. Quello che sappiamo (abbiamo costruito F apposta con questo scopo) è che il vettore v1 di V1 e il vettore v2 di V2 sono entrambi corrispondenti, nei rispettivi isomorfismi, del medesimo vettore v di V.
Il tuo secondo punto è perfettamente identico al primo, solo che in questo secondo caso sembri stupito che le colonne di F siano vettori dello spazio di destinazione, ovvero hanno componenti riferite alla nuova base (lo fanno sempre), e che per questo motivo il loro span non possa fregiarsi del titolo di "immagine" della funzione f (lo è eccome, esattamente come lo era prima e lo sarà sempre). --Rojelio (dimmi tutto) 16:48, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Credo grazie a voi due di aver individuato dove sbagliavo approccio, in effetti stavo mischiando il concetto di vettore di uno spazio vettoriale qualsiasi V, con il concetto di   e mi trovavo così a influenzare le due entità a vicenda. Ora ho capito che sostanzialmente l'isomorfismo che creo tra oggetto di V e n-upla in   è un "etichettare" quell'elemento tramite una base e otterrò a seconda che sia Base1 o Base2 degli spazi di   che chiamo V1 e V2 (isomorfi a V), grazie alle quali posso associare un vettore n-upla dello spazio   che sono le componenti di v (vettore) rispetto a un   spazio qualsiasi ai vettori V iniziali.
L'unica punta di incertezza nel ragionamento intuitivo è capire come comportarmi se il mio spazio di partenza (che avevi chiamato V) sia proprio  . Ed era quello che embrionalmente parlando avevo intuito non tornarmi prima di questa spiegazione approfondita che hai fatto, proprio il "punto due" cui tu accenni. Dopo le tue rivelazioni, ragionerei così: trattandosi di uno spazio di partenza che ha come oggetti proprio le n-uple di   anche in questo caso forse dovrei pensare a un isomorfismo di   e una relativa mappa che da   mi porta ancora ad  . Insomma vado a prendere delle n-uple che eleggerò a mie basi e esprimerò tutte le altre n-uple possibili dello spazio rispetto a queste come combinazioni lineari di esse, poi, forte della mia mappa "etichettatura" che ho creato, quando andrò a cambiare base andrò ad associare i vettori del primo ismorfismo a quelli di un secondo (con altre basi).
Insomma ho solamente selezionato come "vettore" (elemento da mappare) un elemento che è anche della tipologia della la mappa stessa.
Quel che facevo erroneamente prima era pensare a un cambiamento di base in   come: scrivo le componenti dello spazio vero, quando faccio Fx=nuove componenti io trovo le componenti di quella che è l'immagine, in realtà dalla tua spiegazione ho capito (se ho capito giusto) che trovo l'immagine nello spazio isomorfo a cui ho associato il vettore "originario" (passami il termine tramite :D) la mappatura. Grazie per l'aiuto. --93.146.44.137 (msg) 18:36, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Hai capito correttamente. Il fatto che Rn si presti così bene a rappresentare isomorficamente qualsiasi spazio vettoriale n-dimensionale (incluso sé stesso!) è da un lato la sua grande potenza, e dall'altro l'origine di tutta questa confusione: lo "strumento matematico" ti fornisce i mezzi per manipolare quelle n-uple, che "strutturalmente" sono tutte uguali, ma sta a te tenere traccia degli isomorfismi che stanno "dietro le quinte", e quindi di cosa "significhi per te nel tuo problema" ciascuna n-upla e in quale "mappa" essa viva. (2,3,4) era il tuo vettore originale in R3; (2,3,2) era un vettore di un diverso R3, corrispondente a quello originale tramite la funzione f (e ri-mappabile all'indietro tramite l'inversa f-1, descritta dalla matrice F-1, nell'ipotesi di non complicarci l'esistenza e che sia tutto quadrato e linearmente indipendente).
Se ci pensi, è solo una versione "agli steroidi" dello stesso concetto di quando alle elementari/medie ti dicono che non puoi fare "2 mele + 4 transatlantici": la matematica non avrebbe alcun problema a dirti quanto fa "2+4", tanto sono entrambi numeri naturali, no? La responsabilità di sapere 1) cosa c'è dietro ogni numero e 2) se quelle operazioni abbiano davvero senso nel tuo problema resta tutta tua. ;-) -- Rojelio (dimmi tutto) 19:08, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Caspita, grazie! Sei riuscito a capire il dubbio che nessuno riusciva a capire (colpa delle mie scarse doti comunicative, temo, oltre la mia poca predisposizione all'intuizione che probabilmente altri non hanno come problema: vedo che vanno via lisci come l'olio sugli esercizi senza porti domande:( ), prendilo come un gran complimento XD.
La cosa più affascinante dello studio di questa materia è che noto ogni volta che capisco una cosa 20 pagine dopo devo riprenderla da capo e cambiarne tutta la intepretazione che avevo fondato, e la cosa più comica è che pur interpretandolamale, fino ad oggi, funzionava come la pensavo io!
Hai perfettamente ragione, è una grande metafora dellamatematica in generale, ha molte più applicazioni, vanno capite. :) --93.146.44.138 (msg) 20:52, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Questa interessante discussione mi ha fatto nascere una curiosità su cui non avevo mai riflettuto per avendo già dato AL in informatica. Se prendessi due vettori su un piano che hanno tra loro un angolo di 30°, creo l'isomorfismo con R2 prendendo come base proprio i due vettori. Mi ritroverei così con due ennuple:   vettori nel mio spazio vettoriale isomorfo. Se ora svolgessi il prodotto scalare standard con le ennuple troverei il valore nullo come output. Se ora tornassi alla controimmagine nello spazio V di origine affermerei sbagliando di avere due vettori ortogonali.
Se invece architettassi un isomorfismo a metà, ovvero, prendo quei vettori come basi ma le componenti non le trattassi come ennuple nellospazio isomorfo svolgerei un prodotto scalare del genere con la nozione di angolo compreso :  (con v vettori della base e x,y componenti). L'isomorfismo l'ho già costruito ma non l'ho espicitato.
Mi verrebbe da concludere che l'immagine del mio isomorfismo (le ennuple) non si comportano esattamente come i vettori dello spazio V. Dove risiede l'errore?
Purtroppo nel mio corso la parte geometrica dell'algerba lineare fu un po' sottovalutata (lo dico per discolparmi dalla stupidità della domanda, ammetto)
Magari qualcuno sa rispondere anche al mio quesito. --31.157.111.122 (msg) 16:08, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]
Esiste una differenza fra spazio vettoriale e spazio metrico (o spazio normato). Su di uno stesso spazio vettoriale si possono "avere" diversi prodotti scalari che daranno diversi angoli e lunghezze. X-Dark (msg) 16:27, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]
Quindi in poche parole i diversi isomorfismi che posso creare non mantengono tutti quanti le proprietà di prodotto scalare? Solo quando creo un isomorfismo tra una base ortogonale (in V) e Rn il prodotto scalare in V è il medesimo di quello standard in Rn.
Oppure devo interpretareil risultato così: creo un isomorfismo da V ad R2 prendendo i vettori x e y (con un angolo tra loro di 30°) come mia base e che avranno rispetto a loro stessi componenti (1,0),(0,1). Stabilito questo isomorfismo V->R2 definisco il prodotto scalare standard su R2 come il mio prodotto scalare, questo mi da come risultato che sono due vettori ortogonali (prodotto scalare =0 per definizione) concludo che anche in V i due vettori sono ortogonali rispetto a questo prodotto scalare stabilito nell'isomorfo di V.
Non capisco come vada letto il risultato tra i due modi in pratica.--31.157.111.122 (msg) 17:27, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]
Per la risposta completa possiamo aspettare Rojelio (sono pigro ;-) ), la risposta breve e non rigorosa è che in uno spazio euclideo rispetto al prodotto scalare standard solo una trasformazione ortogonale preserva gli angoli e le lunghezze. Comunque, sia in V che in Rn puoi definire prodotti scalari diversi. X-Dark (msg) 18:09, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]

(Rientro) Sìsì, che possa definirli diversi sia su V che su Rn mi risulta chiaro. Era più che altro una curiosità su quel punto che esternavo nel primo mio commento. Ammetto di frequentare anche io l'oracolo soprattutto per le risposte di Rojelio che spazia davvero in ogni ambito. E' sempre una piacevole lettura serale. Un "se non lo sai, sallo". --31.157.111.122 (msg) 18:27, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]

Il punto mi sembra però proprio quello: se vuoi preservare il prodotto scalare (con la definizione di norma e di angolo), devi ricorrere su Rn ad un prodotto scalare che non è dato semplicemente dalla somma del prodotto delle componenti. Parto sul mio spazio vettoriale originale con una base v_1 ... v_n, definisco un prodotto scalare fra questi elementi, in effetti una metrica, come S_ij = <v_i, v_j>. Cambio base, vado a v_1' ... v_n', dove i nuovi vettori sono una combinazione lineare dei vecchi v_1' = c_i v_i. Adesso, se voglio mantenere lo stesso prodotto scalare, il prodotto scalare deve essere definito in base a S_ij' = <v_i', v_j'> = c_i c_j <v_i, v_j>= c_i c_j S_ij. Naturalmente potrei benissimo definire un nuovo prodotto scalare (ad esempio quello dato ancora dalla somma del prodotto delle componenti), ma nessuna sorpresa se scopro che quello che prima era ortogonale, adesso non lo è più (o viceversa). Prendi come esempio lo spazio vettoriale euclideo in due dimensioni con il suo prodotto scalare e la sua base ortogonale standard, e considera la nuova base e_x' = e_x e e_y' = e_y/2. Adesso, nella nuova base un vettore (1,1) (alias e_x + e_y) diventa (1,2) (alias e_x' + 2 e_y'). La norma di questo vettore al quadrato sarebbe 2 nella base originale, e ancora 2 nella nuova base se come prodotto scalare usi la somma del prodotto della prima componente più un quarto della seconda (c_2 c_2 = (1/2)^2). X-Dark (msg) 20:37, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]
(conflittato)Premessa: quello che hai descritto è il prodotto scalare, non quello vettoriale, e il risultato è il numero zero, non un "vettore nullo" che puoi anti-trasformare. È però correttissimo che il prodotto scalare calcolato prima e dopo il cambio di base viene diverso, non-zero prima e zero dopo.
In generale, come è stato osservato qui sopra, un cambio di base (e più in generale, un cambio di sistema di coordinate, con questo intendendo anche il passaggio a coordinate polari, cilindriche o quant'altro) non preserva lunghezze e angoli, pertanto la risposta corta (e poco soddisfacente) è che sì, può tranquillamente succedere che il prodotto scalare, calcolato in modo "tradizionale" dopo il cambio di base, sia completamente diverso da quello originale, per il semplice motivo che i concetti di "modulo dei vettori" e "ortogonalità" non sono indipendente dal riferimento.
D'altra parte, a noi questo potrebbe pure non far affatto piacere, soprattutto in ambito fisico: se quei vettori sono, per esempio, una forza e uno spostamento, il loro prodotto scalare ha per noi un significato ben preciso (il lavoro compiuto dalla forza), e l'idea che possa venir fuori un risultato completamente diverso solo perché ho deciso di descrivere lo stesso identico fenomeno fisico solo da un diverso sistema di riferimento dà estremamente fastidio.
La soluzione si chiama tensore metrico: detto a grandissime parolacce, è la rappresentazione di quanto i singoli "prodotti incrociati" tra le componenti dei vettori moltiplicati "contribuiscono" al totale del prodotto scalare. Si tratta di una matrice quadrata i cui elementi sono i prodotti scalari (calcolati nella vecchia base) a coppie tra i vettori della nuova base (ovvero il valore dell'elemento {i,j} della matrice corrisponde a  ). In particolare:
  • Gli elementi sulla diagonale sono i moduli quadri dei vettori di base.
  • Gli elementi fuori dalla diagonale sono nulli se le corrispondenti coppie di vettori di base sono "perpendicolari" (e la matrice è quindi diagonale se l'intera base è ortogonale e tutti i suoi elementi sono perpendicolari a due a due).
Conseguentemente, un sistema di riferimento ortonormale (vettori di base di modulo unitario e tutti perpendicolari tra loro) ha come tensore metrico la matrice identità (1 sulla diagonale, 0 altrove).
La formula del prodotto scalare "generalizzato", che tiene conto del tensore metrico, va quindi ampliata: se chiamo Tij le componenti del tensore metrico per lo spazio in cui mi trovo, vi le componenti del vettore v e wj le componenti del vettore w:
  (in notazione di Einstein si scriverebbe più formalmente  , con le sommatorie rese "implicite" dal fatto che gli indici i e j compaiono una volta sopra e una volta sotto, e la posizione degli indici sopra o sotto che ha uno speciale significato... è una lunga storia :-) )
Compaiono cioè tutti i prodotti a coppie tra componenti di v e componenti di w, e ciascuna coppia contribuisce al totale tramite un "peso" dato dalla corrispondente cella del tensore metrico. Nel caso del classico spazio euclideo n-dimensionale, con tensore metrico pari all'identità, i "prodotti misti" hanno peso nullo e scompaiono, e i "prodotti corrispondenti" hanno peso 1, e resta quindi solo v1w1+v2w2+...+vnwn, la classica formula che tutti conosciamo e amiamo.
Dato uno spazio con un suo tensore metrico associato, una trasformazione di base produce un nuovo spazio che, se vogliamo mantenere la coerenza delle misure, avrà un suo diverso tensore metrico associato, che si può ricavare a partire da quello originale e dalla conoscenza dei nuovi vettori di base così come sono visti dai vecchi (cosiddetta metrica indotta).
Prendendo il tuo esempio, assumendo che lo spazio vettoriale di partenza sia il classico euclideo, e che i due nuovi vettori di base v e w abbiano in tale spazio lunghezza unitaria (così mi semplifico un po' la vita nello scrivere le formule) e angolo tra loro di 30°; il tensore metrico del nuovo spazio, calcolato a partire dal vecchio, sarà:
 
Se adesso, in questo nuovo spazio e con questo tensore metrico, calcolo il prodotto scalare tra v={1,0} e w={0,1} ottengo:
  (tutti gli altri elementi della sommatoria sono nulli, essendo zero di volta in volta v2, w1 o entrambi)
Che è esattamente lo stesso valore di prodotto scalare che avremmo avuto nello spazio euclideo di partenza (e ci mancherebbe: T è stato definito così apposta :-) ): per farlo, ci siamo dovuti "portare dietro" la consapevolezza, tramite il tensore metrico T, che la nuova base offre una "visione distorta" del prodotto scalare originale, proprio a causa del fatto che la base originale non considera i nuovi vettori di base ortogonali (che si concretizza negli elementi non nulli al di fuori della diagonale). -- Rojelio (dimmi tutto) 20:45, 4 dic 2017 (CET)[rispondi]
Ringrazio per avermi dato corda ragazzi. Ora mi è più chiaro.
@Rojelio: grazie per avermi fatto notare l'erroraccio, tra l'altro, non so come abbia fatto a scrivere vettore nullo e mi viene davvero da andare in segreteria a farmi annullare il pregresso voto! Ho provveduto a correggere per rendere più chiara la lettura a futuri e altri utenti.
Speravo, Rojelio, in una tua risposta del genere. Lo ammetto. Ha sempre un giusto grado di complessità unita a spiegazione molto intuitiva, chapeau. --37.176.208.215 (msg) 08:54, 5 dic 2017 (CET)[rispondi]

Come girerebbe la Terra se perdesse massa? modifica

Se la Terra perdesse progressivamente parte della sua massa, girerebbe più velocemente o più lentamente? --93.37.2.186 (msg) 22:39, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]

Se perdesse abbastanza massa, la Terra si metterebbe a ruotare attorno alla Luna! Battute a parte, dipende da come questa massa viene persa (e da dove va a finire). X-Dark (msg) 22:54, 28 nov 2017 (CET)[rispondi]

Almascalera modifica

Grande elogio a tutti i bravi estensori di pagine Wikipedia e nella fattispecie della pagina APPIO LATINO METRONIO ASSOCIAZIONE SPORTIVA. Mi piacerebbe sapere il significato di Scalera aggiunto per poco tempo nell'immediato dopoguerra. Ancora bravi e grazie. Devo precisare che l'Almas di oggi non risponde ad email. Ma e' molto probabile che non lo sappia.

--79.31.74.159 (msg) 19:12, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Forse (ma è solo una mia ipotesi) il nome ha a che fare con la Scalera Film, che all'epoca aveva sede proprio nel quartiere Appio-Latino, più precisamente in via della Circonvallazione Appia, n. 180 [2]? --Nungalpiriggal (msg) 21:39, 30 nov 2017 (CET)[rispondi]

Grazie a Nungalpiriggal. Da un po' di tempo rincorro Almascalera. Non abito a Roma e forse questo ha procurato qualche difficoltà in più. Però ho chiesto ad un certo numero di persone in tutta Italia. Chi ne ricorda la fugace esistenza non sa altro e tuttavia propende per Scalera film. A questo punto WikipediaOracolo(che ho scoperto colpevolmente solo ora)è praticamente l'ultima spiaggia. Se la soluzione fosse veramente Scalera Film sarebbe il primo (o uno dei primi) casi di sponsorizzazione. Poi siccome sono un patito di storia calcistica del cosiddetto livello secondario o inferiore (da serie B in giù) dalle origini fino agli anni 60, provo ad elencare i rimanenti misteri del calcio romano che fu:

  1. RST Littorio I div 1941/42 serie C 1942/43 qualcosa di statale ??? acronimo???
  2. SIET I div 1941/42÷1942/43 forse un'azienda??? acronimo ???
  3. Priori Luigi I div 1926/27 sicuramente una persona uno sportivo o cos'altro ???
  4. Alba Motor serie C 1939/40÷1942/43 la vecchia e gloriosa Alba abbinata ad un dopolavoro o sponsorizzata da un'azienda ???
  5. Gualtieri Velletri I div 1941/42 una persona o il dopolavoro di un'azienda ???

Rimanendo in argomento mi congratulo con i cultori di calcio romano minore. Nel 1955/56 battagliarono nell'allora IV serie ben cinque squadre romane: Chinotto Neri, Federconsorzi, Romulea, Atac e San Lorenzo Artiglio. Qualcosa come venti derby. Retrocedettero le ultime due ma salì la Spes e l'anno dopo furono in quattro. E sempre in tema di riconoscibilità avevano tutte una denominazione societaria facilmente decifrabile (compresa l'Artiglio che fu una famosa nave recupero, protagonista di un salvataggio come ricorda per l'appunto Wikipedia). Solo Spes potrebbe essere la parola latina Speranza oppure il diffusissimo acronimo Società per esercizi sportivi.--79.31.74.159 (msg) 17:33, 1 dic 2017 (CET)[rispondi]

più probabile la seconda ipotesi, anche qui bisogna scavare nelle emeroteche locali, cosa non facile :((.. --37.119.104.230 (msg) 16:23, 5 dic 2017 (CET)[rispondi]
per Luigi Priori, sicuro al 90% (appunto, 90 e non 100%) si deve a questo.. --37.119.104.230 (msg) 18:46, 23 dic 2017 (CET)[rispondi]
Bravissimo a scovare uno sconosciutissimo Luigi Priori in una lista lunga un anno. Come tu raccomandi prendo la notizia in forma di ipotesi, peraltro molto fondata. Ho messo la domanda anche in Tribuna calcio. Potrebbe arrivare la conferma. Il legame tra Cremona e Roma potrebbe essere riconducibile al noto Farinacci (ras di Cremona molto presente sulla scena nazionale). Una cosa tira l'altra: probabilmente Dell'Arti trae la notizia dal libro "Squadristi" di Franzinelli. Si poteva presumere fosse uno squadrista. Però si sarebbe potuto pensare anche ad uno sportivo. Non so come ringraziare.