Wikipedia:WikipediAhimsa

Una leonessa e una vacca si abbeverano alla stessa fonte. Bassorilievo a Mehrauli, Delhi.

WikipediAhimsa è una proposta di policy Wikipedia, secondo cui si dovrebbe seguire l’ahimsa invece della «violenza».

Ahimsa o meglio ahiṃsā è, infatti, un termine traducibile dal sanscrito come nonviolenza.

Principî modifica

Nel dubbio non cancellare modifica

Ovvero, contribuisci a raggiungere (verso) una meta, non a eliminare (contro) qualcosa che consideri errato. Se qualcuno inserisce un contenuto a tuo avviso poco chiaro o fuorviante, ripulisci quel lavoro fino a farlo splendere. La ripulitura può arrivare anche alla cancellazione, ma quest’ultima non dev’essere lo scopo primario della tua modifica.

Nel dubbio non pensar male del prossimo modifica

Non etichettare come «vandalismo», «flame» o «fuffa» qualsiasi cosa non t’aggradi. Consideralo come contributo di qualcuno che ritenga di fare una cosa costruttiva; in effetti costoro stanno contribuendo, anche talora in maniera poco chiara. Presumi la buona fede.

Ricorda che il punto di vista neutrale è un traguardo collettivo, non raggiungibile dal singolo modifica

Possibilmente, non dire che la «roba» che pubblichi qui è NPOV. Chiunque cerca di rendere le voci su cui scrive il massimo del NPOV, onde se affermi che quanto fai tu è NPOV stai automaticamente negando che anche il lavoro altrui lo sia. Cerca piuttosto di comunicare agli altri utenti quali punti del loro contributo non convincono e perché.

Adesione all’ahimsa modifica

Quanto segue si riferisce al concetto base (e più ampio) di ahimsa:

«L’adesione all’ahimsa è tripartita: non farti del male; non permettere ad altri di farlo; non approvare il male fatto da altri»

Pare sensato, no?
Guardiamolo più attentamente.

  1. non farti del male:
    questo dovrebbe andare da sé
  2. non permettere ad altri di fare del male
    se fai fare il lavoro sporco a qualcun altro sei ugualmente colpevole
  3. non approvare il male fatto da altri
    se qualcuno commette himsa non approvarlo anche se magari condividi lo scopo che la cattiva azione vuole perseguire

Molti limitano la propria responsabilità al rispettare il primo dei suddetti insegnamenti, però dobbiamo impegnarci a far nostri tutti gli aspetti dell'’ahimsa. L’ahimsa richiede sia iniziativa che reattività, perché postula sia comportamenti preventivi che conseguenti al male commesso da noi e da altri.

Secondo i propri mezzi modifica

L’osservanza dell’ahimsa si richiede da chiunque in base alle capacità di aderirvi.

Solo dai santi ci si attende che essi si comportino come tali.

Inevitabilità dell’himsa modifica

Perpetrare l’himsa è male. Nel mondo reale tuttavia una certa quantità di himsa è inevitabile per la tenuta e la salute sociale.

A chi non è un asceta è permessa una dose fisiologica di himsa professionale (udyami himsa), domestica (graharambhi) e autoconservativa o autodifensiva (virodhi), benché si caldeggi il minor ricorso possibile ad essa. La himsa intenzionale (samkalpi himsa) è sempre altresì proibita e condannata.

  • si ha udyami himsa in ambito professionale quando, per esempio, uno scrittore deluda o irriti un suo lettore; quando un agricoltore fertilizzi un terreno con la tecnica del debbio, ovvero l’incendio degli scarti di coltivazione. La coltivazione di Wikipedia può essere himsa se fatta nel modo errato.
  • si ha inevitabile graharambhi himsa in ambito domestico nei lavori necessari di pulizia, riassetto, ristrutturazione, etc.
  • altrettanto comprensibile è la virodhi himsa commessa per la propria conservazione, difesa o protezione delle proprietà, benché la legittima difesa sia la fonte delle più ingiustificate himsa: per esempio, esistono danni inevitabili nel cyberspazio? Sì, benché tuttavia in grado inferiore che nel mondo reale: nel cyberspazio non vi sono beni materiali da proteggere né rischio per la propria integrità fisica. Solo il proprio tempo e i propri pensieri sono coinvolti.

Wikipedia come una proprietà? modifica

Il mondo può essere diviso tra capifamiglia (o proprietari immobiliari) e asceti. Questi ultimi possono praticare l’ahimsa integrale (sakala charitra); i doveri del capofamiglia ne permettono altresì solo una pratica parziale (vikala charitra). L’himsa commessa nell’esercizio delle proprie responsabilità domestiche e familiari è tollerata benché non caldeggiata (e andrebbe espiata comunque).

Wikipedia è più adattabile alla definizione di mondo reale — che nessuno possiede esclusivamente e in cui l’ascesi e il sakala charitra è possible — oppure a quella di proprietà o famiglia — in cui solo il vikala charitra è praticabile? In quanto progetto che ospita materiale pubblicato secondo i requisiti di Creative Commons, il contenuto di Wikipedia è essenzialmente una risorsa naturale permanente che non può essere messa sotto chiave.

Ma si può sostenere anche (e infatti se ne discute) che, come ogni aspetto di Wikipedia, dallo stile alla qualità all’affabilità di contribuzione, il contenuto sia un prodotto fragile sotto tutela dei “capifamiglia” wikipediani e necessita di essere protetto, se necessario anche con la forza.

L’obiettivo del sakala charitra è che ognuno di tali temi sia affrontato separatamente e, laddove possibile, si studino soluzioni per limitare il bisogno di himsa giustificata da esigenze di mantenimento e protezione.

Scopi di Wikipedia modifica

Le finalità di Wikipedia sono assimilabili al secondo grande voto del giainismo, l’asatyatyāga o «rinuncia alla menzogna». Più in dettaglio, si richiamano al dharma dell’uttama arjava, uttama satya e uttama akinchana (rispettivamente suprema onestà, suprema verità e suprema imparzialità) e ai principî dell’anekantavada (una cosa può essere vista da molti lati, si rifletta sull’analogia con il punto di vista neutrale, uno dei pilastri del nostro Progetto).

I citati assunti furono fatti propri da Larry Wall, cristiano nazareno ideatore del linguaggio di programmazione Perl, che definì «diligenza, pazienza e umiltà» le virtù della comunità, e «pigrizia, impazienza e hybris» quelle dell’individualista passionale, aggiungendo che tutto dipendeva dalla prospettiva: «puoi esser tutto ciò allo stesso tempo».

Laddove asatya (parlare falso) è considerato himsa, l’aderenza alla satya (verità) implica l’aderenza all’ahimsa.

La concezione gianistica della satya potrebbe essere giustificatoria di censura, rimozioni o disaccordi laddove l’apriya («discorso sgradevole») è considerata asatya. Il segreto è equilibrare tutto ciò attraverso il dharma dell’onestà e del distacco. In altre parole è essenziale esprimere la propria opinione e non prenderla sul personale. In questi casi, se qualcuno si sente a disagio nell’ascoltare qualcun altro, tale ahimsa è principalmente a carico di chi ascolta, perché chi parla senza falsità, ingiurie e secondi fini non deve temere di mettere a disagio chicchessia.

Si tenga piuttosto presente che la critica, se benintenzionata, andrebbe sempre incoraggiata, e che la frustrazione altrui è più dannosa della critica. Il rispetto dell’anekantavada significa avere chiaro il proprio limite fisiologico di arrivare alla verità completa e capire che più di un punto di vista e più di un parere sono necessari per ricostruire il quadro completo della verità.