William Kent

pittore, decoratore e architetto britannico

William Kent (Bridlington, 1685 circa – Londra, 12 aprile 1748) è stato un pittore, decoratore e architetto britannico.

William Kent

Biografia modifica

Dopo essersi formato come pittore di carrozze e decoratore, nel 1709 Kent andò in Italia, a Roma, per un periodo di studio dal 1709 al 1719.

Qui conobbe Thomas Coke, col quale tornò nel Belpaese nel 1714: durante questo secondo viaggio, Kent ebbe l'occasione di apprezzare le ville di Andrea Palladio a Vicenza e conobbe Richard Boyle di Burlington, con il quale tornò in Inghilterra nel 1719.

L'amicizia con Richard Boyle fu decisiva per la sua carriera: con lui collaborò a lungo, curando su sua commissione l'edizione dei Designs of Inigo Jones (Progetti di Inigo Jones), innovando l'architettura paesaggistica e aderendo al neopalladianesimo.[1] Kent è anche considerato uno dei primi architetti del 'Gothic revival'.[1]

Kent decorò alcune stanze di Kensington Palace e della Chiswick House e progettò la Holkham Hall di Norfolk, realizzata nel 1734 su commissione dei conti di Leicester. La costruzione fu progettata come un blocco rettangolare con quattro padiglioni staccati, ma collegati ad angoli.[1] Kent disegnò anche la decorazione e il mobilio inserendo elementi classicheggianti.

Il suo edificio più famoso, però, fu realizzato dopo la sua morte: si tratta della Horse Guards, a Whitehall, caratterizzato da finestre di tipo veneto.

Kent risultò uno dei più importanti esponenti del giardino all'inglese naturalistico, grazie all'introduzione del disegno informale romantico, e al superamento dei vecchi schemi geometrici.

Si distinse anche come disegnatore di mobili, caratterizzandosi per l'unione fra lo stile classico e quello barocco, anticipando così gli ornatisti del secondo Settecento.

Kent ottenne numerosi titoli e riconoscimenti, come quello di pittore ritrattista del re nel 1739 e decoratore ufficiale del re.[1]

Opere principali modifica

Interni e giardini modifica

Edifici pubblici e commissioni reali modifica

Memoriali chiese modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d Le Muse, vol. 6, Novara, De Agostini, 1965, p. 253.

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Collegamenti esterni modifica

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