Lo Zongli Yamen (總理衙門T, 总理衙门S, Zǒnglǐ YáménP, Tsung3-li3 Ya2-men2W) era un ufficio governativo che si occupava dei rapporti con gli stranieri nella Cina imperiale durante la tarda dinastia Qing. Venne fondato dal principe Gong, nel 1861, dopo la Convenzione di Pechino. Venne abolito nel 1901 e sostituito il ministero degli Esteri.

Ingresso principale dello Zongli Yamen. L'insegna dice "中外禔福" (Pace e prosperità in Cina e all'estero), dalla biografia di Sima Xiangru nel Libro di Han.

L'ex sito del Zongli Yamen si trova a Dongtangzi Hutong, Distretto di Dongcheng, Pechino. Quasi tutti gli edifici sono ancora in ottimo stato di conservazione.

Significato del nome modifica

Zongli Yamen è la tradizionale abbreviazione del nome ufficiale (總理各國事務衙門T, 总理各国事務衙门S, Zǒnglǐ Gèguó Shìwù YáménP), che letteralmente significa "Ufficio incaricato degli affari di tutte le nazioni". Il corrispondente nome in lingua mancese, l'altra lingua ufficiale dell'Impero Qing, era Geren gurun i baita be uherileme icihiyara yamun. Un malinteso comune è che il nome di Zongli Yamen significhi "ufficio del Primo ministro". Ciò è avvenuto perché il termine "zongli" (总理) è ora usato in cinese per riferirsi al Premier o al Primo Ministro di un paese. In effetti, il nome Zongli Yamen è un'abbreviazione del suo nome completo, che lo rende l'ufficio 'in buona fede' degli affari esteri. Nelle fonti inglesi contemporanee, è stato anche chiamato "Consiglio del ministro degli affari esteri".[1]

Funzioni nel governo Qing modifica

 
Un'incisione fotografica dei membri dello Zongli Yamen nel 1894, al tempo della prima guerra sino-giapponese.

Prima della creazione dello Zongli Yamen, le relazioni estere Qing erano condotte da diverse agenzie, come ministero dei Riti e Lifan Yuan. Lo Zongli Yamen fu la prima significativa innovazione istituzionale, nella burocrazia centrale di Pechino, che il governo Qing aveva creato da quando l'imperatore Yongzheng creò il nucleo del Gran Consiglio nel 1729. Lo Zongli Yamen era supervisionato da un comitato di controllo di cinque alti funzionari (inizialmente tutti manciù), tra i quali il principe Gong era il capo "di fatto". Nelle loro discussioni sull'istituzione della nuova agenzia, i funzionari dei Qing ribadirono che si trattava solo di un'istituzione temporanea, mantenuta fino all'attuale crisi estera e interna. Lo Zongli Yamen aveva uno status formale relativamente basso nella gerarchia amministrativa dei Qing e i suoi membri ricoprivano, in concomitanza, altri incarichi governativi, il che indebolì ulteriormente la sua posizione. Inoltre, lo Zongli Yamen non era l'unico organo di governo degli affari esteri, in quanto questa era una prerogativa che era ancora nelle mani dell'imperatore. Mentre lo Zongli Yamen rimase un corpo importante per alcuni decenni dopo la sua fondazione, la sua influenza venne presto oscurata da influenti funzionari come Zeng Guofan e Li Hongzhang. Ciononostante, divenne il mezzo di comunicazione tra il governo Qing e i ministri degli esteri in Cina delle potenze occidentali, residenti nel quartiere delle legazioni di Pechino.

Il successore dell'Ufficio dei traduttori, il Tongwen Guan, fu istituito dalla dinastia Qing per la traduzione delle lingue occidentali e subordinato allo Zongli Yamen.

Nel 1873, lo Zongli Yamen ebbe un litigio con i ministri degli esteri in Cina sul protocollo che doveva essere seguito alle loro udienze con l'imperatore Tongzhi, poiché i ministri degli esteri, non sorprendentemente, si erano rifiutati di seguire il rituale Kowtow con l'imperatore, con un'impasse risolta grazie, in parte, all'ambasciatore giapponese in Cina, Soejima Taneomi. Un protocollo simile sarebbe seguito nel 1891 con l'udienza dei ministri con l'imperatore Guangxu.

In seguito alla ribellione dei Boxer, il governo dei Qing fu costretto a cambiare il suo servizio con l'estero. Secondo l'articolo XII del Protocollo dei Boxer del 1901, lo Zongli Yamen fu sostituito con un Ufficio degli esteri, all'epoca noto come "Waiwubu" (外務部T, WàiwùbùP, lett. "Dipartimento degli affari esteri"), con importanza pari agli altri sei ministeri del governo; "come chiarito nel corso degli eventi successivi, il Waiwubu fu efficace nello stabilire buone relazioni tra la Cina e il mondo esterno come lo era stato lo Zongli Yamen".[2]

Notes modifica

  1. ^ See, e.g. Hart v Van Gumpach (China and Japan) [1873] UKPC 9 (28 January 1873)
  2. ^ S. M. Meng, The Tsungli Yamen: Its Organization And Functions, p. 81.

Bibliografia modifica

  • Immanuel C. Y. Hsü. China's Entrance into the Family of Nations: The Diplomatic Phase, 1858 -1880. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press, 1960.
  • Banno Masataka. China and the West, 1858-1861: The Origins of the Tsungli Yamen. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press, 1964.
  • Meng, S. M. The Tsungli Yamen: Its Organization and Functions. Cambridge, Massachusetts: East Asian Research Center, 1962.
  • H B Morse. International Relations of the Chinese Empire. 3 volumes. London and New York: by Longman and Green, 1910-18.
  • Spence, Jonathan D. "The Search for Modern China." New York and London: W.W. Norton & Company, 1990.
  • Maria Bugrova Tsungli Yamen on Bumali Project
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