ʿĀmir ibn Fuhayra, Abū Fuhayra (in arabo عامر بن فهيرة?; La Mecca, 585Biʾr Maʿūna, 625), è stato un Sahaba.

Schiavo degli Azd, di proprietà di Abū l-Ḥārith, vale a dire al-Ṭufayl b. ʿAbd Allāh b. Sakhbara b. al-Ṭufayl al-Azdī (fratello uterino di ʿĀʾisha),[1] dei Quraysh di Mecca, fu acquistato e affrancato dal ricco Abū Bakr (di cui diventò di conseguenza mawlā) unitamente ad altre persone: Bilāl b. Rabāḥ, Abū Fukayha Aflāḥ, detto Yasār, ʿAmmār b. Yāsir, Ṣuhayb b. Sinān al-Rūmī,[2] Lubayna, al-Nahdiya, Umm ʿUbays e Zinnīra al-Rūmiyya (in arabo زنِّيرة الرومية?)[3] oltre a una donna dei B. Muʾammil (clan dei B. ʿAdī b. Kaʿb).

Si convertì prima dell'abitudine presa nel 614 dalla scarsa quarantina di seguaci di Maometto di riunirsi nella casa di al-Arqam ibn Abi l-Arqam (Dār al-Arqam) e va quindi annoverato tra i primissimi fedeli in assoluto. Fu incaricato di confondere le tracce lasciate da Maometto e Abu Bakr quando si rifugiarono in una caverna del monte Thawr (Jabal Thawr, a sud di Mecca per sfuggire alle ricerche dei Quraysh che avevano ingaggiato un esperto di lettura del terreno.[4] Abū Fuhayra fece pascolare i suoi armenti attorno alla grotta per mascherare le orme dei piedi dei fuggiaschi[5]

Combatté a Badr e sotto l'Uḥud. Morì nel 625, nell'agguato di Biʾr Maʿūna,[6] trapassato da una lancia. Gridò con esultanza «Allāhu akbar, fuztu wa Rabb al-Kaʿba» in quel frangente,[7] meravigliando non poco il suo uccisore Jabbār b. Sulmā al-Kilābī.[8] Maometto più tardi spiegò che aveva intravisto il paradiso cui era destinato, in quanto martire per la fede islamica (shahīd), e gli angeli che si accingevano a trasportarvelo.[9]

Note modifica

  1. ^ Ṭabarī,f. 1236, tradotto in The History of al-Ṭabarī, vol. VI. Muḥammad at Mecca, da W. Montgomery Watt e M.V. McDonald, in: E. Yar-Shater (ed.), Albany, State University of New York (SUNY) Press, 1988, p. 146.
  2. ^ Un bizantino. Apparteneva ai B. al-Nāmir b. Qāsiṭ e a lui il moribondo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb affidò nel 644 l'incarico di guidare in sua vece le preghiere canoniche nell'interregno tra lui e il suo successore.
  3. ^ Il nome farebbe pensare a un'altra schiava bizantina. I tradizionisti musulmani ricordano che apparteneva ai Banū ʿAdī e che il suo feroce persecutore era ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, prima che si convertisse a sua volta. Su di lei si veda Ibn al-Athīr, Usd al-ghāba fī maʿrifat al-ṣaḥāba, 7 voll., ed. a cura di Muḥammad Ibrāhīm al-Bannāʾ - Muḥammad Aḥmad ʿAshūr - Maḥmūd ʿAbd al-Wahhāb Fāʾid, Il Cairo, al-Shaʿb, s.d. (ma 1970-73), VII, p. 123, n. 6940.
  4. ^ La caverna Thawr p. 2.
  5. ^ Abu Bakr al-Siddiq[collegamento interrotto].
  6. ^ Ibn Isḥāq/Ibn Hishām, al-Sīra al-nabawiyya, 206 (trad. inglese di Alfred Guillaume, The Life of Muhammad, Oxford University Press, 1955, p. 144).
  7. ^ Cioè «Dio è Sommo, Ho vinto, per il Signore della Kaʿba».
  8. ^ Wāqidī, Kitāb al-maghāzī, 3 voll., ed. J. Marsden Jones, Oxford University Press, 1966, I, p. 349.
  9. ^ Ibn Kathīr, al-Bidāya wa l-nihāya, IV, p. 74.

Bibliografia modifica

  • Ibn Kathīr, al-Bidāya wa l-nihāya, 14 voll. + Indici, ed. a cura di Ahmad Abu Mulḥim, ʿAlī Najīb ʿAṭawī, Fuʾād al-Sayyid, Mahdī Nāṣir al-Dīn e ʿAlī al-Sātir, Beirut, Dār al-kutub al-ʿilmiyya, 1985.

Voci correlate modifica