Aneurisma

dilatazione progressiva vascolare
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Un aneurisma (dal greco antico: ἀνεύρυσμα (anèurysma) = "dilatazione", da ἀνευρύνειν (aneurýnein) = "dilatare") è una dilatazione progressiva di un segmento vascolare che deve essere almeno pari al 50%,[1] altrimenti si parla di ectasia, per quanto riguarda le arterie, o di varice, per quanto riguarda le vene. Gli aneurismi arteriosi si manifestano come dilatazioni pulsanti del vaso: la localizzazione più importante è a carico dell'aorta, nel 90% dei casi colpisce l'aorta addominale. La causa principale è l'aterosclerosi. Il carattere di autentico pericolo giace nel rischio di rottura del segmento vascolare interessato con effetto di emorragia interna nell'organo da esso irrorato; tale evento, a seconda dell'importanza del vaso colpito, può risultare fatale.

Aneurisma
Angiografia di un aneurisma su un'arteria cerebrale
Specialitàchirurgia vascolare
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM442
ICD-10I72
MeSHD000783
MedlinePlus001122

Purtroppo spesso i casi di aneurisma, se non curati, degenerano progressivamente, seguendo il naturale effetto Venturi, secondo cui un fluido che perde velocità a causa dell'allargamento del lume, aumenta la sua pressione, premendo quindi le pareti del vaso verso l'esterno e peggiorando la situazione. Questa legge si applica anche nella situazione opposta, cioè quando un vaso sanguigno si restringe in modo anomalo. In questo caso si parla dell'equivalente effetto Bernoulli e quindi di stenosi.

Storia modifica

 
Una pagina del papiro Ebers

Da sempre gli esseri umani sono stati colpiti dagli aneurismi. Secondo lo storico della medicina Henry Sigerist gli antichi egizi del XIV secolo a.C. trattavano la condizione con terapie magiche e religiose seppur non avessero mai coniato un termine per identificarla.[2] Una prima sommaria descrizione sembra sia contenuta nel celebre Papiro Ebers (risalente al 1550 a.C. circa) in cui l'aneurisma viene considerato una conseguenza di una lesione vascolare e si indica un trattamento chirurgico attraverso uno strumento che doveva essere precedentemente passato nel fuoco.[3] I primi trattamenti di tale stato patologico si ritrovano in Antyllus nel II secolo d.C.[2]

La prima definizione e descrizione scientifica è comunque generalmente attribuita al medico Galeno di Pergamo che fu in grado di distinguere tra pseudoanuerisma e dilatazione spontanea, che trattò tramite salasso. Siccome Galeno spesso si occupò di curare i gladiatori, si ritiene che egli ebbe modo di osservare diversi aneurismi di origine traumatica visibili all'esterno più facilmente rispetto a quelli non traumatici, più frequenti nella pratica moderna.[2]

 
Rudolph Matas, nel 1888, creò l'endoaneurismografia

Da allora passarono molti secoli senza che si scoprisse nulla in più al riguardo, fino al 1542 quando Jean Fernel affermò che "nel torace, o intorno alla milza e al mesentere, è spesso osservabile un pulsare violento", mentre l'anno successivo Vesalio descrisse il primo aneurisma aortico addominale. Intorno alla metà del XVI secolo si considerava l'aneurisma causato dalla sifilide, ma non tutti concordarono promuovendo altre cause, tra cui l'"impetuosità del sangue".[2] Nel 1728, nel libro De motu cordis et aneurysmatibus, Giovanni Maria Lancisi discusse delle varie possibili cause evidenziando che l'arteria doveva essere fortemente danneggiata prima di dilatarsi; venne inoltre proposto per la prima volta un difetto congenito come causa della condizione. Dopo il 1800 vennero inaugurate nuove metodiche curative: nel 1888 Rudolph Matas creò l'endoaneurismografia.[4]

Ma fu solo a partire dal XX secolo, grazie alle nuove scoperte nel campo della chirurgia e dell'imaging biomedico che si assistette a un sostanziale progresso.[2] Nel 1951, ci furono i primi trattamenti con aneurismectomia, arrivando nel 1990, grazie a Juan Carlos Parodi, al primo intervento di endoprotesi per il trattamento di un aneurisma dell'aorta addominale.[5]

Epidemiologia modifica

La letteratura, fra tutti i tipi di aneurisma, ha dato più risalto alla forma che colpisce l'aorta addominale, la cui incidenza è di 38 casi su 100 000 persone. L'incidenza assoluta cambia a seconda dell'età che si considera: è del 5% se si considerano solo le persone con un'età superiore ai 65 anni. L'aneurisma cerebrale invece ha un'incidenza di circa il 4%,[6] con circa 6 milioni di statunitensi che ne hanno uno e di cui tra il 10 e il 15% di essi con due o di più.[7]

L'incidenza è legata sia al profilo genetico (anche se ancora non chiarita), sia al sesso (gli uomini mostrano maggiore probabilità rispetto alle donne di 8-10 casi).[8]

Costituisce, come intuibile, un fattore di rischio essere parenti di primo grado di individui colpiti da simili eventi vascolari, arrivando anche a un 32% di probabilità di esserne colpiti, per quanto riguarda l'aorta addominale; in relazione all'aorta toracica, a parità di condizioni, la probabilità è invece del 19%.[9]

Il rischio massimo di aneurisma viene raggiunto in momenti della vita diversi per i due sessi: mentre negli uomini l'incidenza è maggiore già nella metà del quinto decennio di vita, nelle donne l'età più a rischio parte dal settimo.

Eziologia e fisiopatologia modifica

 
Formazione di un aneurisma a seguito di un'infiammazione di un vaso (vasculite). Si noti il progressivo indebolimento e il successivo rigonfiamento patologico del vaso. Il rischio è che questo, infine, possa rompersi

Un aneurisma è una condizione in cui una porzione della parete di un vaso sanguigno, nella stragrande maggioranze dei casi di un'arteria, si indebolisce tanto da permettere che si gonfi o si allarghi in modo anomalo, arrivando a rischiarne la rottura. Solitamente quando un'anomala dilatazione occorre a una vena, invece che a una arteria, viene considerata come una varicosi.

Gli aneurismi si formano per una varietà di cause, talvolta sconosciute e talvolta congenite, che possono interagire tra loro; vi contribuiscono, infatti, numerosi fattori compresi quelli in grado di influenzare la struttura della parete dei vasi sanguigni e il flusso del sangue che li attraversa. L'aterosclerosi è una della cause più frequenti dell'indebolimento della parete dei vasi, comportando così una maggiore probabilità di sviluppare un aneurisma. Anche l'ipertensione (elevata pressione sanguigna) può essere responsabile di un indebolimento, come può aumentare il rischio di rottura di un aneurisma già esistente. Inoltre, un'eccessiva pressione del sangue all'interno di un aneurisma in espansione può danneggiare i vasa vasorum, una rete di piccoli vasi sanguigni che irrorano le pareti dei grandi vasi sanguigni, come l'aorta, indebolendo ulteriormente la parete. Senza trattamento, questi aneurismi progrediscono in dimensione fino a rompersi.[10]

 
Aneurisma micotico dell'arteria ascellare

Un aneurisma micotico è un aneurisma causato da un processo infettivo che coinvolge la parete arteriosa.[11] Un individuo con tale condizione presenta un'infezione batterica nella parete di un'arteria, con conseguente formazione di un aneurisma. Più frequentemente questo si riscontra nelle arterie dell'addome, della coscia, del collo e del braccio. Se un aneurisma micotico si rompe possono verificarsi sepsi o emorragie potenzialmente letali. Meno del 3% degli aneurismi dell'aorta addominale sono aneurismi micotici.[12]

In generale, le infiammazioni croniche delle arterie, arterite, spesso dovute a una malattia autoimmune sottostante, possono danneggiare gravemente la parete vascolare e quindi essere di conseguenza causa di un aneurisma, o facilitare la rottura di uno già presente.

Il terzo stadio della sifilide, una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale, tra le sue possibili manifestazione presenta anche l'aneurisma dell'aorta, dovuto alla perdita dei vasa vasorum nella tonaca avventizia.[13]

Una limitata casistica di aneurismi è dovuta a una carenza di rame, che si traduce in una ridotta attività dell'enzima lisil ossidasi che compromette la funzione dell'elastina, una componente fondamentale della struttura delle pareti dei vasi,[14][15][16] causandone l'assottigliamento.[17]

Fattori di rischio modifica

 
Il fumo è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di un aneurisma

Vi sono diversi fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo di un aneurisma, tra cui la familiarità, il sesso maschile, un'età superiore ai 60 anni, soffrire di ipertensione arteriosa, di broncopneumopatie croniche ostruttive, di displasia fibromuscolare, di obesità, di diabete, di alcolismo, di ipercolesterolemia e il fumare.[18][19] Per quanto riguarda i soli aneurismi cerebrali, avere una storia di emorragie subaracnoidee e presentare una malformazione artero-venosa, sono considerati anch'essi dei fattori di rischio.

 
Angiografia cerebrale che conferma la presenza di un aneurisma dell'arteria cerebrale anteriore in un paziente con arterite di Takayasu

Per quanto riguarda l'aneurisma con eziologia infettiva, le condizioni che aumentano il rischio di sviluppo sono un'infezione di sifilide in uno stato avanzato (terzo stadio) con conseguente aortite sifilitica,[20] la tubercolosi che può portare all'aneurisma di Rasmussen[21][22] e le infezioni cerebrali che causano aneurismi intracranici infettivi.[23] Una cronica infiammazione delle arterie, conosciuta come arterite cronica, spesso a eziologia autoimmune, può essere un fattore di rischio per la formazione e rottura di aneurismi. Tra le più frequenti sindromi che possono comportare ciò vi è l'arterite a cellule giganti e l'arterite di Takayasu;[24] per quest'ultima è stata riscontrata la presenza di un aneurisma nel 20,4% dei pazienti che ne sono colpiti.[25]

Una minoranza di aneurismi è associata a malattie genetiche, come quelli che coinvolgono l'arteria comunicante anteriore del circolo di Willis che sono associati alla malattia policistica renale autosomica dominante[26] o gli aneurismi aortico toracici familiari e gli aneurismi cirsoidi legati alle malformazioni artero-venose congenite. I soggetti con sindrome di Marfan, una patologia autosomica dominante che colpisce il tessuto connettivo, presentano una probabilità maggiore di sviluppare un aneurisma aortico.[27]

Segni e sintomi modifica

La presenza di un aneurisma può comportare il verificarsi di diversi segni e sintomi, che vanno da quelli legati alle complicanze potenzialmente letali dello shock ipovolemico, spesso dovuto alla rottura dell'arteria, a nessuna manifestazione tranne un solo segno casualmente visibile a seguito di un esame radiologico.[19] I sintomi più comuni comunque dipendono dal sito dell'aneurisma. Nel caso di aneurisma cerebrale, i sintomi possono manifestarsi quando questo spinge su una struttura encefalica. Questi poi dipenderanno dalla sua eventuale rottura e talvolta se questo non accade la condizione potrebbe essere anche totalmente asintomatica.[28] Nel caso di aneurisma integro, possono verificarsi sintomi quali: fatica, difficoltà di percezione, perdita dell'equilibrio, afasia, visione doppia. Quando, invece, si ha la rottura possono presentarsi i sintomi dell'emorragia subaracnoidea: forte mal di testa, cecità, diplopia, dolore al collo o rigidità, dolore sopra o dietro gli occhi.

Un aneurisma dell'aorta addominale è solitamente asintomatico, tanto che generalmente viene scoperto incidentalmente solo in seguito a indagini di imaging biomedico svolte per altri motivi. In rari casi possono causare mal di schiena o ischemia degli arti inferiori. L'eventuale rottura si manifesta con gravi segni di shock ipovolemico che spesso portano velocemente alla morte.

Gli aneurismi dell'arteria renale causano un danno che può portare alla formazione di coaguli che potranno andare a ostruire, parzialmente o completamente, l'arteria stessa. Ciò può causare ipertensione arteriosa, dolore al fianco, ematuria, nausea, vomito, fino a sviluppare un'insufficienza renale acuta.[29]

Classificazione modifica

Veri e falsi aneurismi modifica

 
Uno pseudoaneurisma dell'arteria femorale profonda visto alla tomografia computerizzata (TC)

Un vero aneurisma è quello che coinvolge tutti e tre gli strati della parete di un'arteria (intima, media e avventizia). I veri aneurismi comprendono gli aneurismi aterosclerotici, sifilitici e congeniti, nonché aneurismi ventricolari che seguono infarti miocardici transmurali (gli aneurismi che coinvolgono tutti gli strati della parete attenuata del cuore sono considerati veri e propri aneurismi).[30]

Un falso aneurisma, o pseudoaneurisma, è una raccolta di sangue che fuoriesce completamente da un'arteria o una vena, ma confinata vicino al vaso dal tessuto circostante. Questa cavità riempita di sangue alla fine coagula sufficientemente per sigillare la perdita o la rottura dal tessuto circostante.[30]

Gli pseudoaneurismi possono essere causati da un trauma che perfora l'arteria, come ferite da coltello e da proiettile,[31] a seguito di procedure chirurgiche percutanee come l'angiografia coronarica o un innesto arterioso,[32] o uso di un'arteria per iniezione.

Morfologia modifica

Gli aneurismi possono essere classificati anche in base alla loro forma e dimensione, a livello macroscopico, e quindi vengono descritti come sacculari o fusiformi. La forma di un aneurisma non è specifica per una data malattia.[30] La dimensione della base o del collo è utile per determinare la possibilità di riuscita di un avvolgimento endovascolare.[33]

Gli aneurismi sacculari sono di forma sferica e coinvolgono solo una parte della parete del vaso; hanno un diametro di dimensione variabile da 5 a 20 cm e spesso sono riempiti, parzialmente o completamente, da un trombo.[30]

Gli aneurismi fusiformi possono variare sia nel diametro sia nella lunghezza; il diametro può arrivare fino a 20 cm. Spesso coinvolgono ampie porzioni dell'arco aortico ascendente e trasversale dell'aorta addominale o meno frequentemente delle arterie iliache.[30]

Dimensione modifica

Gli aneurismi dell'aorta addominale vengono comunemente classificati in base alla loro dimensione e sintomatologia. Generalmente si parla di aneurisma quando si riscontra una porzione dell'aorta con un diametro maggiore di 3 centimetri, considerato che il diametro normale è di circa 2 centimetri,[34] o maggiore del 50% rispetto al diametro riscontrabile in un individuo sano dello stesso sesso ed età.[35][36] Se il diametro esterno supera i 5,5 cm, l'aneurisma è considerato grande.[37] Per quanto riguarda l'arteria iliaca comune, si considera aneurismatica quando il suo diametro raggiunge o supera i 18 millimetri.[38] Di seguito alcune tabelle riassuntive:

Classificazione dell'aorta
Ectasia o
lieve dilatazione
>2,0 cm e <3,0 cm[39]
Moderata 3,0 - 5,0 cm[39]
Larga o grave >5,0[39] o 5,5[37] cm
Classificazione dell'arteria iliaca comune
Normale Diametro ≤12 mm
Ectasia Diametro da 12 a 18 mm
Aneurisma Diametro ≥18 mm

Localizzazione modifica

 
A: Aorta normale. B: Aneurisma dell'aorta toracica, situato dietro il cuore. C: Aneurisma dell'aorta addominale, situato sotto le arterie renali.

Gli aneurismi possono svilupparsi praticamente in tutti i vasi dell'organismo, con una netta prevalenza nelle arterie, per cui possono essere classificati in base alla loro localizzazione.

L'aneurisma aortico è uno dei più potenzialmente pericolosi per la vita e si può suddividere, in base al tratto dell'aorta interessato, in aneurisma dell'aorta addominale e aneurisma dell'aorta toracica, quest'ultimo meno comune. Viene anche menzionato l'aneurisma toracico-addominale, un'ampia forma di aneurisma (o formata da molteplici aneurismi) che si estende dal torace all'addome. Tra i rami dell'aorta è abbastanza comune l'aneurisma dell'arteria renale e lo stesso rene può accusare aneurismi intra-parenchimali.[40] Il sistema vascolare del cuore può essere luogo dello sviluppo di aneurismi e in particolare è possibile riscontrare aneurismi delle arterie coronarie, dei ventricoli cardiaci e dei seni aortici. Nel sistema arterioso periferico è abbastanza comune, soprattutto nelle persone che presentano i fattori di rischio, l'aneurisma dell'arteria poplitea.[41]

 
Un aneurisma cerebrale, precisamente dell'arteria cerebrale media, visto tramite tomografia computerizzata (TC)

Un aneurisma cerebrale può riguardare un vaso venoso o arterioso. È un disordine che coinvolge la struttura vascolare, con distruzione della lamina elastica interna, fibrosi della media e iperplasia intimale. Per la loro forma si distinguono in fusiformi, che coinvolgono uniformemente il tubo vasale deformandolo appunto come un fuso, e riguardano prevalentemente gli adulti (sono il 7% degli aneurismi cerebrali riscontrati e sono prossimali) e in sacculari (sacciformi) che sono invece il 90%, sono congeniti, e si localizzano alle diramazioni maggiori delle arterie più grandi e sono quelli che si rompono nello spazio subaracnoideo. La localizzazione più comune riguarda le arterie della base cranica, conosciute come Poligono o Circolo di Willis. Gli aneurismi cerebrali sono estremamente rari nella prima infanzia. L'emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma nell'infanzia è una diagnosi non comune anche perché la radiologia è di scarso aiuto (il vasospasmo associato al sanguinamento limita seriamente il flusso sanguigno e la conseguente visualizzazione della malformazione).

Gli aneurismi sacciformi integri interessano le grandi arterie della base dell'encefalo e si formano soprattutto in corrispondenza dei punti di biforcazione o di curvatura delle arterie; qui è infatti maggiore la forza esercitata dalla corrente ematica sulla parete del vaso. L'aneurisma sacciforme è tipicamente costituito da una porzione ristretta detta colletto, che collega il vaso originale a una cupola. Quello intracranico, il più frequente, è causato da un'anomalia congenita della parete arteriosa, che evolve lentamente formando una sorta di borsa.

Diagnosi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Radiologia dell'apparato circolatorio.
 
Rottura di un aneurisma dell'arteria vertebrale sinistra con conseguente emorragia subaracnoidea, vista mediante tomografia computerizzata con mezzo di contrasto

Spesso la scoperta di un aneurisma avviene accidentalmente in quanto l'evento inizialmente, non mostrando sintomi, può essere ignorato. Un primo sospetto diagnostico può essere formulato tramite esame obiettivo; in particolare gli aneurismi periferici possono essere riconosciuti tramite osservazione e palpazione, mentre quelli dell'aorta addominale possono essere rilevati solo mediante palpazione, tenendo conto che nelle persone con obesità questo è particolarmente difficile. Uno studio ha comunque dimostrato che l'esame obiettivo può essere utile nella diagnosi solamente in un ristretto numero di casi e deve essere considerato che non è solitamente in grado di rilevare altri tipi di aneurismi, come quelli cerebrali, dell'arco aortico o dell'arteria renale.[42][43][44]

Per ottenere una diagnosi più precisa è necessario ricorrere all'imaging biomedico, considerato il metodo di elezione per lo studio di queste patologie. L'ecografia è una metodica non invasiva ed economica e può risultare utile per una prima ricerca e scoperta di un aneurisma, aiutando anche a valutare le dimensioni del danno. Frequentemente viene utilizzata come primo screening per gli individui asintomatici. La tomografia computerizzata (TC), con o senza mezzo di contrasto, è in grado di fornire un misurazione morfologicamente precisa e geometricamente riproducibile dell'aneurisma; inoltre permette di studiare la sua relazione con gli organi vicini, oltre ad avere la maggior risoluzione spaziale, capace di poter individuare anche sacche aneurismatiche molto piccole. Anche l'imaging a risonanza magnetica (grazie a sequenze MRA) riveste un ruolo importante nella diagnosi, in particolare per gli aneurismi intracranici, grazie alla sua elevata risoluzione di contrasto intrinseca permette di individuare eventuali formazioni aneurismatiche senza l'uso di mezzo di contrasto endovenoso con una buona risoluzione spaziale in grado anche di evidenziare dettagli molto piccoli.[45][46][47] Infine, l'angiografia è considerata spesso la metodica di terzo livello più avanzata. Si tratta di una procedura invasiva che consiste nell'inserimento di un catetere, spesso nell'arteria femorale, fino a raggiungere la zona dove si sospetta l'aneurisma per poi iniettare attraverso di esso mezzo di contrasto iodato effettuando contemporaneamente un'esposizione radiografica al fine di osservare la morfologia del vaso e il flusso al suo interno. Questa metodica permette anche di intervenire contemporaneamente per trattare l'aneurisma stesso e pertanto viene spesso utilizzata in presenza di una diagnosi già formulata.[48][49][50]

Trattamento modifica

Storicamente, il trattamento degli aneurismi arteriosi è stato limitato all'intervento chirurgico o alla vigile attesa in combinazione con il controllo della pressione arteriosa. Nel caso dell'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) la decisione riguardo al trattamento non viene presa senza che vi sia un significativo rischio e quindi vi è un grande interesse nell'identificare approcci decisionali più avanzati che non si basino esclusivamente sul diametro dell'aneurisma stesso ma che comprendano altri dettagli geometrici o meccanici come lo spessore locale e lo stress delle pareti del vaso.[35] A partire dalla fine del XX secolo sono state sviluppate tecniche endovascolari o minimamente invasive per il trattamento di molti tipi di aneurismi. Le clip per aneurisma vengono utilizzate per la procedura chirurgica conosciuta come "clipping" o "clippaggio".[51]

Aneurismi intracranici modifica

 
Embolizzazione di un aneurisma cerebrale

Esistono attualmente due opzioni per il trattamento degli aneurismi cerebrali: clipping chirurgico o avvolgimento endovascolare. Dagli inizi del XXI secolo vi è un dibattito nella letteratura medica su quale trattamento sia il più appropriato a seconda di determinate situazioni.[52]

Il clipping chirurgico fu introdotto nel 1937 da Walter Dandy appartenente al Johns Hopkins Hospital e consiste nella pratica di una craniotomia al fine di esporre l'aneurisma per poi chiudere la base o il collo dell'aneurisma con una clip. Tale tecnica chirurgica è stata modificata e migliorata nel corso degli anni. L'avvolgimento endovascolare venne introdotto dal neurochirurgo italiano Guido Guglielmi all'Università della California nel 1989. Tale procedura consiste nell'inserire un catetere nell'arteria femorale (nell'inguine) per poi farlo attraversare l'aorta, le arterie cerebrali fino ad arrivare all'aneurisma stesso. Una volta raggiunto dei fili di platino iniziano una reazione di coagulazione all'interno dell'aneurisma che, in caso di successo, riempie la sacca aneurismatica prevenendone la rottura. La procedura viene conosciuta anche come embolizzazione.[53]

Aneurismi aortici e periferici modifica

Per gli aneurismi aortici, per quelli nelle braccia o nelle gambe, il segmento vascolare indebolito può essere sostituito da un innesto a bypass, solitamente sintetico, che viene suturato al vaso. Al posto di cucire le estremità dell'innesto, rese rigide ed espandibili tramite un filo di Nitinol, queste possono essere facilmente inserite nel diametro ridotto nei monconi vascolari e quindi espanse fino al raggiungimento della dimensione più appropriata e fissate così permanentemente grazie a una legatura esterna.[54][55] Nuovi dispositivi sono stati recentemente sviluppati per sostituire la legatura esterna con un anello espandibile che consenta l'uso nella dissezione dell'aorta ascendente, fornendo un'anastomosi ermetica (cioè non dipendente dall'integrità della coagulazione), facile, rapida ed estesa alla concavità dell'arco.[56][57][58] Le tecniche endovascolari meno invasive consentono di inserire stent metallici coperti attraverso le arterie della gamba e di posizionarli nella zona dell'aneurisma ripristinando la struttura del vaso e prevenendone la rottura.

Aneurismi dell'arteria renale modifica

Gli aneurismi dell'arteria renale sono molto rari rappresentando solo lo 0,1-0,09% di tutti i casi di aneurismi;[59] la loro rottura è ancora più rara.[59][60] Negli aneurismi di dimensione inferiore ai 3 centimetri il trattamento conservativo con controllo della pressione arteriosa è l'opzione preferibile. Se si verificano sintomi o l'ingrossamento dell'aneurisma è necessario prendere in considerazione una riparazione secondo una procedura endovascolare o aperta.[61] Le donne in gravidanza che accusano un elevato rischio di rottura che può raggiungere l'80% dei casi devono essere trattate chirurgicamente.[62]

Prognosi modifica

 
Software predittore del rischio biomeccanico di rottura di un aneurisma dell'aorta addominale

La prognosi degli aneurismi dipende dalla loro localizzazione e dalla loro probabilità di rompersi. Le persone con un aneurisma cerebrale integro presentano una probabilità di circa l'1% all'anno che questo si possa rompere, anche se coloro che hanno aneurismi considerati molto grandi (maggiori di 2,5 centimetri), accusano un rischio di molto maggiore. Tra i pazienti che vanno incontro a una rottura, solo circa il 60% sopravvive all'evento e tra questi si stima che il 66% presentino un deficit neurologico permanente.[7]

Poiché l'eventuale rottura dell'aneurisma dell'aorta addominale comporterebbe quasi sicuramente la morte del paziente (80% circa, molti dei quali prima di giungere in ospedale), risulta fondamentale valutare con precisione il rischio che è correlato a diversi fattori e, in particolare, al diametro dell'aneurisma stesso. Per stimare tale probabilità, viene utilizzato il metodo degli elementi finiti il quale, tramite l'utilizzo di un apposito software in grado di analizzare le immagini ottenute tramite tomografia computerizzata, permette di ricavare il "picco di stress della parete" (PWS)[63] e il "picco di rischio di rottura della parete" (PWRR)[64] da cui poter formulare una prognosi accurata.[65] Le probabilità di successo di un intervento chirurgico di prevenzione per la rottura, dipendono da vari fattori riguardanti sia l'aneurisma (tipo e posizione), sia il paziente stesso (presenza di altre patologie, come malattie cardiache e ai reni).[66] Il trattamento degli aneurismi dell'arteria renale permette di ripristinare, seppur non completamente, la funzionalità renale.[29]

Negli aneurismi periferici (dell'arteria renale, poplitea, femorale, carotidea,...) il rischio di rottura è assai basso, ma possono causare la formazione di coaguli che a loro volta possono portare all'arresto del flusso sanguigno. Se i tessuti o gli organi non ricevono sangue per un tempo prolungato, questi possono andare incontro alla necrosi (morte cellulare). Un intervento chirurgico o farmacologico può scongiurare questo rischio.[67]

Prevenzione e screening modifica

Non sempre è possibile prevenire la formazione e la rottura di aneurismi, ma l'adozione di un corretto stile di vita può influire positivamente. Ad esempio, smettere di fumare può ridurre significativamente il rischio di sviluppare un aneurisma cerebrale. L'ipertensione può essere causa di indebolimento delle pareti dei vasi e del peggioramento degli aneurismi fino alla rottura, pertanto mantenere una pressione sanguigna corretta è una strategia fondamentale di prevenzione e ciò può essere fatto adottando una dieta sana con poco sale, moderare il consumo di bevande alcoliche, mantenere un peso corporeo adeguato, compiere una regolare attività fisica e ridurre l'assunzione di caffeina.[68]

In caso si fosse a conoscenza della presenza di alcuni fattori di rischio che possano comportare maggiori probabilità di sviluppare un aneurisma aortico, può essere raccomandata l'esecuzione di un accurato screening, solitamente effettuato tramite uno studio di imaging biomedico come l'ecografia. Un riscontro tempestivo, infatti, può essere fondamentale per trattare precocemente un aneurisma tramite chirurgia con lo scopo di bloccarne la crescita e prevenirne la rottura.[69]

Note modifica

  1. ^ Renzo Dionigi, Chirurgia basi teoriche e Chirurgia generale pag 1043, Milano, Elsevier-Masson, 2006, ISBN 978-88-214-2912-5.
  2. ^ a b c d e W. E. Stehbens, History of aneurysms (PDF), in Med His., 2(4), Oct, 1958, pp. 274-280, PMID 13599778.
  3. ^ Lippi D., An aneurysm in the Papyrus of Ebers (108, 3-9)., in Med Secoli. 1990;2(1):1-4., PMID 11640097.
  4. ^ Livesay JJ, Messner GN, Vaughn WK., Milestones in the treatment of aortic aneurysm: Denton A. Cooley, MD, and the Texas Heart Institute., in Tex Heart Inst J. 2005;32(2):130-4., PMID 16107099.
  5. ^ Veith FJ, Marin ML, Cynamon J, Schonholz C, Parodi J., 1992: Parodi, Montefiore, and the first abdominal aortic aneurysm stent graft in the United States., in Ann Vasc Surg., 19(5), Sep. 2005, pp. 749-51, PMID 16052384.
  6. ^ Keedy A., An overview of intracranial aneurysms, in Mcgill J Med., luglio 2006.
  7. ^ a b (EN) What Is the Survival Rate and Prognosis for a Brain Aneurysm?, su emedicinehealth.com. URL consultato il 7 novembre 2019.
  8. ^ Lederle FA, Johnson GR, Wilson SE, Abdominal aortic aneurysm in women, in J vasc surg., vol. 34, 2001, p. 122.
  9. ^ Eugene Braunwald, Malattie del cuore (7ª edizione) pag 1404-1411, Milano, Elsevier Masson, 2007, ISBN 978-88-214-2987-3.
  10. ^ Juvela S, Porras M, Poussa K, Natural history of unruptured intracranial aneurysms: probability of and risk factors for aneurysm rupture, in Journal of Neurosurgery, vol. 108, n. 5, maggio 2008, pp. 1052-60, DOI:10.3171/JNS/2008/108/5/1052, PMID 18447733.
  11. ^ emedicine – Cerebral Aneurysm Author: Jonathan L Brisman. Coauthors: Emad Soliman, Abraham Kader, Norvin Perez. Updated: Sep 23, 2010
  12. ^ Stephen J. Schueler, John H. Beckett e Scott Gettings, Mycotic Aneurysm, su freemd.com, 13 novembre 2011. URL consultato il 13 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).
  13. ^ Paulo N, Cascarejo J, Vouga L, Syphilitic aneurysm of the ascending aorta, in Interactive Cardiovascular and Thoracic Surgery, vol. 14, n. 2, febbraio 2012, pp. 223-5, DOI:10.1093/icvts/ivr067, PMC 3279976, PMID 22159251.
  14. ^ Joni Mäki, Lysyl oxidases : cloning and characterization of the fourth and the fifth human lysyl oxidase isoenzymes, and the consequences of a targeted inactivaton of the first described lysyl oxidase isoenzyme in mice (PDF), Oulu, Oulun yliopisto, 2002, ISBN 951-42-6739-7.
  15. ^ Rucker RB, Kosonen T, Clegg MS, Mitchell AE, Rucker BR, Uriu-Hare JY, Keen CL, Copper, lysyl oxidase, and extracellular matrix protein cross-linking, in The American Journal of Clinical Nutrition, vol. 67, 5 Suppl, maggio 1998, pp. 996S–1002S, DOI:10.1093/ajcn/67.5.996S, PMID 9587142.
  16. ^ Smith-Mungo LI, Kagan HM, Lysyl oxidase: properties, regulation and multiple functions in biology, in Matrix Biology, vol. 16, n. 7, febbraio 1998, pp. 387-98, DOI:10.1016/s0945-053x(98)90012-9, PMID 9524359.
  17. ^ Senapati A, Carlsson LK, Fletcher CD, Browse NL, Thompson RP, Is tissue copper deficiency associated with aortic aneurysms?, in The British Journal of Surgery, vol. 72, n. 5, maggio 1985, pp. 352-3, DOI:10.1002/bjs.1800720507, PMID 3995240.
  18. ^ Nikodemowicz M., The effects of smoking on cardiovascular system, in Przegl Lek., vol. 64, 2007.
  19. ^ a b Brian R. Walker, Nicki R Colledge e Stuart H. Ralston, Davidson's principles and practice of medicine, 21st, Edinburgh, Churchill Livingstone/Elsevier, 2010, p. 604, ISBN 978-0-7020-3085-7.
  20. ^ Yuan SM, Syphilitic aortic aneurysm, in Z Rheumatol, vol. 77, n. 8, ottobre 2018, pp. 741-748, DOI:10.1007/s00393-018-0519-1, PMID 30073493.
  21. ^ Rajamannar KV, Kilaru H, Aravelly S, Gudipati AR, Kilaru SC, Massive hemoptysis from Rasmussen's aneurysm in active pulmonary tuberculosis; A case report of successful treatment with bronchial artery embolization, in Respir Med Case Rep, vol. 22, 2017, pp. 277-279, DOI:10.1016/j.rmcr.2017.10.003, PMC 5671398, PMID 29124005.
  22. ^ Zhao S, Wang Z, Li Y, Wang H, Zhao Y, Endovascular treatment of multiple tuberculous mycotic aneurysm: A case report, in Medicine (Baltimore), vol. 98, n. 17, aprile 2019, pp. e15268, DOI:10.1097/MD.0000000000015268, PMID 31027079.
  23. ^ Mani SSR, Mathansingh AJ, Kaur H, Iyyadurai R, Ruptured intracranial tuberculous aneurysm, a rare complication of central nervous system tuberculosis- A report and review of literature, in Neurol India, vol. 65, n. 3, 2017, pp. 626-628, DOI:10.4103/neuroindia.NI_1280_16, PMID 28488632.
  24. ^ Deipolyi AR, Czaplicki CD, Oklu R, Inflammatory and infectious aortic diseases, in Cardiovasc Diagn Ther, vol. 8, Suppl 1, aprile 2018, pp. S61–S70, DOI:10.21037/cdt.2017.09.03, PMC 5949581, PMID 29850419.
  25. ^ Pan L, Du J, Chen D, Zhao Y, Guo X, Qi G, Wang T, Du J, Takayasu Arteritis with Dyslipidemia Increases Risk of Aneurysm, in Sci Rep, vol. 9, n. 1, ottobre 2019, p. 14083, DOI:10.1038/s41598-019-50527-z, PMID 31575993.
  26. ^ Stephen J. Schueler, John H. Beckett e D. Scott Gettings, Berry Aneurysm in the Brain, su freemd.com, freemd, 18 agosto 2010. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).
  27. ^ What Is Marfan Syndrome?, su NHLBI, NIH, 1º ottobre 2010. URL consultato il 16 maggio 2016 (archiviato il 6 maggio 2016).
  28. ^ Hunter Manasco, The Aphasias, in Introduction to Neurogenic Communication Disorders, p. 93.
  29. ^ a b Zhiwei Zhang, Occlusione delle arterie renali, su msdmanuals.com. URL consultato il 14 novembre 2019.
  30. ^ a b c d e Vinay Kumar (a cura di), Robbins basic pathology, 8th, Philadelphia, Saunders/Elsevier, 2007.
  31. ^ Baird RJ, Doran ML, THE FALSE ANEURYSM, in Canadian Medical Association Journal, vol. 91, agosto 1964, pp. 281-4, PMC 1927240, PMID 14180533.
  32. ^ Li JW, Wang SM, Chen XD, Management of femoral artery pseudoaneurysm due to addictive drug injection, in Chinese Journal of Traumatology = Zhonghua Chuang Shang Za Zhi, vol. 7, n. 4, agosto 2004, pp. 244-6, PMID 15294105.
  33. ^ Currie S, Mankad K, Goddard A, Endovascular treatment of intracranial aneurysms: review of current practice, in Postgraduate Medical Journal, vol. 87, n. 1023, gennaio 2011, pp. 41-50, DOI:10.1136/pgmj.2010.105387, PMID 20937736.
  34. ^ Hirsch AT, Haskal ZJ, Hertzer NR, Bakal CW, Creager MA, Halperin JL, Hiratzka LF, Murphy WR, Olin JW, Puschett JB, Rosenfield KA, Sacks D, Stanley JC, Taylor LM, White CJ, White J, White RA, Antman EM, Smith SC, Adams CD, Anderson JL, Faxon DP, Fuster V, Gibbons RJ, Hunt SA, Jacobs AK, Nishimura R, Ornato JP, Page RL, Riegel B, ACC/AHA Guidelines for the Management of Patients with Peripheral Arterial Disease (lower extremity, renal, mesenteric, and abdominal aortic): a collaborative report from the American Associations for Vascular Surgery/Society for Vascular Surgery, Society for Cardiovascular Angiography and Interventions, Society for Vascular Medicine and Biology, Society of Interventional Radiology, and the ACC/AHA Task Force on Practice Guidelines (writing committee to develop guidelines for the management of patients with peripheral arterial disease)--summary of recommendations, in Journal of Vascular and Interventional Radiology, vol. 17, n. 9, settembre 2006, pp. 1383–97; quiz 1398, DOI:10.1097/01.RVI.0000240426.53079.46, PMID 16990459.
  35. ^ a b Azar D, Ohadi D, Rachev A, Eberth JF, Uline MJ, Shazly T, Mechanical and geometrical determinants of wall stress in abdominal aortic aneurysms: A computational study, in PLOS ONE, vol. 13, n. 2, febbraio 2018, pp. e0192032, DOI:10.1371/journal.pone.0192032, PMC 5798825, PMID 29401512.
  36. ^ Kent KC, Clinical practice. Abdominal aortic aneurysms, in The New England Journal of Medicine, vol. 371, n. 22, novembre 2014, pp. 2101-8, DOI:10.1056/NEJMcp1401430, PMID 25427112.
  37. ^ a b Lindholt JS, Juul S, Fasting H, Henneberg EW, Screening for abdominal aortic aneurysms: single centre randomised controlled trial, in BMJ, vol. 330, n. 7494, aprile 2005, p. 750, DOI:10.1136/bmj.38369.620162.82, PMC 555873, PMID 15757960.
  38. ^ Melissa L Kirkwood, Iliac artery aneurysm, su uptodate.com, 27 marzo 2017. URL consultato il 23 febbraio 2018.
  39. ^ a b c Philip Lumb, Critical Care Ultrasound, Elsevier Health Sciences, 16 gennaio 2014, p. 56, ISBN 978-0-323-27817-1. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato l'8 settembre 2017).
  40. ^ Anastasiou I, Katafigiotis I, Pournaras C, Fragkiadis E, Leotsakos I, Mitropoulos D, Constantinides CA, A Cough Deteriorating Gross Hematuria: A Clinical Sign of a Forthcoming Life-Threatening Rupture of an Intraparenchymal Aneurysm of Renal Artery (Wunderlich's Syndrome), in Case Reports in Vascular Medicine, vol. 2013, 2013, p. 452317, DOI:10.1155/2013/452317, PMC 3705747, PMID 23864981.
  41. ^ Kassem MM, Gonzalez L, Popliteal Artery Aneurysm., 29 giu 2019, PMID 28613613.
  42. ^ Fink HA, Lederle FA, Roth CS, Bowles CA, Nelson DB, Haas MA, The accuracy of physical examination to detect abdominal aortic aneurysm, in Arch. Intern. Med., vol. 160, n. 6, marzo 2000, pp. 833-6, DOI:10.1001/archinte.160.6.833, PMID 10737283.
  43. ^ (EN) Mayo Clinic, Abdominal aortic aneurysm, su mayoclinic.org. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  44. ^ (EN) Mayo Clinic, Brain aneurysm, su mayoclinic.org. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  45. ^ Passariello e Simonetti, 2010, pp. 479-486.
  46. ^ Pierot L, Portefaix C, Rodriguez-Régent C, Gallas S, Meder JF, Oppenheim C, Role of MRA in the detection of intracranial aneurysm in the acute phase of subarachnoid hemorrhage, in J Neuroradiol, vol. 40, n. 3, luglio 2013, pp. 204-10, DOI:10.1016/j.neurad.2013.03.004, PMID 23664329.
  47. ^ Ahmed SU, Mocco J, Zhang X, Kelly M, Doshi A, Nael K, De Leacy R, MRA versus DSA for the follow-up imaging of intracranial aneurysms treated using endovascular techniques: a meta-analysis, in J Neurointerv Surg, vol. 11, n. 10, ottobre 2019, pp. 1009-1014, DOI:10.1136/neurintsurg-2019-014936, PMID 31048457.
  48. ^ Hashimoto K, Kinouchi H, Yoshioka H, Kanemaru K, Ogiwara M, Yagi T, Wakai T, Fukumoto Y, Efficacy of Endoscopic Fluorescein Video Angiography in Aneurysm Surgery-Novel and Innovative Assessment of Vascular Blood Flow in the Dead Angles of the Microscope, in Oper Neurosurg (Hagerstown), vol. 13, n. 4, agosto 2017, pp. 471-481, DOI:10.1093/ons/opw042, PMID 28838118.
  49. ^ Evangelista A, Imaging aortic aneurysmal disease, in Heart, vol. 100, n. 12, giugno 2014, pp. 909-15, DOI:10.1136/heartjnl-2013-305048, PMID 24842834.
  50. ^ Humanitas, Aneurismi non rotti, su humanitas.it. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  51. ^ Aneurysm Clip, in Surgical Units.
  52. ^ Raja PV, Huang J, Germanwala AV, Gailloud P, Murphy KP, Tamargo RJ, Microsurgical clipping and endovascular coiling of intracranial aneurysms: a critical review of the literature, in Neurosurgery, vol. 62, n. 6, giugno 2008, pp. 1187–202; discussion 1202–3, DOI:10.1227/01.neu.0000333291.67362.0b, PMID 18824986.
  53. ^ Guglielmi G, History of endovascular endosaccular occlusion of brain aneurysms: 1965-1990, in Interventional Neuroradiology, vol. 13, n. 3, settembre 2007, pp. 217-24, DOI:10.1177/159101990701300301, PMC 3345485, PMID 20566113.
  54. ^ S. Nazari, sp.html, in Interactive Cardiovascular and Thoracic Surgery, vol. 10, n. 2, Fondazionecarrel.org, 2010, pp. 161-4, DOI:10.1510/icvts.2009.216291, PMID 19933306. URL consultato il 30 maggio 2014.
  55. ^ Aluffi A, Berti A, Buniva P, Rescigno G, Nazari S, Improved device for sutureless aortic anastomosis applied in a case of cancer, in Texas Heart Institute Journal, vol. 29, n. 1, 2002, pp. 56-9, PMC 101273, PMID 11995854.
  56. ^ Nazari S, Expandable device type III for easy and reliable approximation of dissection layers in sutureless aortic anastomosis. Ex vivo experimental study, in Interactive Cardiovascular and Thoracic Surgery, vol. 10, n. 2, febbraio 2010, pp. 161-4, DOI:10.1510/icvts.2009.216291, PMID 19933306.
  57. ^ Stefano Nazari, Expandable device type III for easy and reliable approximation of dissection layers in sutureless aortic anastomosis. Ex vivo experimental study, su icvts.ctsnetjournals.org. URL consultato il 30 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2011).
  58. ^ S. Nazari, ndicvts.html, in Interactive Cardiovascular and Thoracic Surgery, vol. 10, n. 2, Fondazionecarrel.org, 2010, pp. 161-4, DOI:10.1510/icvts.2009.216291, PMID 19933306. URL consultato il 30 maggio 2014.
  59. ^ a b Schorn B, Falk V, Dalichau H, et al., Kidney salvage in a case of ruptured renal artery aneurysm: case report and literature review, in Cardiovasc Surg., vol. 5, n. 1, 1997, pp. 134-136, DOI:10.1016/s0967-2109(95)00041-0.
  60. ^ Tham G, Ekelund L, Herrlin K, Lindstedt EL, Olin T, Bergentz SE, Renal artery aneurysms. Natural history and prognosis, in Annals of Surgery, vol. 197, n. 3, marzo 1983, pp. 348-52, DOI:10.1097/00000658-198303000-00016, PMC 1352740, PMID 6830341.
  61. ^ Uflacker R. Interventional management of visceral artery aneurysms. In: Strandness DE, ed. Vascular Diseases: Surgical & Interventional Therapy. New York, NY: Churchill Livingstone; 1994:823–844.
  62. ^ Lumsden AB, Salam TA, Walton KG, Renal artery an?eurysm: a report of 28 cases, in Cardiovasc Surg., vol. 4, n. 2, 1996, pp. 185-189, DOI:10.1016/0967-2109(96)82312-X.
  63. ^ Fillinger MF, Marra SP, Raghavan ML, Kennedy FE, Prediction of rupture risk in abdominal aortic aneurysm during observation: wall stress versus diameter, in Journal of Vascular Surgery, vol. 37, n. 4, aprile 2003, pp. 724-32, DOI:10.1067/mva.2003.213, PMID 12663969.
  64. ^ Gasser TC, Auer M, Labruto F, Swedenborg J, Roy J, Biomechanical rupture risk assessment of abdominal aortic aneurysms: model complexity versus predictability of finite element simulations, in Eur J Vasc Endovasc Surg, vol. 40, n. 2, 2010, pp. 176-185, DOI:10.1016/j.ejvs.2010.04.003, PMID 20447844.
  65. ^ Doyle BJ, McGloughlin TM, Miller K, Powell JT, Norman PE, Regions of high wall stress can predict the future location of rupture in abdominal aortic aneurysm, in Cardiovasc Intervent Radiol, vol. 37, n. 3, 2014, pp. 815-818, DOI:10.1007/s00270-014-0864-7, PMID 24554200.
  66. ^ (EN) Abdominal Aortic Aneurysm (AAA): Causes, Symptoms, & Management, su news-medical.net. URL consultato il 5 novembre 2019.
  67. ^ Heart and vascular institute, Peripheral Arterial Aneurysm, su upmc.com. URL consultato il 14 novembre 2019.
  68. ^ (EN) National Health Service, Prevention - Brain aneurysm, su nhs.uk. URL consultato il 2 ottobre 2019.
  69. ^ (EN) National Heart, Lung, and Blood Institute, Aortic Aneurysm, su nhlbi.nih.gov. URL consultato il 2 ottobre 2019.

Bibliografia modifica

  • Eugene Braunwald, Malattie del cuore, 7ª edizione, Milano, Elsevier Masson, 2007, ISBN 978-88-214-2987-3.
  • Renzo Dionigi, Chirurgia basi teoriche e Chirurgia generale, Milano, Elsevier-Masson, 2006, ISBN 978-88-214-2912-5.
  • Roberto Passariello e Giovanni Simonetti, Compendio di radiologia, Idelson-Gnocchi, 2010, ISBN 978-88-7947-515-0.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Classificazione
e risorse esterne (EN)
ICD-10: I72; MeSH: D000783; DiseasesDB: 15088;

MedlinePlus: 001122;

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 22006 · LCCN (ENsh85004986 · GND (DE4131419-0 · BNE (ESXX555959 (data) · BNF (FRcb11981676n (data) · J9U (ENHE987007294724505171 · NDL (ENJA00561683
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina