Aratasaurus (il cui nome significa "lucertola nata dal fuoco") è un genere estinto di dinosauro teropode celurosauro vissuto nel Cretaceo inferiore, circa 111-108 milioni di anni fa (Albiano) forse già 115 milioni di anni fa, in quella che oggi è la Formazione Romualdo, in Brasile.[1] Il genere contiene una singola specie, ossia A. museonacionali.[2]

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Aratasaurus
Articolazione tibia-femore dell'olotipo
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine Theropoda
Clade Coelurosauria
Genere Aratasaurus
Sayão et al., 2020 
Nomenclatura binomiale
† Aratasaurus museunacionali
Sayão et al., 2020

Descrizione modifica

 
Ricostruzione di A. museunacionali

Si stima che l'unico esemplare noto, un individuo giovane, fosse lungo circa 3 metri (9,8 piedi), per un peso di circa 34 chilogrammi (75 libbre).[1]

Il materiale fossile dell'olotipo è costituito da un arto destro incompleto, comprendente un femore parziale, una tibia e il piede. Le ossa sono simili a Zuolong, un dinosauro simile del Giurassico superiore cinese.[1][3] Sulla base di studi osteoistologici, l'esemplare di Aratasaurus si è rivelato essere un individuo giovane o comunque un giovane adulto, che, al momento della morte, aveva quattro anni.[1]

Classificazione modifica

Aratasaurus è stato collocato all'interno di Coelurosauria in una posizione basale, come sister taxon di Zuolong.[1]

Scoperta e denominazione modifica

 
Ossa della gamba olotipiche prima della preparazione

L'olotipo di Aratasaurus, MPSC R 2089, venne scoperto in una miniera di gesso nel 2008 e venne portato al Museo di Paleontologia Plácido Cidade Nuvens per essere preparato e descritto. Tra il 2008 e il 2016, sono state eseguite diverse analisi microscopiche dei tessuti dell'olotipo utilizzando piccoli campioni d'ossa. Sempre nel 2016, l'olotipo è stato portato al Museo nazionale del Brasile, ma il 2 settembre 2018 un incendio distrusse buona parte del museo. Fortunatamente l'area in cui è era conservato l'olotipo rimase intatta. Nel 2020, l'olotipo venne descritto come il nuovo genere Aratasaurus.[1] L'olotipo è composto solo dalla gamba destra con piede, sebbene sia possibile che più resti fossili fossero presenti in situ, ma non vennero raccolti.[2][1]

Il nome del genere, Aratasaurus, deriva dalle parole tupi "ara" e "atá", che significano "nato" e "fuoco", e la parola greca "sauros", che significa "lucertola"; il nome del genere significa "lucertola nata dal fuoco", il che fa riferimento a come l'esemplare si salvò dal fuoco dell'incendio che devasto il museo in cui era tenuto. Anche il nome specifico, museunacionali, fa riferimento al Museo nazionale del Brasile, devastato dall'incendio del 2018.[1]

Paleoecologia modifica

Aratasaurus visse in quella che oggi è la Formazione Romualdo, del Cretaceo inferiore, formazione nota soprattutto per la sua abbondanza di esemplari fossili di pterosauri. Altri dinosauri non-aviari che abitavano la regione erano lo spinosauride Irritator e i celurosauri Santanaraptor e Mirischia.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Juliana Manso Sayão, Antônio Álamo Feitosa Saraiva, Arthur Souza Brum, Renan Alfredo Machado Bantim, Rafael Cesar Lima Pedroso de Andrade, Xin Cheng, Flaviana Jorge de Lima, Helder de Paula Silva e Alexander W. A. Kellner, The first theropod dinosaur (Coelurosauria, Theropoda) from the base of the Romualdo Formation (Albian), Araripe Basin, Northeast Brazil, in Scientific Reports, vol. 10, n. 1, 2020, pp. Article number 10892, DOI:10.1038/s41598-020-67822-9.
  2. ^ a b (EN) Melissa Sou-Jie Van Brunnersum, Scientists discover 115-million-year-old fossil of new dinosaur species in Brazil, su DW, 10 luglio 2020. URL consultato il 3 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2020).
  3. ^ Jonah N. Choiniere, James M. Clark, Catherine A. Forster e Xing Xu, A basal coelurosaur (Dinosauria: Theropoda) from the Late Jurassic (Oxfordian) of the Shishugou Formation in Wucaiwan, People's Republic of China, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 30, n. 6, 2 dicembre 2010, pp. 1773–1796, DOI:10.1080/02724634.2010.520779, ISSN 0272-4634 (WC · ACNP).

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