Arcangelo Mandarino

magistrato italiano

Arcangelo Mandarino (Caltanissetta, 6 agosto 1920[1]Belluno, 24 settembre 1991[2]) è stato un magistrato italiano.

Arcangelo Mandarino alla premiazione del 19 ottobre 1984.

Biografia modifica

La famiglia modifica

Era figlio di Antonio Mandarino, ufficiale di ragioneria nella Regia Intendenza di finanza di Caltanissetta, e di sua moglie Crocifissa.[3][4][5][6] Portava lo stesso nome del nonno paterno.[7]

La carriera modifica

Con decreto ministeriale del 24 giugno 1941, fu nominato volontario di segreteria nella procura generale presso la Corte d'appello di Caltanissetta per due anni, fino al 27 dicembre 1943.[8] Dal 27 giugno al 27 dicembre 1941, fu assegnato alla cancelleria della pretura di Belluno per un periodo di prova.[9] Assunto in servizio il 1º ottobre 1947, fu nominato sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Belluno il 1º ottobre 1952, poi procuratore capo il 28 giugno 1953.[10][11][12][13]

Aveva seguito da vicino parecchie vicende cruente, soprattutto durante il vuoto di potere dei giorni immediatamente successivi alla Liberazione, durante i quali la guerra civile si era tramutata in uno spietato regolamento di conti tra fascisti e antifascisti.[14][15] Alla fine degli anni cinquanta, condusse le indagini sul caso di omicidio della contessa Martha Kusch.[16]

Il caso del Vajont modifica

 
Da sinistra, Arcangelo Mandarino e Mario Fabbri nel 1963.

Condusse, insieme al sostituto procuratore Marino Vernier e al segretario della procura, le indagini dell'istruttoria sommaria per l'accertamento delle responsabilità penali connesse con il disastro del Vajont[17], che aveva causato quasi duemila morti. A partire dal 12 ottobre 1963, raccolse una cospicua documentazione con sequestro giudiziario, conservata nell'Archivio di Stato di Belluno.[18]

Poco prima di mezzanotte, avvertito telefonicamente dell'avvenuto disastro, partì immediatamente alla volta di Longarone.[19] I primi atti formali che intraprese dal mattino del 10 ottobre 1963 furono l'istituzione di centri di raccolta dei resti delle vittime lungo il corso del fiume Piave e la costruzione di un ufficio riconoscimento salme nella sede della provincia.[20] Il 3 dicembre 1963, incaricò il geologo Michele Gortani, affiancato da un collegio di esperti, di eseguire i primi accertamenti sulla frana e sulle influenze del bacino artificiale.

Il 14 febbraio 1964, formulò le sue accuse e trasmise gli atti dell'indagine giudiziaria in corso al giudice istruttore Mario Fabbri perché procedesse all'istruttoria formale contro gli imputati, accusati di cooperazione in disastro colposo di frana aggravata dalla previsione dell'evento, cooperazione in disastro colposo di inondazione, cooperazione in omicidio e lesioni colpose plurimi.

Il 21 maggio 1967, con Fabbri e alcuni avvocati della difesa e della parte civile, raggiunse la scuola nazionale di geologia applicata dell'università di Nancy, dove il direttore Marcel Roubault, a capo della commissione di periti, condusse le nuove simulazioni su modellino della frana. Il 23 novembre 1967, depositò la sua requisitoria, dove determinò gravi responsabilità dei tecnici della Sade-Enel e dei funzionari ministeriali, con l'aggravante della prevedibilità dell'evento fin dal 1960. Non emise nessun mandato di cattura.[21][22][23][24]

Gli ultimi anni modifica

Nell'ottobre 1967, fu promosso consigliere della Corte d'appello di Belluno e confermato nella carica allora ricoperta.[25] Nel marzo 1972, a sua domanda, gli fu conferito l'ufficio direttivo di presidente del tribunale di Belluno per sostituire Mario Alborghetti, trasferito alla sede più importante di Venezia.[13][26][27]

Collocato a riposo, morì di malattia a Belluno il 24 settembre 1991 ed è sepolto nel cimitero di Cusighe, insieme alla moglie.[2][28][29]

Vita privata modifica

Si sposò con Ester Soppelsa ed ebbe una figlia, Anna.[10][11][28][30][31]

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Italia: Ministero di grazia e giustizia, Bollettino ufficiale del Ministero di grazia e giustizia, 1940, p. 442.
  2. ^ a b Servizi cimiteriali del comune di Belluno, su servizicimiteriali.consorziobimpiave.bl.it. URL consultato il 6 marzo 2021.
  3. ^ Ministero delle finanze: Ragioneria generale dello Stato, Ruolo di anzianità del personale di ragioneria delle Intendenze di finanza, 1926, p. 58.
  4. ^ Ministero delle finanze: Ragioneria generale dello Stato, Ruolo di anzianità del personale di ragioneria delle Intendenze di finanza, 1930, p. 64.
  5. ^ Ministero delle finanze: Ragioneria generale dello Stato, Ruoli di anzianità del personale dipendente dalla Ragioneria generale dello Stato, 1940, p. 137.
  6. ^ Ministero delle finanze: Ragioneria generale dello Stato, Ruoli di anzianità del personale dipendente dalla Ragioneria dello Stato, 1943, p. 156.
  7. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni degli ufficiali, 1920, p. 1930.
  8. ^ Italia: Ministero di grazia e giustizia, Bollettino ufficiale del Ministero di grazia e giustizia, 1945, p. 258.
  9. ^ Italia: Ministero di grazia e giustizia, Bollettino ufficiale del Ministero di grazia e giustizia, 1942, pp. 228, 254, 312-313, 355.
  10. ^ a b Ministero di grazia e giustizia, Ruolo di anzianità della magistratura: anno 1960, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1960, p. 114.
  11. ^ a b Italia: Ministero di grazia e giustizia, Ruolo di anzianità della magistratura: anno 1964, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1964, p. 103.
  12. ^ Il mondo giudiziario quindicinale di cultura giuridica e di informazioni di vita giudiziaria, 1946, pp. 107, 151, 327.
  13. ^ a b Bellunesi (PDF), su centrostudialetheia.it, luglio 2019. URL consultato l'11 marzo 2020.
  14. ^ La sera andavamo in via Mezzaterra, su corrierealpi.gelocal.it, 1° giugno 2008. URL consultato il 24 marzo 2024.
  15. ^ La Gioielleria Bacchetti compie 100 anni, «ma mi ricordo ancora quel furto...», su ilgazzettino.it, 5 aprile 2023. URL consultato il 24 marzo 2024.
  16. ^ Roberto De Nart, I soldi della contessa: Pedavena, 4 maggio 1945: sequestro, rapina e uccisione di Martha Kusch, 2020.
  17. ^ Una arringa per Longarone - Odoardo Ascari, su vajont.info. URL consultato il 12 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2016).
  18. ^ Reberschak, pp. 288-367.
  19. ^ Reberschak, p. 553.
  20. ^ Gianni Favero, Vajont. Una tragedia italiana, Corriere della Sera, 2013, p. 29.
  21. ^ Sandro Canestrini, Vajont: genocidio di poveri, Cierre, 2003, p. 8.
  22. ^ Franca Modesti, Emigranti bellunesi dall'800 al Vajont: sfruttamento, burocrazie, culture popolari, F. Angeli, 1987, p. 235.
  23. ^ Un'aria stranamente gelida. Dalla requisitoria del pubblico ministero, su storiamestre.it, 9 ottobre 2013. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  24. ^ Cronologia processuale Vajont, su vajont.info. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2011).
  25. ^ Una casa per loro (PDF), su centrostudialetheia.it, febbraio 2019. URL consultato il 23 gennaio 2020.
  26. ^ Istituto poligrafico dello Stato, Il Consiglio superiore della magistratura, volume 2, 1972, p. 60.
  27. ^ Segretariato generale della Camera dei deputati, Annuario parlamentare, 1977, p. 752.
  28. ^ a b Due donazioni per la «Cucchini», su ricerca.gelocal.it, 12 marzo 2004. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  29. ^ Rassegna degli archivi di Stato (PDF), su 2.42.228.123, 2014. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  30. ^ Morti 2004 - Soppelsa Ester - 442329, su necrologie.corrierealpi.gelocal.it, 14 febbraio 2004. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  31. ^ Ruolo di anzianità del personale dell'amministrazione centrale e delle cancellerie e segreterie giudiziarie (PDF), su rda.ipzs.it, 1º gennaio 2005. URL consultato il 2 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2017).
  32. ^ Medaglia di bronzo al merito della pubblica finanza, su quirinale.it. URL consultato il 23 gennaio 2020.
  33. ^ Italy: Direzione generale dell'agricoltura, Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, 1966, pp. 2166-2167.
  34. ^ Ottobre 1984: Riconoscimento di benemerenza della sala di cultura "De Luca" di Borgo Pra, su radiopiu.net, 23 settembre 2022. URL consultato il 26 febbraio 2024.
  35. ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, serie generale, 1993, p. 20.
  36. ^ GU Serie Generale n.173 del 24-07-1992, su gazzettaufficiale.it, 24 luglio 1992. URL consultato il 23 gennaio 2020.
  37. ^ Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato l'11 marzo 2020.

Bibliografia modifica

  • Maurizio Reberschak, Il grande Vajont, 2013ª ed., Cierre, Immagini.

Voci correlate modifica