La Balair era una compagnia aerea svizzera fondata nel 1925 ed operativa fino al 17 marzo 1931 quando, fondendosi con la Ad Astra Aero, diede origine alla Swissair[1]. Successivamente la Swissair, che aveva conservato la proprietà del marchio, decise di investire nuovamente nell'azienda riprendendo il servizio di linea dal 1959 e mantenendolo fino alla sua dissoluzione, nel 1993, confluita in un'altra sussidiaria del gruppo, la Compagnie de Transport Aérien (CTA), per formare la Balair CTA. Nel 2001, con il fallimento Swissair, subirono la stessa sorte anche le sue sussidiarie cessando di esistere: la Balair si ricostituì come Belair.

Balair
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Fondazione1925 - 17 marzo 1931[1], poi in attività come sussidiaria Swissair dal 1953
Chiusura2001
Sede principaleZurigo
GruppoSwissair
SettoreTrasporto
Prodottitrasporti aerei
Compagnia aerea standard
Codice IATABB
Codice ICAOBBB
Indicativo di chiamataBALAIR
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Storia modifica

Nella storia dell'aviazione commerciale svizzera ci sono due realtà aziendali che hanno avuto come denominazione Balair. La prima fu operativa nel periodo tra il 1925 ed il 1931 fino alla sua unione con la Ad Astra Aero, dando origine ad una delle più note compagnie di bandiera a livello mondiale, la Swissair[1].

La seconda realtà è attribuita ad un'azienda che cominciò la sua attività nel 1953 come scuola di volo per nuovi piloti e per l'allenamento di quelli già dotati di brevetto. In seguito diventò una compagnia aerea a tutti gli effetti intraprendendo un'attività di trasporto aereo con l'acquisto del bimotore di produzione britannica Vickers VC.1 Viking. Da quel momento la Swissair decise di investire capitale nella compagnia, dotandola di un nuovo velivolo acquistato con i propri fondi, il Douglas DC-4. Durante questo periodo la Balair si occupò specificatamente di voli charter rimanendo nel settore per molti anni a seguire. Nel 1960 rinnovò il proprio parco velivoli acquistando un più capiente quadrimotore Douglas DC-6.

Il normale servizio di linea cominciò nel 1965 con collegamenti interni tra Basilea, Ginevra e Berna, affacciandosi anche al settore internazionale collegando la seppur vicina Francoforte, in Germania. Negli anni sessanta i DC-4 vennero progressivamente sostituiti dai più moderni turboelica della famiglia Fokker F27.

I primi velivoli dotati di propulsione a getto ad entrare in servizio furono i Convair 990 Coronado ed i Douglas DC-9-32 seguiti dal Douglas DC-8-63 con il quale inaugurò nuove rotte internazionali collegando il territorio svizzero con Colombo, nello Sri Lanka, Bangkok, in Thailandia e Rio de Janeiro, in Brasile. la successiva espansione della compagnia si ebbe nel 1974 quando si inaugurarono le nuove rotte con gli Stati Uniti d'America e cinque anni più tardi con l'acquisto di nuovi Douglas DC-10-30.

L'azienda si convertì totalmente alla propulsione a getto nel 1982 e nel 1986 i velivoli principali della flotta erano costituiti dagli Airbus A310-325 e McDonnell Douglas MD-80. Successivamente, nel 1993, la Swissair, proprietaria del pacchetto azionario di maggioranza, ne decise la fusione con un'altra società da lei controllata, la Compagnie de Transport Aerien (CTA) dando origine alla nuova realtà aziendale BalairCTA.[2]

La denominazione aziendale si trasformò in Belair Airlines AG dopo la scomparsa del gruppo Swissair.

Flotta modifica

Anni venti modifica

  Svizzera
  Germania

Periodo Swissair modifica

dati tratti da Rzjets.net[3] tranne dove indicato:

  Francia
  Paesi Bassi
  Regno Unito
  Stati Uniti
  Unione europea

Note modifica

  1. ^ a b c (DE) Ad Astra AG; Schweizerische Luftverkehrs-Aktiengesellschaft Zürich, in Ad Astra-Aero, http://adastra-aero.com/4557.html. URL consultato il 4 febbraio 2009.
  2. ^ BI Hengi. Airlines Remembered. Publisher Midland Publishing.
  3. ^ (EN) Balair CTA [collegamento interrotto], in Rzjets.net, http://rzjets.net/home/index.php. URL consultato il 4 febbraio 2009.
  4. ^ (EN) Rob Mulder, Deutscher Aero Lloyd AG (1923-1926) [collegamento interrotto], in European Airlines, http://www.europeanairlines.no/. URL consultato il 4 febbraio 2009.
  5. ^ (EN) Rob Mulder, KLM and the Fokker F.II and F.III [collegamento interrotto], in European Airlines, http://www.europeanairlines.no/. URL consultato il 4 febbraio 2009.

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