Chiesa di Santa Lucia (Serravalle di Chienti)

chiesa di Serravalle di Chienti

La chiesa di Santa Lucia è la parrocchiale di Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata e arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche[1][2]; fa parte della vicaria di Pieve Torina.

Chiesa di Santa Lucia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàSerravalle di Chienti
IndirizzoVia Santa Lucia - Serravalle di Chienti
Coordinate43°04′19.85″N 12°57′04.32″E / 43.07218°N 12.9512°E43.07218; 12.9512
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Lucia Vergine e Martire
Arcidiocesi Camerino-San Severino Marche

Storia modifica

Probabilmente l'originaria cappella serravallese sorse nel XII secolo, sebbene la primitiva cappella affrescata sia stata realizzata nel Duecento[1].

Nel Cinquecento la chiesa venne abbellita dagli affreschi eseguiti dai fratelli Simone e Giovanni Francesco de Magistris, mentre nel secolo successivo furono realizzate alcune altre tele[1].

L'edificio venne interessato da un intervento di restauro e di rimaneggiamento nell'Ottocento[3].

La parrocchiale riportò diversi danni durante l'evento sismico del 1997 e dovette pertanto essere ripristinato nel 2000; in quest'occasione si provvide, inoltre, ad adeguarla alle norme postconciliari, con l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea[1].

A causa della sequenza sismica del 2016-17 la chiesa venne lesionata nuovamente[1].

Descrizione modifica

Esterno modifica

La facciata a capanna della chiesa, rivolta a ponente, presenta in basso un rivestimento in pietra, mentre sopra è caratterizzata da laterizi, inquadrati in una cornice anch'essa in pietra; al centro si apre il portale d'ingresso, sormontato dal rosone, mentre a coronamento del prospetto v'è il timpano di forma triangolare[1].

Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, costruito nel Cinquecento; la cella presenta su ogni lato un'apertura a tutto sesto ed è coperta dal tetto a padiglione in coppi[1].

Interno modifica

L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, le cui pareti sono scandite da lesene, sopra le quali si imposta la volta a botte in camorcanna, suddivisa in quattro campate, di cui più lunghe e due più corte; alle pareti laterali sono altari lignei intagliati recanti tele cinque-seicentesche. In controfacciata vi è la cantoria, sulla quale è alloggiato l'organo settecentesco, di costruttore ignoto.[1] Al termine della navata si sviluppa il presbiterio, rialzato di un gradino, introdotto dall'arco santo a sesto ribassato e chiuso dall'abside intradossata di forma circolare, sulla cui parete si aprono due porte che conducono alla cappella feriale[1].

Dietro l'abside, in posizione ortogonale ad essa, si trova la cappella feriale, aggiunta all'edificio originario del XII secolo nel Quattrocento e in seguito funzionante quale oratorio autonomo.[4] L'ambiente, composto di due campate con copertura a volta, si presenta ornato da affreschi: nelle strombature dell'arco di accesso sono dipinti murali venuti alla luce in occasione dei restauri della fine degli anni ottanta del secolo scorso, attribuibili a Giovanni Angelo D'Antonio, recanti la data 1465 e raffiguranti la Madonna col Bambino, San Benedetto, San Bernardino da Siena.[5] Nella parete di fronte all'ingresso è invece un affresco con la Madonna in trono col Bambino e i Santi Rocco, Lucia, Giovanni Battista e Sebastiano di un artista forse umbro dei primi anni del XVI secolo. Più tardi, forse tra 1562 e 1565 circa, l'ambiente fu decorato anche da affreschi dei fratelli Simone e Giovanni Francesco de Magistris, in cui si notano elementi formali romani, specialmente raffaelleschi.[6] Nella parete di fondo, in una nicchia, è rappresentata in qualità di pala d'altare la Crocifissione, firmata e datata 156...? (l'ultima cifra non è leggibile ma è probabilmente 1565),[7] da ascriversi a Simone, per l'ampiezza compositiva, la sicurezza della costruzione prospettica e per la gamma cromatica, alternante toni accesi e luminosi e cromie scure. Nella vela soprastante la Crocifissione è invece l'Eterno in gloria e nelle altre vele, entro medaglioni, l'Ultima Cena, la Resurrezione e l'Ascensione, attribuibili, per la inferiore qualità, alla mano del meno dotato fratello.[8]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa di Santa Lucia <Serravalle di Chienti>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 22 aprile 2022.
  2. ^ BeWeB.
  3. ^ Chiesa di Santa Lucia - Serravalle di Chienti (MC), su luoghidelsilenzio.it. URL consultato il 22 aprile 2022.
  4. ^ Pietro Amato, Simone de Magistris. Picturam et sculturam faciebat, Campobasso, 1996, pag. 86.
  5. ^ Pittori a Camerino nel Quattrocento, catalogo di mostra a cura di A. De Marchi, Jesi 2002, pag. 342.
  6. ^ Daniele Minutoli, Serravalle del Chienti, collegiata di Santa Lucia: cenni sulla formazione di Simone de Magistris, in Capriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita., catalogo di Mostra, Macerata, 2017, pag. 231 - 232.
  7. ^ D. Minutoli, Cit., n. 2, pag. 232.
  8. ^ Maria Giannatiempo Lopez, Simone e Giovan Francesco De Magistris, Ciclo della Pasqua con figure di Sibille e Profeti, in Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 281 - 283.

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