Diocesi di Namur

diocesi della Chiesa cattolica in Belgio

La diocesi di Namur (in latino: Dioecesis Namurcensis) è una sede della Chiesa cattolica in Belgio suffraganea dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles. Nel 2021 contava 508.600 battezzati su 783.576 abitanti. È retta dal vescovo Pierre Warin.

Diocesi di Namur
Dioecesis Namurcensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles
 
Mappa della diocesi
 
VescovoPierre Warin
Vescovi emeritiRémy Victor Vancottem
Presbiteri379, di cui 249 secolari e 130 regolari
1.341 battezzati per presbitero
Religiosi169 uomini, 356 donne
Diaconi49 permanenti
 
Abitanti783.576
Battezzati508.600 (64,9% del totale)
StatoBelgio
Superficie8.105 km²
Parrocchie730 (30 vicariati)
 
Erezione12 maggio 1559
Ritoromano
CattedraleSant'Albano
Santi patroniAlbano da Magonza
(21 giugno)
Indirizzo1 Rue de l'Évêché, B-5000 Namur, Belgique
Sito webwww.diocesedenamur.be
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Belgio
L'antico palazzo episcopale di Namur, confiscato durante la rivoluzione francese, è oggi sede della provincia di Namur.
L'abbazia benedettina dei Santi Pietro e Paolo a Saint-Hubert, fondata nel VII secolo.
L'abbazia di Chevetogne.

Territorio modifica

La diocesi di Namur è la più vasta, ma anche la meno popolata del Belgio. Comprende le province di Namur e di Lussemburgo, ed il suo territorio include alcuni dei posti più belli delle Ardenne e della valle della Mosa. Il relativo carattere rurale e turistico del territorio è quindi predominante.

Sede vescovile è la città di Namur, dove si trova la cattedrale di Sant'Albano. Nel territorio diocesano si trovano anche il santuario diocesano di Notre-Dame-de-Foy, e le basiliche minori di Notre Dame d'Orval, di Saint-Benoît di Maredsous, dei Santi Pietro e Paolo a Saint-Hubert, di San Materno (o di Notre-Dame) a Walcourt, e di Notre-Dame au Coeur d'Or a Beauraing. Inoltre la diocesi ospita anche l'abbazia di Chevetogne, importante centro di studi sull'ecumenismo nella Chiesa cattolica.

Il territorio diocesano si estende su 8.105 km² ed è articolato in otto regioni pastorali, trenta decanati e 730 parrocchie.

Storia modifica

Nel XVI secolo, per meglio contrastare la riforma protestante, nonché per risolvere annose questioni di carattere politico e linguistico, i Paesi Bassi e i Paesi Bassi del Sud subirono una sostanziale modifica della geografia ecclesiastica, che era rimasta immutata fin dall'epoca carolingia. Con la bolla Super universas del 12 maggio 1559, papa Paolo IV riorganizzò le circoscrizioni ecclesiastiche della regione ed istituì quattordici nuove diocesi, tra cui la diocesi di Namur, resa suffraganea dell'arcidiocesi di Malines.

L'11 marzo 1561, con la bolla Ex iniuncto nobis, papa Pio IV definì i confini della nuova diocesi, stabilì la suddivisione in decanati con le rispettive parrocchie e assegnò la dotazione per il mantenimento del vescovo. La nuova diocesi fu ricavata in larga parte dal territorio della diocesi di Liegi ed in minima parte, una quindicina di parrocchie, dalla diocesi di Cambrai.[1]

Primo vescovo fu il domenicano Antoine Havet, che organizzò la nuova diocesi ed istituì il seminario diocesano nel 1569; l'odierno edificio, che accoglie gli studenti di teologia delle diocesi francofone del Belgio, fu edificato dal vescovo Jean Wachtendonck ed inaugurato nel 1656. Durante l'episcopato di Thomas de Strickland, tra il 1728 ed il 1732, fu costruito il nuovo palazzo episcopale, confiscato durante la rivoluzione francese e trasformato in sede per differenti amministrazioni pubbliche.

Il vescovo Paul de Berlo de Franc-Douaire dette avvio alla ricostruzione dell'antica cattedrale, edificata nell'XI secolo, ma divenuta troppo piccola per le esigenze di culto; la posa della prima pietra avvenne il 24 giugno 1751, e la consacrazione solenne della nuova cattedrale si celebrò il 20 settembre 1772 ad opera del vescovo Ferdinand-Marie de Lobkowitz.[2]

Inizialmente suffraganea di Cambrai, in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi di Namur divenne suffraganea di Malines. Con la medesima bolla, il territorio diocesano venne fatto coincidere con il dipartimento francese, oggi non più esistente, di Sambre-et-Meuse.

Il concordato fu contestato dal vicario capitolare Stevens, che da un rifugio segreto invitava il clero a disobbedire. Dopo l'elezione di un vescovo francese, alcuni sacerdoti si strinsero attorno a Stevens e si dissero stevenisti. Le dimissioni del vescovo nel 1803 non mutarono la situazione. Lo scisma durò fino al 1814.[3]

Con un decreto della Santa Sede del 30 luglio 1823[4], fu unito alla diocesi tutto il Lussemburgo[5], che prima apparteneva alla diocesi di Metz. Il 2 giugno 1840, con la proclamazione dell'indipendenza del granducato di Lussemburgo, la diocesi cedette quel territorio a vantaggio dell'erezione dei vicariato apostolico del Lussemburgo, oggi arcidiocesi.

Con un altro decreto vaticano del 18 maggio 1842[6], che impose alcuni scambi di parrocchie fra le diocesi di Namur e di Liegi per far coincidere i loro territori con quelli delle province civili, la diocesi di Namur assunse quella fisionomia territoriale che conserva tutt'oggi.[7]

Dal 1866 il diritto di elezione del vescovo, in precedenza privilegio del capitolo della cattedrale, fu riservato al papa.[3]

Tra il 1932 ed il 1933, il villaggio di Beauraing fu interessato da apparizioni mariane, riconosciute ufficialmente dalla Santa Sede il 2 febbraio 1943.[8] La vergine di Beauraing, conosciuta con il nome di Notre-Dame au Coeur d'Or, ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II nel 1985.

Durante la seconda guerra mondiale, alcuni preti della diocesi entrarono nella resistenza; qualcuno fu messo a morte, altri vennero condannati alla prigionia. Tra questi si distinsero Joseph André, riconosciuto come giusto tra le nazioni nel 1967, e Arthur Georges, morto nel campo di prigionia di Siegburg nel 1944.[9]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Istituti religiosi presenti in diocesi modifica

Nel 2013, contavano case in diocesi le seguenti comunità religiose:[10]

Statistiche modifica

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 783.576 persone contava 508.600 battezzati, corrispondenti al 64,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 569.000 569.568 99,9 1.906 1.252 654 298 1.202 3.380 731
1970 596.057 602.987 98,9 1.550 1.078 472 384 1 919 2.553 738
1980 596.020 611.791 97,4 1.295 878 417 460 22 766 2.055 742
1990 580.000 642.324 90,3 1.002 661 341 578 36 666 1.533 742
1999 590.000 682.000 86,5 810 598 212 728 53 402 872 742
2000 590.000 682.000 86,5 805 593 212 732 52 403 872 742
2001 592.000 685.000 86,4 771 564 207 767 51 394 857 732
2002 550.000 695.000 79,1 842 570 272 653 55 452 857 742
2003 550.000 698.000 78,8 823 551 272 668 57 452 921 742
2004 550.000 700.000 78,6 804 532 272 684 58 448 921 742
2013 568.000 751.000 75,6 695 423 272 817 66 446 536 743
2016 500.000 765.000 65,4 667 395 272 749 59 446 536 743
2019 504.000 776.000 64,9 370 251 119 1.362 56 205 536 743
2021 508.600 783.576 64,9 379 249 379 1.341 49 169 356 730

Note modifica

  1. ^ François Jacques, op. cit., pp. XV e XXII.
  2. ^ Dal sito web Archiviato il 9 febbraio 2015 in Internet Archive. della cattedrale di Namur.
  3. ^ a b Catholic Encyclopedia.
  4. ^ De Namur à Luxembourg, 1559-2009.
  5. ^ Comprensivo di quelli che costituiranno successivamente la Provincia di Lussemburgo, tuttora parte della diocesi, e il Granducato di Lussemburgo.
  6. ^ Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. VIII, col. 728.
  7. ^ Alcune leggeri modifiche territoriali furono introdotte ancora nel 1903 e nel 1977.
  8. ^ Profezie per il terzo millennio. Le apparizioni e i messaggi di Beauraing.
  9. ^ Dal sito web Archiviato il 16 febbraio 2015 in Internet Archive. della diocesi.
  10. ^ La vie religieuse, su diocesedenamur.be. URL consultato il 12 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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