La diocesi di Treia (in latino Dioecesis Treiensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica in Italia.

Treia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Treiensis
Chiesa latina
Sede titolare di Treia
Arcivescovo titolareGermano Penemote
Istituita2022
StatoItalia
RegioneMarche
Diocesi soppressa di Treia
Eretta8 febbraio 1817
Ritoromano
CattedraleSantissima Annunziata
Soppressa30 settembre 1986
sede soppressa e unita alla diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, il cui nome è stato modificato in diocesi di Macerata nel 2022
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Territorio modifica

La diocesi comprendeva il solo comune di Treia, nelle Marche, dove fungeva da cattedrale la chiesa della Santissima Annunziata.

Al momento della piena unione con la diocesi di Macerata, nel 1986, la diocesi di Treia comprendeva 6 parrocchie:[1]

  • la cattedrale
  • San Lorenzo (frazione omonima)
  • Santa Lucia (frazione Camporota)
  • Santa Maria in Selva (frazione omonima)
  • Santi Vito e Patrizio (frazione di Chiesanuova)
  • Sant'Ubaldo (frazione di Passo di Treia).

Storia modifica

Treia è un'antica città, che fu municipium in epoca romana e probabilmente sede vescovile, come attestano gli storici Colucci[2] e Cappelletti, anche se non sono stati tramandati nomi di vescovi. Con le invasioni dei Longobardi il Piceno fu devastato ed il territorio di Treia passò sotto la giurisdizione ecclesiastica della diocesi di Camerino.

La diocesi di Treia fu eretta l'8 febbraio 1817 con la bolla Pervetustam locorum di papa Pio VII ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Camerino, ai cui arcivescovi fu concessa in amministrazione perpetua. Primo amministratore fu l'arcivescovo Nicola Mattei Baldini, a cui si deve la costruzione del seminario nel 1837.[3]

A causa della distanza da Camerino, il 4 novembre 1913 la diocesi fu concessa in amministrazione ad nutum Sanctae Sedis al vescovo di San Severino Marche Adamo Borghini.[4] L'unione divenne definitiva il 20 febbraio 1920 con la bolla Boni Pastoris di papa Benedetto XV: i vescovi di San Severino, infatti, mantennero l'amministrazione perpetua di Treia fino al 1966, anno in cui anche la sede di San Severino restò vacante; da allora la diocesi di Treia fu affidata in amministrazione per dieci anni ai vescovi o agli amministratori apostolici di Macerata e Tolentino.[5]

L'11 febbraio 1976 Francesco Tarcisio Carboni fu nominato vescovo di Treia, di Macerata e Tolentino, di Recanati e di Cingoli, che furono così unite in persona episcopi;[6] con questa nomina ebbe formalmente termine l'unione di Treia con San Severino Marche.

Il 25 gennaio 1985, con il decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, Treia fu unita aeque principaliter con le sedi di Macerata, Tolentino, Recanati e Cingoli.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della medesima Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle cinque diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo.

Il 17 dicembre 2022 la diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia ha assunto il nome di "diocesi di Macerata", e Treia è diventata una sede vescovile titolare della Chiesa cattolica; dal 16 giugno 2023 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Germano Penemote, nunzio apostolico in Pakistan.

Cronotassi modifica

Vescovi modifica

  • Amministrazione perpetua degli arcivescovi di Camerino (1817-1913)
  • Amministrazione ad nutum Sanctae Sedis del vescovo di San Severino (1913-1920)
  • Amministrazione perpetua dei vescovi di San Severino (1920-1966)
  • Sede vacante (1966-1976)[5]

Vescovi titolari modifica

  • Germano Penemote, dal 16 giugno 2023

Note modifica

  1. ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, nº 274 del 25-11-1986, p. 19.
  2. ^ Delle antichità picene, Tomo II, Fermo, 1788, pp. 203-205.
  3. ^ Dal sito web della diocesi di Macerata.
  4. ^ Bolla Boni Pastoris.
  5. ^ a b Furono amministratori apostolici: dal 1966 al 1968, Silvio Cassulo, vescovo di Macerata e Tolentino; dal 1968 al 1969, Aurelio Sabattani, prelato di Loreto; dal 1969 al 1975, Ersilio Tonini, vescovo di Macerata e Tolentino; dal 1975 al 1976, Vittorio Cecchi, vescovo ausiliare di Macerata e Tolentino.
  6. ^ Tecnicamente, Macerata e Tolentino erano ancora unite aeque principaliter.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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