Ellenio Gallo

imprenditore e dirigente sportivo italiano

Ellenio Gallo (Padula, 1º gennaio 1923[1]Napoli, 31 maggio 2011) è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano.

Ellenio Gallo, 1994 circa

Biografia modifica

Imprenditore edile laureato in veterinaria,[2] si trasferì in Venezuela dove conseguì anche una laurea in medicina.[2] Tornato in Italia, nel 1968 viene chiamato dal suo concittadino Antonio Corcione a svolgere il ruolo di consigliere nel Napoli Calcio,[2] di cui acquistò anche un pacchetto di azioni,[3] e collaborò con il presidente Corrado Ferlaino anche in sede di calciomercato.[3]

Assunse la guida della società nel 1993 dopo 24 anni di gestione Ferlaino, il quale, pur restando in possesso del pacchetto di maggioranza del club, fu costretto a lasciare la poltrona di presidente per motivi giudiziari a seguito dello scandalo di Tangentopoli.[2] Cercò di coinvolgere altri imprenditori per garantire la sopravvivenza del club,[3] e nel 1994 il CdA del Napoli deliberò l'assegnazione di due quote azionarie paritarie, ciascuna del 46,5%, a Ellenio Gallo e a Ettore Setten, imprenditore veneto patron di Record Cucine, con Ferlaino relegato a socio di minoranza.[4] Un'ordinanza del tribunale civile annullò la delibera del CdA e nel 1995 Ferlaino acquisì nuovamente il controllo del club.[3][4]

Nonostante i problemi finanziari della società,[3] sotto la sua presidenza il Napoli conseguì un sesto posto nella stagione 1993-1994 (con Marcello Lippi allenatore) e un settimo posto l'anno seguente.[3]

Note modifica

  1. ^ La scheda di Ellenio GALLO, su 10maggio87.it. URL consultato il 30 novembre 2020.
  2. ^ a b c d Ferlaino non è più presidente ma resta padrone del Napoli, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 16 giugno 1993. URL consultato il 16 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ a b c d e f È morto Ellenio Gallo, presidente del Napoli dal 93' al 95', su calcionapoli24.it, 1º giugno 2011. URL consultato il 16 gennaio 2014.
  4. ^ a b La storia dal 1993 al 2004, su sscnapoli.it. URL consultato il 16 febbraio 2014.