Fausto Beretta (Ferrara, 28 febbraio 1898Mai Beles, 21 gennaio 1936) è stato un militare e musicista italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Fausto Beretta
NascitaFerrara, 28 febbraio 1898
MorteMai Beles, 21 gennaio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero monumentale della Certosa di Ferrara
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
RepartoI Gruppo battaglioni CC.NN.
GradoCapomanipolo
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Ferrara il 28 febbraio 1898, figlio di Pietro[N 1].[2] Arruolato nel Regio Esercito a partire dal maggio 1917, prese parte alla prima guerra mondiale in forza al 9º Reggimento bersaglieri.[1] Pochi mesi dopo venne promosso aspirante ufficiale passando in servizio al 38º Reggimento fanteria e nel 1918, col grado di tenente di complemento, fu assegnato all'11º Reggimento bersaglieri al comando del reparto lanciafiamme.[1] Congedato alla fine del conflitto, riprese i suoi studi di musica e di scultura.[1] Frequentò l'Istituto musicale "G. Frescobaldi", dove divenne in breve l'allievo prediletto del maestro Pellegrino Neri. Si diplomò successivamente con il massimo dei voti presso il Conservatorio "G. Rossini" di Pesaro.[3] Per la sua produzione di composizioni sentimentali melodiche ed i suoi cori a quattro voci maschili e misti, ottenne la direzione di famose corali cittadine, cioè la "Vincenzo Bellini" e l'Orfeonica, esibendosi nelle maggiori città italiane.[3] Diresse le bande di Codigoro, dove risiedette fino al 1931, Ospital Monacale, Voghenza, Rero di Tresigallo e Portomaggiore.[3] Fu insignito del diploma di Accademico in tromba[N 2] presso la Regia Accademia di Bologna, sostituendo spesso sia Vittore Veneziani che Gino Neri nella sua direzione.[3]

Nel 1929 fu nominato capo della banda musicale della 76ª Legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale col grado di capomanipolo.[1] Nel maggio 1935 fu richiamato in servizio attivo e con lo stesso grado partì volontario con i complementi destinati al gruppo CC.NN. dell'Eritrea.[1] Al suo sbarco a Massaua venne assegnato al I Gruppo battaglioni CC.NN. come comandante del reparto esploratori.[1] Partecipò alla guerra d'Etiopia e cadde in combattimento a Mai Beles il 21 gennaio 1936.[2] Per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze modifica

«Comandante del reparto esploratori di un gruppo battaglioni CC.NN.; e primo sempre in ogni rischiosa impresa, si portava a contatto col nemico per attirarlo in combattimento. Durante l’infuriare della battaglia, avuto l’ordine di proteggere dall’avversario incalzante una colonna di feriti che ripiegava verso le linee retrostanti, assolveva il suo compito con strenuo valore. Assalito da forze soverchianti, si arrestava per contenerle; perduti molti uomini, impugnava successivamente due mitragliatrici, riuscendo ad arginare gli assalitori. Esaurite le munizioni, imbracciava il moschetto e, trasfondendo nei superstiti il suo stesso ardore, infliggeva ulteriori perdite all’avversario, finché cadeva mortalmente colpito, salvando a sprezzo della sua vita quella di numerosi feriti. Mai Beles, 21 gennaio 1936.[4]»
— Regio Decreto 15 ottobre 1936.
«Comandante di una sezione lanciafiamme, precedeva i suoi uomini con una squadra di arditi, e presentatosi all'imboccatura di una caverna, vi catturava sette nemici dopo viva colluttazione. Colle Ambrosini, 28 dicembre 1917
«Comandante di una sezione lanciafiamme, chiedeva di concorrere volontariamente in un'azione ardita di compagnia, dimostrando ardimento e coraggio nell'impiego dei suoi apparecchi e coadiuvando personalmente per la resa di nuclei nemici che opponevano accanita resistenza. Cima Tre Pezzi, 22 dicembre 1917

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Di professione scalpellino del marmo, aveva la bottega collocata in Via Scienze, all'angolo con Via del Carbone.
  2. ^ Anche se suonò pure l'harmonium.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c d Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 139.
  3. ^ a b c d Ferrara nascosta.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Beretta, Fausto, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia modifica

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 139.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica