Ferrovia della Valle Brembana

linea ferroviaria italiana

La ferrovia della Valle Brembana era una ferrovia, elettrificata con l'inusuale sistema a corrente alternata 6000 V 25 Hz,[1] che fra il 1906 e il 1966[1] collegava la città di Bergamo con Piazza Brembana attraverso l'omonima valle.

Ferrovia Valle Brembana
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioBergamo
FinePiazza Brembana
Attivazione1906 (Bergamo-San Pellegrino Terme)
1926 (San Pellegrino Terme-Piazza Brembana)
Soppressione1966
Riattivazione2026 (prevista), tramite realizzazione di tranvia Bergamo-Villa d'Almè
GestoreSAB
Precedenti gestoriFVB
Lunghezza41 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazione6000 V CA, 25 Hz
Ferrovie

Storia modifica

 
Il piazzale della Stazione di Bergamo negli anni venti

Allo scopo di avviare lo sfruttamento su grande scala delle terme presenti nell'alta Valle Brembana, nel 1902 fu inaugurato a San Pellegrino un vasto complesso completo di stabilimento balneare, casinò e Grand Hotel e servito dalla funicolare di San Pellegrino. I relativi edifici vennero edificati nello stile Liberty tipico dell'epoca, su progetto dell'architetto Romolo Squadrelli.[2]

Il medesimo artista fu ingaggiato per disegnare gli edifici di stazione di una nuova ferrovia che avrebbe servito la mobilità della valle.[2] Il progetto della ferrovia derivava dai primi studi in tal senso, effettuati dal 1885 a cura della deputazione provinciale, la quale il 15 marzo 1903 ottenne la relativa concessione governativa. L'opera venne subconcessa alla neocostituita Società Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB) il 15 ottobre dello stesso anno.[3]

Promossa e realizzata grazie a capitali privati, fra i quali quelli messi a disposizione dalla Banca bergamasca di depositi e conti correnti,[4] il primo tratto della ferrovia, lungo 25,92 km da Bergamo a San Pellegrino Terme venne aperto il 1º luglio 1906, seguito l'ottobre successivo da un breve prolungamento fino a San Giovanni Bianco.[2]

 
Copertina del pieghevole stampato nel 1906

Nata come ferrovia turistica, la FVB alimentava anche un cospicuo traffico merci attraverso i numerosi raccordi, ben 54, che la collegavano alle industrie della zona: oltre alle celebri acque minerali di San Pellegrino Terme e Terme della Bracca di Ambria, sulla linea transitavano le merci delle cartiere Cima di San Giovanni Bianco, i marmi della Val Parina, la fluorite, il legname proveniente dall'alta valle (caricato nei raccordi di Lenna e Piazza Brembana), i prodotti del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d'Almè, i materiali prodotti dalla Società del Gres a Petosino, lo zucchero della ditta Sibella a Paladina e dalla cava di Brembilla.[5]

Nel corso del 1918, nella compagine societaria a capitali belgi che gestiva la ferrovia della Valle Seriana subentrò una società bergamasca, la quale si fuse con quella che eserciva la linea della valle Brembana, pur mantenendo distinti i due esercizi contrassegnati dalle sigle "FVB" ed "FVS".[6] A causa delle difficoltà economiche legate alla prima guerra mondiale, e con l'obiettivo di dare lavoro ai reduci, il tratto successivo di 11 km, fino all'allora San Martino de' Calvi Nord (odierna Piazza Brembana), fortemente voluto da Bortolo Belotti e concesso già il 30 giugno 1919,[7], venne inaugurato sette anni più tardi, il 31 luglio 1926.[2]

 
Il caratteristico viadotto di Lenna, nel 1950

Nel 1950 il traffico passeggeri risultava ancora elevato, tanto che fino al 1960 venne istituita una coppia di treni diretti estivi verso Milano effettuata con automotrici FS, che a Bergamo venivano scissi in due sezioni instradate rispettivamente da/per Clusone e San Martino de' Calvi (il cambio di nome in Piazza Brembana risale al 1956). Nella valle Brembana le fermate intermedie effettuate erano quelle di Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco.[8]

 
Orario del 1945

Alla fine degli anni cinquanta a fianco del servizio ferroviario furono istituiti, inizialmente solo nelle ore di morbida, servizi automobilistici paralleli alla ferrovia; nell'orario del 1964 i servizi con autobus rappresentavano la maggior parte delle corse (20 coppie di autobus e 6 coppie di treni) effettuate ogni giorno.

Nel quadro di una politica di investimenti non favorevole allo sviluppo del trasporto su ferro e dei gravi problemi infrastrutturali della ferrovia, in particolare della galleria della Morla, la ferrovia venne chiusa il 17 marzo 1966 e sostituita integralmente da un servizio di autobus gestito dalla Società Autoferrovie Bergamo, che era nel frattempo subentrata alle due società ferroviarie delle valli bergamasche, sorte che subì dopo pochi mesi anche la linea della valle Seriana.

Negli anni 2000 gran parte del tracciato della ferrovia da Zogno a Piazza Brembana è stato utilizzato per la costruzione della pista ciclabile[1] denominata "Ciclovia Valle Brembana".

Per la tratta Bergamo-Villa d'Almè è invece in programma la ricostruzione come tranvia-Bergamo Villa d'Almé, analogamente alla tranvia Bergamo-Albino. L'accordo per la relativa progettazione è stato siglato dagli enti locali interessati nel maggio 2016 e prevede una linea di 9,2 km con 12 stazioni, dal costo di 103 milioni di euro, servita da una flotta di 11 tram distribuita fra i depositi di Ranica e Villa d'Almè.[9]

I lavori sono iniziati tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, con conclusione prevista tra giugno e settembre 2026.[10]

Caratteristiche modifica

La ferrovia, a singolo binario a scartamento ordinario, era lunga complessivamente 40,663 km[11] ed era elettrificata alla tensione di 6.000 V in corrente alternata a 25 Hz.

La scelta di tale sistema era legata alle forti livellette impegnate e alla presenza di numerose gallerie durante il percorso, poco compatibili con la trazione a vapore per una clientela di élite, nonché alla possibilità di impiantare e sfruttare per l'alimentazione della linea aerea una centrale idroelettrica realizzata a San Giovanni Bianco, la quale venne realizzata, come tutti gli impianti elettrici della linea, dalla Westinghouse[12].

Percorso modifica

Stazioni e fermate
   
0+000 Piazza Brembana (già San Martino de' Calvi nord)
   
Sottopasso di Piazza Brembana
   
Galleria
   
   
2+412 Lenna (già San Martino de' Calvi sud)
   
Ponte sul Brembo di Mezzoldo
   
Ponte
   
   
Galleria
   
Galleria
   
Ponte sul Valle Tecchia
   
Galleria
   
7+910 Camerata Cornello
   
Galleria Sotto il Cornello
   
Galleria
   
Centrale idroelettrica "Ferrovia Elettrica Valle Brembana"
   
Sottopassaggio di Ronchi
   
Galleria di San Giovanni Bianco
   
Ponte sull'Enna
   
10+639 San Giovanni Bianco
   
Ponte sul Val Grande
   
Ponte delle Tre Croci
   
Galleria Callameri
   
Galleria Sangallo
   
Galleria Antea
   
Ponte sul Valle Asenera
   
Sottopassaggio di Antea
   
Galleria di San Pellegrino Sud
   
Ponte sul Salvarizza
   
14+743 San Pellegrino-Terme
   
PL di Piazza Granelli
   
Sottopassaggio Rosmini
   
15+507 San Pellegrino
   
Ponte sul Brembo
   
Sottopasso di Ambria
   
PL di Ambria
   
18+865 Ambria-Fonte Bracca
   
Sottopassaggio di Trefontane
   
Ex casello Ferroviario
   
PL di Via Pietro Ruggeri
   
21+153 Zogno
   
Ponte sul Canale Carubbo
   
Ponte sul canale ENEL
   
23+843 Brembilla-Grotte
   
Galleria di Brembilla Sud
   
Ponte sul Brembilla
   
Ponte sul Brembo
   
Galleria di Sedrina Nord
   
24+905 Sedrina
   
Galleria di Sedrina Sud
   
Sottopasso della Cementeria
   
   
Ponte sullo Scagnola
   
Galleria Maivista
   
Ponte sul Giongo
   
Galleria di Campana
   
Galleria del Camel
   
27+927 Clanezzo-Botta
   
Sottopasso delle Fornaci
   
Galleria del Ghisleno
   
Galleria Ventolosa
   
29+249 Villa d'Almè
   
PL di Via Fratelli Calvi
   
Sottopassaggio
   
Ponte sul Rino
   
Sottopassaggio
   
30+207 Almè
   
PL di Via Angelo Gotti
   
SS470dir
   
31+163 Paladina-Sombreno
   
32+962 Petosino
   
Ponte sul Rigos
   
Ponte sul Canale del Gres
   
Ponte sulla Quisa
   
Ponte sulla Morla
   
Galleria della Morla
   
34+728 Ponteranica-Sorisole
   
PL di Pontesecco
   
35+608 Pontesecco
   
Sottopassaggio
   
36+577 Valtesse
   
Ponte di Pietra
   
PL di Viale Giulio Cesare
   
Ponte sulla Roggia-Serio
   
38+499 Borgo Santa Caterina-Redona
     
 
   
per Albino e per Clusone
     
39+024 San Fermo
     
39+793 Borgo Palazzo
             
per Brescia
       
raccordo
       
40+633 Bergamo FVB Bergamo FVS / Bergamo FS
           
per Treviglio
       
per Lecco / Seregno
 
Scorcio in piena linea presso Lenna

Attestati a Bergamo presso una stazione posta a fianco di quella della ferrovia della Val Seriana, a lato della piazza su cui si affaccia anche la stazione di Bergamo FS, i treni impegnavano il caratteristico percorso urbano a binari affiancati in seguito occupato della tranvia. Lasciato sulla destra il bivio per Clusone i treni si dirigevano dunque verso nord ovest con un percorso analogo rispetto a quello della strada statale 470 della Valle Brembana.

 
I ponti di Sedrina

Aveva inizio da qui un percorso particolarmente ardito, caratterizzato da trenta gallerie e numerosi ponti, quindici dei quali di lunghezza superiore a 10 m e settantacinque di lunghezza inferiore[12].

 
La centrale elettrica di San Giovanni Bianco

A motivo della presenza di numerosi raccordi lungo il percorso, quasi tutte le località servite erano dotate di vere e proprie stazioni che oltre al binario di raddoppio disponevano di magazzino merci, binari di scalo e aste di manovra.

Fra gli scorci più caratteristici della linea figurava il complesso di ponti realizzati a Sedrina; uno di questi dava accesso direttamente a un tunnel il cui portale, inglobato in un edificio privato, era posto direttamente su una delle spallette.[6]

Materiale rotabile modifica

 
Locomotiva FVB 4, "box cab" della prima fornitura

Per la trazione dei propri treni, che sui convogli passeggeri prevedevano la presenza di lussuose carrozze a salone di prima classe prive di freni per evitare ai passeggeri rumori fastidiosi, furono acquistate quale dotazione d'origine un gruppo di cinque locomotive a carrelli del tipo "box cab" e rodiggio Bo'Bo' immatricolate come locomotive FVB 1-5[12].

Prima dell'entrata in servizio del materiale elettrico, tuttavia, la linea vide l'impiego regolare di cinque locomotive a vapore già impiegate per la costruzione della linea; si trattava di unità realizzate dalla Orenstein & Koppel, a due e tre assi, numerate 1-5, che nel 1931 passarono in carico alla ferrovia della Val Seriana[13].

Nel 1920-21 si aggiunsero due caratteristiche locomotive ordinate alcuni anni prima e consegnate dal TIBB (che nel frattempo aveva rilevato lo stabilimento Westinghouse di Vado Ligure) con parte meccanica di produzione Breda e immatricolazione FVB 11-12. Ulteriori due unità di tale tipo ordinate nel 1926 in occasione del prolungamento fino al capolinea definitivo, numerate 13-14, entrarono in servizio nel 1929; tali locomotive possedevano due carrelli motori a due assi azionati da un quinto asse cieco centrale, e disponevano di una cassa dotata di due avancorpi che valsero loro il soprannome di "coccodrilli del Brembo". Tali rotabili erano derivati da due prototipi consegnati alla ferrovia bavarese Freilassing-Berchtesgaden, disponevano di una potenza continuativa di 295 kW e raggiungevano una velocità massima di 40 km/h le prime due unità, di 45 km/h le altre due. La coloritura dei "coccodrilli", in origine nera, mutò negli anni cinquanta divenendo rosso mattone (invece le locomotive Cab Box, anch'esse inizialmente nere, vennero dipinte in isabella)[14].

 
Locomotiva FVB 11

Quale materiale trainato la FVB disponeva 2 vetture a salone di prima classe, 8 miste di prima e terza classe e 3 bagagliai, rotabili forniti dalla Carminati & Toselli consegnate nel 1906, cui negli anni successivi si aggiunsero ulteriori 7 carrozze di terza classe, 5 miste e 5 bagagliai. Completavano la dotazione 14 carri pianali, 25 carri chiusi e 5 a sponde alte, integrati nel tempo con ulteriori 23 carri chiusi. Solo nel 1943 si aggiunsero al parco 4 carri ex FS di tipo M[15].

Alle carrozze della dotazione originaria si aggiunsero, nel 1954, quattro rimorchiate Breda a carrelli di foggia analoga alle due automotrici e alla rimorchiata acquistate nello stesso periodo dalla FVS, a loro volta derivate dalle ALn 556 FS; alla chiusura della linea tali unità furono cedute alla società Mediterranea Umbro Aretina per l'esercizio sulla Ferrovia Centrale Umbra[16].

Note modifica

  1. ^ a b c Merisio, pp. 164-167.
  2. ^ a b c d G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 24.
  3. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 6.
  4. ^ Annuncio relativo al concordato preventivo della Banca pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 174 del 29 luglio 1932, su augusto.agid.gov.it (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2016)..
  5. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 7.
  6. ^ a b G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 28.
  7. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 8.
  8. ^ M. Cacozza, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 14.
  9. ^ (EN) Marco Cacozza, notizia su Today's Railways Europe, n. 249, settembre 2016, p. 16.
  10. ^ Eleonora Busi, Tram della Valle Brembana, ok alla progettazione esecutiva: lavori entro fine anno, su Prima Bergamo, 7 luglio 2023. URL consultato il 3 marzo 2024.
  11. ^ Ferrovia Bergamo (FVB) - Piazza Brembana. URL consultato nell'agosto 2016.
  12. ^ a b c G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 25.
  13. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., pp. 9-10.
  14. ^ G. Cornolò, I "coccodrilli" del Brembo, op. cit.
  15. ^ C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, op. cit., p. 11.
  16. ^ G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, op. cit., p. 30.

Bibliografia modifica

  • G. Cornolò, I "coccodrilli" del Brembo in Tutto Treno, n. 46, ottobre 1992, pp. 21-25.
  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, La ferrovia della valle Brembana, in Mondo Ferroviario, n. 64, ottobre 1991, pp. 6-13.
  • Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 15, aprile 2006, pp. 22-33.
  • Marco Cacozza, Le ferrovie delle valli bergamasche, in Tutto treno & storia, n. 31, aprile 2014, pp. 10-15.
  • Felice Riceputi, La ferrovia di Valle Brembana, in "Il sogno brembano. Industrializzazione e progresso sociale nella Valle Brembana del primo Novecento", Centro Storico Culturale Valle Brembana, novembre 2006, pp. 13-128.
  • Giulio Leopardi, Carlo Ferruggia, Luigi Martinelli, Treni e tramvie della Bergamasca, Clusone, Editrice Cesare Ferrari, 1988. ISBN non esistente
  • Luca Merisio e Antonio Polito, Indice delle illustrazioni, in Italia della nostra gente - Treni ad altra velocità, Roma, Ecra - Edizioni del Credito Cooperativo, 2023.

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