Istituto Ramazzini

L'Istituto Ramazzini è un centro per la ricerca indipendente e la prevenzione del cancro e delle malattie di origine ambientale. Con oltre 200 composti studiati per la loro cancerogenicità,[1] ha condotto importanti ricerche assieme all'US National Toxicology Program.[2]

Il centro di ricerca dell'Istituto Ramazzini, all'interno del Castello di Bentivoglio (BO)

Struttura modifica

L'Istituto Ramazzini prende il nome dal fondatore della medicina del lavoro Bernardino Ramazzini, è una cooperativa sociale ONLUS fondata nel 1987 da Cesare Maltoni e Luigi Orlandi[3] che attualmente conta circa 25 000 soci e 32 sezioni soci nel territorio nazionale.[4] Le strutture dell'Istituto Ramazzini comprendono il Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni di Bentivoglio (BO),[5] il Poliambulatorio di Prevenzione Oncologica di Bologna e Centro Clinico di Prevenzione Oncologica di Ozzano dell'Emilia (BO).[6]

Studi effettuati modifica

Plastiche modifica

I primi studi di Cesare Maltoni presso il Centro di Ricerca di Bentivoglio, ora a lui intitolato, riguardarono il cloruro di vinile monomero (CVM), un monomero largamente utilizzato tuttora nella produzione della plastica, che si dimostra un potente cancerogeno.[7] Il modello sperimentale utilizzato da Maltoni negli studi sul cloruro di vinile diventa un riferimento per gli studi di cancerogenesi ambientale.[8][9] Successivamente il centro di ricerca dimostrerà, utilizzando lo stesso modello sperimentale, la cancerogenicità dello stirene[10] e dell'acrilonitrile,[11] altri due monomeri plastici di larghissimo utilizzo. Recentemente vengono dimostrati gli effetti di alterazioni endocrina, in particolare a carico della ghiandola mammaria, dovuti a bassissime dosi di ftalati.[12]

Carburanti e idrocarburi modifica

Negli anni '80 viene dimostrato dagli studi del Prof. Maltoni che il benzene è un cancerogeno multipotente, ovvero capace di indurre tumori in diversi tessuti ed organi.[13] Successivamente viene dimostrata sperimentalmente la cancerogenicità di diversi carburanti per automobili e dei loro componenti: benzina (con piombo), benzina verde (senza piombo), gasolio (diesel), cherosene, toluene e xilene.[14] Negli anni '90, MTBE ed ETBE, due additivi usati nelle benzine, vengono anch'essi dimostrati come cancerogeni sperimentali.[15][16] Negli stessi anni venogno studiati altri due sostanze di larghissimo consumo, la formaldeide e l'acetaldeide, ed entrambe si dimostrano cancerogene sperimentali.[17]

Amianto e fibre minerali modifica

L'Istituto Ramazzini ha documentato la cancerogenicità di tutte le fibre di amianto[18] ed ha raccolto un'ampia coorte di pazienti che hanno sviluppato diversi tipi di tumori correlati all'esposizione ad amianto, in particolare sui luoghi di lavoro.[19][20] L'Istituto Ramazzini ha evidenziato inoltre la cancerogenicità dell'erionite[21] e della fluoro-edenite,[22] studiata in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità', che è un anfibolo presente in altissime concentrazioni nelle zone di Biancavilla in Sicilia dove era stato riscontrato un eccesso di mesoteliomi polmonari.[23]

Dolcificanti artificiali modifica

L'Istituto Ramazzini ha evidenziato la cancerogenicità dell'aspartame nel suo modello sperimentale.[24][25] Nel 2013 EFSA ha rivalutato il profilo di sicurezza dell'aspartame, determinando che agli attuali livelli espositivi esso non presenti alcun pericolo per la salute.[26]

Note modifica

  1. ^ (EN) Jeffrey S. Gift, Jane C. Caldwell e Jennifer Jinot, Scientific considerations for evaluating cancer bioassays conducted by the Ramazzini Institute, in Environmental Health Perspectives, vol. 121, n. 11-12, 1º dicembre 2016, pp. 1253–1263, DOI:10.1289/ehp.1306661. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  2. ^ (EN) James Huff, Chemicals studied and evaluated in long-term carcinogenesis bioassays by both the Ramazzini Foundation and the National Toxicology Program: in tribute to Cesare Maltoni and David Rall, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 982, 1º dicembre 2002, pp. 208–230. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  3. ^ L'Istituto Ramazzini per lo studio dei tumori, su bibliotecasalaborsa.it, biblioteca.salaborsa. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato il 1º settembre 2018).
  4. ^ Istituto Ramazzini-Bilancio 2014 (PDF), su ramazzini.org. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 1º settembre 2018).
  5. ^ Studio Istituto Ramazzini: 'Ripetitori e telefoni cellulari causano il cancro', in BolognaToday. URL consultato il 31 agosto 2018 (archiviato il 30 agosto 2018).
  6. ^ A Ozzano il nuovo Centro Clinico di Prevenzione Oncologica dell'Istituto Ramazzini, in BolognaToday. URL consultato il 31 agosto 2018 (archiviato il 1º settembre 2018).
  7. ^ (EN) C. Maltoni, G. Lefemine e A. Ciliberti, Carcinogenicity bioassays of vinyl chloride monomer: a model of risk assessment on an experimental basis, in Environmental Health Perspectives, vol. 41, 1º ottobre 1981, pp. 3–29. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 23 settembre 2016).
  8. ^ (EN) Lorenzo Tomatis, Identification of carcinogenic agents and primary prevention of cancer, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 1076, 1º settembre 2006, pp. 1–14, DOI:10.1196/annals.1371.039. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  9. ^ (EN) John R. Bucher, The National Toxicology Program rodent bioassay: designs, interpretations, and scientific contributions, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 982, 1º dicembre 2002, pp. 198–207. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 26 dicembre 2016).
  10. ^ (EN) B. Conti, C. Maltoni e G. Perino, Long-term carcinogenicity bioassays on styrene administered by inhalation, ingestion and injection and styrene oxide administered by ingestion in Sprague-Dawley rats, and para-methylstyrene administered by ingestion in Sprague-Dawley rats and Swiss mice, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 534, 1º gennaio 1988, pp. 203–234. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 2 gennaio 2017).
  11. ^ (EN) C. Maltoni, A. Ciliberti e G. Cotti, Long-term carcinogenicity bioassays on acrylonitrile administered by inhalation and by ingestion to Sprague-Dawley rats, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 534, 1º gennaio 1988, pp. 179–202. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  12. ^ (EN) Fabiana Manservisi, Kalpana Gopalakrishnan e Eva Tibaldi, Effect of maternal exposure to endocrine disrupting chemicals on reproduction and mammary gland development in female Sprague-Dawley rats, in Reproductive Toxicology (Elmsford, N.Y.), vol. 54, 1º luglio 2015, pp. 110–119, DOI:10.1016/j.reprotox.2014.12.013. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 17 gennaio 2015).
  13. ^ (EN) C. Maltoni, A. Ciliberti e G. Cotti, Benzene, an experimental multipotential carcinogen: results of the long-term bioassays performed at the Bologna Institute of Oncology, in Environmental Health Perspectives, vol. 82, 1º luglio 1989, pp. 109–124. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 13 ottobre 2016).
  14. ^ (EN) C. Maltoni, A. Ciliberti e C. Pinto, Results of long-term experimental carcinogenicity studies of the effects of gasoline, correlated fuels, and major gasoline aromatics on rats, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 837, 26 dicembre 1997, pp. 15–52. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 13 ottobre 2016).
  15. ^ (EN) F. Belpoggi, M. Soffritti e F. Filippini, Results of long-term experimental studies on the carcinogenicity of methyl tert-butyl ether, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 837, 26 dicembre 1997, pp. 77–95. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 23 settembre 2016).
  16. ^ (EN) Maltoni, C., F. Belpoggi, M. Soffritti and F. Minardi, Comprehensive long-term experimental project of carcinogenicity bioassays on gasoline oxygenated additives: plan and first report of results from the study on ethyl-tertiary-butyl ether (ETBE), in Eur J Oncol, vol. 4, no. 5 (1999): 493-508. URL consultato il 17 novembre 2022 (archiviato il 17 novembre 2022).
  17. ^ (EN) Morando Soffritti, Fiorella Belpoggi e Luca Lambertin, Results of long-term experimental studies on the carcinogenicity of formaldehyde and acetaldehyde in rats, in Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 982, 1º dicembre 2002, pp. 87–105. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 28 gennaio 2017).
  18. ^ (EN) C. Maltoni e F. Minardi, Recent results of carcinogenicity bioassays of fibres and other particulate materials, in IARC scientific publications, n. 90, 1º gennaio 1989, pp. 46–53. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  19. ^ (EN) Maltoni, C., Lambertini, L., Cevolani, D., Minardi, F. and Soffritti, M., Mesotheliomas due to asbestos used in the Italian railroads: report of 199 cases, in Eur. J. Oncol, vol. 7, 1 (2002): 51-55.
  20. ^ (EN) Michelina Lauriola, Luciano Bua e Daniela Chiozzotto, Urinary apparatus tumours and asbestos: the Ramazzini Institute caseload, in Archivio Italiano Di Urologia, Andrologia: Organo Ufficiale [di] Societa Italiana Di Ecografia Urologica E Nefrologica, vol. 84, n. 4, 1º dicembre 2012, pp. 189–196. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  21. ^ (EN) C. Maltoni, F. Minardi e L. Morisi, Pleural mesotheliomas in Sprague-Dawley rats by erionite: first experimental evidence, in Environmental Research, vol. 29, n. 1, 1º ottobre 1982, pp. 238–244. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  22. ^ (EN) Belpoggi, F. , Tibaldi, E., Lauriola, M., Bua, L., Falcioni, L., Chiozzotto, D., Manservisi, F., Manservigi, M., Soffritti, M., The efficacy of long-term bioassays in predicting human risks: mesotheliomas induced by fluoro-edenitic fibres present in lava stone from Etna volcano in Biancavilla, Italy., in Eur J Oncol, vol. 16, (4):185-96, 2011.
  23. ^ (EN) Caterina Bruno, Biagio Bruni e Salvatore Scondotto, Prevention of disease caused by fluoro-edenite fibrous amphibole: the way forward, in Annali dell'Istituto Superiore Di Sanita, vol. 51, n. 2, 1º gennaio 2015, pp. 90–92, DOI:10.4415/ANN_15_02_02. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 18 novembre 2016).
  24. ^ (EN) Morando Soffritti, Fiorella Belpoggi e Eva Tibaldi, Life-span exposure to low doses of aspartame beginning during prenatal life increases cancer effects in rats, in Environmental Health Perspectives, vol. 115, n. 9, 1º settembre 2007, pp. 1293–1297, DOI:10.1289/ehp.10271. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 20 settembre 2016).
  25. ^ (EN) Center for Food Safety and Applied Nutrition, Food Additives & Ingredients - FDA Statement on European Aspartame Study, su fda.gov. URL consultato il 31 agosto 2018 (archiviato il 25 luglio 2018).
  26. ^ (EN) Scientific Opinion on the re-evaluation of aspartame (E 951) as a food additive | European Food Safety Authority, su efsa.europa.eu. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato il 7 novembre 2016).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Istituto Ramazzini (sito ufficiale), su ramazzini.org. URL consultato il 23 ottobre 2016.
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