Jenga (torrente)

torrente del Sud Italia

Jenga o Ienga (la Jenca a livello locale) è il nome di un torrente in provincia di Benevento che nasce dal massiccio del Taburno-Camposauro, solca la Valle Vitulanese e sfocia nel Calore Irpino.

Jenga
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Campania
Province  Benevento
Lunghezza10 km[1][2]
Portata media0,447[senza fonte] m³/s
Bacino idrografico88[senza fonte] km²
Altitudine sorgente1 310 m s.l.m.[2]
NasceMonte Rosa[2]
AffluentiJerino
SfociaCalore Irpino
41°08′54.28″N 14°42′43.56″E / 41.14841°N 14.7121°E41.14841; 14.7121

Geografia fisica modifica

Sorge da due alture (Pretola e Serrotola)[senza fonte] del massiccio del Taburno, nel territorio comunale di Tocco Caudio: i due torrenti Cauto (ad ovest) e Reviola (ad est) lambiscono il costone tufaceo su cui si trova il centro antico di Tocco, per poi riunirsi a formare il torrente.[3] La Jenga si incontra con un altro torrente presso il bivio di Tocco nel territorio del comune di Cautano, passa nei pressi dell'abitato di Cacciano e attraversa le contrade Loreto, Menzogna e Sala (Cautano). Raggiunto il lembo di territorio del comune di Vitulano che separa Cautano da Foglianise, riceve le acque incostanti del vallone che segna il confine comunale tra Vitulano e Foglianise, per poi deviare il percorso verso sud-sud-est, fino alla località Sala (Foglianise), dove vi si immette lo Jerino e devia il percorso verso nord-est-est, segnando il confine meridionale del comune di Foglianise prima con la località di Ponterutto (Vitulano) e poi con il comune di Castelpoto, fino alla sua confluenza nel Calore.

Storia modifica

Il nome deriverebbe da giovenca.[4] Sulla sponda destra del torrente, nella zona detta Mulinello o Cesco d'Oro al confine tra Vitulano e Foglianise su una roccia è scolpito il dio Silvano che guarda il torrente. Un'epigrafe del 236 d.C. riporta la dedica a Silvano Lusiano, con riferimento al gentilizio Lusianus.[5] Sul lato sinistro del fondovalle del torrente, in comune di Foglianise, sono stati rinvenuti due insediamenti da scavi archeologici[6]. Fino allo sviluppo economico del XX secolo attorno al torrente gravitava parte della vita della valle, tra cui una parte dell'economia legata alla molitura del grano.[4]

Le acque modifica

Il torrente vive una storia pluridecennale di inquinamento e di uso come discarica abusiva di rifiuti urbani dalla popolazione[4], al 2019 ancora irrisolta, a cui si aggiunge la presenza di scarichi di acque reflue comunali e di impianti industriali.

L'agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, nell'ambito del Piano di Monitoraggio Fiumi, rileva le caratteristiche di inquinamento del torrente tramite due stazioni di monitoraggio (di sorveglianza ma non operativo), una a monte nel comune di Tocco Caudio (località Ripoli) ed una a valle nel comune di Castelpoto.[2]

La confluenza del torrente nel Calore fa parte dell'Oasi della LIPU "Zone Umide Beneventane".

Geografia antropica modifica

Comuni attraversati modifica

La Jenga attraversa o lambisce i seguenti comuni[2]:

Infrastrutture modifica

Il torrente è attraversato in più punti da strade e ponti a servizio del comprensorio della valle Vitulanese, tra cui le provinciali SP 109 Vitulanese I Tronco e SP 151 Castelpoto.

Note modifica

  1. ^ 15 o 20 secondo altre fonti (da reperire).
  2. ^ a b c d e ARPA Campania, SCHEDA: B.4 in ALLEGATO B: SCHEDE INFORMATIVE DEI CORSI D’ACQUA MONITORATI (PDF), su arpacampania.it, Regione Campania, p. 6. URL consultato il 30 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2015).
  3. ^ Gizzi, pp. 160-161.
  4. ^ a b c Domenico Zampelli, Jenga, l’agonia, su fogliapress, WordPress.com, 16 luglio 2007. URL consultato il 29 maggio 2019 (archiviato il 29 maggio 2019).
  5. ^ Laureato Maio, Folianum. L'antica Foglianise, in Samnium, lug-sett 1977, pgg 183-185
  6. ^ SenatoreBoscaino.

Bibliografia modifica

  • Fabio Terenzio Gizzi, Il "Terremoto bianco" del 21 agosto 1962, Lagonegro, Zaccaria, 2012, ISBN 978-88-95508-44-3.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica