Luigi Bianco

arcivescovo cattolico italiano (1960-)

Luigi Bianco (Montemagno, 3 marzo 1960) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 4 febbraio 2019 nunzio apostolico in Uganda.

Luigi Bianco
arcivescovo della Chiesa cattolica
Testis resurrectionis Christi
 
TitoloFalerone
(titolo personale di arcivescovo)
Incarichi attualiNunzio apostolico in Uganda (dal 2019)
Incarichi ricoperti
 
Nato3 marzo 1960 (64 anni) a Montemagno
Ordinato presbitero30 marzo 1985 dal vescovo Carlo Cavalla
Nominato arcivescovo12 gennaio 2009 da papa Benedetto XVI
Consacrato arcivescovo25 aprile 2009 dal cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.
 

Biografia modifica

Viene ordinato sacerdote il 30 marzo 1985 per la diocesi di Casale Monferrato e consegue la laurea in Diritto Canonico.

Entrato al servizio della Santa Sede il 1º luglio 1989, presta successivamente la propria opera nelle nunziature apostoliche di Italia (1989-1991), Egitto (1991-1994), Argentina (1994-1999), Croazia (1999-2002) Spagna ed Andorra (2002-2009).

Il 12 gennaio 2009 papa Benedetto XVI lo nomina nunzio apostolico in Honduras al posto dell'arcivescovo Antonio Arcari, trasferito in Mozambico. Contestualmente lo eleva alla sede titolare di Falerone, con dignità di arcivescovo.

Riceve la consacrazione episcopale nel duomo di Casale Monferrato per l'imposizione delle mani del cardinale Tarcisio Bertone.[1]

In qualità di nunzio apostolico è decano del corpo diplomatico in Honduras.[2]

Il 12 luglio 2014 papa Francesco lo nomina nunzio apostolico in Etiopia, il 10 settembre nunzio apostolico a Gibuti e delegato apostolico in Somalia e il 13 ottobre rappresentante speciale presso l'Unione Africana.

Il 4 febbraio 2019 lo stesso papa lo nomina nunzio apostolico in Uganda.

Il 20 novembre 2022, a Kalongo in Uganda, presiede, come legato di papa Francesco, la celebrazione di beatificazione del medico, presbitero e missionario italiano, padre Giuseppe Ambrosoli.

Crisi istituzionale honduregna modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Golpe in Honduras e crisi costituzionale del 2009.

Dopo il golpe militare che a giugno del 2009 portò all'esilio il presidente uscente Manuel Zelaya, sostituito da quello designato dal Congresso, Roberto Micheletti, il nunzio apostolico ha esortato le parti a nome del Pontefice,[3] a trovare una soluzione pacifica nell'interesse del popolo[4]. La Chiesa cattolica honduregna ha esortato al dialogo, differenziando la propria posizione da quella della comunità internazionale[4], e il nunzio e il primate hanno chiesto a Zelaya di recedere dal proposito di tentare l'ingresso nel Paese e rivendicarne la guida, ed evitare così il bagno di sangue[5][6], e al tempo stesso sollecitando chiarimenti all'esercito riguardo all'espulsione del presidente, decretata in contrasto con la Costituzione[4].

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Note modifica

  1. ^ Gian Paolo Cassano, Festosa ordinazione episcopale[collegamento interrotto], su VitaCasalese, 30 aprile 2009
  2. ^ Washington D.C. | Univision | Noticias, Clima, Deportes | Noticias | |[collegamento interrotto]
  3. ^ Nuncio: Not clear if politicians heeding church appeals in Honduras, su catholicnews.com. URL consultato il 21 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2010).
  4. ^ a b c Adriano Moraglio, Honduras - Ma la Chiesa non sta a guardare in Tracce.it, 15/07/2009
  5. ^ Diego Novelli, "Il Vaticano ancora dalla parte sbagliata Archiviato l'11 novembre 2009 in Internet Archive.", Nuova società 15 luglio 2009.
  6. ^ Gianni Cardinale, Honduras, i vescovi in campo, su Miradouro.it. URL consultato il 29 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Collegamenti esterni modifica

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