Nicolai Lilin

scrittore italiano di origine russa

Nicolai Lilin, pseudonimo di Nicolai Verjbitkii (come da traslitterazione[1] sui suoi documenti di identità italiani, in cirillico Николай Вержбицкий Nikolaj Veržbickij; Bender, 12 febbraio 1980[2]), è uno scrittore moldavo naturalizzato italiano.

Nicolai Lilin

Nato nell'allora RSS di Moldavia (una delle repubbliche costitutive dell'Unione Sovietica), Lilin dichiara di provenire da una famiglia di tradizioni e origini siberiane.[3] Trasferitosi in Italia nel 2004, dove vive, lavora e si è sposato, ne ha poi acquisito la cittadinanza.[4][5]

Biografia modifica

Lilin è lo pseudonimo da scrittore, scelto in omaggio alla madre dell'autore, Lilia. Le generalità complete sono registrate all'anagrafe italiana come Nicolai Verjbitkii.[3] Il memoir che lo ha portato alla ribalta del pubblico italiano è Educazione siberiana, uscito nel 2009 per Einaudi. Dapprima presentato come interamente autobiografico, dopo i dubbi sollevati sulla veridicità dei racconti Lilin ha dichiarato che il libro era un romanzo e prendeva solo ispirazione da alcune vicende realmente vissute, ma rimaneva comunque una narrazione letteraria, non basata su fatti di cronaca.

I suoi antenati sarebbero appartenuti a una grande famiglia siberiana di esploratori, fuorilegge, cacciatori e mercanti, che aveva origini russe, polacche, ebraiche e tedesche. Lo stesso cognome Veržbickij è di origine nobile polacca iscritta nel registro della nobiltà russa.[6] Dopo la rivoluzione comunista del 1917 gran parte della famiglia sarebbe stata trucidata dai militari dell'Armata Rossa perché alcuni dei suoi membri erano accusati di brigantaggio. Lilin ha ricevuto il nome di uno dei suoi bisnonni, che sarebbe stato fucilato dal regime. Per sfuggire alle persecuzioni, il resto della famiglia si trasferì in Bessarabia, la parte della Moldavia a ovest del Nistro.

Lilin si dichiara molto legato agli anziani della sua comunità, in particolare al nonno paterno Boris, l'uomo che avrebbe ispirato alcuni dei personaggi più carismatici dei suoi romanzi. Il nonno sarebbe stato membro della criminalità organizzata di stampo antico e avrebbe trasmesso allo scrittore le storie sugli Urka, una presunta casta criminale dell'epoca zarista descritta dall'autore nei suoi romanzi come un popolo di ribelli. Trascorrendo molto tempo con gli anziani, avrebbe appreso dai loro insegnamenti, e poi trasfuso nei romanzi, i valori dei "criminali onesti", fuorilegge la cui azione sarebbe conformata al rispetto di un'etica, secondo un rigido codice morale con cui opporsi all'oppressione di quello che era giudicato come il potere corrotto.[7]

Nel 2004 si trasferisce in Italia, in Piemonte tra Cuneo e Torino, a Cavallerleone, poi dal 2010 a Milano.[8] Oltre a dedicarsi alla scrittura di romanzi, ha un laboratorio artistico a Milano, Kolima Art Studio. Ha scritto per L'Espresso, XL di Repubblica e per altre testate e collabora con diversi artisti[qualche nome sarebbe gradito]. Progetta coltelli con la ditta Maserin e Paolo Pinna[senza fonte]. Collabora anche con Tadpoles Tactics - USS The University of Strategic Shooting per la realizzazione di materiale didattico e informativo, con la Bcm Europearms e con ADC Armi Dallera Custom come consulente di tiro a lunga distanza.[senza fonte]

Dopo l'inizio della guerra in Ucraina del 2022 ha attirato molte critiche per la sua posizione filorussa e per aver trasformato i suoi canali social in un megafono della propaganda del Cremlino[9].

Letteratura modifica

Nel 2009 pubblica con Einaudi il suo romanzo d'esordio, Educazione siberiana, che racconta la crescita e la formazione del protagonista – costantemente identificato con l'autore stesso – all'interno di una comunità criminale di origine siberiana stanziata in Transnistria (regione della Moldavia autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma con uno status non riconosciuto dalla comunità internazionale). Educazione siberiana fa guadagnare a Lilin gli elogi di Roberto Saviano,[10] Irvine Welsh lo ha elogiato con un articolo sul Guardian[11] e l'autore di bestseller norvegese Jo Nesbø lo ha ringraziato nel suo romanzo Pettirosso. Il libro ha avuto una trasposizione cinematografica con la regia di Gabriele Salvatores ed è stato pubblicato in 28 lingue e distribuito in 43 paesi del mondo.

Nel 2010 pubblica, sempre con Einaudi, il romanzo Caduta libera, che racconta l'esperienza del protagonista – ancora una volta identificato con l'autore – nella guerra in Cecenia. Caduta libera si aggiudica il Premio Minerva per la "Letteratura di impegno Civile"[12] e il premio La Magna Capitana di Foggia.[13][14]

Nel 2011 pubblica il suo terzo romanzo Il respiro del buio (Einaudi), nel quale descrive le difficoltà che ha il suo personaggio nel reinserimento nella società una volta tornato dalla guerra in Cecenia. Nel 2012 pubblica il suo quarto romanzo, Storie sulla pelle (Einaudi), sei racconti che hanno come filo conduttore la pratica del tatuaggio e l'etica dei "criminali onesti".

Nel 2014 pubblica il suo quinto romanzo, Il serpente di Dio (Einaudi), dove racconta la storia di due giovani amici appartenenti a diverse etnie religiose. Nel 2015 pubblica il suo sesto libro, Un tappeto di boschi selvaggi (Rizzoli), un racconto del suo passato attraverso la raccolta di foto e documenti. Nel 2016 pubblica il suo settimo romanzo, Spy story love story (Einaudi), dove narra le vicende di uno spietato killer che finisce con l'innamorarsi. Nel 2017 pubblica il suo ottavo romanzo, Favole fuorilegge (Einaudi), dieci fiabe accompagnate dai disegni-tatuaggi dell'autore. Nel 2018 pubblica il suo nono romanzo, Marchio ribelle (Einaudi). Nel 2019 pubblica il suo decimo romanzo, Le leggende della tigre (Einaudi); qui le atmosfere della Siberia, care all'autore, sono ripercorse attraverso le parole di un vecchio che racconta a due viandanti quanto ha capito della vita attraverso le leggende proprie del suo popolo.

Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di tatuaggi Criminal Tattoos volume 1 (Il Randagio Edizioni) e il saggio Putin l'ultimo Zar (Piemme), in cui Lilin ricostruisce la vita e l'ascesa politica di Vladimir Putin. Nel novembre del 2021 dà alle stampe il suo primo libro per ragazzi, Le fiabe della terra addormentata (Mondadori Electa Junior), una raccolta di fiabe siberiane.

Cinema modifica

La Cattleya in collaborazione con Universal Pictures ha prodotto la trasposizione per il cinema di Educazione siberiana, con Gabriele Salvatores alla regia e la partecipazione di John Malkovich[15]. Le riprese sono cominciate nel marzo 2011[16] e il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 28 febbraio 2013[17]. A settembre 2013 è uscito il DVD in anteprima per il settimanale Panorama.

Televisione modifica

Nel 2013 conduce il programma di reportage Le regole del gioco su DMAX[18]. Dal 12 luglio fino al 16 agosto 2013 ha condotto il programma Mankind - La storia secondo Italia 1 su Italia 1. Nel 2016 conduce la seconda stagione del programma "I miei 60 giorni all'inferno" in onda su Crime + Investigation.

Nel 2017 conduce una rubrica su TGcom24, intitolata La versione di Lilin.

Arte modifica

Nicolai Lilin è anche conosciuto per la sua produzione artistica[19][20], in particolare disegni, opere a grafite su carta, pitture su tela e riproduzione di icone ortodosse, il tutto ispirato alla simbologia dei tatuaggi. L'artista ha esposto le sue opere tra gli altri alla Triennale di Milano, al Castello di Susans e al Museo del Novecento.

Critiche e dubbi sull'attendibilità modifica

L'attendibilità della biografia dello scrittore trasposta nei suoi romanzi di ispirazione autobiografica è stata messa in dubbio da alcuni giornalisti e studiosi, come l'antropologo americano Michael Bobick, lo studioso britannico Donald Rayfield, lo storico russo Pavel Polian e lo scrittore russo Zachar Prilepin[21][22][23][24][25], soprattutto perché inizialmente i libri non sono stati presentati come opere di finzione.

Anche la giornalista russa Elena Černenko della testata Kommersant ha sollevato grandi dubbi sulla biografia dell’autore, visitando Bender per raccogliere testimonianze di chi l'ha conosciuto da ragazzo. Queste testimonianze hanno contribuito a smontare gran parte della narrazione sul presunto popolo Urka in città e addirittura la sua stessa esistenza; inoltre Černenko fa notare che l'opera di Lilin non è mai stata tradotta in russo.[26][27]

«Se si uniscono i dati del libro di Lilin, delle sue interviste sulla stampa occidentali e dei suoi interventi alle fiere librarie, prima dei 23 anni l’autore ha fatto in tempo a: finire due volte in carcere in Transnistria ed essere processato in Russia, militare per tre anni come cecchino in Cecenia e un altro paio d’anni in Israele, Iraq e Afghanistan. A 24 anni ha fatto il pescatore su una nave in Irlanda, poi si è trasferito in Italia, dove si è sposato, ha aperto un salone di tatuaggi, ha scritto un bestseller e per poco non è diventato vittima di un attentato con motivazioni politiche."»

Anche le vicende narrate nel suo secondo libro sono state criticate da Černenko: "L’autore insiste che il libro è basato sulla sua esperienza personale di combattente in Cecenia. Nell'intervista a Ogonëk ha detto di aver partecipato alla seconda guerra cecena, ma si è rifiutato di dare dettagli. E le fonti del Ministero della Difesa affermano che in Cecenia non c’è mai stato un soldato di nome Lilin o Veržbickij."

Per quanto riguarda la presunta deportazione degli Urka in Transnistria, "fino al 1940 Bender si chiamava Tighina ed era parte della Romania, per cui Stalin semplicemente non poteva deportarvi nessuno, tanto più che all’epoca la gente veniva deportata in Siberia e non dalla Siberia."

Nel 2010 Donald Rayfield, professore emerito di lingua e cultura russa e georgiana alla Queen Mary University di Londra, ha definito Educazione siberiana "a fantasist's raving" [il delirio di un vaneggiatore] e un "fake memoir"[28].

Nel 2011, scrivendo sul quotidiano britannico The Independent, il giornalista Oliver Bullough ha fatto notare – e fatto ammettere allo stesso Lilin – che i fatti narrati in Caduta libera sono in gran parte inventati, nonostante l'edizione inglese del libro si aprisse con una nota in cui l'autore dichiarava "gli eventi qui narrati sono accaduti davvero"[29].

In seguito a queste disamine nel 2015 Lilin ha pubblicato il libro Un Tappeto di Boschi Selvaggi: Il Mondo in un cuore Siberiano dove riporta documenti e foto inerenti all'archivio della sua famiglia per confermare la componente autobiografica delle sue opere. A proposito di quanto scritto in questo libro, il giornalista Antonio Armano, autore di un'inchiesta sui luoghi narrati da Lilin in cui smentisce molte sue affermazioni, tra le altre cose ha scritto:

«Un tappeto di boschi selvaggi riporta la rjabilitacija, il certificato di riabilitazione del bisnonno (Nikolaj Veržbickij). Lilin, scrivendo i testi di questo libro fotografico e autobiografico, ha inserito il documento, spacciandolo per una condanna a morte. Come se in Italia non ci fosse nessuno che mastica un po’ di russo.[30]»

A proposito delle ammissioni di Lilin, a suo dire tardive, del fatto che le sue opere sono fiction, lo scrittore Wu Ming 1 ha scritto: "Se lo dici dopo non ti credono più"[31]. Wu Ming 1 ha incluso i primi due libri di Lilin tra quelli che ha definito "oggetti narrativi male identificati":

«[In Italia] molta "ibridazione di fiction e non-fiction" non viene dichiarata. In parole povere: un sacco di "testimonianze in prima persona", sedicenti inchieste e presunti reportages erano e sono in realtà fiction. O meglio: mischioni di reportage e invenzione di sana pianta. Il problema è che i loro autori [...] non lo dichiarano prima: no, lo ammettono soltanto dopo, una volta sgamati, e per giunta lo ammettono a bocca storta, mugugnando giustificazioni: "Non è andata proprio così ma la sostanza è quella, non spacchiamo il capello in quattro, non sono i fatti precisi quelli che contano ma l’atmosfera che si respirava ecc."[31]»

Opere letterarie modifica

Filmografia modifica

Note modifica

  1. ^ Cfr. sua carta d’identità italiana.
  2. ^ La Transnistria, sua regione di nascita, oggi appartenente Moldavia, ma nel 1980 parte dell'URSS.
  3. ^ a b About, su Sito ufficiale. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  4. ^ Luca Ferrari, Intervista a Nicolai Lilin: "Ho vissuto il male dell'educazione siberiana e nella Costituzione italiana ho trovato il bene", in huffingtonpost.it, 9 febbraio 2013. URL consultato il 18 marzo 2021.
  5. ^ Paolo Ciampi, unmercoledidascrittori.it, https://web.archive.org/web/20160402192813/http://www.unmercoledidascrittori.it/?p=514. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
  6. ^ gerbovnik.ru
  7. ^ Luca Beatrice, «Incido sulla pelle la saggezza dei nostri anziani», su ilgiornale.it, 1º dicembre 2012, p. 30. URL consultato il 28 gennaio 2015.
  8. ^ Alberto Motta, Face to Face Writer, Maxim, marzo 2012, pp. 24-28
  9. ^ Breve storia triste sulla propaganda di Nicolai Lilin, su Stand For Ukraine - Per l'Ucraina fino alla vittoria, 23 marzo 2024. URL consultato il 14 aprile 2024.
  10. ^ Roberto Saviano, Il ragazzo guerriero della mafia siberiana, in la Repubblica, 3 aprile 2009. URL consultato il 17 agosto 2011.
  11. ^ Siberian Education by Nicolai Lilin, su theguardian.com.
  12. ^ Premio Minerva, Letteratura di Impegno Civile: a Nicolai Lilin, in InterNapoli.it, 4 novembre 2010. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2011).
  13. ^ Foggia – Premio La Magna Capitana: Nicolai Lilin vince con “Caduta libera” [collegamento interrotto], in MostOnLine.it, 16 ottobre 2010. URL consultato il 17 agosto 2011.
  14. ^ Nicolai Lilin (PDF), su Festival della Parola, 2014. URL consultato il 30 ottobre 2022 (archiviato il 30 ottobre 2022).
  15. ^ Lilin ha seguito da vicino la realizzazione del film, in particolare dando consigli sulla sceneggiatura e creando i tatuaggi di tutti i personaggi. Cfr. John Malkovich nel film Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores.
  16. ^ Remake Universal per la Cattleya?, su BadTaste. URL consultato il 12 settembre 2010.
  17. ^ Educazione Siberiana (2013)
  18. ^ DMAX: dal 2 febbraio Nicolai Lilin ci spiega “Le regole del gioco”, in dtti.it, 23 gennaio 2013. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  19. ^ Mostre Nicolai Lilin, su ilgazzettino.it.
  20. ^ Educazione Siberiana, i disegni di Nicolai Lilin - Italian Factory magazine, su italianfactory.info. URL consultato il 24 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2018).
  21. ^ Phoebe Taplin, Educazione siberiana, realtà o fantasia?, in Russia Beyond the Headlines, 4 marzo 2013. URL consultato il 28 luglio 2017.
  22. ^ Fantasie siberiane. Quando Lilin si è inventato tutto - East Journal, in East Journal, 15 aprile 2013. URL consultato il 28 luglio 2017.
    «Assurdo, ride Pavel Polian, storico russo che da 25 anni studia le deportazioni di comunismo e nazismo: Si deportava in Siberia, ma non dalla Siberia, meno che mai in Moldova. E gli Efei non sono mai esistiti»
  23. ^ Blog | Lilin, la bufala che venne dal freddo, su Il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2011. URL consultato il 28 luglio 2017.
  24. ^ Ho smascherato Nicolai Lilin, il maleducato siberiano, in ilGiornale.it. URL consultato il 28 luglio 2017.
  25. ^ Zachar Prilepin, Da Lilin alle Pussy Riot la Russia artefatta che piace all'Occidente, in La Lettura del Corriere della Sera, 24 dicembre 2012.
    «Emblematico è il fenomeno dello scrittore Nikolaj Lilin, le cui opere sono accolte trionfalmente in Occidente. Ma la Cecenia e le galere siberiane che racconta mi ricordano le avventure del barone di Münchhausen, capace di mirabolanti frottole: ma tutti, o quasi tutti, gli credono.»
  26. ^ BUFALA TATUATA- Memorial Italia, su memorialitalia.it. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  27. ^ (RU) Татуированная клюква, su www.kommersant.ru, 3 ottobre 2011. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  28. ^ Donald Rayfield, Bloodbath: Siberian Education by Nicolaj Lilin, su Literary Review, 1º agosto 2010. URL consultato il 28 marzo 2024.
  29. ^ When does a soldier's 'memoir' count as fact, and when as fiction?, su independent.co.uk, 12 agosto 2011. URL consultato il 29 aprile 2024.
  30. ^ Antonio Armano, E se il romanzo autobiografico “Educazione Siberiana” di Nicolai Lilin così autobiografico non fosse? Il racconto nel libro di Antonio Armano, su ilfattoquotidiano.it, 27 giugno 2017. URL consultato il 28 marzo 2024.
  31. ^ a b Wu Ming 1, Dopo la lettura di 108 metri di Alberto Prunetti: appunti su fiction e non-fiction, su Giap, 31 marzo 2018. URL consultato il 28 marzo 2024.

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