Ottavio Falconieri

letterato, storico e archeologo italiano

Ottavio Falconieri (Roma, 6 giugno 1636Roma, 16 / 19 novembre 1675[1]) è stato un letterato, storico e archeologo italiano.

Biografia modifica

Figlio di Pietro, di nobile famiglia fiorentina da poco trapiantata a Roma, e Dianora Del Bene, nacque nel palazzo Falconieri a via Giulia. Non è nota la sua formazione giovanile, ma a venti anni, nel 1655 scrisse Urania, un'ode, e, in latino, una Gratulatoria in onore del nuovo papa, Alessandro VII. L'anno successivo dedicò a Cristina di Svezia, giunta a Roma a natale del 1655, un'opera in greco, latino e italiano. Queste due opere lo fecero conoscere a Roma e gli fecero ottenere la simpatia papale[1].

Sempre nel 1656 fu ammesso al gruppo di umanisti che si riuniva a palazzo Farnese intorno a Cristina. Nel 1657 entrò nell'Accademia del cimento, appena fondata, e nell'Accademia della Crusca.

Nel periodo 1658-1659 viaggiò in Europa visitando Paesi Bassi e Germania, e a Francoforte fu presente all'incoronazione di Leopoldo I. Passato in Francia, conobbe numerosi studiosi; da queste frequentazioni si può far risalire forse il suo interesse per le scienze e in particolare l'astronomia. Scelse in questo periodo di abiurare l'aristotelismo e adottare il metodo galileiano. Su questo argomento scrisse un sonetto, Abiurazione del peripateticismo.

Anche negli studi di archeologia cercò di utilizzate il metodo scientifico per una migliore interpretazione dei reperti materiali. Al ritorno a Roma, entro nel clero e nel 1660 divenne cubiculario apostolico, mantenendo però i suoi interessi per gli studi. È del 1661 una lettera a Carlo Roberto Dati, famosa per il metodo di analisi di un bollo laterizio del Pantheon[1]. Sempre a Dati indirizza il marzo 1665 una lettera sui Colossi di Montecavallo, cioè le statue della fontana dei Dioscuri di piazza del Quirinale.

Nel 1667 pubblicò De nummo Apamensi, su una moneta di Filippo l'Arabo, coniata ad Apamea.

Lo stesso anno è incaricato di portare la berretta cardinalizia a Giovanni Dolfin a Venezia, a Giulio Spinola a Vienna e a Guidobald von Thun und Hohenstein a Salisburgo[1].

Nel 1670 si recò a Oxford con Magalotti, ambasciatore di Cosimo III de' Medici, granduca di Toscana. Quindi per un po' di tempo si interessò della carriera ecclesiastica. Nel 1671, sempre assieme a Magalotti, si recò nelle Fiandre, dove svolge attività diplomatica per conto della Santa sede[1].

Anche negli ultimi anni aveva continuato la sua attività di studioso ed è nei primi elenchi della "Accademia reale", che darà poi vita all'Arcadia[1].

Opere modifica

  • Urania, Roma 1655
  • Cristina Suecorum regina, Romae 1656
  • I colossi di Montecavallo. Lettera di mgr. Ottavio Falconieri a C. R. Dati, Roma 1665
  • De Beati Petri cathedra, in F.M. Febeo, Dissertatio de identitate cathedrae in qua s. Petrus primum sedit, Romae 1661
  • Lettera di Ottavio Falconieri al sig. Carlo Dati, sopra l'iscrizione d'un mattone, in Famiano Nardini, Roma antica, Roma 1666
  • De Nummo Apamensi, Romae 1667
  • Inscriptiones athleticae nuper repertae, ibid. 1668
  • De pyramide C. Cesti Epulonis, in G. G. Grevio, Thesaurus antiquitatum Romanorum, Venetiis 1732, coll. 1461-1482
  • Ad Carolum Datum... Epistula de latere ex aedificii veteriis ruderibus eruta, ibid., coll. 1483-492
  • Abiurazione del peripateticismo (sonetto), in F. Soldani, Satire, a cura di A. F. Gori, Firenze 1751
  • Lettere di Ottavio Falconieri a Leopoldo de' Medici, a cura di L. Giovannini, ibid. 1984.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f DBI.

Bibliografia modifica

  • Pietro Sforza Pallavicino, Lettere dettate dal cardinal Sforza Pallavicino, Firenze 1668, pp. 8-10, 174 s.;
  • Lorenzo Magalotti, Lettere scientifiche ed erudite, Firenze 1721, pp. 58-74;
  • Pieter Burman il Vecchio, Sylloges epistolarum a viris illustribus scriptarum, V, Leydae 1727, pp. 473-577;
  • Lettere inedite di uomini illustri, a cura di Angelo Fabroni, Firenze 1773-75, pp. 123 s.;
  • Giovanni Targioni Tozzetti, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana nel corso degli anni LX del secolo XVII, II, 1, Firenze 1790, pp. 328-337;
  • Lettere di Carlo Roberto Dati, a cura di Domenico Moreni, Firenze 1825, pp. 1-93;
  • Lettere precettive di eccellenti scrittori, a cura di Pietro Fanfani, Firenze 1855, pp. 278-80;
  • Joseph e Placide Lefèvre, Documents relatifs à l'admission aux Pays-Bas des nonces et internonces des XVIIe et XVIIIe siècles, Bruxelles-Rome 1939, ad Indicem;
  • Louis Jadin, Relations des Pays-Bas, de Liège et de Franche-Comté avec le Saint-Siège d'après les "Lettere di Vescovi" conservées aux Archives Vaticanes (1566-1779), Bruxelles-Rome 1952, ad Indicem;
  • Louis Jadin, Relations des Pays- Bas, de Liège et de Franche-Comté avec le Saint- Siège d'après les "Lettere di Particolari" conservées aux Archives Vaticanes (1525-1796), Bruxelles-Rome 1962, ad Indicem;
  • Lucien Ceyssens, La seconde période du Jansenisme, I, Bruxelles-Rome 1968, ad Indicem;
  • Lorenzo Magalotti, Relazioni di viaggio in Inghilterra, Francia e Svezia, Bari 1968, pp. 137-139;
  • Maria Luisa Righini Bonelli, Albert Van Helden, Divini and Campani, a forgotten chapter in the history of the Accademia del Cimento, in Annali dell'Istituto e del Museo della scienza di Firenze, VI (1981), pp. 3-176.
  • G. B. Piazza, Eulogio romano, II, Roma 1698, p. CXVII;
  • Giovanni Mario Crescimbeni, Historia della volgar poesia, IV, Roma 1698, p. 151;
  • Paul Colomiès, Bibliothèque choisie, Amsterdam 1699, pp. 93-94;
  • Louis Moréri, Le Grand Dictionnaire historique ou le mélange curieux de l'histoire sacrée et profane, Amsterdam 1717, p. 496;
  • Giulio Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, pp. 440 s.;
  • Apostolo Zeno, Note, in Giusto Fontanini, Biblioteca dell'eloquentia italiana, II, Venezia 1753, p. 252;
  • Angelo Fabroni, Vitae Italorum, II, Pisa 1778, p. 297; F.M. Renazzi, Storia dell'Univ. degli studi di Roma, III, Roma 1805, p. 123;
  • Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, IV, Milano 1833, pp. 520 s.;
  • Liisi Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genève 1912, p. 244;
  • Antonio Minto, Le vite dei pittori antichi di Carlo Roberto Dati e gli studi eruditi-antiquari nel '600, Firenze 1953, p. 575;
  • Léon-Ernest Halkin, Les archives des nonciatures, Bruxelles-Rome 1962, ad Indicem;
  • Giuseppe Beltrami, Notizie su Prefetti e referendari della segnatura desunte dai brevi di nomina, Città del Vaticano 1972, p. 96;
  • Edward L. Goldberg, Patterns in late Medici art patronage, Princeton 1983, ad Indicem;
  • Elide Casali, "Messer Ottavio amatissimo". A proposito del carteggio di Lorenzo Magalotti con Ottavio Falconieri (1660-1674), in Studi secenteschi, XXXI (1990), pp. 87-111;
  • Joseph-François Michaud, Biographie universelle, XIII, Paris s.d., pp. 350 s.

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