Palazzo Gonzaga-Acerbi

palazzo di Castel Goffredo

Palazzo Gonzaga-Acerbi è uno storico palazzo del centro di Castel Goffredo, in provincia di Mantova ed occupa l'intero fronte settentrionale di Piazza Mazzini.[2][3] È stato la residenza di tutti i signori che si sono succeduti a Castel Goffredo, iniziando dai Gonzaga, signori di Mantova.

Palazzo Gonzaga-Acerbi
Fortezza di Castel Goffredo
Palazzo Gonzaga-Acerbi
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
CittàCastel Goffredo
Coordinate45°17′53″N 10°28′30″E / 45.298056°N 10.475°E45.298056; 10.475
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Palazzo Gonzaga-Acerbi
Informazioni generali
TipoPalazzo fortificato medievale
Stileneoclassico
CostruzioneXIV secolo-XIV secolo
Primo proprietarioComune di Castel Goffredo (in parte)
Condizione attualeabitato
Proprietario attualeFamiglia Acerbi
Visitabileesternamente
Informazioni militari
OccupantiGonzaga
Eventi
[1]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Piazza Mazzini, tempera su carta, anonimo seconda metà XVIII secolo, MAST Castel Goffredo

Storia modifica

Sede del vicario dei Gonzaga modifica

L'originaria costruzione di residenza castellata, composta da due distinti fabbricati non collegati tra loro,[4][5] soggetta a varie aggiunte e modificazioni,[2] è incastonata tra la torre civica a ovest e il Torrazzo ad est e risale al 1350 circa.[6] Era di proprietà del comune (domus comunis), che effettuò opere di ampliamento e riattamento[2] ed era sede degli uffici del vicario dei Gonzaga, che abitava invece nell'annesso Torrazzo, comunicante col palazzo.[2]

Una pergamena datata 12 giugno 1480[7] parla di un intervento di Ludovico Gonzaga (vescovo di Mantova), che iniziò le opere di miglioramento dell'edificio,[8] grazie anche all'intervento dell'architetto Ermes Flavio de Bonis, forse unendo i due corpi di fabbrica (1499[9]).

 
Castel Goffredo, il Torrazzo annesso al palazzo
 
Portale di ingresso

Residenza e corte dei Gonzaga modifica

Nel 1511 divenne la residenza del marchese Aloisio Gonzaga, che fece di Castel Goffredo la capitale del feudo, comprendente anche Castiglione e Solferino.[10] Il palazzo ospitò una corte sfarzosa, frequentata da personaggi illustri, tra cui il capitano imperiale Luigi Gonzaga "Rodomonte"[11], il poeta Pietro Aretino nel 1536[12], dal 1538 al 1541 lo scrittore Matteo Bandello (che qui conobbe Lucrezia Gonzaga di Gazzuolo) con Cesare Fregoso, Costanza Rangoni e i loro figli[13] e lo studioso di chiromanzia frate Patrizio Tricasso da Ceresara.[14]

L'imperatore Carlo V il 28 giugno 1543[15] fu ospite per un giorno del marchese Aloisio, lasciando il palazzo solo il giorno seguente.

In un manoscritto anonimo si legge:

«Questa venuta, che tanto desiderava il signor marchese, fu quella e non altre, che lo indussero a cambiare, per così dire, la faccia al paese. Non era casa, non vi erano pareti esteriori in cui non si vedessero a fresco dipinte maestose logge, militari trofei, vasi egizi ed ornati d'ogni sorta, per cui più che un paese, sembrava un teatro magnifico e sorprendente»

[16]

Anche i tre figli di Aloisio videro la luce nel palazzo: Alfonso nel 1540, futuro marchese di Castel Goffredo; Ferrante nel 1544, futuro I marchese di Castiglione e Orazio nel 1545, futuro marchese di Solferino.

Importanti opere interne furono eseguite durante la signoria di Alfonso Gonzaga,[17] che dotò il palazzo di finestre a vetri.[17]

Nell'ottobre 1589 Luigi Gonzaga, futuro santo, alloggiò nel Torrazzo.[18]

Dopo la sua uccisione il 6 maggio 1592 da sicari di Rodolfo Gonzaga, che occupò militarmente Castel Goffredo, nel palazzo vennero imprigionate e tenute segregate per giorni la figlia di Alosio Caterina e la moglie Ippolita Maggi. Furono liberate grazie all'intervento dal duca Vincenzo Gonzaga e condotte a Mantova.[19]

Anche Rodolfo Gonzaga soggiornò per poco tempo nell'edificio, perché il 3 gennaio 1593 fu ucciso sulla porta della Chiesa prepositurale di Sant'Erasmo con un colpo di archibugio.[19]

 
Lapide a Giovanni Acerbi, posta sulla facciata del palazzo

Alla Casa d'Austria modifica

Dopo l'aggregazione al ducato di Mantova nel 1603 nessun Gonzaga abitò più nel palazzo.[20] e, dopo la caduta della dinastia gonzaghesca, dal 1707 passò sotto il governo austriaco. Rimase a lungo disabitato e inagibile sino al 1756[21], quando il demanio austriaco lo vendette al comune di Castel Goffredo.[22]

Alla famiglia Acerbi modifica

Il comune, con rogito nel notaio Giacomo Cima, il 13 aprile 1776 lo cedette al colonnello Giacomo Acerbi,[23] possidente terriero, che modificò l'originario aspetto medievale dell'edificio.

Nel palazzo dimorò anche il figlio di Giacomo, Giuseppe Acerbi, nato il 3 maggio 1773 dalla moglie Marianna Riva, che divenne scrittore ed archeologo. A Giuseppe Acerbi è intitolato il Premio Letterario Giuseppe Acerbi del comune di Castel Goffredo.

 
Lapide a Garibaldi posta sulla facciata del palazzo

Ad opera del bresciano Gaspare Turbini[24], coadiuvato dall'architetto Carlo Bollani,[25] il palazzo subì una radicale modificazione verso lo stile neoclassico: venne chiusa la merlatura[26], cancellati gli elementi architettonici rinascimentali[27] ed ampliate le finestre.[28]

Il palazzo fu anche luogo di nascita, il 14 novembre 1825, di Giovanni Acerbi, figlio di Battista Acerbi e Domenica Moneta, patriota ed intendente dei Mille, destinato a scrivere una delle pagine più importanti del Risorgimento italiano: i Martiri di Belfiore.[29]

Nei giorni 27-28-29 aprile 1862 il generale Giuseppe Garibaldi fu ospite del patriota Giovanni Acerbi.[30]

Descrizione modifica

Interno modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Loggia di Palazzo Gonzaga-Acerbi.

All'interno è presente una loggia[31] retta da colonne in marmo dai volti finemente affrescati a grottesca (forse scuola di Giulio Romano[23][32][33][34]). Una scalinata, dalla volta affrescata[35], conduce al piano nobile.

Ad Aloisio Gonzaga si deve anche la formazione del giardino interno[36], ora ricco di alberi secolari, della fontana in marmo bianco e del pergolato di uve pregiate.[37] Per fare spazio all'ampio giardino, il marchese provvide alla demolizione della chiesa di Sant'Erasmo in Castelvecchio, provvedendo a collocarla al di fuori di esso.[38] Lo spazio è ancora ricco di alberi secolari, di una fontana in marmo bianco e del pergolato di uve pregiate.[37]

Di pertinenza del palazzo erano anche alcune case e la filanda (fatta costruire da Giacomo Acerbi)[39] con annesso filatoio, delimitate dall'attuale vicolo Cannone.[2] Del palazzo facevano parte anche le mura dell'antica fortezza di Castel Goffredo[40], oggi ancora in parte conservate e occupanti la parte nord.

 
Castel Goffredo, lapide in vicolo Cannone, già della rocca.

La rocca modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca di Castel Goffredo.

Anche il poeta Matteo Bandello, nei Canti XI de le lodi de la s. Lucretia Gonzaga... Le III parche[41], al tempo in cui fu ospite a Castel Goffredo del marchese Aloisio Gonzaga (dal 1538 al 1541), citò un «castello altiero» e un «buon castello» e ancora riferito ad Aloisio, «'l suo castello ha fatto così forte, qual altro che più forte Italia addite». In questo contesto, probabilmente, il Bandello si riferiva alla residenza del marchese (palazzo Gonzaga-Acerbi) con rocca al suo interno e alle fortificazioni erette nel 1520 a difesa del borgo.
Una lapide segnavia posta in vicolo Cannone riporta anche l'antico nome "già della rocca", il che fa supporre l'esistenza della rocca nelle vicinanze.

 
Tracce di dipinto sulla facciata esterna del palazzo

Esterno modifica

Il marchese Aloisio Gonzaga fece dipingere la facciata esteriore verso la piazza con il fregio ad intreccio di amorini[42] e sotto il cornicione fece porre la scritta Fortitudo mea, amor populi, potentorum reverentiam.[43] Tracce di dipinto sono ancora visibili oggi.

Il 30 ottobre 1932 venne inaugurata e posta sulla facciata del palazzo una lapide commemorativa in marmo bianco di Carrara, progettata dallo scultore Pasquale Miglioretti e realizzata dallo scultore cremonese Adamo Anselmi.[44]

Note modifica

  1. ^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
  2. ^ a b c d e Bonfiglio (2005), p.93.
  3. ^ Touring Club Italiano. Lombardia.
  4. ^ Berselli, p.101.
  5. ^ I due tronconi comprendevano una parte più lunga, sulla destra, comprendente il Torrazzo ed una parte più corta, sulla sinistra rappresentata dal Palazzo del Vicario, alla quale era collegata la Torre civica.
  6. ^ Bonfiglio (2005), p.65.
  7. ^ Brunelli, p. 92.
  8. ^ Bonfiglio (2005), p.94.
  9. ^ Falini, Previdi, Brignani, p. 213.
  10. ^ Marocchi, p.147.
  11. ^ Gozzi (2000), p.42.
  12. ^ Marocchi, p.148.
  13. ^ Centro Studi Matteo Bandello e la Cultura Rinascimentale, su matteobandello.it. URL consultato il 16 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
  14. ^ Marocchi, p.150.
  15. ^ Marocchi, p.175.
  16. ^ Amadei-Marani, p.127.
  17. ^ a b Bonfiglio (2005), p.95.
  18. ^ Guido Sommi Picenardi, Castel Goffredo e i Gonzaga, Milano, 1864.
  19. ^ a b Cantù, p.196.
  20. ^ Bonfiglio (2005), p.98.
  21. ^ Berselli, p.102.
  22. ^ Falini, Previdi, Brignani, p. 214.
  23. ^ a b Berselli, p.103.
  24. ^ Pro Loco Castel Goffredo (a cura di), Castel Goffredo. Lo scrigno dei venti, Guidizzolo, 2007.
  25. ^ Associazione culturale Genius Loci (a cura di), Gli Scaratti, vicende di una famiglia, Borghetto Lodigiano, 2019.
  26. ^ Circolo Culturale San Martino Gusnago (a cura di), Dal castello al palazzo. Storia ed architettura in un'area di confine, Guidizzolo, 1997.
  27. ^ Comune, p.9.
  28. ^ Bonfiglio (2005), p.100.
  29. ^ Mariano Vignoli, Quanta schiera di gagliardi. Uomini e cose del Risorgimento nell'alto mantovano, Mantova, 1998.
  30. ^ Lapide commemorativa posta sulla facciata del palazzo.
  31. ^ Lisa Tabai, Massimo Telò e Alfio Milazzo, Appunti d'arte. Conversazioni sugli affreschi di Palazzo Gonzaga-Acerbi, Viterbo, Press Up, ottobre 2020, SBN IT\ICCU\LO1\1806304.
  32. ^ Costantino Cipolla, Il modello Castel Goffredo, Mantova, p.95, 1987.
  33. ^ Cipolla, p.95.
  34. ^ Antonino Bertolotti, I comuni e le parrocchie della provincia mantovana: cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biografici e bibliografici raccolti dal 1881 al 1892.
  35. ^ Bonfiglio (2005), p.96.
  36. ^ Bonfiglio (2005), p.25.
  37. ^ a b Gozzi (2000), p.36.
  38. ^ Falini, Previdi, Brignani, pp. 214-215.
  39. ^ Bonfiglio (2005), p.99.
  40. ^ Vignoli (2010), p.42.
  41. ^ Matteo Bandello. Canti XI. Le III Parche (PDF), su liberliber.it. URL consultato l'8 ottobre 2012.
  42. ^ Bonfiglio (2005), p.306.
  43. ^ Gozzi (2000), p.35.
  44. ^ Maria Rita Bruschi e Corrado Italiani, Ritratto al vero. Pasquale Miglioretti. Scultore nell'Ottocento lombardo, Verona, Scripta Edizioni, febbraio 2022, pp. 81-82.

Bibliografia modifica

  • Giuseppe Amadei;Ercolano Marani (a cura di), Signorie padane dei Gonzaga, Mantova, 1982, ISBN non esistente.
  • Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978, ISBN non esistente.
  • Antonino Bertolotti, I comuni e le parrocchie della provincia mantovana, Mantova, 1893, SBN IT\ICCU\LO1\0121442.
  • Renato Bonaglia, Mantova, paese che vai..., Mantova, 1985, SBN IT\ICCU\CFI\0093309.
  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
  • Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.
  • Roberto Brunelli (a cura di), Un collezionista mantovano del Rinascimento. Il vescovo Ludovico Gonzaga nel V centenario della morte, Atti del convegno di studi di Mantova 29 gennaio 2011, Mantova, Publi Paolini, 2011.
  • Maria Rita Bruschi e Corrado Italiani, Ritratto al vero. Pasquale Miglioretti. Scultore nell'Ottocento lombardo, Verona, Scripta Edizioni, febbraio 2022, pp. 81-82, ISBN 979-12-80581-20-4.
  • Cesare Cantù, La Lombardia nel secolo XVII, Milano, 1854.ISBN non esistente
  • Costantino Cipolla, Il modello Castel Goffredo, Mantova, 1987.ISBN non esistente
  • Circolo Culturale San Martino Gusnago (a cura di), Dal castello al palazzo. Storia ed architettura in un'area di confine, Guidizzolo, 1997.ISBN non esistente
  • Mariano Vignoli (a cura di), Dal castello al palazzo. Storia ed architettura in un'area di confine. Atti dei convegni di Acquafredda (25 maggio 1996) e San Martino Gusnago (16 novembre 1996), Guidizzolo, Circolo Culturale San Martino Gusnago - Istituto Italiano dei Castelli - Banca di credito cooperativo di Casalmoro e Bozzolo, 1997. ISBN non esistente.
  • Comune di Castel Goffredo (a cura di), Vivi la città. Comune di Castel Goffredo, Reggio Emilia, 1999.ISBN non esistente
  • Paola Eugenia Falini, Claudia Bonora Previdi e Marida Brignani (a cura di), I giardini dei Gonzaga. Un atlante per la storia del territorio, Spoleto, Del Gallo Editori, 2018, pp. 212-217, ISBN 978-88-99244-14-9.
  • Carlo Gozzi, Raccolta di documenti per la Storia di Castelgoffredo e biografia di que' principi Gonzaga che l'hanno governato personalmente (1840), Mantova, 2000. ISBN 88-88091-11-4.
  • Massimo Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona, 1990.ISBN non esistente
  • Pro Loco Castel Goffredo (a cura di), Castel Goffredo. Lo scrigno dei venti, Guidizzolo, 2007.ISBN non esistente
  • Giovanni Scardovelli, Luigi, Alfonso e Rodolfo Gonzaga marchesi di Castelgoffredo, Bologna, 1890.
  • Guido Sommi Picenardi, Castel Goffredo e i Gonzaga, Milano, 1864. ISBN non esistente.
  • Lisa Tabai, Massimo Telò e Alfio Milazzo, Appunti d'arte. Conversazioni sugli affreschi di Palazzo Gonzaga-Acerbi, Viterbo, Press Up, ottobre 2020, SBN IT\ICCU\LO1\1806304.
  • Massimo Telò (a cura di), Aloisio Gonzaga. Un principe nella Castel Goffredo del '500, Roma, PressUp, 2021, ISBN non esistente.
  • Mariano Vignoli, Quanta schiera di gagliardi. Uomini e cose del Risorgimento nell'alto mantovano, Mantova, 1998.
  • Mariano Vignoli, Giancarlo Cobelli, Da terra aperta e ben intesa fortezza. Le mura e le fortificazioni di Castel Goffredo, Mantova, 2010, ISBN 978-88-95490-10-6.

Altre fonti modifica

  • 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del Comune di Castel Goffredo.

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