Porchia

frazione del comune italiano di Montalto delle Marche
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Porchia è un ex comune italiano della provincia di Ascoli Piceno di 269[senza fonte] abitanti (120 nella frazione precisa e 269 in tutta la località)[oggetto di rilevazione?] di Montalto delle Marche.

Porchia
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Comune Montalto delle Marche
Territorio
Coordinate42°59′49.38″N 13°37′50.88″E / 42.99705°N 13.6308°E42.99705; 13.6308 (Porchia)
Altitudine349 m s.l.m.
Abitanti170[senza fonte]
Altre informazioni
Cod. postale63068
Prefisso0736
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiporchiesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Porchia
Porchia

Storia e Descrizione modifica

Il territorio di Porchia è abitato fin dall'antichità, esistendo testimonianza della presenza di necropoli sia picene sia romane. La fondazione vera e propria risale però al IV secolo, durante le invasioni barbariche. Il borgo prende il nome di Porcia. Il castello porchiese sorge all'epoca delle incursioni saracene, intorno al IX secolo.

Nel 1291 il papa ascolano Niccolò IV attribuisce al castello la prima forma di autonomia, ammettendolo all'elezione del podestà. Di lì a poco Porchia entra a far parte dei castelli di Ascoli, come baluardo nordorientale della città. Ascoli offre a sua volta aiuto militare al castello (1319-1321). Di questo status la frazione reca tuttora traccia, con la partecipazione della sua rappresentanza alla Quintana di Ascoli Piceno.

Nel 1377, il più spavaldo, valoroso ma anche crudele dei signori ghibellini, Boffo da Massa[1] realizza una piccola signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minacciò di ucciderlo se il padre non gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano. Il 4 settembre 1387 Boffo da Massa viene ucciso a Carassai. Cossignano, il giorno dopo la morte del Tiranno e Porchia, il giorno successivo si confederarono, con Fermo[2].

Pur soggetta al comune di Ascoli, tuttavia, Porchia appartiene alla diocesi di Fermo, nella quale resterà fino al 1571, quando sarà aggregata alla diocesi di Ripatransone; nel 1586 poi il montaltese papa Peretti, Sisto V, elevando a sede vescovile la sua città, ne ricaverà il territorio appunto dalla diocesi ripana, scorporandone anche Porchia (14 novembre). Il primo vescovo di Montalto, Paolo Emilio Giovannini, è nativo del castello, e i fornaciai porchiesi forniscono i mattoni per la costruzione della nuova cattedrale.

Il comune di Porchia cessa di esistere nel 1861, sopraggiunta l'Unità d'Italia, allorché un decreto piemontese lo accorpa definitivamente a Montalto delle Marche.

La Chiesa di Santa Lucia conserva all’altare maggiore la tela raffigurante la Madonna con Bambino e S.Giovanni Battista, S.Sebastiano, S. Caterina di Alessandria e S.Lucia di Vincenzo Pagani e, nella cripta, un affresco con una Natività, già attribuito allo stesso Pagani ed oggi assegnato alla mano di Francesco Fantone da Norcia, datato 1515 nell'iscrizione in basso.[3]

Sport modifica

Calcio modifica

La squadra della piccola frazione è l'Atletico Porchia che milita attualmente nella Seconda Categoria.

Note modifica

  1. ^ *S. Virgili e F. Regi, Personaggi Piceni, Studi e saggi dei quaderni dell’ASAF n. 4 - Centobuchi (AP) 2000
  2. ^ Niccola Pansoni, Boffe da Masse: XXIV sonetti in dialetto cossignanese con note storiche. La presa di Cossignano A.D. 1370, Tip Barigelletti, 1925 - Note storiche, pag.8
  3. ^ Alessandro Delpriori, Lorenzo di Giovanni de Carris, detto il Giuda. Un pittore del cinquecento nelle marche, in Lorenzo de Carris e i pittori eccentrici nelle Marche del primo Cinquecento, a cura di Alessandro Delpriori, catalogo di mostra, Perugia, 2016, pag. 46.

Bibliografia modifica

  • C. Trevisani, Mercenario da Monteverde: storia italiana del secolo decimoquarto, Tipografia italiana, 1850
  • M. Cellini, Documenti di storia italiana, 1870
  • M. Cellini, Cronaca della città di Fermo, 1870
  • V. V. Brancadoro, Notizie storiche e statistiche di Massa nella provincia di Fermo raccolte e pubblicate dal cav. Vincenzio Vitali Brancadoro socio di varie accademie, Tipografia del Paccasassi, 1860
  • P.C. C. De Carolis, Memorie istoriche di Castignano, Bartolini, 1792
  • G. Colucci, Delle antichità picene dell'abate Giuseppe Colucci patrizio camerinese, dai torchi dell'autore, 1796
  • G. B. Ripamonti, Gentile da Mogliano storia picena del secolo 14. raccontata da G. B. Ripamonti, Tip. Natalucci, 1876
  • Effemeridi della città di Fermo e suo antico stato, tip. dei fratelli Rossi, 1846
  • Niccola Pansoni, Boffe da Masse: XXIV sonetti in dialetto cossignanese con note storiche. La presa di Cossignano A.D. 1370, Tip Barigelletti, 1925
  • S. Virgili e F. Regi, Personaggi Piceni, Studi e saggi dei quaderni dell’ASAF n. 4 - Centobuchi (AP) 2000
  • G. Moroni Romano, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi ..., Tipografia Emiliana, 1852
  • G. Petrelli, Cenni istorici per la terra di Mogliano con genealogia e vita di Gentile 2. e 3. suoi signori su documenti raccolti e cronologicamente disposti da Giulio Petrelli di detto luogo, Tipografia Badaloni, 1860
  • E. Dehò, Paesi marchigiani, Industrie grafiche, 1910

Collegamenti esterni modifica

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