Sala del mappamondo (Biblioteca Spezioli)

sala della Biblioteca Spezioli di Fermo
Voce principale: Biblioteca Spezioli.

La sala del mappamondo è il nucleo fondante dell'antica Biblioteca Spezioli con sede nel Palazzo dei Priori di Fermo, nelle Marche meridionali.

Sala del Mappamondo

È oggi chiamata così per via del grande Mappamondo ivi collocato realizzato nel 1713 dall'abate Amanzio Moroncelli e dall'arciprete Filippantonio Morrone che ne fu il committente.

Storia e descrizione modifica

Conclusa nel 1688 e voluta dal Cardinale Decio Azzolino il Giovane in omaggio alla regina Cristina di Svezia. La struttura, che presenta scaffalature in noce e soffitto intagliato in abete, fu realizzata grazie al lascito del patrizio fermano Paolo Ruffo in favore del convento di San Domenico. Questa corposa collezione era però soggetta ad una condizione fondamentale: doveva essere disponibile per il pubblico e conservata in locali adatti. Vista la rinuncia da parte dei domenicani per motivi economici, intervenne quindi il Cardinale Azzolino, il quale si impegnò personalmente nella costruzione del locale adatto. Scelse l'antica Sala delle commedie del palazzo dei Priori di Fermo e, coadiuvato dall'architetto Adamo Sacripante, costruì in pochi anni la biblioteca lignea, scegliendo la ripartizione in doppio ordine con ballatoio.

L'ordine dei testi, a stampa e manoscritti, è dato secondo un ordine pratico, scegliendo di porre i libri più piccoli e meno ingombranti in alto ed i più grandi in basso. Si possono notare poi delle cifre in numeri romani che indicano le mensole, e delle lettere latine che indicano invece le colonne: queste combinazioni corrispondono poi ad un preciso elenco scritto. In questa sala sono per la maggior parte conservati i testi provenienti dalla collezione del medico fermano Romolo Spezioli, che comprende trattati di medicina ma anche erbari e testi di cosmografia.

Bibliografia modifica

  • Maria Chiara Leonori (a cura di), Scoprire la biblioteca di Fermo, guida alle collezioni storiche e artistiche, Ancona, Il lavoro editoriale, 2000.

Voci correlate modifica

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