Silvio Feccia

allenatore di calcio e calciatore italiano

Silvio Feccia (Romagnano Sesia, 22 gennaio 1927Romagnano Sesia, 17 aprile 2009) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Silvio Feccia
Silvio Feccia con la maglia del Novara
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Centrocampista
Termine carriera 1962 - giocatore
1980 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1945-1949Gattinara? (?)
1949-1960Novara295 (17)
1960-1961Cuneo28 (?)
1961-1962Pinerolo? (?)
Carriera da allenatore
1962-1963Pinerolo
1964-1965 Serravalle
1966-1967Arona
1968-1969Juventus Domo[1]
1978-1980 Coggiola
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Venne soprannominato Silver per distinguerlo, negli anni di comune militanza al Novara, dal più famoso compagno di squadra Silvio Piola[2].

Carriera modifica

Giocatore modifica

Nativo di Romagnano Sesia, iniziò a giocare a calcio negli anni successivi alla seconda guerra mondiale nella formazione del Gattinara, dove rimase per quattro stagioni tra il 1945 e il 1949, militando in Serie C e in Promozione[3]. Il 1949 fu l'anno del passaggio al Novara, direttamente nella massima serie, nella quale esordì il 20 ottobre 1949 in Sampdoria-Novara 3-0[2]. Chiuso dai titolari Baira e Mainardi, Feccia disputò solo nove gare nella sua prima stagione; la squadra conquistò la salvezza nelle ultime giornate, terminando quartultima. Negli anni successivi Feccia divenne titolare (in particolare dalla stagione 1951-1952, in cui registrò 24 presenze) e la squadra si mantenne su posizioni di media classifica, soprattutto grazie alla presenza in attacco di Silvio Piola, che terminò la sua carriera nel 1954. Il Novara rimase in Serie A fino alla stagione 1955-1956, quando retrocesse in Serie B, terminando il campionato al penultimo posto. Feccia rimase con la formazione piemontese fino al 1960, lasciando la squadra dopo undici stagioni (7 in A e 4 in B) nelle quali registrò 295 presenze e 17 reti (di cui 180 gare e 12 gol in A)[2].

Passò al Cuneo[2], disputando una stagione in Serie D (la squadra retrocedette al termine della stagione), e nel 1961-1962 militò nel Pinerolo in Prima Categoria[2], squadra della quale fu anche capitano[4]. Fu la sua ultima stagione come calciatore.

Allenatore modifica

Nel 1962, dopo il suo ritiro dal calcio giocato, allenò la sua ultima squadra, il Pinerolo, nella stagione 1962-1963[5], mentre nel 1964 fu al Serravalle[6]. Nel 1966 salì alla guida dell'Arona, dove rimase nel 1966-1967 e parte della stagione successiva, prima di essere sostituito da Renato Cocconi[7]. Nel 1978 passò al Coggiola, dove rimase per due stagioni; al termine della stagione 1980 la formazione venne coinvolta in una rissa: tra le varie squalifiche, Feccia fu sospeso per un anno, fino al giugno 1981[8], dopodiché non allenò più alcuna squadra.

Dopo il ritiro modifica

Ritiratosi nel suo paese natale, aprì un negozio di antiquariato insieme alla moglie Linduccia[3]. Morì nel 2009 all'età di 82 anni[3].

Note modifica

  1. ^ Silvio Feccia è il nuovo allenatore della Juve Domo, in Eco Risveglio Ossola, 18 luglio 1968, p. 2.
  2. ^ a b c d e Romolo Barisonzo, E' il "fedelissimo" Feccia l'altro Silvio del Novara, La Stampa, 19 gennaio 1997. URL consultato il 25 dicembre 2010.
  3. ^ a b c L'ADDIO DI ROMAGNANO A SILVIO "SILVER" FECCIA - GIOCÒ NEL NOVARA QUANDO MILITAVA IN SERIE A, Romagnano Sesia Oggi, 20 aprile 2009.
  4. ^ La nostra storia - 1961/1962 [collegamento interrotto], su pinerolofc.it. URL consultato il 25 dicembre 2010.
  5. ^ Feccia si difende, su archiviolastampa.it, La Stampa, 29 ottobre 1962. URL consultato il 25 dicembre 2010.
  6. ^ Squalificata dalla Lega mezza squadra del Serravalle, su archiviolastampa.it, La Stampa, 5 marzo 1965. URL consultato il 25 dicembre 2010.
  7. ^ Gli allenatori negli ultimi cinquant'anni, su aronacalcio.altervista.org, Arona Calcio. URL consultato il 23 dicembre 2010.
  8. ^ Sassi, sputi e calci all'arbitro - Com'è indisciplinato il Coggiola, su archiviolastampa.it, La Stampa, 5 giugno 1980. URL consultato il 25 dicembre 2010.

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