Stagno di Pilo

zona umida della Sardegna

Lo stagno di Pilo è un'importante zona umida della Sardegna. Ai sensi della "Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche" n. 92/43/CEE è stato classificato come sito di importanza comunitaria (SIC ITB010002). Inoltre, con D.A. della Regione Autonoma della Sardegna n. 18 del 31.01.1996, è stato incluso in un'oasi permanente di protezione faunistica e di cattura. Nell'estate 2014, una moria di fenicotteri interessa l'area.[1]

Stagno di Pilo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Sardegna
Provincia  Sassari
Comune Sassari
Coordinate40°51′28.8″N 8°16′48″E / 40.858°N 8.28°E40.858; 8.28
Dimensioni
Superficie1,2 km²
Profondità massimam
Idrografia
Originestagno
Bacino idrografico52 km²
Mappa di localizzazione: Italia
Stagno di Pilo
Stagno di Pilo

Geografia modifica

Lo stagno di Pilo si trova nella parte occidentale del golfo dell'Asinara, immediatamente a contatto con il complesso della centrale termoelettrica di Fiumesanto e in posizione equidistante rispetto ai centri di Porto Torres e Stintino dai quali dista una dozzina di chilometri. Per tre lati è racchiuso tra basse colline e, a nord-est è delimitato dal mare da un cordone sabbioso che si eleva 3-4 metri, attraverso il quale è stato aperto un breve canale artificiale per consentire il ricambio idrico. Gli apporti d'acqua dolce sono legati alle modeste portate degli immissari e di conseguenza il valore di salinità delle sue acque è variabile. Lo stagno ha un'estensione di circa 120 ettari e una profondità massima di 2 m. Il suo bacino imbrifero ha uno sviluppo complessivo di circa 56 km² ed è in buona parte coincidente con il bacino idrografico del Rio Canniscioni (o rio D'Issi), che nasce dalle colline della Nurra, in località La Pedraia.

La fauna modifica

Avifauna migratoria / Ospiti regolari di interesse comunitario (1994-98) modifica

[2]

Vertebrati riproducentisi di interesse comunitario (1994-98) modifica

[3]

Note modifica

  1. ^ Nicola Pinna, Lo stagno “avvelenato” che uccide i fenicotteri rosa, 15 agosto 2014. URL consultato il 15 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2014).
  2. ^ (All. I, Direttiva 79/409 CEE e 91/744 CEE)
  3. ^ (All. I, Direttiva 79/409 CEE e 91/744 CEE; All. II e IV Direttiva 92/43 CEE)

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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