Tetraioduro di difosforo

composto chimico

Il tetraioduro di difosforo è un solido cristallino arancione con formula P2I4 ed è stato usato come agente riducente in chimica organica. È un raro esempio di composto con fosforo nello stato di ossidazione +2 e può essere classificato come subalogenuro del fosforo. È il più stabile dei tetraalogenuri di difosforo[1].

Tetraioduro di difosforo
Nome IUPAC
Tetraioduro di difosforo
Nomi alternativi
Ioduro di fosforo(II)
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareP2I4
Aspettocristalli arancioni
Numero CAS13455-00-0
Numero EINECS236-646-7
PubChem83484
SMILES
P(P(I)I)(I)I
Proprietà chimico-fisiche
Temperatura di fusione125,5 °C
Indicazioni di sicurezza
Frasi H314 - 318
Consigli P260 - 264 - 280 - 301+330+331 - 303+361+353 - 304+340 - 305+351+338 - 310 - 321 - 363 - 405 - 501

Sintesi e struttura modifica

Il tetraioduro di difosforo è facilmente generato dalla disproporzione del triioduro di fosforo nell'etere secco:

 

Può anche essere ottenuto trattando tricloruro di fosforo (PCl3) e ioduro di potassio (KI) in condizioni anidre[2]

Il composto adotta una struttura centrosimmetrica con un legame P-P di lunghezza pari a 2,230 Å[3].

Reazioni modifica

Chimica inorganica modifica

Il tetraioduro di difosforo reagisce con il bromo per formare miscele PI3-xBrx. Con lo zolfo, viene ossidato a P2S2I4, mantenendo il legame P-P[1]. Reagisce con il fosforo elementare e l'acqua per produrre ioduro di fosfonio (PH4I), che viene raccolto tramite sublimazione a 80 °C[4].

Chimica organica modifica

Il tetraioduro di difosforo è utilizzato nella sintesi organica principalmente come agente deossigenante[5]. È usato per deproteggere acetali e chetali in aldeidi e chetoni, e per convertire gli epossidi in alcheni e le aldossime in nitrili. Può anche ciclizzare i 2-amminoalcoli in aziridine[6] e convertire gli acidi carbossilici α,β-insaturi in Ioduro α,β-insaturi[7].

Come prefigurato dal lavoro di Bertholet nel 1855[5] ,il tetraioduro di difosforo viene utilizzato nella reazione di Kuhn-Winterstein, la conversione dei glicoli in alcheni[8].

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Greenwood, N.N. e Earnshaw, A., Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 978-0-7506-3365-9.
  2. ^ (EN) H. Suzuki, T. Fuchita, A. Iwasa e T. Mishina, Diphosphorus Tetraiodide as a Reagent for Converting Epoxides into Olefins, and Aldoximes into Nitriles under Mild Conditions, in Synthesis, vol. 1978, n. 12, dicembre 1978, pp. 905–908, DOI:10.1055/s-1978-24936.
  3. ^ (EN) Z. Žák e M. Černík, Diphosphorus tetraiodide at 120 K, in Acta Crystallographica Section C, C52, 1996, pp. 290-291, DOI:10.1107/S0108270195012510.
  4. ^ (EN) Glenn Halstead Brown, Reactions of phosphine and phosphonium iodide, Iowa State College, 1951. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  5. ^ a b (EN) Alain Krief e Vikas N. Telvekar, Diphosphorus Tetraiodide, in Encyclopedia for Reagents in Organic Synthesis, 2009, DOI:10.1002/047084289X.rd448.pub2.
  6. ^ (EN) H. Suzuki e H. Tani, A mild cyclization of 2-aminoalcohols to aziridines using diphosphorus tetraiodide, in Chemistry Letters, vol. 13, n. 12, 1984, pp. 2129–2130, DOI:10.1246/cl.1984.2129.
  7. ^ (EN) Vikas N. Telvekar e Somsundaram N. Chettiar, A novel system for decarboxylative bromination, in Tetrahedron Letters, vol. 48, n. 26, giugno 2007, pp. 4529–4532, DOI:10.1016/j.tetlet.2007.04.137.
  8. ^ (DE) Richard Kuhn e Alfred Winterstein, Über konjugierte Doppelbindungen I. Synthese von Diphenyl-poly-enen, in Helvetica Chimica Acta, vol. 11, n. 1, 1928, pp. 87–116, DOI:10.1002/hlca.19280110107.

Voci correlate modifica

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