Urraca López de Haro

Urraca López de Haro (1160Vileña, 1230), fu regina consorte di Léon in seguito al suo matrimonio con il re Ferdinando II.

Urraca López de Haro
Sepolcro della regina nel Monastero di Santa Maria la Real di Vileña
Regina consorte di Léon
In caricamaggio 1187 –
22 gennaio 1188
PredecessoreTeresa Fernández de Traba
SuccessoreTeresa del Portogallo
Nascita1160
MorteVileña, 1230[1]
Luogo di sepolturaMonastero di Santa Maria la Real de Vileña
Casa realeCasas de Haro
PadreLope Díaz I de Haro
MadreAldonza Rodriquez
ConiugiNuño Meléndez
Ferdinando II di León
FigliMaría Núñez
García Fernández
Alfonso Fernández
Sancho Fernández
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

Urraca era la figlia di Lope Díaz I de Haro, signore di Biscaglia, e di sua moglie, la contessa Aldonza Rodriquez, fondatori del monastero di Cañas[2].

Matrimoni modifica

Primo Matrimonio modifica

Sposò in prime nozze un parente di sua madre, Nuño Meléndez (?-1180)[3], figlio di Melendo Núñez e di María Fróilaz. Ebbero una figlia:

  • María Núñez (?-1255)

Secondo Matrimonio modifica

Intorno al 1182[4], divenne l'amante del re Fernando II dopo la morte della sua seconda moglie, Teresa Fernández de Traba. Grazie a ciò, lei e i suoi fratelli ricevettero molti doni dal sovrano. Nel 1186 suo fratello García López fu nominato luogotenente del re e nel 1187 l'altro fratello, Diego, ottenne il possesso dell'Estremadura. Si sposarono pochi anni dopo, nel maggio del 1187, e il re le diede diverse proprietà a Aguilar e Monteagudo[5]. Ebbero tre figli:

  • García Fernández, Infante di León (1181-1184)
  • Alfonso Fernández de León (1184-1188)
  • Sancho, Infante di León (1186-1220), sposò Teresa Díaz de Haro

Consapevole del fatto che suo marito si stava avvicinando alla fine della sua vita, tentò di far sì che il loro unico figlio superstite, Sancho, fosse nominato l'erede al trono contro gli interessi di Alfonso, incoronato poi come Alfonso IX di León, figlio di Fernando e la sua prima moglie Urraca del Portogallo. Sosteneva che l'infante Alfonso era illegittimo poiché il matrimonio dei suoi genitori era stato annullato a causa della loro consanguineità. Il re Fernando apparentemente bandì suo figlio Sancho dalla corte, considerato un trionfo per Urraca.

Il re Fernando morì a Benavente il 22 gennaio 1188 e gli succedette il primogenito Alfonso, dopo di che Urraca dovette rifugiarsi in Castiglia governata dal nipote del defunto marito, Alfonso VIII, affidando la protezione delle sue proprietà in León a suo fratello Diego. Tuttavia, Alfonso IX, preoccupato per il potere della famiglia Haro, raggiunse un accordo con il re Alfonso VIII e attaccò le fortezze di proprietà di Urraca nel regno di León.

Nel 1213, il conte Álvaro Núñez de Lara, sposato con la nipote della regina Urraca, Urraca Díaz de Haro le diede diverse proprietà, tra cui La Bureba[6], con cui in seguito fondò, nel 1222, il Monastero di Santa María la Real a Vileña, affidando la sua gestione ai cistercensi. Sebbene non fosse la badessa di questo monastero, divenne suora e fu sepolta in un sepolcro di pietra posto nel presbiterio della chiesa del monastero che fu trasferito successivamente al Museo di Vileña dopo che il monastero fu distrutto da un incendio 1970 e poi di nuovo al Museo di Burgos[7].

Note modifica

  1. ^ Probabilmente è morta intorno al 1230, l'ultimo anno in cui sono citati i "cappellani della regina" nel monastero. Le suore del monastero hanno celebrato un anniversario per Urraca il 13 marzo, probabilmente la data della sua morte.
  2. ^ Baury, 2011, pp. 175-179.
  3. ^ García Leal, 2006, pp. 4-5.
  4. ^ Cadiñanos Bardeci, 1990, p. 14.
  5. ^ Arco, 1954, pp. 168-171.
  6. ^ Cadiñanos Bardeci, 1990, p. 102.
  7. ^ Cadiñanos Bardeci, 1990, p. 49.

Bibliografia modifica

  • (ES) Ricardo del Arco y Garay, Sepulcros de la Casa Real de Castilla, Madrid, Instituto Jerónimo Zurita. Consejo Superior de Investigaciones Científicas, 1954, OCLC 11366237.
  • (FR) Ghislain Baury, Sainteté, Mémoire et lignage des abbesses cisterciennes de Castille au XII:la comptesse Urraca de Cañas (Av.1207-1262), in Anuario de Estudios Medievales, vol. 41, n. 1, January–June 2011, pp. 151–182, ISSN 0066-5061 (WC · ACNP).
  • Inocencio Cadiñanos Bardeci, El Monasterio de Santa María la Real de Vileña, su Museo y Cartulario, Burgos, Caja de Ahorros Municipal de Burgos, 1990, OCLC 627740127.
  • José M. Canal Sánchez-Pagín, La Casa de Haro en León y Castilla durante el siglo XII: Nuevas conclusiones, in Anuario de Estudios Medievales (AEM), n. 25, 1995, pp. 3–38, ISSN 0066-5061 (WC · ACNP).
  • Guillermo Castán Lanaspa e Javier Castán Lanaspa, Documentos del Monasterio de Santa María de Trianos (Siglos XII-XIII), Salamanca, Ediciones Universidad de Salamanca, 1992, ISBN 84-7481-713-7.
  • Alfonso García Leal, Los condes Fruela Muñoz y Pedro Fláinez: La formación de un patrimonio señorial, in Anuario de Estudios Medievales (AEM), n. 36/1, 2006, pp. 1–100, ISSN 0066-5061 (WC · ACNP).
  • Julio González, Regesta de Fernando II, León, C.S.I.C., Instituto Jerónimo Zurita, 1943, ISBN 84-86371-02-3.
  • José Manuel Lizoain Garrido, Documentación del Monasterio de Las Huelgas de Burgos (1116-1230), Burgos, Ediciones J.M. Garrido Garrido, 1985, ISBN 84-86371-02-3.
  • Isabel Oceja Gonzalo, Documentación del Monasterio de San Salvador de Oña (1032-1284), Burgos, Ediciones J.M. Garrido Garrido, 1997, ISBN 84-600-3307-4.
  • Margarita Cecilia Torres Sevilla-Quiñones de León, Linajes nobiliarios de León y Castilla: Siglos IX-XIII, Salamanca, Junta de Castilla y León, Consejería de educación y cultura, 1999, ISBN 84-7846-781-5.

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