Ursus ingressus

specie di animali della famiglia Ursidae

L'orso delle caverne di Gamssulzen (Ursus ingressus) era una specie di orso vissuta in Europa centrale durante il tardo Pleistocene. Prende il nome dalla grotta di Gamssulzen in Austria, dove è stato trovato l'olotipo di questa specie.[1]

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Orso delle caverne di Gamssulzen
Immagine di Ursus ingressus mancante
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Ursidae
Genere Ursus

Descrizione modifica

Le dimensioni di quest'orso erano molto grandi, con arti massicci e voluminosi, era più grande dell'orso speleo, e secondo le stime un esemplare maschio pesava in media dai 350 ai 600 kg.[1][2]

Comportamento modifica

Alcuni studi hanno evidenziato come l'orso delle caverne di Gamssulzen fosse erbivoro,[3] altri hanno invece proposto che fosse un onnivoro, assimilando proteine sia da animali terrestri sia da acquatici,[4] notando come le abitudini alimentari degli orsi delle caverne possano variare notevolmente a seconda dell'ambiente in cui essi vivono.[5]

Il rinvenimento, nella grotta di Zoolithen in Germania, di teschi con danni da morso suggeriscono che l'orso sia entrato in conflitto con altri grandi carnivori del tardo pleistocene come il leone o la iena delle caverne.[6]

Distribuzione e habitat modifica

È possibile che l'orso delle caverne di Gamssulzen dominasse l'orso speleo nell'Europa centrale e orientale, mentre nell'Europa occidentale fu superato numericamente proprio da questa specie. Circa 50000 anni fa, l'orso delle caverne di Gamssulzen migrò sulle Alpi sostituendosi all'Ursus spelaeus eremus e all'Ursus spelaeus ladinicus. È stato rinvenuto ad oriente fino agli Urali in Russia e ad occidente fino alle Alpi sveve in Germania.[5][7] Ha vissuto per lo più in regioni di media e alta quota e probabilmente si è adattato ad ambienti continentali con clima freddo e arido.[8]

Sia quest'orso, sia l'orso speleo si sono evoluti dall'orso di Deninger[1][5]; alcuni studi si interrogano se siano specie separate, o siano da considerarsi invece come sottospecie di una singola specie.[8]

L'orso delle caverne di Gamssulzen è sopravvissuto all'orso speleo per circa 1000-2000 anni, sostituendosi localmente a questa specie ed estinguendosi circa 30000 anni fa, appena prima dell'ultimo massimo glaciale. Le ragioni dell'estinzione non sono chiare; è stato ipotizzato che possa essere dipeso dal cambiamento climatico o dalla caccia umana.[7][9]

Note modifica

  1. ^ a b c Gernot Rabeder, Die Höhlenbären der Sulzfluh-Höhlen, in Vorarlberger Naturschau 15, 2004, pp. 103-114.
  2. ^ Per Christiansen, What size were Arctodus simus and Ursus spelaeus (Carnivora: Ursidae)?, in Finnish Zoological and Botanical Publishing Board, Helsinki, 1999.
  3. ^ Susanne C. Münzel, Florent Rivals e Martina Pacher, Behavioural ecology of Late Pleistocene bears (Ursus spelaeus, Ursus ingressus): Insight from stable isotopes (C, N, O) and tooth microwear, in Quaternary International, vol. 339-340, 2014, pp. 148–163, DOI:10.1016/j.quaint.2013.10.020.
  4. ^ Elissavet Dotsika e Nikoleta Zisi, Palaeoclimatic information from isotopic signatures of Late Pleistocene Ursus ingressus bone and teeth apatite (Loutra Arideas Cave, Macedonia, Greece), in Quaternary International, vol. 245, 2011, DOI:10.1016/j.quaint.2011.01.027.
  5. ^ a b c Michael Knapp, First DNA sequences from Asian cave bear fossils reveal deep divergences and complex phylogeographic patterns, in Molecular Ecology, vol. 18, marzo 2009, pp. 1225–1238, DOI:10.1111/j.1365-294x.2009.04088.x, PMID 19226321.
  6. ^ Holotype skulls, stratigraphy, bone taphonomy and excavation history in the Zoolithen Cave and new theory about Esper's "great deluge", in E&G Quaternary Science Journal, vol. 63, 2014, pp. 78-98, DOI:10.3285/eg.63.1.05.
  7. ^ a b Susanne C. Münzel, Pleistocene bears in the Swabian Jura (Germany): Genetic replacement, ecological displacement, extinctions and survival (PDF), in Quaternary International, vol. 245, 2011, pp. 225–237, DOI:10.1016/j.quaint.2011.03.060.
  8. ^ a b Mateusz Baca, Anna Stankovic, Krzysztof Stefaniak, Adrian Marciszak, Michael Hofreiter, Adam Nadachowski, Piotr Węgleński e Paweł Mackiewicz, Genetic analysis of cave bear specimens from Niedźwiedzia Cave, Sudetes, Poland, in Palaeontologia Electronica, vol. 15, 2012, p. 16.
  9. ^ Keiko Kitawaga, Exploring cave use and exploitation among cave bears, carnivores and hominins in the Swabian Jura, Southwestern Germany., in Journal of Taphonomy, vol. 10, settembre 2015, pp. 439–461.