Utente:Carmine Ingaldi/sandbox

Anni 20 modifica

1926/27 modifica

Il 1º agosto 1926 il FBC Internaples cambia nome in AC Napoli. La nuova squadra viene subito ammessa al campionato di Divisione Nazionale (il campionato di Massima Serie) in virtù del secondo posto dell'Internaples nel torneo di Prima Divisione Lega Sud 1925-26. Per la prima volta le squadre del nord e le squadre del sud giocano nello stesso torneo (prima c'erano due tornei, uno del nord e uno del sud, le cui vincenti si affrontavano nella finalissima nazionale).

Il primo campionato del Napoli fu disastroso: su diciotto partite ne pareggiò una (contro il Brescia in casa) e ne perse diciassette, segnò sette reti e ne subì sessantuno. Gli azzurri sarebbero dovuti retrocedere in Prima Divisione ma la Federazione decise di graziare le tre squadre del sud iscritte al torneo (tutte e tre retrocesse) ripescando tutte le squadre inizialmente retrocesse.

1927/28 modifica

Il Napoli si rinforzò per evitare un'altra retrocessione ma disputò un girone d'andata veramente disastroso alla fine del quale era in zona retrocessione con soli 4 punti e all'8° giornata perse contro l'Alessandria 11-1. Per fortuna, nel girone di ritorno, il Napoli si riprese, sconfisse squadre prestigiose (2-0 contro la Pro Vercelli, 2-1 contro il Genoa) e riuscì a salvarsi arrivando terzultimo con 15 punti.

1928/29 modifica

La Federazione decise di riformare il campionato ammettendo trentadue squadre (sedici per girone); si sarebbero qualificate al primo campionato di Serie A a girone unico solo le prime otto di ogni girone. Il Napoli quindi dovette rinforzarsi in modo da essere tra le migliori otto del proprio girone, alla fine arrivò ottavo a pari merito con la Lazio e si dovette giocare uno spareggio fra le due compagini. La partita finì 2-2 e si sarebbe dovuto giocare una seconda gara di spareggio, ma la FIGC decise di allargare il campionato a diciotto squadre riammettendo alla Serie A Napoli, Lazio e Triestina, nona nell'altro girone. Capocannoniere della squadra fu Attila Sallustro che segnò ben ventidue reti.

1929/30 modifica

Per evitare un altro campionato sofferto il Napoli si rinforzò acquistando dalla Juventus il bomber Antonio Vojak che aveva vinto uno scudetto con la maglia bianconera nel 1925-26 segnando anche il gol della vittoria nella finale Lega Nord contro il Bologna. In panchina fu chiamato William Garbutt, che aveva vinto due scudetti con il Genoa. Il primo campionato di Serie A, reagalò al Napoli un ottimo quanto inatteso quinto posto.

Anni 30 modifica

1930/31 modifica

Il Napoli partì subito forte in campionato concludendo il Girone d'Andata al secondo posto dietro la Juventus. Poi la defezione del bomber Sallustro, partito per fare il servizio militare, penalizzò la squadra che arrivò soltanto sesta.

1934/35 modifica

Il Napoli, in virtù del terzo posto in campionato conquistato l'anno precedente, partecipò per la prima volta alla Coppa Europa Centrale (o Mitropa Cup), la massima competizione europea di quei tempi. Al primo turno gli Azzurri affrontarono gli austriaci dell'Admira Vienna. Gli azzurri riuscirono nell'impresa di pareggiare 0-0 nella gara d'andata in trasferta, ma sprecarono il doppio vantaggio iniziale nella gara di ritorno a Napoli facendosi rimontare dagli avversari (risultato finale 2-2) e nella bella vennero travolti per 5-0.

In campionato la squadra deluse arrivando soltanto settima. Il mister Garbutt se ne andò e Achille Lauro divenne nuovo presidente della società.

Anni 40 modifica

Anni 50 modifica

Anni 60 modifica

Anni 70 modifica

Anni 80 modifica

1986/87 modifica

La stagione del primo scudetto azzurro

Ai nastri di partenza della stagione 1986/87, il Napoli non è tra le favorite, sebbene siano arrivati nuovi innesti, come l'attaccante Andrea Carnevale, che va a formare in tridente definito Ma.Gi.Ca. (dalle sillabe iniziali dei tre attaccanti azzurri: Maradona-Giordano-Carnevale). Intanto, Maradona è appena tornato dal trionfale mondiale messicano con la casacca della Selección, e tutti gli occhi sono puntati su di lui, ormai una delle stelle del calcio mondiale.

Dopo poche giornate, tuttavia, il Napoli è già in crisi: eliminato ai calci di rigore dalla Coppa UEFA del 1987, per mano dei francesi del Tolosa (con Maradona che sbaglia il rigore decisivo), ed appena una vittoria e due pareggi nelle prime tre giornate di campionato. La panchina di Ottavio Bianchi sembra in pericolo; ma una buona serie di risultati utili (tra cui le vittorie esterne contro Roma e Sampdoria) portano il Napoli ad agganciare la Juventus proprio alla vigilia dello scontro diretto di Torino.
In una gara che sarà l'emblema della stagione, il Napoli chiude il primo tempo sotto di una rete; ma nel secondo, grazie alle reti di Moreno Ferrario, Bruno Giordano e Giuseppe Volpecina, gli azzurri espugnano Torino e cominciano la corsa verso il tricolore.

Lo scudetto arriva alla penultima giornata: il 10 maggio 1987 al San Paolo è di scena la Fiorentina, che riesce a pareggiare la rete di Andrea Carnevale con una magistrale punizione di Roberto Baggio, al primo goal in Serie A. Il pari permette comunque al Napoli di conquistare matematicamente lo scudetto, ed inizia così la grande festa per la vittoria del tricolore.

Il Napoli festeggia nel mese successivo anche la vittoria della Coppa Italia 1987, conquistata vincendo tutte le tredici gare disputate, comprese le due finali contro l'Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa è un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus.

1987/88 modifica

In vista degli impegni di campionato e Coppa dei Campioni, viene ingaggiato Antonio Careca, il centravanti della Seleçao, che conquisterà i tifosi a suon di goal e prodezze tecniche. Il Napoli punta decisamente a riconfermare la propria leadership in campionato, ma nessuno nasconde le ambizioni legate alla Coppa dei Campioni, competizione cui gli azzurri accedono per la prima volta
Il sorteggio oppone subito gli azzurri al Real Madrid, una delle favorite d'obbligo della vigilia, che nella gara d'andata - a porte chiuse - al Bernabeu, si impone per 2-0, spezzando così le speranze partenopee.
La gara di ritorno si disputa al San Paolo, pieno come mai prima. Un goal di Francini dopo undici minuti di gioco ed il primo tempo dominato quasi interamente dagli azzurri lasciano sperare in una clamorosa impresa, ma il goal di Butragueño, a pochi minuti dal riposo, smorza le illusioni e l'uno a uno finale qualifica gli spagnoli lasciando l'amaro in bocca agli azzurri.
In campionato il Napoli dimostra il proprio strapotere fino a poche giornate dal termine ma in primavera, quando già sembra tutto pronto per la festa del secondo scudetto, la squadra rallenta vistosamente e giunge allo scontro decisivo col Milan stanca e sfiduciata. La squadra di Sacchi passa al San Paolo e supera in classifica i partenopei andando a vincere il tricolore fra le infinite polemiche scatenate dall'inspiegabile debacle azzurra.

Anni 90 modifica

1997/98 modifica

Il Napoli, reduce dalla discreta annata '96/'97 nella quale ha sfiorato la vittoria della sua quarta Coppa Italia, si appresta ad affrontare la nuova stagione con la speranza di continuare a vivere il buon periodo che seppur non ai massimi livelli, ha sempre visto gli azzurri fra i protagonisti della massima serie.
La squadra subisce molte modifiche, a cominciare dall'allenatore che sarà Bortolo Mutti; la mancata vittoria della Coppa Italia e l'esclusione dalle coppe europee precludono al Napoli la possibilità di poter contare su nuovi sponsor e l'ingaggio di giocatori di alto livello; la crisi inizia ad essere avvertita pesantemente e porta alla cessione di giocatori considerati fra i migliori dell'organico quali Boghossian e Fabio Pecchia. Arrivano in maglia azzurra il francese William Prunier e José Luis Calderón; le loro prestazioni men che mediocri aumentano il pessimismo della tifoseria e mettono in luce - in modo sempre più evidente - l'approssimazione con cui la società affronta il periodo negativo. Nel corso del campionato dopo l'esonero di Mutti la panchina viene affidata a Carlo Mazzone. Il tecnico porta in maglia azzurra Giannini e chiede alla società rinforzi difensivi che però non gli vengono forniti. Dopo alcune buone prestazioni il tecnico romano si arrende all'evidenza ed abbandona la panchina di una squadra ormai destinata ad una stagione disastrosa.
A Mazzone subentra Giovanni Galeone che tenta di adeguare la squadra ai propri moduli spregiudicati, i risultati non cambiano e - ove possibile - peggiorano fino all'esonero di Galeone sostituito da Vincenzo Montefusco, allenatore della Primavera chiamato a reggere la panchina azzurra in attesa dell'inevitabile retrocessione. La stagione si chiude con un'impressionante "collezione" di record negativi: quattordici punti all'attivo; due vittorie, otto pareggi, ventiquattro sconfitte, la differenza reti attestata a -51. Queste cifre rendono pienamente l'aspetto della stagione più nera della storia del Napoli.

Anni 2000 modifica

2000/01 modifica

Il Napoli, dopo l'entusiasmante stagione che lo ha riportato in Serie A, si prepara alla nuova sfida rivoluzionando totalmente la squadra, a partire dalla guida tecnica: viene inspiegabilmente esonerato il tecnico della promozione Walter Novellino per far posto al boemo Zdeněk Zeman.
La rosa viene rinfoltita con numerosi calciatori ritenuti di buon profilo fra i quali Fresi, Francesco Moriero, David Sesa e Abdelillah Saber; l'ambizione della società è quella di raggiungere subito un piazzamento di rilievo e la qualificazione alla Coppa UEFA, ma il campo smentisce tutte le aspettative della vigilia.
All'esordio casalingo il Napoli perde contro la juve per 1-2 nonostante il primo tempo chiuso in vantaggio con gol di Roberto Stellone e questo sarà solo il preludio di una stagione disastrosa. La squadra non adatta agli schemi Zeman e - dopo l'umiliante sconfitta patita al San Paolo contro il Bologna (1-5), il tecnico boemo viene esonerato e sostituito da Emiliano Mondonico che schiera la squadra con un 3-5-2 che inizialmente porta a buoni risultati fra i quali un 6-2 contro la Reggina e a metà campionato, abbandonate le velleità iniziali, parve possibile raggiungere quantomeno l'obiettivo della salvezza.
Il mercato di riparazione di gennaio avrebbe dovuto portare in maglia azzurra elementi in grado di garantire alla squadra un netto salto di qualità; pareva certo l'ingaggio dell'attaccante argentino Martin Palermo, ma Ferlaino riuscì a portare in azzurro solo "'o Animal" Edmundo: il centravanti brasiliano fu accolto dai tifosi con grandi speranze che furono però deluse dalle scarse prestazioni fornite.
Il 10 giugno del 2001 la Roma di Capello affronta il Napoli al San Paolo; entrambe le squadre cercano la vittoria: i giallo-rossi per garantirsi la conquista dello scudetto, gli azzurri per continuare a sperare nella salvezza. il discusso pareggio finale sugellerà la retrocessione del Napoli ed a nulla varrà la vittoria dell'ultima giornata in casa della Fiorentina.

2001/02 modifica

Il Napoli, dopo la dolorosa retrocessione, sogna di riapprodare al più presto al campionato di Serie A, per poi impostare un ambizioso progetto di valorizzazione del marchio ad opera del futuro presidente-socio "Toto" Naldi. Nel mercato estivo vengono ceduti molti dei calciatori protagonisti della stagione; fra questi anche giocatori di qualità come Matuzalem, Quiroga e un giovane Amauri che di li a poco sarebbe esploso diventando oggetto del desiderio di numerosi grandi club europei
Al loro posto arrivano giocatori di minor valore, mentre i guadagni delle cessioni servono per rimpinguare le casse della società devastate da anni di gestioni poco accorte. Tra gli acquisti si segnala anche quello di Gigi De Canio, allenatore che subentra a Mondonico al quale è affidato il compito di riportare nella massima serie il club del ciucciariello.
Gli inizi però non sono quelli delle aspettative: la squadra fatica a tenere il passo delle prime 4, che hanno un ritmo molto elevato. I ragazzi di De Canio riescoo comunque a ritagliarsi un posto di tranquilla media classifica, ma è troppo poco per una piazza che è stanca di calcare palcoscenici ad essa non congegnali. A gennaio si cerca di intervenire sul mercato per dare i giusti rinforzi a De Canio: viene imbastita una trattativa per Denis Godeas[1] , giovane bomber del campionato; tuttavia i soliti problemi economici bloccano il mercato del Napoli. Esiste l'impellente necessità di monetizzare e così si dice addio ad un altro giovane talento: Marek Jankulovski, ceduto all' Udinese di Marino in cambio di contropartite tecniche che rappresenteranno cocenti delusioni. Jankulovski andrà via però solo a giugno, e mentre la società tra ricapitalizzaioni e polemica cerca di trascinarsi avanti, la squadra (nonostante il livello tecnico non elevatissimo) guidata da De canio da nel 2002 la zampata decisiva per la corsa alla promozione. Inizia un importante striscia di vittorie che porterà il Napoli al quinto posto, mentre il 22 febbraio Naldi diventa comproprietario al 50% della SSC Napoli. Poco dopo scatterà l'arresto per Giorgio Corbelli, con l'accusa di "associazione a delinquere" per questioni legate alla Telemarket, mentre il Tribunale di Napoli impone l' amministrazione controllata alla società,con l'arrivo del prof. Gustavo Minervini che ha il compito di fare "l'ultimo tentativo" per cercare di salvare il club dal fallimento.
In questo clima pesante (condito anche dallo scandalo-doping dell' Empoli) è difficile pensare al calcio giocato, ma la squadra di De Canio ormai è decisa a regalare la promozione alla città: tutto si può decidere il 22 aprile nella partita Napoli-Reggina, quarta classificata. Si tratta dunque di uno scontro diretto che potrebbe regalare al Napoli la possibilità di inserirsi tra le prime 4 piazze per il rush finale del campionato. Davanti ad uno stadio S.Paolo stracolmo e pieno di speranza, la squadra tenta in ogni modo di vincere. l'avversaria tuttavia alza un efficace barricata per cercare di strapapre via almeno un pareggio che gli permetterebbe di tenere a debita (seppur minima) distanza gli azzurri. Sarà Vidigal a sbloccare il risultato con un gol di testa su calcio d'angolo. ma i calabresi pareggiano il risultato terminando la partita 1-1. Sarà la fine delle speranze azzurre.

2002/03 modifica

La seconda stagione consecutiva nella Serie B si apre con un importante novità: Giorgio Corbelli cede tutte le sue azioni a Naldi a luglio, il quale ora diventa azionista di maggioranza della SSC Napoli. L'era-Naldi si apre sotto i migliori auspici: il neo-presidente promette finalmente di riportare il napoli in Serie A e in Europa, affiancando ai risultati sportivi una serie di importanti novità come un nuovo centro tecnico, una ristrutturazione del S.Paolo dotandolo di negozi e ristoranti e infine una serie di iniziative per internazionalizzare il marchio Napoli. Ben presto però si renderà conto che la situazione è tanto grave da cancellare ogni buon proposito sul futuro. Il Napoli è in un mare di debiti, tanti sono i soldi già spesi dall'imprenditore napoletano. Si cercano nuovi partner, e in città e tra i giornali girano voci che vogliono come potenziali soci Enrico Preziosi[2] Roman Abramovich, il gruppo Marriot Hotels[2] o addirittura alcuni sceicchi arabi.
La tagione intanto inizia con un nuovo allenatore, Franco Colomba, e una squadra parecchio rivoluzionata dal neo-DS Giampiero Marchetti (a cui poi subentrerà Perinetti). Vengono anche ceduti tutti i calciatori della GEA della famiglia Moggi, che Naldi accuserà tempo dopo d essere responsabile dei problemi del Napoli in una nota trasmissione TV[3]

nonostante i numerosi movimenti però, la stagione degli azzurri (che in questa stagione saranno bianco-azzurri, per via di una nuova maglia sperimentale a strisce azzurre e bianche) inizia in maniera deludente: eliminazione in Coppa Italia per mano del Livorno dell' ex Protti, e in campionato risultati deludenti portati da un gioco considerato da tutti ecessivamente difensivistico. Così nel dicembre 2002 si decide di esonerare Colomba per virare su un tecnico che possa dare un identità di gioco e allo stesso tempo portare risultati per aprire finalmente un ciclo vincente a lungo termine. Viene quindi ingaggiato il professore Franco Scoglio che si era dimesso dalla Nazionale libica per tentare l'avventura al Napoli; il suo arrivo riporta l'entusiasmo all'interno della piazza, e all'arrivo di questo entusiasmo contribuiscono anche alcune dichiarazioni dell'allenatore (come quella famosa "con me giocano solo quelli con tre palle"[4]) e soprattutto la promessa di portare anche a Soccavo il suo celebre 4-3-1-2 con centrocampo a rombo. Presto però anche Scoglio dovrà scontrarsi con la dura realtà: la squadra era povera di giocatori di valore, il morale e al volontà erano molto scarse, cosicché la suqadra non si adattò mai agli ne schemi ne al carattere dell'allenatore. La situazione del napoli riuscì perfino a peggiorare, e a febbraio la squadra respirava aria di retrocessione. Il matrimonio tra Naldi e Scoglio, che si annunciava lungo e felice, si interruppe bruscamente e per Scoglio quello al Napoli fù l'ultimo incarico di tecnico. Viene richiamato con urgenza Colomba a guidare la squadra verso la salvezza. Ci riuscirà solo alle ultime giornate con una vittoria sul Vicenza. L'appuntamento con la promozione (o forse con la retrocessione) è rimandato; ma in realtà i guai societari non smettono di tormentare il club, i debiti sono molti più di quelli che credeva Naldi che ormai era spalle al muro. Con queste premesse, il futuro viene visto in maniera tutt'altro che rosea

2003/04 modifica

Il Napoli, per la terza stagione consecutiva condannato alla Serie B viveva uno dei momenti più bui della sua storia: il presidente Toto Naldi con ricapitalizzazioni e richieste di denaro alla famgilia, era costretto a salvare il club dal fallimento ad ogni riunione del CDA, il mercato era stato bloccato dalla COVISOC che imponeva alla società di fare acquisti solo dopo aver effettuato cessioni. Inoltre la Serie B era appena uscita dal Caso Catania che ne aveva stravolto il formato con l'allargamento a ventidue squadre e lunghi mesi di battaglie legali e polemiche, durante i quali il Napoli rischiò di dover affrontare uno spareggio-salvezza. Nonostante questo il DS Giorgio Perinetti si sforzò d mettere insieme una squadra competitiva, nella quale figuravano Gianluca Savoldi, figlio del celebre Beppe e Max Vieri, fratello minore dell'allora attaccante dell'Inter, mentre in panchina arrivò il giovane allenatore Andrea Agostinelli che militò nel Napoli da calciatore negli anni settanta.
La squadra viene considerata dall'ambiente come una delle favorite alla risalita in Serie A, forte anche del fatto che per la prima volta sarebbero state promosse sei squadre di cui una proveniente dai playoff che si sarebbero disputati tra la sesta e la decima classificata (dalla stagione sucessiva le promozioni sarebbero diventate tre, quindi per il Napoli la stagione sembrava, e la formula del torneo, sembravano prometter un rapido ritorno alla massima serie).
Il campionato inizia con una serie di partite senza vittorie: Alla quinta giornata, nel derby contro l'Avellino, dei tafferugli in campo che vedono protagoniste frange violente degli Ultras napoletani contro la polizia, causano la morte del giovane Sergio Ercolano che cade nel fossato del Partenio mentre tenta di fuggire. Mentre nella città regna un clima di stupore e dolore, la Giustizia Sportiva ritiene responsabile dei fatti lo stesso club, che verrà punito con la squalifica per cinque giornate del S.Paolo con l'obbligo di giocare a porte chiuse.
Il campionato continua, il Napoli stenta, e conta una sola vittoria nelle prime tredici partite. Sotto acusa viene messa l'inesperienza di Agostinelli che così l'11 novembre viene esonerato per far spazio a Gigi Simoni, già allenatore ai tempi delle ultime stagioni di Serie A prima dell'inizio degli "anni bui". La gestione di Simoni inizia subito con una pesante sconfitta ad opera del Palermo, tuttavia però il prosieguo è meno doloroso con un Napoli che sebbene non riesca ad entusiasmare, tiene vive le speranze della tifoseria mantenendosi sempre a metà classifica, con la speranza di una rimonta che divenne di domenica in domenica sempre più dificile. Ma se in questo periodo era ancora lecito sperare per quanto avveniva in campo, era negli uffici del Paradiso che accadevano i fatti meno confortanti: la società ormai era sull'orlo del fallimento, gli stipendi a calciatori ed altri dipendenti non viene pagato e si minaccia la messa in mora, mentre da un momento all'altro sarebbe potuta tornare l'amministrazione giudiziaria. La tifoseria è inviperita e per la prima nella sua storia si allontana dalla sua squadra, registrando i record più bassi di spettatori nelle partite casalinghe. Questo clima di scarsa tranquillità, unito alla delusione delle aspettative di alcuni nomi accolti come giocatori in grado di are la differenza, fa sprofondare gradualmente il Napoli, che si ritroverà a lottare per la salvezza giunta solo alle ultime giornate, ma c'era già la consapevolezza che qualunque fosse stato il verdetto del campionato La SSC Napoli era ormai alla fine della propria storia, e infatti, il 30 giugno, la SSC Napoli, fallisce. Per i sostenitori del ciuccio inizierà un estate di sofferenze senza precedenti

Il fallimento

2004 - Il fallimento

Le premesse
La crisi sportiva è concatenata ad una grande crisi economica iniziata già anni prima e mai sanata. Anni di spese scelerate avevano minato definitivamente i bilanci della società Dopo appena un anno di convivenza, nel 2002 Ferlaino lascia la dirigenza, ed il Napoli passa interamente all'imprenditore lombardo Giorgio Corbelli, che a sua volta decide di condividere la presidenza con l'imprenditore alberghiero Salvatore Naldi, che annuncia piani di risanamento e riscatto.

L'era Naldi
Le strategie di naldi pe il futuro lasciavano ben sperare per il futuro della società: Nuovo stadio di proprietà con annesse strtture intrattenitive, nuovo centro tecnico, e sopratutto l'obbiettivo di riportare la squadra ai vertici del calcio. Ben presto però, Naldi si scontra con la dura realtà: il Napoli si ritrova in una situazione finanziaria estremamente pesante, alcune indagini giornalistiche di quei tempi rivelano buchi di bilancio ben più grandi di quelli effettivamente dichiarati e nascosti all'interno di un intricato gioco di società controllate e "scatole cinesi".

Naldi perde l'appoggio di Corbelli, che gli vende le sue quote, e prova sia a cercare ricchi partner sia a tamponare la crisi con operazioni azzardate: sono anni in cui il Napoli vive sul filo del rasoio, e per due volte la società viene messa in regime di amministrazione controllata, mentre gli inquirenti portano avanti indagini su una presunta bancarotta fraudolenta. Tutto questo, unito a una serie di investimenti errati, porta alla fine della Società Sportiva Calcio Napoli: nel giugno 2004, Naldi si dimette dalla carica di presidente (nominando Paolo Bellamio amministratore unico), e pochi giorni dopo arriva la sentenza della fallimentare: la SSC Napoli viene dichiarata fallita, e non ammessa dunque al prossimo campionato.

L'estate calda
Nelle settimane successive, l'imprenditore Luciano Gaucci tenta l'acquisto del titolo sportivo tramite la società "Napoli Sportiva" e con la forumla del fitto di ramo d'azienda, per riuscire così a far ripartire il Napoli dalla serie B e con una spesa contenuta; ma questa operazione viene negata e l'unico modo riconosciuto dalla FIGC per ottenere la guida dl Napoli è quello di acquisire il titolo sportivo ed accedere al cosiddetto Lodo Petrucci una legge creata ad hoc per fronteggiare la crisi di molte società italiane con lo scopo di salvaguardarne i "titoli".
Il Lodo Petrucci avrebbe permesso di far ripartire il Napoli nella categoria direttamente inferiore rispetto a quella a cui avrebbe dovuto partecipare (e quindi la Serie C1): Gaucci rifiutò questa strada cercando un "muro contro muro" che avrebbe prodotto una lunga e snervante guerra di tribunali e carte bollate. Il mondo politico locale, che si mobilitò per cercare altri investitori, non si riuscì a trovare nessun altro acquirente determinando - di fatto - la fine definitiva della Società Sportiva Calcio Napoli.

La rinascita
Negli ultimi giorni decisivi per aderire al Lodo Petrucci (scaduto questo termine, la società sarebbe dovuta ripartire dalla Terza Categoria), il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis fonda il Napoli Soccer e, per circa trentadue milioni di euro, acquista il titolo sportivo ed iscrive la nuova società al campionato di Serie C1 chiudendo di fatto il capitolo più nero della storia del Napoli.

De Laurentiis ingaggia come direttore sportivo Pierpaolo Marino che ha il compito di costruire, in poche settimane, una squadra e uno staff tecnico adeguati alla categoria: i primi tesserati sono Francesco Montervino e Cataldo Montesanto, già in rosa l'anno precedente. Viene poi ingaggiato Roberto Sosa, che è il primo vero acquisto della neonata Napoli Soccer. Dello storico staff tecnico restano in pochi, tra cui Salvatore Carmando, mentre la panchina è affidata a Giampiero Ventura. La società riparte letteralmente da zero: il vecchio centro tecnico "Paradiso" di Soccavo resta di proprietà di Corbelli, la squadra non ha i materiali piu elementari per gli allenamenti, tanto che come racconteranno in seguito i protagonisti, saranno gli stessi calciatori a portare palloni e divise da allenamento, mentre la dirigenza stringe un accordo con l' albergo Holiday Inn di Castelvolturno perché diventi il primo quartier generale provvisorio del nuovo Napoli

2004/05 modifica

Dopo il fallimento della SSC Napoli, i consueti tira e molla estivi densi di ricorsi e false notizie, la FIGC si accorda con il Tribunale Fallimentare di Napoli per fare in modo che il nuovo Napoli possa ripartire dalla Serie C1.
L'imprenditore che propone l'offerta più importante e convincente è il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, che così ottiene la possibilità di iscrivere la neonata Società Napoli Soccer, in extremis, alla Serie C1. Il mercato giè chiuso impone in tempi ristrettissimi al nuovo Direttore Generale, Pierpaolo Marino, una campagna acquisti nella quale il Napoli ha la possibilità di acquistare solo elementi di secondo piano o in esubero.
Gli azzurri, guidati in panchina da Giampiero Ventura, cominciano il campionato in ritardo, con una preparazione atletica approssimativa e con una Rosa di calciatori inadeguata per aspirare ai primissimi posti. La squadra ha subito delle grandi difficoltà, riuscendo a collocarsi in una posizione a ridosso della zona Play-off e punta sul mercato di gennaio per compiere gli aggiustamenti necessari.
Con gli acquisti di calciatori di buon livello tra cui spiccano Calaiò, Fontana, Piá e Capparella e con l'esonero di Ventura, sostituito da Edy Reja all'inizio del girone di ritorno. Si spera di agguantare la zona Playoff, e Così avviene, grazie ad una striscia di risultati che decreta il Napoli come squadra con piu punti nella seconda metà del campionato. I Partenopei con il terzo posto in graduatoria superano in semifinale la Sambenedettese, ma perde la finale Play-off contro l'Avellino, pareggiando 0-0 in casa e perdendo 2-1 in Irpinia.

2005/06 modifica

Dopo la delusione causata dalla sconfitta contro l'Avellino, per tutta l'estate il Napoli confida ugualmente nell'accesso in Serie B tramite il ripescaggio. A fine luglio l'ipotesi sembra realizzarsi dopo la bocciatura del Messina da parte del Consiglio Federale; ma il TAR riabilita i peloritani, chiudendo di fatto ogni possibilità di ripescaggio. Ad agosto sembrano essere il Pescara prima ed il Torino poi a fare posto al Napoli in B, ma alla fine tutto restà com'è, ed il Napoli si prepara al nuovo anno di C1.
Nel frattempo la Società provvede ad inserire nell'organico alcuni elementi di buon valore come Iezzo, Maldonado e Bogliacino e l'ottimo avvio in Coppa Italia lo conferma. In agosto elimina tre squadre di categoria superiore (Pescara, Reggina e Piacenza) e la sua corsa si ferma solo nel turno successivo, disputato tra dicembre e gennaio, nel doppio confronto contro la Roma.
Anche in Campionato il Napoli parte benissimo facendo subito il vuoto dietro di sé. Inizialmente gli resiste solo la Sangiovannese, ma a metà novembre i toscani vengono sonoramente sconfitti al San Paolo. Il Napoli si sente già in Serie B e tra dicembre e febbraio rallenta il suo cammino, alternando quattro vittorie consecutive in casa ad altrettante sconfitte in trasferta. Dopo la fase calante, il Napoli riprende speditamente la marcia verso la Serie B, e la promozione diventa matematica a quattro turni dalla fine, con la vittoria per 2-0 sul Perugia (16 aprile).
L'ampio scarto con il quale il Napoli chiude il campionato, la dice lunga sulla forza delle avversarie, che comunque hanno lottato aspramente per i play-off. Alla fine la spunterà il Frosinone, secondo alle spalle degli azzurri.
Nell'ultimo atto stagionale, la Supercoppa di Serie C1 giocata contro lo Spezia, il Napoli scende in campo più per le statistiche che per vincere. Domina comunque entrambe le gare, ma la scarsa precisione sotto porta gli costerà cara: l'uno a uno (dopo lo zero a zero della gara d'andata), nel San Paolo vuoto per il disinteresse del pubblico azzurro verso questa competizione, permettono allo Spezia di aggiudicarsi la coppa.
La stagione si chiude con l'annuncio del presidente Aurelio De Laurentiis della riacquisizione del vecchio titolo sportivo, Società Sportiva Calcio Napoli. È un evento con il quale il sodalizio partenopeo celebra sia la promozione che l'ottantesimo anniversario della fondazione del Calcio Napoli.

2006/07 modifica

Dopo l'agevole promozione in Serie B, il Napoli, appena tornato alla storica denominazione Società Sportiva Calcio, punta ad un campionato da protagonista. Ne sono testimonianza gli importanti acquisti del mercato estivo (P. Cannavaro, Domizzi, Dalla Bona, Bucchi e De Zerbi) e l'entusiasmo della tifoseria trascinata dall'ottimo avvio della stagione, con tre turni di Coppa Italia superati non senza faticare (Ascoli battuto ai supplementari e Juventus sconfitta ai rigori).
In Campionato le difficoltà sono maggiori e l'allenatore Reja è ben presto costretto a rinunciare ad uno schieramento troppo offensivo e alcuni dei nuovi acquisti finiscono in panchina. Il Napoli non entusiasma nel gioco e questo attira feorci critiche verso l'allenatore, tuttavia la squadra macina ottimi risultati (come un striscia di imbattibilità durata 18 partite) e rimane sempre nei primi posti della Classifica ed a fine novembre raggiunge anche il primo posto (la Juventus penalizzata è in rimonta, ma ancora distante).
A dicembre il Napoli esce dalla Coppa Italia per mano del Parma, così può concentrarsi interamente sul Campionato, con l'obbiettivo dichiarato dei Playoff, ma con il sogno della promozione diretta. Il girone di ritorno si apre non senza difficoltà e con un calendario falsato dalle conseguenze della morte dell'Ispettore Raciti in quel di Catania (2 febbraio) che causerà anche per due mesi la chiusura ai tifosi dello stadio San Paolo, prima in modo totale e poi in maniera parziale fino alla riapertura completa di aprile.
Il Napoli entra in un periodo molto difficile: i risultati a cavallo tra febbraio e marzo mettono in dubbio le possibilità di promozione diretta, con i pareggi casalinghi (al termine di gare non brillanti) contro Bari e Vicenza, la sconfitta sul campo del Crotone fanno perdere alla squadra il treno delle prime due posizioni, tra le polemiche di pubblico e critica.
Ma arriva aprile, il mese dove il Napoli cambia marcia e consegue una serie di importanti vittorie, specialmente in trasferta. L'inizio del ciclo è con il Bologna in una gara dove il Napoli in vantaggio di tre reti, pur soffrendo, riesce ad evitare la rimonta felsinea. Con la Juventus già sicura della prima piazza, il Napoli lotta con il Genoa per il secondo posto utile per la promozione diretta, ma poi si fa sempre più concreta la possibilità di accedere entrambe direttamente in massima serie grazie alla regola che premia la terza in classifica nell'ipotesi in cui ci siano almeno 10 punti di vantaggio sulla quarta squadra in graduatoria.
Tutto si decide all'ultima giornata: Napoli e Genoa sono reduci da una straordinaria chiusura di campionato, ma per evitare i playoff una delle due dovrà battere l'altra, oppure pareggiare sperando nel risultato (peraltro ritenuto poco probabile) positivo della Triestina ai danni del Piacenza, quarto classificato. La partita viene vissuta come una vera finale, con le due tifoserie legate da un lungo gemellaggio, nella prima ora di gioco le emozioni si susseguono, ed al 90° azzurri e rossoblù pareggiano a reti bianche. I partenopei mantengono la 2^ posizione e tornano in Serie A dopo 6 anni, venendo accompagnati dai liguri che approfittano della mancata vittoria del Piacenza, conservando così i 10 punti di vantaggio sui quarti classificati. La grande festa allo Stadio Ferraris dei tifosi genoani e napoletani che poi avrà il suo culmine per le strade delle due città ha così inizio.

2007/08 modifica

Nell'estate 2007, il Napoli si prepara ad affrontare la sua prima stagione di Serie A del "nuovo corso". Il direttore generale, Marino, lavora ad un programma a lungo termine e la nuova stagione dovrà anzitutto servire a consolidare e rafforzare un gruppo ricco di giovani.
Vengono ingaggiati subito Marek Hamsik, Ezequiel Lavezzi, e, al termine di una lunga trattativa, anche Walter Gargano. Tutti e tre sono giovani talenti nelle mire di numerosi club importanti
Ma la tifoseria non pare entusiasta dai nuovi innesti, i quali non soddisfano la voglia di vedere in azzurro calciatori di fama ed in grado di formare subito un gruppo altamente competitivo e neanche gli ingaggi del difensore del Parma Matteo Contini, di Blasi e Zalayeta (provenienti dalla Juventus) sembrano soddisfare le aspettative dei supporters partenopei.
La squadra comunque ha un buon avvio: in Coppa Italia supera brillantemente Cesena, Pisa e Livorno ed in campionato - dopo un'esordio casalingo infausto (0-2 contro il Cagliari) - gli azzurri iniziano a mostrare una buona intesa di gruppo ed un gioco piacevole che gli permettono di cogliere successi sia in termini di risultati che di critica mantenendosi stabilmente fra le prime otto formazioni della classifica e ben oltre le aspettative - non lusinghiere - della vigilia. In questo periodo la squadra disputerà partite che verranno ricordate negli anni, come lo 0-5 in casa dell'Udinese, il rocambolesco pareggio per 4-4 all'Olimpico contro la Roma, e la storica vittoria in casa contro la Juventus dopo 17 anni dall'ultima volta; risultati che spengono le polemiche e riportano l'entusiasmo in città dopo anni di apprensioni e sofferenze.
Tuttavia i "limiti di gioventù" della squadra vengono subito pepotentemente a galla: la squadra pur dimostrando ottime qualità tecniche e corali, riconosciute unanimemente dalla critica, non è sufficientemente concreta. Oltre ai successi quindi, giungono anche sconfitte brucianti: su tutti il 5-1 subito a Bergamo contro l'Atalanta, che segnerà psicologicamente la squadra. Tuttavia i ragazzi di Reja riescono nell'obbiettivo insperato alla vigilia di arrivare alla pausa natalizia con un piazzamento in zona UEFA.

Dopo un 2007 di grandi risultati, si apre un 2008 alquanto critico. Il primo impegno della stagione a S.Siro è contro il Milan fresco campione del mondo. Dopo un primo tempo ben combattuto, la seconda frazione di gioco determina una pesante sconfitta: 5-2 per i rossoneri e grande delusione all'ombra del Vesuvio. Tre giorni dopo la squadra cerca il riscatto in Coppa Italia dove vuole giungere ai quarti di finale; ma nonostante l'impegno profuso, la Lazio pareggia per 1-1 e passa il turno. il presidente De Laurentiis sarà molto critico con i suoi uomini Marino e Reja[5] con il quale, dopo il secondo pareggio in campionato con la Lazio giunto nella domenica successiva, avrà un furibondo litigio che porta Reja a un passo dalle dimissioni [6]. Dopo aver chiarito le incomprensioni lo stesso Marino, sollecitato da De Laurentiis, opererà sul mercato nelle settimane successive per rinforzare la squadra: arrivano dal Brescia Daniele Mannini e l'under 21 Fabiano Santacroce, il centrocampista della Fiorentina Pazienza e, a sopresa, anche il giovane portiere Navarro, acquisto resosi necessario in quanto il titolare Iezzo avrebbe rischiato un operazione al ginocchio. Nonostante tutti gli sforzi però non si riesce a far evitare al Napoli un periodo di profonda crisi. nelle prime 6 giornate del girone di ritorno raccoglie ben 4 sconfitte e 2 sole vittorie, portando la squadra ai margini della lotta per la salvezza. Il giovane gruppo non riesce a dare continuità alla propria determinazione, la forma fisica scarseggia e in città ci sono grandi preoccupazioni per il ciclo terribile che si sarebbe aperto con la temibile corazzata dell' Inter, imbattuta da un anno. Ma la squadra è pronta a sfidare a testa alta i nerazzurri e, giocando una delle sue migliori partite, si impone con il risultato di 1-0, scrivendo un altro momento storico della stagione. Da quel momento il Napoli riesce ad innalzare il suo ritmo e nelle 5 partite successive raggiunge quota 40 punti, ritenuta dalla società sufficiente a garantirsi la salvezza, obiettivo minimo stagionale. Lo stato di forma della squadra risulta essere smagliante e, dopo aver centrato questo già importante risultato, il Napoli rimonta fino a tornare, in seguito alla vittoria per 3-1 sui rivali storici del Milan, all' ottavo posto, accedendo dunque alla Coppa Intertoto e ritornando in Europa dopo ben tredici anni di astinenza.


Note modifica

Settore giovanile modifica

Il Settore giovanile della SSC Napoli è la struttura che si occupa di gestire tutte le squadre iscritte dalla SSC Napoli ai campionati giovanili della FIGC e ai vari tornei nazionali e internazionali. L'obiettivo di questo settore è quello di formare e valorizzare i giovani tesserati della SSC Napoli affinché possano essere lanciati nel mondo del calcio professionistico, costituendo anche un serbatoio di talenti dal quale la prima squadra possa attingere

Storia modifica

Il settore giovanile negli anni del "vecchio Napoli" modifica

La cronica instabilità finanziaria del club fa 'sì che non vengano mai sfruttate a pieno le potenzialità del vivaio napoletano, Antonio Juliano rappresenta una delle poche eccezioni a tale tendenza. Negli anni '70/'80, in concomitanza con il miglior periodo della prima squadra, il settore giovanile riesce ad affermare singoli giocatori creando formazioni in grado di raggiungere ottimi piazzamenti nelle competizioni di categoria.

Nell' epoca post-Maradona il Napoli vive un momento di profonda crisi ed anche il settore giovanile viene trascurato; nonostante ciò, nei primissimi anni '90, le giovanili del Napoli portano alla Serie A giocatori di talento tra i quali spicca il campione del mondo e Pallone d'oro Fabio Cannavaro; il periodo di crisi porterà però alla cessione dello stesso Cannavaro e di altri fra i migliori giocatori del vivaio azzurro.
Nonostante il trend negativo del sodalizio azzurro, il settore giovanile si impone nella Coppa Italia Primavera del 1997 e conquista anche il Scudetto Allievi. In questi anni viene anche costruito, nel comune di Marianella, un centro sportivo che, nei piani dei dirigenti, avrebbe dovuto essere all'avanguardia a livello di formazione giovanile. La struttura - però - sarà consegnata al totale degrado fino alla sua chiusura.

Il fallimento e la rinascita modifica

Col fallimento della SSC Napoli nel 2004, il settore givanile è totalmente smembrato. Ma quando la società viene rilevata da De Laurentiis, si decide di investire sul settore giovanile per poter contare sempre più anche sull'apporto di giovani talenti locali ed risultati sono stati subito ottimi con un titolo Berretti di Serie C vinto al primo colpo. I primi anni del rinnovamento sono comunque molto difficili poiché la società concentra al massimo i propri investimenti nel progetto di ritorno in Serie A, nonostante ciò il lavoro del direttore Santoro e del suo staff portano al ritorno di alcuni azzurrini nel giro delle nazionali giovanili

Palmarès modifica

1978-79

1996-97

2004-05

1983-84 / 1987-88 / 1989-90 / 1996/97

2004-05

1975

Organigramma modifica

==Centro tecnico e campi di gioco==

Il settore giovanile ha originariamente condiviso il Centro sportivo Paradiso copn la prima squadra, dopo essere stato trasferito negli Anni '90 alll'interno di una struttura specifica situata a Marianella dove avvenivano allenamenti e le partite ufficiali. Questo centro sportivo non sarà mai completato e cadrà presto in disuso, complice anche la crisi economica della società. Dopo il fallimento verrà utilizzato in parte il Centro Sportivo di Castel Volturno ma soprattutto vari impianti situati nella provincia di Napoli, in particolar modo nello stadio comunale di Marano di Napoli e a Cercola. E' prevista in futuro la realizzazione d un nuovo centro tecnico con 7 campi e foresteria situato a Castel Volturno

Scuole calcio modifica

Calciatori celebri modifica

Note modifica