CANTAUTORE ed INTERPRETE Strumentazione Propria

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CHI E' EUGENIO : Nasce "alcuni" anni fa (ma nel vederlo ne immaginate certamente di meno ed il suo rapporto con gli -anta rimane un mistero......) a Torino, ma le sue radici sono molto più a Sud, tra Campania e Puglia, con tutto ciò che di bello e solare questo implica.

E' una voce straordinaria, ma non solo.

Interpreta ma è anche autore.

Canta da vero professionista,ma nello stesso tempo capisci subito che quello per lui non è solo un lavoro : la sua è una voglia e forse un bisogno insopprimibile di comunicare.

Sembra cercare continuamente proprio te, con i suoi ammiccamenti, il sorriso ironico, le battute, i pezzi di danza (perchè è anche un ballerino...) e dopo un pò sei tentato di pensare che già lo conosci e che forse sta diventando una persona che fa parte della tua vita.

Insomma, un vero animale da palcoscenico ed i costumi che indossa (che inventa e realizza personalmente) completano l'opera.

Chi lo ascolta e lo vede capisce subito di avere di fronte una persona (o un personaggio...) fuori dagli schemi della banalità.

Chi è più sensibile, tanto da non farsi abbagliare dalle luci della ribalta, riesce però a percepire anche altre cose : tra un fuoco d'artificio e l'altro spunta ogni tanto una vena di malinconia (o forse di rabbia?) che fa intravedere anche le profondità che sono dietro all'Eugenio istrionico che si impone agli sguardi più superficiali.

E forse è proprio qui la chiave per capire.

La sua vicenda artistica ed umana è una sintesi del retroterra vivace, creativo ed entusiasmante ma anche crudele, ingiusto ed ambiguo che sta dietro a quello che viene definito il "mondo dello spettacolo"...un mondo che è un pò giardino incantato un pò giungla.

Grafico pubblicitario, studia danza classica e Jazz e nell'86 esordisce come cantante con svariati Gruppi (MC4, CRY BABY...) della scena torinese.

Percorre tutti gli scalini di un artista che crede nelle sue potenzialità ed è determinato a mettercela tutta per conquistare il posto che gli spetta nel mondo.

Lavora presso svariati studi di registrazione come "turnista", registra jingles, partecipa ad alcune trasmissioni televisive locali, insomma si mette in proprio ed inizia a volare con le sue ali.

E nell'89 spicca il volo.

Partecipa al festival di Ariccia come cantautore e lo vince con il pezzo TI SARO' AMICO.

Rita Pavone e Teddy Reno sono i primi del modo della canzone che conta a credere in lui.

Poi seguono altri nomi di tutto rispetto : Paolo Limiti lo nota e lo apprezza, Maurizio Fabrizio scrive per lui quattro pezzi, canta come "spalla" con Bobby Solo, i Giganti, Rocky Roberts, Ivan Cattaneo, Viola Valentino, Jimmi Fontana, il Giardino dei Semplici, Don Backy, Aida Cooper (una delle coriste di Mia Martini).

Ad un certo punto si profila all'orizzonte anche Sanremo.

Poi il giardino incantato finisce e compare bruscamente la giungla.

Eugenio si accorge ed impara che per emergere non basta avere una voce straordinaria e versatile come la sua, una grande professionalità che sfiora il perfezionismo, un grande cuore (e non a caso il primo CD tutto suo che produce si intitola proprio KUORE...) ed una forte energia creativa.

Bisogna fare i conti con le insidie di un mondo che con l'Arte non hanno nulla a che fare : senza la "spinta" giusta, la conoscenza importante, un bel malloppo da buttare sul piatto, una buona dose di disponibilità al compromesso in questo mondo anche chi ha ali in abbondanza non riesce a levarsi in volo.

Ma i giochi non sono ancora fatti ed il suo nome è di buon auspicio (Eugenio deriva dal greco e significa "ben nato"...).

Le ali sono ancora lì e nulla delle sue capacità è sbiadito : la voce, l'anima, la creatività, l'energia e la rabbia (quella che, se giuistamente usata diventa una forza potente) per ora vengono regalate da Eugenio al "suo" pubblico dei locali torinesi che lo ospitano, dei matrimoni e delle feste private alle quali partecipa.

Prima o poi si leverà il vento giusto e allora i suoi orizzonti saranno quelli adatti ad un cavallo di razza come lui.

Se gli parlate probabilmente vi dirà che ciò che lo lusinga di più è quando sente dire : "Ah però...Eugenio....".

Se le cose vanno come devono andare saremo presto in molti a dirlo.

Ernesto Gallarato