Utente:Ilaria Bernasconi/Sandbox


Parco delle gole della Breggia
Tipo di areaParco nazionale
Stati  Ticino
ComuniBalerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore, Morbio Superiore
Superficie a terra150 ha
GestoreFondazione Parco delle Gole della Breggia
PresidentePeter Flückiger
Sito istituzionale

Il Parco delle Gole della Breggia è un parco naturale svizzero, situato all’estremo sud del Ticino. Dal 1986 il complesso appartiene alla Fondazione Parco delle Gole della Breggia, l'ente gestore. Il parco è nato allo scopo di salvaguardare i diversi elementi geologici presenti, così come quelli naturali e culturali.

Il Parco delle Gole della Breggia è stato dichiarato area naturale protetta nel 1998 dal Governo e dal Parlamento dei Ticinesi. Le gole della Breggia sono riportate nell’Inventario federale dei siti e dei monumenti di importanza federale (IFP Inventario Federale dei Paesaggi 1803) e nell’Inventario dei geotopi di importanza nazionale[1].

Aspetti geografici modifica

Dimensioni modifica

Il parco si estende su una superficie di 1,5 km², con 65 ettari di superficie protetta, lungo il torrente Breggia (chiamato “il Breggia” nel nord Italia e “la Breggia” in Ticino), sul territorio di Balerna, Castel S.Pietro, Morbio Inferiore e Morbio Superiore.
L’altitudine minima risulta di 275 m/sm, mentre quella massima di 440m/sm. La lunghezza dei sentieri in totale è di 12 km.

Tipo di terreno modifica

La zona si estende sulle Alpi calcaree meridionali, maggiormente su superficie boschiva. Il suolo è prevalentemente umido, alternato ad alcune zone xerofile (secche). Il fiume Breggia, con la sua attività di erosione, ha portato alla luce un’interessante stratigrafia: gli strati rocciosi esposti hanno una storia di almeno 80 milioni di anni, dal Giurassico al Terziario.

Clima modifica

Il parco è situato nel clima della regione insubrica, una combinazione di diverse condizioni atmosferiche, date dall’influenza di due distinti territori: la Pianura Padana, a sud e la superficie delle alpi, a nord. Si può notare una variazione del clima: da brumoso nelle grandi pianure, a sereno quando ci si trova nei boschi, fino ad arrivare a quello refrigerante, tipico delle vette alpine. I controlli strumentali del clima e del microclima al Mulino del Ghitello e al ponte del Farügin, sono effettuati solo dall’anno 2000, mentre a Stabio è in attività dal 1982 una stazione metereologica.

Qui sotto i valori medi della temperatura (T in gradi °C) e delle precipitazioni (P in l/m²) nell’area del Parco della Breggia[2]:

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Ann
T 1 2 7 10 15 18 21 20 16 11 5 2 11
Tmax 7 8 13 16 20 24 27 27 22 17 11 8 17
Tmin -4 -3 0 4 9 12 15 14 10 6 1 -3 17
P 104 82 113 154 190 165 121 158 174 176 114 81 1632
Pmax 304 300 371 497 454 343 333 469 498 649 261 192 2720
Pmin 0 0 1 9 41 34 0 10 8 4 2 4 1167
Giorni con P<0.9 7 6 7 10 13 10 8 9 8 9 7 6 100


Aspetti geologici modifica

Il fiume Breggia, attraverso l’attività erosiva, ha portato alla luce una ricca fonte di riferimenti storici: rocce plasmate sul fondo dell’oceano Tetide, dal Giurassico al Cretaceo, con una storia di pressoché 100 milioni di anni.

Rocce e calcari modifica

Lista di rocce e calcari presenti nel Parco:

  • Calcare selcifero lombardo (Moltrasio)
  • Calcari a cefalopodi
  • Ammonitico rosso
  • Calcari marnosi, marne e calcilutiti
  • Radiolariti, calcari ad aptici
  • Biancone
  • Scaglia (rossa, bianca, variegata)
  • Flysch
  • Conglomerato di Pontegana
  • Depositi del quaternario

Flora modifica

Specie floristiche modifica

Il Parco vanta una grande vastità di specie floristiche. È incluso nella zona di rilevamento n.857 della Cartografia della Flora della Svizzera.
La superficie di rilevamento ha un'estensione altitudinale di poco più di 300 metri.
Nell'aggiornamento del 2000, 686 sono gli elementi tassonomici a livello di specie e aggregati. Vicino al Ponte del Farügin, si trovano la Saxifraga rotundifolia ed una colonia di capelvenere (Adiantum capillus-veneris), presente in Ticino e in pochissime altre zone della Svizzera, come Neûchatel e Ginevra.
In varie aree del Parco invece, sono presenti la Lingua di cervo o Scolopendria comune (Phyllitis scolopendrium), la Typha latifolia, la Nymphaea alba, ed altre. Sono state ritrovate anche cinque specie di orchidee, tra cui tre minacciate: Cephalanthera longifolia, Listera ovata, Cephalanthera rubra, Neottia nidus-avis e Anacamptis pyramidalis.
Interessante è anche il ritrovamento del Cucubalus bacciferus (Erba cucco), che ha bisogno di determinate condizioni climatiche e di un certo equilibrio termico.

Specie arboree modifica

Le specie arboree dominanti sono il frassino (Fraxinus excelsior) e il carpinello (Ostrya carpinifolia); quest'ultimo infatti ha un'estensione forestale del 23% della superficie boscata. Troviamo poi la robinia (Robinia pseudoacacia), e a seguire le specie codominanti, come il pioppo nero, l'acero, il castagno (con superficie forestale dell'8.5%) ed il bagolaro.

Le tipologie di bosco presenti nel Parco sono:

  • Bosco pioniere di latifoglie
  • Bosco golenale e planiziale
  • Bosco misto di latifoglie
  • Castagneto
  • Ostrieto
  • Piantagione

Specie vegetali modifica

Le specie vegetali risultano essere 542, appartenenti a 100 famiglie. Ben 88 specie appartengono alla Lista Rossa delle piante minacciate.
Nel Parco sono presenti anche 66 diversi esemplari di licheni. La specie più frequenti sono Caloplaca spp., seguita dalla Verrucaria spp., Collema spp., Physcia spp. e Lepraria spp.

Fauna modifica

Nel 2007 le specie di mammiferi registrate nel Parco sono pari a 28.
Per quanto riguarda i rettili, il numero rilevato è di 6 specie.
Le specie di anfibi conosciuti nel Parco sono 5.
Gli uccelli si insediano nel Parco per covare, e le specie conosciute sono europee, europeo-turchestane, oloartiche, paleoxeromontane, paleomontane e mediterranee.
La maggioranza di specie ittiche rilevata nel Parco è quella del salmone e della trota fario (Salmo trutta fario). Risultano anche due specie di ciprinidi: il vairone (Leuciscus souffia muticellus) e la sanguinerola (Phoxinus phoxinus).

Funghi modifica

La varietà micologica rilevata nel Parco è considerevole: si conta qualche centinaio di specie. Tra queste sono presenti alcune specie non ancora rilevate nel Canton Ticino.
I funghi più comuni che si possono trovare nel Parco sono le spugnole (Morchella esculenta).

Itinerari modifica

Itinerario storico modifica

Il percorso storico parte dal Mulino del Ghitello, fino ad arrivare il Mulin da Canaa.
I punti di interesse di questo itinerario sono: il Mulino del Ghitello, la vecchia cementeria, il Ponte di ferro, il complesso del Pastificio (Birreria), la Saceba, il Punt da Canaa ed il suo relativo mulino. Risalendo la Val dala Magna si raggiunge il colle di San Pietro, dove si trova la Chiesa Rossa ed i resti di un castello medievale.

Itinerario geologico modifica

Il tracciato geologico ha inizio al Mulin da Canaa e termina al Ghitello.
Durante il percorso si incontrano stratificazioni diverse di varie rocce; i calcari selciferi presenti nel letto del fiume al Mulin da Canaa hanno una storia di 190 milioni di anni. Si raggiunge il Buzun dal Diavul, utilizzando il Punt dal Farügin, fino alla grande cava di biancone.

Attività didattiche modifica

Le possibili attività didattiche offerte dal Parco sono: laboratorio micro paleontologico, ecosistema della Breggia, scoperta del mulino del Ghitello, escursioni guidate, nastro del tempo, laboratorio rocce e geopuzzle[3].

Storia modifica

Mulino del Ghitello modifica

Il Mulino del Ghitello ha più di 400 anni di storia: è stato costruito intorno alla fine del sedicesimo secolo. Una trave di sostegno di una macina riporta la data 1606, ma si può ipotizzare che sia stato costruito poco prima, data la presenza del ponte del Ghitello, già costruito nel 1560.
Nel suo periodo di attività, e cioè fino al 1950 per il mulino e 1960 per il frantoio, il mulino serviva i villaggi di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore, Novazzano, Vacallo, Salorino e Cragno.

Chiesa Rossa modifica

La Chiesa Rossa, considerata monumento nazionale, è stata fatta costruire dal vescovo di Como Bonifacio da Modena tra il 1343 e il 1345. Essa è situata nel paese di Castel San Pietro[4].

La Saceba e il Percorso del Cemento modifica

La Saceba, il cementificio edificato nei primi anni Sessanta in Ticino, è stato fondamentale per la costruzione di immobili pubblici e privati, ponti e dighe, sia a livello cantonale che nazionale.
Il progetto di costruzione nacque nel 1959, dall'idea del commercialista ticinese Paride Melera e dall'ingegnere svizzero tedesco Hans Rudolf Suter. L'idea era quella di utilizzare le risorse minerarie presenti nelle Gole per la produzione di cemento, soprattutto perché nel 1960 si scoprì una riserva di Maiolica.
Alla fine del 1961 iniziò la costruzione, e le attrezzature destinate alla produzione entrarono ben presto in funzione (inizio 1963). La stima di produzione di cemento per i primi anni era di 120'000 tonnellate, con un raddoppio negli anni successivi. La produzione massima comunque, non superò le 200'000 tonnellate.

Il paesaggio precedente all’arrivo della fabbrica era caratterizzato da aziende agricole, dotate di mulini alimentati dal canale di derivazione che partiva dal fiume Breggia. In seguito alla costruzione della stessa, l'aspetto cambiò drasticamente: con un'estensione di circa quattro ettari, la Saceba divenne il personaggio principale della zona delle Gole della Breggia, mutandone radicalmente la morfologia.
Negli anni Sessanta e Settanta, il cementificio fu potenziato: il totale dei dipendenti superava le cento unità.
In Ticino, il consumo di cemento pro capite era di circa 1000 kg, con una media nazionale di circa 700 kg, che già si attestava come la più alta d'Europa. Nel corso degli anni Settanta sono cessate le estrazioni a cielo aperto, lasciando posto agli scavi con terrazzamenti.
Nel 1981 l'unico settore della fabbrica attivo era solamente il centro di macinazione.
La storia della Saceba finisce nel 2003, quando conta ancora circa quindici dipendenti.

La realizzazione del progetto di riqualifica della zona ha avuto una durata di sette anni ed è terminata nel 2012. L'investimento totale è stato di circa 10 milioni di franchi, di cui l'88% a carico della Holcim Svizzera S.A., la quale conta, in Svizzera, 1300 dipendenti.
Il progetto di riqualifica della zona della Saceba, si può distinguere in quattro punti fondamentali[5]:

  • Demolizione del 90% circa degli edifici (passando da 150'000 m³ a 15'000 m³), rimossi meccanicamente, per facilitare il riciclaggio dei materiali
  • Creazione del percorso didattico Il percorso del Cemento
  • Rievocazione della storia contadina ed agricola degli anni Cinquanta
  • Ri-organizzazione degli accessi da parte di veicoli e pedoni

La messa in opera del progetto ha visto come protagonisti Marco Borradori, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Peter Flückiger, presidente della Fondazione Parco delle Gole della Breggia e Kaspar E.A. Wenger, Presidente del comitato direttivo di Holcim Svizzera S.A..
Il percorso è stato inaugurato ufficialmente il 4 maggio 2012, ed è stato poi aperto al pubblico il giorno seguente.
Il tracciato, che ha un alto valore culturale, ha soprattutto uno scopo didattico: mostrare in che modo è stato rivalorizzato il territorio e spiegare come avvengono certi processi di rielaborazione del biancone, per poter poi produrre il cemento.
I visitatori possono osservare i chilometri di gallerie sotterranee e la vecchia torre dei forni, dove è presente l'ultimo forno verticale in Europa[6].
Grazie ad un intervento di tipo minimalista, è rimasta una zona industriale autentica, con una particolare attenzione volta verso la natura circostante. La cancellazione della fabbrica non sarebbe stata la soluzione, anzi; questa (in parte) eliminazione e ristrutturazione sono servite a mantenere un'opera storica, che racconta molto del paese e della propria gente.

Il grotto del Mulino modifica

Il Grotto del Mulino è edificato in una zona rurale, vicino al fiume Breggia. È nato probabilmente come cantina, grotto o rustico, ed è stato trasformato in abitazione vera e propria solo nel 1948.
Nel 1961 è stato allargato e rinnovato, contemporaneamente alla costruzione del cementificio Saceba.

Il Buzun dal diavul modifica

Il Buzun dal diavul è una stretta e profonda gola, sottostante al ponte del Farügin. Da lì si possono intravedere le cave di Biancone e le radiolariti rossastre.

I ponti modifica

  • Il Ponte del Farügin
Il ponte, ricostruito totalmente nel 2000, è situato nella zona più stretta delle gole, sopra il Buzùn dal Diàvul, e si dice che il suo nome derivi dalla frase “fa ruggine”.
L'importanza del ponte del Farügin era fondamentale: era l'unica via d'accesso che nel sedicesimo secolo collegava Morbio Superiore e Castel San Pietro e viceversa. Infatti :questo unico percorso è di importanza nazionale, e fa parte dell'Inventario federale delle vie di comunicazione storiche elvetiche.
  • Il Ponte del Ghitello
Negli anni Sessanta, il ponte del Ghitello fu demolito, al fine di costruirne uno nuovo, in cemento.
Il ponte è stato menzionato in un antico documento del 1482, ed era la via d'accesso che permetteva agli abitanti della sponda sinistra di percorrere la via Regina e raggiungere Coldrerio, Villa e Balerna.
  • Il Ponte di Canaa
Il ponte di Canaa o ul punt da Canaa in dialetto locale, è il ponte ad arco che congiunge Castel San Pietro e Morbio Superiore. Visto che la strada che portava al ponte del Farügin era impervia e franosa, si dovette aggiungere un altro passaggio; il ponte di Canaa, appunto.
  • Il Ponte di ferro
Il ponte di ferro (in dialetto locale ul punt da fèrr o punt da Castel) fu costruito nel 1912.
Inizialmente fatto di ferro, nel 1997 venne demolito per essere rimpiazzato con un altro ponte fatto di cemento, a due corsie. I motivi di questa demolizione sono molteplici, ma tra quelli più rilevanti risaltano la scarsa sicurezza e le cattive condizioni di conservazione.
Prima di scomparire, il ponte era lungo 111 metri, e si elevava a 79 metri a partire dal livello dell'acqua.

Associazioni modifica

Gli Amici del Parco della Breggia modifica

L'associazione “Gli amici del parco della Breggia” nasce nell'ottobre del 1986, e ha attualmente oltre 600 soci. I punti focali del loro lavoro sono il sostegno e la valorizzazione del parco. Hanno contribuito allo sviluppo di diverse attività, tra cui:

  • la ricostruzione del tetto del Frantoio del Mulino del Ghitello nel 2002
  • il ripristino della funzionalità di una macina del Mulino del Ghitello nel 2006

Per il restauro della macina, l'associazione ha versato 50'000 franchi, insufficienti però per tutte e tre le ruote. Questi soldi però, hanno permesso la rimessa in funzione di almeno una di queste.

Curiosità modifica

  • La selce ritrovata in alcuni livelli del Biancone (Maiolica), veniva ricavata in tempi preistorici per fabbricare utensili.
  • Negli anni ’70 e ’80 sono state costruite varie gallerie, lunghe centinaia di metri, che si estendono sotto il territorio di Castel S. Pietro. Esse servivano per l’estrazione del Biancone, un materiale calcareo, che veniva utilizzato nel cementificio Saceba.
  • Le condizioni ambientali registrate nelle gallerie risultano stabili (13.6°C). Attualmente, le entrate sono chiuse ed inaccessibili.
  • All’interno di una galleria è stata ritrovata una colonia estiva di pipistrelli.
  • Nel parco è stata anche ritrovata la “pila”, un pestello che, azionato manualmente oppure idraulicamente, veniva utilizzato per pilare (liberare) i chicchi d’orzo dalle brattee esterne.

Note modifica

  1. ^ Il Parco geologico delle Gole della Breggia, su parcobreggia.ch.
  2. ^ Condizioni climatiche nel Parco della Breggia, su parcobreggia.ch.
  3. ^ Volantino Attività Breggia (PDF), su parcobreggia.ch.
  4. ^ La Chiesa di San Pietro o Chiesa Rossa, su turismo.valledimuggio.ch.
  5. ^ Il Progetto di riqualifica della zona del Parco della Breggia, su percorsodelcemento.ch.
  6. ^ Percorso del Cemento (PDF), su percorsodelcemento.ch.

Bibliografia modifica

  • G.Buzzi e Paola Pronini Medici (a cura di), Il cementificio nel parco. Storia della Saceba e della riqualifica territoriale realizzata dopo la sua chiusura., Casagrande, 2012. ISBN 978-8877136374

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

[[Categoria:Aree naturali protette della Svizzera]]