Scritti di Elisabetta Schlippenbach

Elisabetta Schlippenbach nasce il 30 settembre 1872 a Gratz da una famiglia nobile austriaca. Terminati gli studi, si trasferisce in Italia dove si appassiona alla medicina, senza però completare gli studi a causa delle pressioni della famiglia. Per assecondare quest’ultima, all’etá di 17 anni, sposa il conte John Palffy e dalla loro unione nasce Paul, il loro unico figlio.

Biografia

modifica

Dopo 10 anni, sfidando la famiglia fortemente cattolica e lo scandalo che ne avrebbe generato, sceglie di divorziare dal marito con il quale, come dichiarerà nella sua autobiografia, non è felice. Prende questa decisione accettando dolorosamente l’imposizione dell’allontanamento dal figlio a causa della legge sui divorzi allora vigente in Austria che lo impone. Elisabetta rivedrà Paul solo quando lui, diventato maggiorenne, sceglierà di raggiungerla a Carovigno.

Nel 1905 sposa l’ammiraglio Alfredo Dentice di Frasso, che incontra per la prima volta a Venezia durante una conferenza del poeta Tagore, decidendo così di stabilirsi nel castello di Carovigno. Qui Elisabetta istituisce negli anni Venti una scuola di tessitura, che produce “stoffe di Carovigno”, per creare l’opportunità per giovani donne di emanciparsi lavorando[1].

 
Dettaglio degli scritti di Elisabetta Schlippenbach

Elisabetta è anche e soprattutto una scrittrice. I suoi principali protagonisti sono gli animali e la poesia, ma il suo capolavoro è la sua stessa autobiografia, scritta a 58 anni, intitolata Una vita che giunge dal passato. La lingua utilizzata è l’austriaco-tedesco e il dattiloscritto è conservato nell’Archivio Dentice di Frasso a San Vito dei Normanni, scoperto quasi per caso in una cartella rivestita di seta verde fra testamenti e documenti riguardanti la famiglia, e tradotto e pubblicato nel 2007.

In questo testo, l’autrice ripercorre sia eventi privati che pubblici della sua vita e ciò rende la sua autobiografia un’importante testimonianza sui valori e gli stili di vita del tempo, assieme alle convenzioni dell’aristocrazia austro-ungherese di fine Ottocento.

La sua biografia non è solo questo: Elisabetta narra vicissitudini positive e negative, dolorose e felici, mostrandosi capace di grande autoironia e rabbia giungendo alla conclusione di una raggiunta pace. Così nel secondo capitolo:

“Ricordo una lite che iniziò una volta che mio marito mi prese per le braccia e mi chiese: “Ma perché non riesci ad essere felice con me? Io ti voglio così bene!” Non gli volevo rispondere: "Perché hai il cuore troppo stretto, il cervello troppo piccolo, una visione troppo limitata, pensieri troppo miseri e concetti troppo angusti!” e quindi dissi soltanto: “Non sai quanto vorrei essere felice con te, e se potessi farti felice mettendomi davanti ad un aratro e arando il tuo paradiso, lo farei - ma poi me ne andrei per la mia strada". Per fortuna ci fece su una bella risata.”[2]

E poi in quello finale:

“Sembrerà poco sincero, invece dico proprio la verità affermando: grazie al Cielo sto invecchiando. Basta con la gioventù, con le tempeste primaverili, con le battaglie dell'anima, ora cerco la pace dell'anima; non ne voglio più sapere di tutte le avventure di cui la gioventù è tanto prodiga!”[3]

Elisabetta Schlippenbach muore a Udine il 7 agosto 1938 in seguito ad un incidente stradale.

  • Anima Mia discorriamo. Della vita. . . Dell'amore, della fede, Arti Graf. L. Smolars e Nipote, Trieste 1930.
  • I migliori Amici, C. Moscheni e C., Trieste 1935.
  • Una vita che giunge dal passato, dattiloscritto.
  1. ^ Rosanna Basso, Salentine. Regine, sante, nobili, borghesi e popolane. Una terra, cento storie, Lecce, Grifo, 2017, p. 203.
  2. ^ Elisabetta Schlippenbach, Una vita che giunge dal passato, Lecce, Milella, 2007, p. 72.
  3. ^ Elisabetta Schlippenbach, Una vita che giunge dal passato, Lecce, Milella Edizioni, 2007, p. 74.

Bibliografia

modifica
  • E. Filomena, La contessa Elisabetta Schlippenbach Dentice di Frasso: la vita, il pensiero, le opere di un’ illuminata austriaca con documenti inediti con Un profilo biografico dell'Ammiraglio Alfredo Dentice Conte di Frasso, Edizioni pugliesi, Martina Franca 2003.
  • R. Basso, Per Amore per Professione e per Diletto.... Le scritture delle donne in Terra di Brindisi (secc. XVI-XX), Brindisi, Edizione Amici della Biblioteca De Leo, 2007.
  • E. Schlippenbach, Una vita che giunge dal passato, traduzione di Francesca Pedrocchi, Milella Edizioni, Lecce 2007.
  • R. Basso, Elisabetta Schlippenbach Dentice di Frasso, Una vita che giunge dal passato, in Quaderni dell’Archivio della scrittura femminile salentina, 2007
  • R. Basso, Oltre il Segno. Donne e scritture nel Salento (Secc. XV-XX), Copertino, Lupo, 2011.
  • R. Basso, Salentine. Regine, sante, nobili, borghesi e popolane. Una terra, cento storie, Edizioni Grifo, Lecce 2017.
  • Archivio Dentice Di Frasso, San Vito dei Normanni, Carteggi.

Collegamenti esterni

modifica