Utente:WalrusMichele/Studio Ghibili

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  • Portare il maggior numero di voci da D a C.
  • Tradurre la corrispettiva voce francese ed integrare in La città incantata.

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La città incantata modifica

La città incantata (千と千尋の神隠し?, Sen to Chihiro no kamikakushi, lett. "La sparizione causata dai kami di Sen e Chihiro") è un film d'animazione giapponese del 2001 scritto e diretto da Hayao Miyazaki, prodotto dallo Studio Ghibli e distribuito dalla Buena Vista. Il film, liberamente ispirato al romanzo fantastico Il meraviglioso paese oltre la nebbia della scrittrice Kashiwaba Sachiko, narra le avventure di Chihiro, una bambina di dieci anni che si introduce senza rendersene conto, insieme ai genitori, in una città incantata abitata da spiriti. Qui i genitori della bambina vengono trasformati in maiali dalla potente maga Yubaba e la piccola protagonista decide di rimanere nel regno fatato per tentare di liberarli[1].

Il film presenta l'altissima qualità tecnica consueta dello Studio Ghibli ed è considerato il capolavoro del cineasta giapponese Miyazaki[1]. Proiettato a partire dal 20 luglio 2001, diventò il più grande film di successo della storia del Giappone, guadagnano circa 330 milioni di dollari in tutto il mondo. Superò Titanic (allora in cima alle classifiche di vendita) ai box-office giapponesi e fu il lungometraggio che più ha guadagnato nella storia, con un totale di 30,4 miliardi di yen.

Acclamato all'unanimità dalla critica cinematografica, è considerato uno dei migliori film della storia[2][3][4]. Vinse l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 2002 e — caso finora unico nella storia degli anime — il premio Oscar per il miglior film d'animazione nel 2003.

Trama modifica

Chihiro è una bambina di 10 anni e sta traslocando coi suoi genitori in un'altra città quando il padre della bambina prende la strada sbagliata e raggiunge un tunnel. Nonostante la figlia non desideri proseguire, i genitori si addentrano nel cunicolo sbucando in una radura con delle case. Pensando di aver trovato un parco divertimenti abbandonato il padre si addentra nel complesso per visitarlo, seguito dalla moglie e, a malincuore, da Chihiro. I tre superano il letto di un fiume in secca e si trovano in una città composta interamente da ristoranti e locali, e su un bancone trovano un ricco buffet. I genitori si siedono e cominciano a mangiare, pensando di pagare quando si mostrerà qualcuno. Chihiro intanto esplora la zona e trova un grande complesso di bagni pubblici. Un giovane ragazzo, Haku, le ordina di andarsene, ma tornando indietro la bambina scopre che i genitori sono diventati maiali e che non riesce ad attraversare il fiume ormai in piena.

A questo punto cala la notte e numerosi spiriti, ospiti del complesso, cominciano ad affollare le vie, mentre Chihiro si rende conto che sta lentamente diventando invisibile. Haku la trova e le fa mangiare una bacca proveniente dal mondo degli spiriti che rende Chihiro nuovamente tangibile e le permette di rimanere viva anche all'interno del complesso magico. Le spiega inoltre che l'unico modo per evitare di essere catturata dagli uomini di Yubaba, la potente strega che dirige il complesso, è quello di trovarsi un lavoro all'interno dell'impianto. Grazie all'aiuto dello yōkai Kamagi e di Rin la bambina riesce ad ottenere un'udienza presso la maga, il cui potere è distratto solo dalla sua cura ossessiva per il bebè Bō. Per stipulare il contratto di lavoro Chihiro viene privata del suo nome e rinominata Sen. Questo espediente viene usato dalla strega poiché la mancanza del nome la rende incapace di abbandonare la città controllata da Yubaba.

Sen durante il primo giorno di lavoro fa entrare in casa una misteriosa creatura mascherata, chiamata Kaonashi. Il primo cliente di Sen è uno spirito del cattivo odore, che viene pulito dalla bambina e che si scopre essere lo spirito di un fiume inquinato che aveva bisogno di una ripulita. In riconoscenza del servizio, lo spirito lascia a Sen una polpetta emetico. Successivamente Kaonashi tenta un inserviente con dell'oro e lo divora. Comincia a chiedere cibo e ad elargire oro a manciate. Intanto Sen si accorge che degli shikigami di carta stanno attaccando un drago, in cui riconosce l'amico Haku, trasformato. Quando il drago si schianta nelle stanze di Yubaba, la bambina lo raggiunge, ma, a causa di uno shikigami attaccatosi dietro le sue spalle, si trasforma in Zeniba, la sorella gemella di Yubaba. Ella trasforma Bō in un topo e crea un bebè fantoccio. Zeniba rivela che Haku ha rubato un prezioso sigillo da casa sua, che contiene una potente maledizione, ma è poco attenta e il drago taglia in due lo shikigami di carta, facendola svanire. Haku collassa nella stanza delle caldaie e Sen gli fa mangiare metà della polpetta, facendogli vomitare il sigillo insieme a un mostriciattolo nero che Sen schiaccia sotto al piede.

Decidendo di incontrare Zeniba, per chiederle scusa e riportare indietro il sigillo, Sen confronta Kaonashi, che intanto è diventato obeso e gli fa mangiare il resto dello gnocco. Il cibo gli causa accesi attacchi di vomito e lo spirito infuriato insegue la bambina per tutto il complesso, perdendo progressivamente peso e tornando al suo aspetto originario. Sen, Kaonashi e Bō decidono allora di prendere il treno per andare da Zeniba. Intanto Yubaba è infuriata per i danni subiti e incolpa Sen di aver lasciato entrare Kaonashi, minacciando di uccidere i suoi genitori. Quando Haku le fa notare l'assenza di Bō, la strega accetta di liberare Sen e i genitori come ricompensa per riportarle il figlio.

Intanto i tre arrivano alla casa di Zeniba e le restituiscono il sigillo, mentre la strega rivela che l'amore di Sen per Haku ha spezzato la maledizione. Mentre sono a casa della maga, Haku si presenta in forma di drago e, dopo essersi scusato a sua volta, riporta indietro Sen e Bō. Lungo la via del ritorno Chihiro ricorda che lei ed Haku si sono incontrati prima: quando era più piccola era caduta in un fiume e riuscì a sopravvivere perché trascinata a riva dalla corrente. Era stata salvata da Haku, che era lo spirito del fiume Kohaku, in seguito interrato per edificare palazzi. Dopo aver ricordato ciò, Chihiro rivela all'amico che il suo vero nome è Kohaku, e in questo modo lo libera dal controllo della maga Yubaba.

Quando arrivano ai bagni pubblici la strega ha ancora una prova per Sen e le chiede di riconoscere i suoi genitori tra un gruppo di maiali. Se indovinerà i tre potranno lasciare il mondo degli spiriti. La bambina nota correttamente che nessuno dei maiali esposti è uno dei suoi genitori e spezza l'incantesimo, tornando a essere Chihiro. Haku accompagna l'amica al fiume in secca e i due si promettono di rivedersi un giorno. Quindi la bambina attraversa il fiume e si ricongiunge con i suoi genitori, tornati normali. Usciti dal mondo magico i genitori e Chihiro non ricordano nulla della vicenda, ma constatano sorpresi che è passato più tempo di quello che pensavano. Solo il nastrino per capelli intessuto con tanto affetto per Chihiro dai suoi amici della città magica rimane come segno tangibile delle esperienze che la bambina ha avuto. I tre salgono in macchina e si allontanano.

Personaggi modifica

  • Chihiro Ogino (荻野 千尋?, Ogino Chihiro): la protagonista del film. Bambina di dieci anni, infantile, piagnucolosa e svogliata, è costretta ad ottenere un lavoro all'interno dell'impianto termale, per rimanere nel mondo degli spiriti e sperare un giorno di poter liberare dall'incantesimo i suoi genitori. Accetta così il contratto che Yubaba le offre, perdendo il proprio nome e diventando Sen (?, Sen). Questo perché Yubaba le concede di mantenere solo il primo dei due kanji che compongono il nome Chihiro 千尋, ossia 千 che isolato viene letto "sen" (lettura on) e non "chi" (lettura kun). Nel corso della storia la ragazza, nonostante la sua iniziale indole infantile, riesce a trovare dentro di se le energie che la rendono in grado di prendersi le sue responsabilità e di salvare infine i suoi genitori. La rivista Empire l'ha collocata al numero 27 della sua lista dei 50 personaggi dei cartoni animati migliori della storia [5]
  • Akio Ogino (荻野 明彦?, Ogino Akio): padre di Chihiro.
  • Yuko Ogino (荻野 悠子?, Ogino Yūko): madre di Chihiro.
  • Haku (ハク?, Haku): un ragazzo che ha circa la stessa età di Chihiro, ma che svolge già un incarico importante come tirapiedi di Yubaba (gli altri spiriti per rispetto lo chiamano "Maestro Haku"). Diventa amico di Chihiro e la aiuta nell'impresa di liberare i suoi genitori. Al tempo stesso riceve un grande aiuto da parte della ragazza, che gli rivela il suo vero nome e identità, sottrattigli da Yubaba per costringerlo a lavorare per lei: egli è lo Spirito del fiume Kohaku (饒速水琥珀主(ニギハヤミコハクヌシ)?, Nigihayami Kohakunushi), che aveva salvato in passato la stessa Chihiro, quando era caduta nelle sue acque e rischiava di annegare.
  • Yubaba (湯婆婆?, Yubaaba): strega proprietaria dei bagni pubblici nei quali si svolge la storia. È una donna anziana, dalla testa e dal naso incredibilmente grandi e sproporzionati rispetto al corpo. Ha un carattere severo e autoritario, che si addolcisce solo in presenza del figlio Bō.
  • Kamaji (釜爺?, Kamaji): spirito dalle sembianze di ragno umanoide che opera nelle caldaie dei bagni pubblici. È un personaggio dall'aspetto severo e laconico, ma sotto questa facciata si nasconde in realtà un essere buono e comprensivo. Egli infatti offre aiuto a Chihiro senza neanche conoscerla; e in seguito si affeziona molto alla bambina, tanto da regalarle il biglietto del treno, che custodiva gelosamente da 40 anni.
  • Senza volto (カオナシ?, Kaonashi): spirito che si affeziona "morbosamente" a Sen, seguendola ovunque e cercando disperatamente di renderla felice. Ha l'aspetto di un'esile figura ammantata con una maschera bianca in volto, ma in seguito alla grande quantità di cibo ingerita si trasforma in un essere enorme che si muove su quattro zampe. All'inizio calmo e silenzioso, va su tutte le furie quando non si sente ricambiato nei suoi sentimenti da Sen e rischia di distruggere l'intero complesso termale. Sembra in grado di materializzare qualsiasi richiesta, come quando crea dal nulla l'oro che dona ai dipendenti delle terme, che tuttavia svanisce dopo poco.
  • Lin (リン?, Rin): lavoratrice delle terme che viene affiancata a Sen in qualità di supervisore. È una giovane ragazza, sbarazzina e decisa, tanto da non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Non si sa nulla del suo passato, né di come sia giunta nelle terme di Yubaba, ma più volte afferma il suo desiderio di andarsene e vivere libera. Anche lei sviluppa un affetto sincero nei confronti della bambina.
  • (?, ): infante, figlio di Yubaba. È un bebè incredibilmente grande, tanto da assomigliare a un gigante. Viene continuamente viziato e coccolato da Yubaba, così che approfitta della prima occasione che gli si presenta per fuggire di casa insieme a Sen.
  • Zeniba (銭婆?, Zeniiba): anziana strega, sorella gemella di Yubaba. A differenza della sorella è di indole buona e usa la sua magia a fin di bene.

Produzione modifica

«Ho creato un'eroina che è una bambina ordinaria, una con cui il pubblico possa identificarsi. Non è una storia in cui i personaggi crescono, ma una storia in cui attingono a qualcosa che è già dentro di loro, tirato fuori dalle particolari circostanze. Voglio che le mie giovani amiche vivano in questo modo, e credo che loro stesse abbiano questo desiderio.»

All'epoca della realizzazione del film, Hayao Miyazaki trascorreva tutte le estati le sue vacanze in una baita di montagna, in compagnia della sua famiglia e di cinque bambine loro amiche. L'idea per La città incantata gli venne proprio quando desiderò fare un film per queste bambine, un film pensato per ragazze di dieci anni. In cerca d'ispirazione, lesse diverse riviste di manga shōjo, come Nakayoshi e Ribon, che le bambine avevano lasciato alla baita, ma trovò che trattavano solo di argomenti legati alle prime cotte e all'amore; nel vedere le sue giovani amiche, Miyazaki si disse che questi temi non potevano essere quelli che stavano loro più a cuore e decise di produrre un film su di una giovane eroina con cui le bambine avrebbero potuto immedesimarsi[6].

[7]

Miyazaki aveva in mente di produrre un nuovo film già da diversi anni. Era al lavoro su due diversi progetti: il primo basato sul romanzo Il meraviglioso paese oltre la nebbia e il secondo, che aveva come protagonista una giovane ragazza, più grande di Chihiro. Alla fine entrambe le proposte vennero scartate, così il regista cominciò a lavorare a un nuovo progetto che finì per diventare La città incantata. La nuova storia incorpora elementi dei progetti precedenti, in particolare la presenza centrale di un impianto termale attorno a cui ruota l'intera vicenda. Miyazaki dichiarò che era basato su delle terme della sua città e che l'aveva inserito nella trama perché ne era affascinato e perché costituiva per lui un luogo misterioso. La trovata di popolarlo di spiriti venne in un secondo momento, trovando interessante l'idea di divinità giapponesi che vanno alle terme per riposarsi, proprio come gli uomini[6].

Miyazaki souhaitait adapter depuis plusieurs années un livre pour enfants intitulé Kirino Mukouno Fushigina Machi de Sachiko Kashiwaba[8]. Il a proposé deux projets dans cette veine qui furent rejetés : une adaptation directe du livre et un film à propos d'une adolescente contemporaine. Un troisième projet, qui a fini par devenir Le Voyage de Chihiro, a eu plus de succès. Les trois histoires tournaient autour d'un établissement thermal inspiré de celui de la ville natale de Miyazaki. Ce lieu mystérieux pour le réalisateur l’intriguait au point de composer plusieurs histoires à son sujet ; il a réutilisé l'une d'elles pour l'établissement thermal du Voyage de Chihiro[9].

Pour une partie des bâtiments du monde des esprits, Miyazaki s'est basé sur ​​les édifices du musée d'architecture en plein air d'Edo-Tokyo à Koganei. Il visitait souvent ce musée pour y trouver l'inspiration lorsqu'il travaillait sur le film. Miyazaki a toujours été intéressé par les bâtiments de l'ère Meiji au style inspiré de l'architecture occidentale. Le musée fait naître la nostalgie chez Miyazaki, qui explique : [9] · [10]. Parmi les sources d'inspiration majeure de l'établissement thermal figurent le Meguro Gajoen, hôtel tokyoïte des années 1920 marqué par une fusion des architectures japonaises et européennes[11], le Notoyaryokan, auberge traditionnelle située dans la préfecture de Yamagata, célèbre pour son architecture exquise et ses caractéristiques ornementales[12] · [13], et le Dōgo Onsen[14]. La vieille ville de Jiufen à Taïwan a également servi de modèle d'inspiration pour le film[15].


Miyazaki scrisse la sceneggiatura dopo aver deciso di dedicare l'opera alla figlia di dieci anni del suo amico nonché produttore associato Seiji Okuda, che andava a visitare ogni estate.[16] Con un budget elevato (1,9 miliardi di ¥, circa 16 milioni di €)[17] la produzione de La città incantata iniziò nel 2000. Durante questa fase, il regista si accorse che il film sarebbe durato oltre tre ore e così tagliò numerose parti della storia.

La produzione del film iniziò nel 2000, con un budget elevato, di 1,9 miliardi di yen. Come per Princess Mononoke, lo staff dello Studio Ghibli fece uso della computer grafica. Vennero usati computer e programmi come Softimage, ma si decise di mantenere questa tecnologia ad un livello minimo, per migliorare la storia piuttosto che per farle prendere il sopravvento sull'animazione tradizionale. A detta di Miyazaki la difficoltà più grande in fase di produzione è stata quella di ridurre la durata del film: dalle tre ore iniziali il regista è stato costretto a tagliare molte scene per rientrare in un film di circa due ore[6].

Miyazaki ha basato alcuni degli edifici del mondo degli spiriti sullo stile degli edifici dell'Edo-Tokyo Open Air Architectural Museum che si trova a Koganei, Tokyo. Durante la produzione del film visitava spesso il museo in cerca d'ispirazione, essendo da sempre affascinato dallo stile pseudo-occidentale degli edifici del periodo Meiji che si trovano lì. A detta dello stesso Miyazaki, il museo lo fa diventare nostalgico:

«Specialmente quando mi trovo qui da solo la sera, quando si avvicina l'ora di chiusura, e il sole tramonta – mi vengono le lacrime agli occhi[6]


Conception du film modifica

Production modifica

La production du Voyage de Chihiro a commencé en 2000 avec un budget de 1,9 milliard de yens (soit environ 19 millions de dollars)[18]. Disney a investi 10 % du coût pour le droit de préemption de la distribution américaine[19]. L'équipe comprenait de jeunes animateurs et des vétérans comme Ai Kagawa et Kitaro Kosaka ; Miyazaki a étroitement travaillé avec l'animateur Masashi Andō pour la supervision de l'animation, bien que ce dernier avait un trait plus réaliste que son aîné, ce qui demandait un travail d'harmonisation[20].

Fidèle à l'habitude de travail de Miyazaki, le scénario du film n'était pas définitif au commencement de la production, le réalisateur faisant évoluer son récit en fonction de ses inspirations et des premiers dessins. Le Sans-Visage notamment ne jouait aucun rôle dans le scénario original, mais son apparition sur un dessin a inspiré Miyazaki pour la création de ce personnage sans identité[20] · [21]. Selon Masashi Andō, cette méthode de travail est exigeante pour les animateurs, car des scènes doivent être régulièrement modifiées ou remplacées[22]. De plus, Miyazaki a réalisé après le début de la production que le scénario était bien trop long et aurait nécessité plus de trois heures de film. Il a donc dû réécrire une partie de l'histoire et réduire les scènes frappantes, visant plutôt la simplicité[9] · [20]. Miyazaki ne voulait pas faire du héros une « jolie fille ». Au début, il était frustré par la façon dont elle avait l'air « terne » et pensait : Le film approchant de la fin cependant, il a été soulagé de sentir qu'« elle sera une femme charmante »[9].

Comme pour Princesse Mononoké, la plupart des dessins ont été réalisés à la main, puis numérisés et retouchés par ordinateur, à la différence des premiers films du studio entièrement réalisé en animation traditionnelle sur cellulo. Les images produites ont ensuite été combinées et des objets et effets créés par infographie, éventuellement en tridimension, ajoutés[23] · [24]. L'objectif était d'améliorer l'animation sans perdre l'aspect artisanal cher à Miyazaki. En particulier, chaque personnage a été principalement dessiné à la main, Miyazaki travaillant aux côtés de ses animateurs pour vérifier que les résultats correspondaient à ses vues[18]. Les principaux outils numériques utilisés incluent les calques permettant de superposer les dessins et les effets spéciaux, le morphing, l'animation de l'eau, le lancer de rayon pour l'éclairage réaliste des scènes, la création et l'ajout de textures sur les objets 2D ou 3D, et enfin le montage final[25]. En raison des délais très courts, Ghibli a sous-traité une partie du travail d'animation, notamment sur les intervalles, au studio coréen D.R. Digital[24].

La palette de couleur apparaît particulièrement vive et brillante par rapport aux précédents films du studio, la couleur dominante étant le rouge, rehaussé par l'or et l'orange. Les importants contrastes avec les plus sombres visent à souligner l'importance relative des lieux, les quartiers de Yubaba étant les plus luxueux[23].

La plupart des doubleurs sont issus du monde de la télévision et du cinéma, comme Rumi Hiiragi pour Chihiro (elle a treize ans en 1999), Bunta Sugawara pour Kamaji et Mari Natsuki pour Yubaba et Zeniba. Seul Miyu Irino pour Haku est spécifiquement un doubleur d'anime. Osmond estime qu'à l'exception de Mari Natsuki, les voix du Voyage de Chihiro ne sont pas réellement [26].

Identité et personnalité des personnages modifica

Dans la langue japonaise, les noms sont souvent constitués de caractères appelés kanjis qui peuvent avoir plusieurs sens et lectures. L'héroïne Chihiro Ogino — Template:Japonais est formé des caractères Template:Japonais et Template:Japonais ; Son nom de famille, Template:Japonais, peut être traduit par « champ de roseaux » — se fait voler son nom par Yubaba lorsqu'elle l'engage. Avec sa magie, Yubaba ne conserve que le premier caractère de son prénom Template:Japonais sur le contrat et lui impose de désormais répondre à ce nouveau nom. Chihiro devient Sen et perd ainsi son identité et ce qui la rattache à son monde et à ses parents[27].

Le titre japonais original du film, Sen to Chihiro no kamikakushi, exprime bien cette évolution : Chihiro devient Sen pendant qu'elle disparaît dans le monde des dieux[28]. Template:Japonais est un terme du folklore japonais pour parler des mystérieuses disparitions, le plus souvent d'enfants, qui auraient été « cachés » ou « enlevés » par les dieux après les avoir mis en colère[29].

Mise en scène du merveilleux modifica

Miyazaki n'oppose pas dans ses œuvres le merveilleux et le réel ou le quotidien, les deux aspects pouvant cohabiter ou se superposer naturellement[30]. Dans Le Voyage de Chihiro, le monde des esprits, où le temps et l'espace ne sont pas clairement définis, reste volontairement flou et non structuré. Les va-et-vient symboliques entre les deux mondes apparaissent multiples et changeants, si bien qu'il n'est pas possible d'en discerner les frontières, ni d'ailleurs de suivre le temps qui passe, à la différence des productions de Disney ou d'Alice au pays des merveilles. Pour renforcer cette impression de réel auprès du spectateur, le monde des esprits est dessiné et animé de façon très réaliste, si bien que Chihiro y fait face comme une entité réelle[31].

Cependant, le film ne pousse pas à percer les secrets du monde des esprits, au contraire, cet allant de soi du merveilleux conduit le spectateur à accepter naturellement cet univers qui a sa cohérence propre. Cette approche correspond profondément au shintoïsme japonais, religion millénaire où les divinités, nommées kami, investissent continuellement le monde des vivants[32] · [33]. Le choix du merveilleux permet à Miyazaki de s'adresser plus facilement aux enfants tout en explorant, au-delà du monde réel, la [31].

Miyazaki ne révèle volontairement pas la nature de l'aventure de Chihiro, réelle ou en rêve, si bien que la fin reste ambiguë. Le mélange d'éléments architecturaux européens (victoriens) et japonais dans les bains concourt à cette ambiguïté. Le spectateur se trouve ainsi dans la même incertitude que le personnage principal[11] · [31].

Formellement, le film appartient aux genres du conte de fées et du fantastique, avec quelques éléments de fantaisie et même d'horreur[31] · [34].

Colonna sonora modifica

Per la composizione della colonna sonora del film, Miyazaki ha selezionato ancora una volta il suo abituale collaboratore Joe Hisaishi. I brani sono stati orchestrati dalla New Japan Philharmonic. La colonna sonora è stata giudicata ottima dal critico cinematografico Paolo Mereghetti nel suo Dizionario dei film[1], inoltre ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti in patria: il Mainichi Film Competition Award per la miglior musica; il Tokyo International Anime Fair Award per la miglior musica nella categoria cinema; e nel 2002 il Japan Gold Disc Award per l'album d'animazione dell'anno[35].

Le musiche del film sono state raccolte in un CD, uscito il 17 luglio 2001 in Giappone con il titolo Sen to Chihiro no kamikakushi saundotorakku e pubblicato dalla Tokuma Japan Communications. Il 10 settembre 2002 invece venne distribuito dalle case discografiche BMG, Phantom Import Distribution e Milan Records con il nome Miyazaki's Spirited Away in tutto il resto del mondo.[36]

Distribuzione modifica

Il direttore della Pixar John Lasseter, un fan e amico di Miyazaki, convinse la Walt Disney Pictures a supervisionare l'adattamento in lingua inglese per gli Stati Uniti, nominando Kirk Wise come direttore e Donald W. Ernst produttore dell'adattamento. [37]

In Italia il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche il 18 aprile 2003, due anni dopo la prima proiezione giapponese[38]. Dal 25 al 27 giugno 2014 è stato nuovamente proiettato in sala con un nuovo adattamento a cura di Lucky Red[39].

Data di uscita modifica

Le date di uscita internazionali sono state[38]:

Adattamento del titolo originale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Kamikakushi.

Il titolo originale Sen to Chihiro no kamikakushi contiene il termine kamikakushi (letteralmente "scomparsa/nascondimento attuato da un kami") che indica un elemento strettamente legato alla cultura giapponese e per questo difficile da tradurre in altre lingue. Quando una persona, ma in particolar modo un bambino, scompare improvvisamente ed inaspettatamente si dice che sia stato nascosto dai kami, gli spiriti e le divinità della tradizione shintoista. Questi sono spesso dei capricciosi kami minori, dei tengu o degli yōkai, che giocano uno scherzo al bambino per divertirsi alle spalle della famiglia preoccupata. Successivamente il bambino rapito o perduto si risveglia lontano dal luogo dove è scomparso e non ricorda nulla del tempo intercorso[42].

Questo spiega il motivo della scelta del titolo inglese Spirited Away, che rende l'idea di sparizione e il coinvolgimento di entità spirituali.

Nella versione italiana si è preferito non tradurre letteralmente il titolo giapponese. Una traduzione più fedele all'originale è stata resa con l'adattamento del film apparso al Festival Internazionale del Film di Roma 2010 a cura di Gualtiero Cannarsi, che ha intitolato il lungometraggio La sparizione di Chihiro e Sen[43].

Edizione italiana modifica

In Italia la pellicola è arrivata nelle sale il 18 aprile 2003 ad opera della Mikado. Il doppiaggio è stato curato dalla CDL – Compagnia Doppiatori Liberi, con Teo Bellia in qualità di direttore del doppiaggio ed Elisabetta Bucciarelli come responsabile dei dialoghi[44]. Il 3 novembre 2010 il film è stato presentato in versione sottotitolata con un nuovo adattamento a cura di Gualtiero Cannarsi all'interno del Festival del film di Roma col titolo La sparizione di Chihiro e Sen per rendere con maggiore fedeltà l'originale[43].

Durante il Lucca Comics & Games 2013 la Lucky Red ha annunciato per il 2014 l'uscita con un nuovo doppiaggio, nuovi adattamenti e nuove traduzioni del film[45]. La proiezione nelle sale cinematografiche della nuova edizione è avvenuta il 25, 26 e 27 giugno 2014 con il titolo invariato, ossia La città incantata[39].

Accoglienza modifica

Incassi modifica

In Giappone, dalla sua uscita nel 2001, La città incantata è stato visto da 21 milioni di persone[46] ed è stato stimato che in tutto il 2002 un giapponese su sei ha visto il film. L'incasso totale nel mondo è stato di circa 275 milioni di dollari statunitensi[47], di cui 230 milioni nel solo mercato giapponese[48]. Il lungometraggio ha superato così in patria il record per i maggiori incassi ottenuti da un film, fino a quel momento detenuto da Titanic con 201 milioni di dollari[49].

Sul mercato statunitense il film è uscito nel 2002 in un numero limitato di sale cinematografiche, per poi essere riproiettato nel 2003 in seguito all'assegnazione del premio Oscar in un numero maggiore di sale. Ha incassato in totale 10 milioni di dollari[17], collocandosi così al settimo posto nella lista degli anime più visti negli Stati Uniti, dietro alle altre produzioni Ghibli Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento e Ponyo sulla scogliera. In Italia il film ha incassato 890 000 [47].

Critica modifica

La città incantata ha ricevuto ottime critiche e recensioni. Sul sito Rotten Tomatoes, ha ottenuto il 97% di freschezza su un totale di 156 recensioni[50], classificandosi al 13º posto nella lista dei migliori film d'animazione[51]; nel sito Metacritic è valutato con un punteggio di 94/100 basato su 37 valutazioni di critici specializzati[52]. Sull'Internet Movie Database il film ha un voto pari a 8,6[53].

Mark Schilling del The Japan Times gli assegna cinque stelle su cinque e ne elogia la ricchezza immaginativa e la superba tecnica di animazione[54]. Roger Ebert sul suo sito rogerebert.com scrive di essere rimasto impressionato dalla cura dei dettagli e di aver apprezzato soprattutto il ritmo rilassato della narrazione, in cui capita che «i personaggi si siedano per un momento, o sospirino, o guardino un fiume scorrere, o facciano altro, non per far avanzare la storia ma solo per dare il senso dello spazio e del tempo»[55]. A suo parere questo rispetto dei tempi e delle pause è un motivo per cui «i film di Miyazaki sono più coinvolgenti dell'azione frenetica in molte animazioni statunitensi»[55].

La critica italiana si trova d'accordo con quella internazionale. Paolo D'Agostini su la Repubblica ne elogia «il raffinato, elaboratissimo gusto estetico – veramente da rifarsi gli occhi» e afferma che «le fantasie di Miyazaki non intendono parlare soltanto ai bambini […] e non intendono soltanto consolare, far evadere: sono apologhi densissimi, sono "operette morali" dove la soluzione (il bene di qua il male di là) non ti viene servita su un piatto e senza sforzo»[56]. La maturità del film, la sua profondità tematica e narrativa e il fatto di essere adatto anche, e soprattutto, per un pubblico adulto, vengono sottolineati anche da Roberto Silvestri, che su il manifesto scrive: «La città incantata , l'ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki, farà capire anche ai sassi che gli "anime" non sono forme d'arte handicappate e riservate ai piccoli, ma arte adulta»[57].

L'autorevole rivista del British Film Institute Sight & Sound l'ha indicato fra i trenta film chiave del primo decennio del XXI Secolo[58]. Sul sito IGN il film si è classificato al 12º posto nella classifica dei 25 migliori film d'animazione di sempre[59]. La rivista Empire lo ha collocato in ben tre sue classifiche:

  • alla posizione numero 339 nella lista dei "500 migliori film della storia"[60]
  • al 10º posto nell'elenco dei cento migliori film del cinema mondiale non in lingua inglese[61]
  • alla posizione 82 dei 300 migliori lungometraggi della storia scelti dai lettori. [62]

Il film è considerato il capolavoro di Miyazaki, nonché il suo film più personale e graficamente più ricco[1]. Grazie a questa accoglienza e soprattutto ai premi vinti, La città incantata ha reso celebre il suo autore anche in Occidente, consacrandolo come un maestro dell'anime e più in generale dell'animazione.

Temi modifica

Molti critici hanno tentato di paragonare La città incantata ad opere occidentali come Alice nel Paese delle Meraviglie, Il mago di Oz o Harry Potter[63][42]. Il filo conduttore è costituito dalla presenza di un mondo "altro" dalla realtà in cui si sperimentano cose strane e magiche. Nell'opera di Miyazaki, Chihiro si ritrova nella città degli spiriti e la sua prima reazione di fronte al fantastico e al soprannaturale è quella di credere di stare sognando. L'autore ha però voluto instillare negli spettatori il dubbio che le avventure vissute dalla ragazza non siano tutte un sogno. Il fatto di avere adottato uno stile pseudo-occidentale per la città degli spiriti crea la sensazione di assistere a paesaggi che si sono già visti da qualche parte[64]; le foglie accumulate sopra alla macchina e l'elastico per capelli che Chihiro indossa all'uscita dal parco divertimenti sono una prova del fatto che sia passato del tempo nel mondo reale e quindi testimoniano l'esistenza del mondo "altro", dando un senso a tutta la storia[42]. Storia che assume il significato di rito di passaggio e di iniziazione per Chihiro. Durante le sue avventure, infatti, ella è costretta, per la prima volta nella sua vita, a fare completamente affidamento alle sole proprie forze. Questo la porta ad un percorso di crescita e di maturazione[63]. A tal proposito Miyazaki ha affermato che le due scene più significative dell'intera narrazione sono la prima nel retro della macchina, in cui Chihiro è stanca, annoiata e «vulnerabile»; e l'ultima, dove invece «è piena di vita e ha appena affrontato il mondo intero. Queste sono due immagini di Chihiro che mostrano lo sviluppo del suo carattere»[65]. L'esperienza nel mondo degli spiriti rappresenta quindi in senso metaforico il passaggio dall'infanzia all'età adulta[63].

Uno dei temi del film indicati dai critici è quello del recupero delle tradizioni giapponesi[42][66]. L'opinione di Miyazaki è che sia «una cattiva idea relegare tutte le tradizioni a un piccolo panorama di cultura popolare. Circondati da tecnologia e dispositivi accattivanti, i bambini stanno progressivamente perdendo le loro radici. Dobbiamo informarli della ricchezza delle nostre tradizioni[64]». Seguendo questa chiave di lettura i protagonisti de La città incantata possono essere identificati con personaggi del folklore e della mitologia giapponese. Yubaba rappresenterebbe una yamauba, strega delle montagne dai poteri soprannaturali; Kamaji ha le fattezze di un ragno, simbolo di operosità e abilità; Haku, che tradisce Yubaba per aiutare Chihiro, ricalca in qualche modo la divinità Nigihayahi, che per aiutare l'imperatore del Giappone tradisce il suo ex-alleato; Senza volto — anche se interamente frutto della fantasia dell'autore — indossa una maschera che richiama il teatro [42].

Altri temi presenti sono l'importanza del nome, che implica il controllo totale della persona a cui è stato sottratto e che deriva probabilmente dal Ciclo di Earthsea di Ursula Le Guin, di cui Miyazaki è un grande appassionato[67]; e l'ecologismo[66], argomento che è spesso presente nelle opere del regista giapponese. La scena in cui Chihiro, Rin e altri inservienti delle terme liberano lo spirito del fiume dalla sporcizia ne è un esempio e si riferisce ad un evento occorso allo stesso Miyazaki, quando si ripulì un fiume vicino a dove abitava ed ebbe modo di vedere quanto era sporco ed inquinato[65].

Riconoscimenti modifica

In patria è stato decretato miglior film dell'anno[68] e, approdato al Festival di Berlino 2002, è stato insignito con un sorprendente Orso d'oro, ex aequo con Bloody Sunday[69]. Ha ricevuto inoltre diversi premi della critica negli Stati Uniti e l'Oscar per il miglior film d'animazione nel 2003 (è stato il primo anime a ricevere un tale riconoscimento), oltre a 4 Annie Awards, considerati gli "Oscar dell'animazione", nel 2002[70].

  • 2003Satellite Award
    • Miglior film d'animazione
  • 2002 – Kinema Junpo Awards
    • Miglior film a Hayao Miyazaki
  • 2002 – Mainichi Film Concours
    • Miglior film ad Hayao Miyazaki
    • Migliore regia ad Hayao Miyazaki
    • Miglior film d'animazione ad Hayao Miyazaki
    • Miglior colonna sonora a Joe Hisaishi
  • 2002 – San Francisco International Film Festival
    • Miglior film narrativo ad Hayao Miyazaki
  • 2002 – Sitges - Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna
    • Menzione speciale ad Hayao Miyazaki
  • 2003 – Annie Award
    • Miglior film
    • Migliore regia ad Hayao Miyazaki
    • Migliore sceneggiatura ad Hayao Miyazaki
    • Miglior colonna sonora a Joe Hisaishi
  • 2003 – Cambridge Film Festival
    • Miglior Film ad Hayao Miyazaki
  • 2003 – Dallas-Fort Worth Film Critics Association Award
    • Miglior film d'animazione
  • 2003 – Durban International Film Festival
    • Miglior film ad Hayao Miyazaki
  • 2003 – Film Critics Circle of Australia Award
    • Miglior film straniero
  • 2003 – Florida Film Critics Circle Award
    • Migliore animazione
  • 2003 – Golden Trailer
    • Miglior animazione
  • 2003 – Online Film Critics Society Award
    • Miglior film d'animazione
  • 2003 – Golden Satellite Award
    • Miglior film d'animazione

Edizioni home video modifica

La città incantata è stato distribuito in Giappone in formato VHS e DVD a partire dal 19 luglio 2002[71][72]. La versione su disco contiene extra come storyboard e trailer, ed è stata commercializzata anche in edizione speciale insieme ad un lettore DVD in tema Studio Ghibli[73]. Il 30 maggio 2014 è stata pubblicata una nuova edizione DVD[74], mentre il Blu-ray Disc è uscito il 16 luglio 2014[74][75].

La versione italiana de La città incantata è stata distribuita dalla Universal e messa in commercio in DVD a partire dal 29 ottobre 2003. Il disco contiene la traccia audio originale giapponese e audio e sottotitoli in italiano, oltre al trailer cinematografico e altri spot[76]. Il 26 novembre 2008 è stata pubblicata un'edizione due dischi, dal titolo La città incantata: Limited Edition, che contiene in più anche gli storyboard originali del film[77]. Questa edizione è stata riproposta nel 2010 con un nuovo packaging metallico[78]. Tutte e tre le versioni sono ormai fuori catalogo[79].

Citazioni e riferimenti modifica

  • Il lampione saltellante che conduce Chihiro, Kaonashi e Bō alla casa di Zeniba è un chiaro omaggio alla mascotte della Pixar. Miyazaki è infatti un grande fan della casa di produzione[80] e intendeva in questo modo mostrare il suo apprezzamento[81].
  • I susuwatari (ススワタリ?), piccoli esserini neri alle dipendenze di Kamaji, sono ripresi dalla precedente opera di Miyazaki Il mio vicino Totoro, dove appaiono per la prima volta come fuliggine che riempie le case per lungo tempo non abitate[82].

Note modifica

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  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Colson_p170
  9. ^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore nausicaa_interviews
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  40. ^ Dopo la vittoria ai Premi Oscar 2003, il film è stato ridistribuito nei cinema americani, in un maggior numero di sale.
  41. ^ Il film è stato ridistribuito dalla Lucky Red con un nuovo doppiaggio, più fedele all'originale giapponese.
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Bibliografia modifica

La città incantata modifica

Produzione

(EN) Production Notes - Spirited Away, su cinemareview.com. URL consultato il 04-04-2013.

(EN) Jim Hill, The Making of Hayao Miyazaki's "Spirited Away" -- Part 1, su jimhillmedia.com, 14 aprile 2003. URL consultato il 04-04-2013.

(FR) La production du Voyage de Chihiro, su buta-connection.net, Buta Connection. URL consultato il 05-04-2013.

http://ghibli.jpn.org/video/documentary/making_of_spirited_away/ Anche su youtube

Regia

Aujourd'hui, le monde est devenu ambigu. Le sujet principal de ce film est de dépeindre de façon claire ce monde qui semble se consumer, et ce en empruntant, malgré cette ambiguïté, la forme d'une fantaisie. Dans un monde où ils sont gardés, protégés, maintenus à distance, les enfants laissent s'hypertrophier leurs bras et leurs jambes frêles. Les bras et les jambes fluets de Chihiro, l'expression de colère de son visage, typique de quelqu'un qui ne s'amuse pas facilement, en sont le reflet. Mais en vérité, lorsqu'elle se retrouve confrontée à une situation de crise, où les rapports sont bloqués, on s'aperçoit que rejaillissent sa force d'adaptation et sa persévérance, et qu'elle engage sa vie à déployer une faculté de jugement et une capacité d'agir décisives.

Sceneggiatura

Miyazaki ne comprenait pas pourquoi il trouvait cette histoire si intéressante et, intrigué, il écrivit une proposition de projet autour de cette œuvre, mais elle fut rejetée. Peu après, le réalisateur revînt à la charge avec un projet modifié: il proposa aux responsables du studio Ghibli d'adapter le roman Rin et le peintre de cheminée mettant en scène une jeune étudiante obligée de repeindre la cheminée d'un établissement de bain laissé à l'abandon après un tremblement de terre. Devant le nouveau refus des dirigeants de Ghibli, Miyazaki décida de ne s'inspirer qu'indirectement du roman, pour créer une nouvelle histoire, cette fois acceptée.

La production du film a démarré fin 1999 pour s'achever en juin 2001. Comme à son habitude, Miyazaki s'est rendu compte que le film durerait plus de trois heures, s'il le faisait selon l'histoire prévue. Il a donc dû couper des parties du scénario, et faire un changement complet. En raison des délais de production relativement restreints (un an et demi au lieu de trois pour Mononoke Hime), Sen to Chihiro est le premier film du studio à ne pas avoir été intégralement réalisé au Japon. L'élaboration d'une partie des scènes a donc été confiée au studio coréen D.R. digital, qui avait déjà travaillé sur des films d'animation aussi prestigieux que Metropolis ou Jin-Roh, la brigade des loups.

Riprese (animazione)

Miyazaki a visiblement recherché une justesse d'évocation dans la représentation des Bains, avouant s'être inspiré du Village d'Edo-Tokyo, près du Studio où il aime se promener. Chihiro est la représentation fidèle de la petite fille qui l'a motivé dans la réalisation du film. Le père de Chihiro est le portrait fidèle du père de la petite fille, dans son attitude vorace notamment. La mère de l'héroïne n'est autre que la copie conforme d'une collaboratrice de Miyazaki au sein du Studio.

On sait que pour expliquer à ses collaborateurs le mouvement de Haku, sous forme de dragon, tombant sur le sol, Miyazaki le décrit comme un lézard ou une couleuvre verte se tortillant sur un mur et s'effondrant d'un coup. Il encouragera même les animateurs à se rendre à un restaurant d'anguilles pour observer leur façon de se mouvoir. De même, lorsqu'il évoque avec eux la scène où Chihiro lui donne à manger une boulette, Miyazaki explique aux jeunes dessinateurs qu'il veut une gueule semblable à celle d'un chien. Par souci de respecter les consignes du réalisateur, les animateurs se rendront chez un vétérinaire pour observer le comportement d'un chien, sa dentition, la façon dont il faut maintenir sa gueule.

Pour la première fois, Miyazaki ne pourra d'ailleurs pas lui-même vérifier et corriger le travail des autres animateurs à cause d'un important problème de vue. Pour l'aider, il fait donc appel à Masashi Andô, qui travaille au Studio depuis Omohide Poroporo. Celui-ci va seconder très intelligemment le réalisateur, veillant avec soin, et parfois jusqu'à l'épuisement, sur le bon déroulement de la réalisation. En raison d'un long retard de production, Miyazaki fait également appel pour la première fois à un Studio coréen, notamment pour la réalisation des intervalles.

Animazione computerizzata

100 plans sur les 1400 qui composent le film ont été réalisés par la section 3D-CG, dirigée par Mitsunori Kataama. Il s'agit de scènes complexes voire impossibles à animer à la main, incluant souvent des mouvements rapides de caméra en 3D (comme la statue de pierre entrevue dans les bois ou la course de Chihiro entre les haies de fleurs) et l'animation d'éléments complexes comme l'eau. Un autre challenge significatif relevé par l'équipe 3D du studio Ghibli est la création pour la mer d'une surface réaliste et toujours changeante. Il a fallu le développement interne d'un autre procédé d'ombrage de texture 2D, et l'utilisation de plusieurs outils d'ombrage et d'éclairage pour simuler les réflexions et réfractions à la surface de l'eau.

Doppiaggio

Concernant l'enregistrement de ces voix, Miyazaki a choisi cette fois-ci, et ce pour la première fois, de ne pas séparer la salle d'enregistrement de celle où se trouvent habituellement l'ingénieur du son et le réalisateur. Miyazaki, mais aussi Suzuki, se trouvent donc dans la même pièce que les acteurs. Le but de cette nouveauté est de pouvoir avant tout pouvoir mieux diriger les doubleurs et de pouvoir mieux expliquer les intonations que recherchent Miyazaki pour tel ou tel personnage. Miyazaki ira même jusqu'à mimer la danse et chanter la ritournelle de l'intendant des Bains à l'acteur Takehiko Ono.


Critica

(EN) Jamie Russell, Spirited Away (2003), su bbc.co.uk, BBC, 4 ottobre 2003. URL consultato il 04-04-2013.

(EN) Peter Bradshaw, Spirited Away, su guardian.co.uk, The Guardian, 12 settembre 2003. URL consultato il 04-04-2013.

(EN) Kenneth Turan, Under the Spell of 'Spirited Away', su articles.latimes.com, Los Angeles Times, 20 settembre 2002. URL consultato il 04-04-2013.

(EN) Jason Dietz, Film Critics Pick the Best Movies of the Decade, su metacritic.com, Metacritic, 3 gennaio 2010. URL consultato il 04-04-2013.

Distribuzione e premi
Home video
Incassi