Vannino Chiti

politico italiano (1947-)

Vannino Chiti (Pistoia, 26 dicembre 1947) è un politico italiano, presidente della regione Toscana dal 11 gennaio 1992 al 18 maggio 2000, Ministro per le riforme istituzionali e i rapporti con il Parlamento dal 17 maggio 2006 al 8 maggio 2008 nel governo Prodi II, vicepresidente del Senato della Repubblica dal 2008 al 2013.

Vannino Chiti

Presidente della Regione Toscana
Durata mandato11 gennaio 1992 –
18 maggio 2000
PredecessoreMarco Marcucci
SuccessoreClaudio Martini

Sindaco di Pistoia
Durata mandato24 giugno 1982 –
24 giugno 1985
PredecessoreRenzo Bardelli
SuccessoreLuciano Pallini

Ministro per le riforme istituzionali e i rapporti con il Parlamento
Durata mandato17 maggio 2006 –
7 maggio 2008
Capo del governoRomano Prodi
PredecessoreCarlo Giovanardi[1]
Roberto Calderoli[2]
SuccessoreElio Vito[2]
Umberto Bossi[1]

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
con delega all'informazione e all'editoria
Durata mandato26 aprile 2000 –
11 giugno 2001
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreMarco Minniti[3]
SuccessorePaolo Bonaiuti[4]

Vicepresidente del Senato della Repubblica[5]
Durata mandato6 maggio 2008 –
14 marzo 2013
PresidenteRenato Schifani

Presidente della 14ª Commissione Affari Europei del Senato della Repubblica
Durata mandato21 maggio 2013 –
22 marzo 2018
PredecessoreRossana Boldi
SuccessoreEttore Licheri

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato29 aprile 2008 –
22 marzo 2018
LegislaturaXVI, XVII
Gruppo
parlamentare
Partito Democratico
CoalizioneCentro-sinistra 2008 (XVI)
Italia. Bene Comune (XVII)
CircoscrizioneXVI: Toscana
XVII: Piemonte
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato30 maggio 2001 –
28 aprile 2008
LegislaturaXIV, XV
Gruppo
parlamentare
XIV: DS-L'Ulivo
XV: PD-L'Ulivo
CoalizioneL'Ulivo (XIV)
L'Unione (XV)
CircoscrizioneToscana
CollegioXIV: Firenze 1
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
In precedenza:
PCI (1970-1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
Titolo di studioLaurea in filosofia
UniversitàUniversità degli Studi di Firenze
ProfessionePolitico

Biografia modifica

Nato il 26 dicembre 1947 a Pistoia, dove tuttora risiede, dopo aver compiuto studi classici, si laurea in filosofia, studioso della storia del cattolicesimo.

Entrato nel Partito Comunista Italiano (PCI), dov'è stato segretario provinciale a Pistoia, diventa membro del comitato centrale dello stesso partito nel 1979 e, nel 1987, ne è diventato segretario regionale.[6]

Alle elezioni amministrative del 1970 viene eletto consigliere comunale a Pistoia col PCI, incarico che ricopre fino al 1985, durante il quale è stato prima assessore e infine sindaco dal 1982 al 1985[7]. È stato anche presidente della sezione Toscana dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).[6]

Si è candidato alle elezioni regionali in Toscana del 1985 nel Partito Comunista Italiano (PCI), venendo eletto nella circoscrizione di Pistoia in consiglio regionale della Toscana con 6.070 preferenze, divenendo segretario della commissione Affari istituzionali e capogruppo del PCI in consiglio regionale[6][7]. Viene poi riconfermato alle regionali Toscane del 1990 nella stessa circoscrizione e lista con 4.726 preferenze, divenendo poi presidente della Regione l'11 gennaio 1992. Mantiene la carica nel 1995 quando, alle elezioni regionali dello stesso anno, viene rieletto direttamente guidando una coalizione di centro-sinistra e, ottenendo il 50,12%, superando il candidato di centrodestra Paolo Del Debbio (36,05%)[6]. Durante il mandato, dal 1994 al 1998, è vicepresidente del Comitato delle Regioni dell’Unione europea. Si impegna nella difesa dell’apparato produttivo e dell’occupazione, nonché nello smaltimento dei rifiuti.[7]

In seguito allo scioglimento del PCI con la svolta della Bolognina di Achille Occhetto, nel 1991 aderisce alla nascita del Partito Democratico della Sinistra (PDS), per poi confluire nel 1998, dopo la svolta di Massimo D'Alema, dal PDS ai Democratici di Sinistra (in quest'ultimo partito ha fatto parte della segreteria nazionale ed è stato nominato coordinatore nazionale), per unificare il PDS con altre forze della sinistra italiana e "ammainare" definitivamente il simbolo falce e martello in favore della rosa.

Sottosegretario e deputato modifica

In seguito alla nascita del secondo governo presieduto da Giuliano Amato nel 2000, viene nominato dal Consiglio dei Ministri sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e all'editoria.[7]

Alle elezioni politiche del 2001 viene candidato alla Camera dei deputati nel collegio uninominale Firenze 1, sostenuto dalla coalizione dall'Ulivo in quota DS, dove viene eletto per la prima volta deputato con il 52,27% dei voti contro i candidati della Casa delle Libertà, in quota forzista, Denis Verdini (39,82%), della Lista Emma Bonino Matteo Mecacci (3,1%), di Democrazia Europea Gianni Galli (2,45%) e della Lista Di Pietro David Badini (2,36%)[7][8]. Nella XIV legislatura della Repubblica è stato componente della 1ª Commissione Affari costituzionali, della 4ª Commissione Difesa e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.[9]

Nel 2005 è stato coordinatore e presidente dell'ufficio delle elezioni primarie dell'Unione.[7]

Ministro del governo Prodi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Prodi II.
 
Vannino Chiti interviene al congresso nazionale della Sinistra Giovanile nel 2007

Ricandidato e rieletto deputato come capolista nella circoscrizione Toscana alle politiche del 2006, tra le liste dell'Ulivo (lista che univa i DS con La Margherita di Francesco Rutelli) nella circoscrizione Toscana, dove alle consultazioni politiche la coalizione di centro-sinistra L'Unione guidata da Romano Prodi ne esce vittoriosa, seppur con un risultato risicato[7]. Successivamente con la nascita del secondo governo presieduto da Prodi, viene indicato come Ministro per le riforme istituzionali e i rapporti con il Parlamento, giurando il 17 maggio 2006 nelle mani del neo-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, incarico che mantiene fino alla fine prematura del governo il 7 maggio 2008.[7]

Vicepresidente del Senato modifica

Dopo la caduta del governo Prodi nel 2008 viene candidato alle anticipate elezioni politiche al Senato della Repubblica, ed è stato eletto senatore come capolista nella circoscrizione Toscana. Nella XVI legislatura della Repubblica è stato vicepresidente del Senato dal 6 maggio 2008 al 15 marzo 2013, eletto con 128 voti favorevoli[10].

Il 3 maggio 2012, dopo le dimissioni di Rosi Mauro, le subentra nel ruolo di vicepresidente vicario.[11]

Presidente della xiv Commissione permanente del Senato politiche del Unione Europea modifica

Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato al Senato della Repubblica, dov'è rieletto senatore tra le liste del PD nella circoscrizione Piemonte. Nel corso della XVII legislatura ha presieduto la 14ª Commissione permanente delle Politiche dell'Unione europea del Senato[7], dove ha presentato un disegno di legge costituzionale che si poneva in alternativa al ddl costituzionale presentato dal governo Renzi[12], appoggiato dal Movimento 5 Stelle[13][14][15], che lascerebbe al Senato alcuni poteri (l’esame del voto delle leggi elettorali, dei trattati europei e dei provvedimenti per i diritti fondamentali della persona) e rimarrebbe elettivo su base regionale.[16]

Alle elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 Chiti appoggia, assieme ai "bersaniani" (Roberto Speranza, Ugo Sposetti, Flavio Zanonato ed Enrico Rossi), la candidatura di Gianni Cuperlo, ex segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e della Sinistra Giovanile, considerato vicino all'ex Presidente del Consiglio e leader PDS/DS Massimo D'Alema, ma che risulterà perdente, arrivando secondo al 18,21% dei voti contro il 53,23% dei voti del sindaco di Firenze Matteo Renzi.[17]

Studioso del rapporto tra cattolicesimo e sinistra, ha pubblicato due libri sul rapporto tra religione e politica: Laici&Cattolici (Giunti, 1999) e Religioni e politica nel mondo globale (Giunti, 2011).[18]

Il 14 gennaio 2016 è tra i 31 parlamentari, soprattutto di area cattolica, del PD a firmare un emendamento contro l'articolo 5 del disegno di legge Cirinnà riguardante l'adozione del figlio del partner.[19][20]

Il 23 ottobre 2017, in dissenso dal Partito Democratico, non partecipa al voto di fiducia sulla nuova legge elettorale "Rosatellum".[21]

Non viene più ricandidato alle elezioni politiche del 2018.

Opere modifica

  • Intervista sul federalismo. Le ragioni delle regioni: il caso Toscana, con Demetrio Volcic, Giunti, 1995
  • Laici & cattolici. Oltre le frontiere tra ragione e fede, Giunti, 1999
  • La sinistra che vorrei. Appunti di viaggio in un mondo che cambia, Editori Riuniti, 1999
  • Nostalgia del domani. Un diario a due voci, con Marco Chiti, Giunti, 2006
  • La sinistra possibile. Il partito democratico alle prese col futuro, Donzelli, 2009
  • Un'idea dell'Italia. Dialogo fra un politico e un filosofo, con Michele Ciliberto, Polistampa, 2009
  • Religioni e politica nel mondo globale. Le ragioni di un dialogo, Giunti, 2011
  • Tra terra e cielo. Credenti e non credenti nella società globale, Giunti, 2014
  • Buon governo. Un mito? Le Regioni rosse tra leggenda e realtà, Guerini e Associati, 2015
  • Vicini e lontani. L'incontro tra laici e cattolici nella parabola del riformismo italiano, Donzelli, 2016
  • La democrazia nel futuro. Le nuove sfide globali, il «caso Italia» e il ruolo del centrosinistra, Guerini e Associati, 2018
  • Mediterraneo. L'Europa alla riscoperta del suo cuore meridionale, Presentazione di G. Alberto Agnelli, con R. Leonardi e A. Bin, Vallecchi 1996
  • La politica come servizio alla speranza, con A. M. Baggio e M. Cacciari, Polistampa 2002
  • La democrazia nel futuro, Guerini e Associati, 2017
  • Le religioni e le sfide del futuro, Guerini e Associati, 2019. Premio Amerigo 2020 per "La libertà di religione"
  • Il destino di un'idea e il futuro della sinistra. Pci e cattolici, una radice della diversità. Guerini e Associati, 2021

Note modifica

  1. ^ a b Rapporti con il Parlamento
  2. ^ a b Riforme istituzionali
  3. ^ Delega all'Informazione e Editoria, al Giubileo 2000 e al Cesis
  4. ^ Delega all'Informazione, Comunicazione e Editoria
  5. ^ Vicepresidente vicario dal 3 maggio 2012 al 15 marzo 2013, succedendo a Rosi Mauro. Gli succederà Valeria Fedeli
  6. ^ a b c d Webmaster, Home-Page Sito Ufficiale del Consiglio regionale della Toscana, regione toscana, regione, toscana [collegamento interrotto], su www.consiglio.regione.toscana.it. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  7. ^ a b c d e f g h i Biografia, su Vannino Chiti. URL consultato il 23 maggio 2021.
  8. ^ Ministero dell'interno, su elezionistorico.interno.gov.it.
  9. ^ Camera dei Deputati - XIV legislatura - Deputati - La scheda personale, su leg14.camera.it. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  10. ^ la Repubblica, Governo, Berlusconi ottimista, 6 maggio 2008.
  11. ^ Senato, è Vannino Chiti il nuovo vicario di Schifani, su iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 6 maggio 2012.
  12. ^ Riforma Senato, le cinque differenze tra i ddl di governo e Chiti
  13. ^ Riforma Senato: "Facciamola con M5S". La minoranza del Pd sfida i renziani, su Il Fatto Quotidiano, 8 aprile 2014. URL consultato il 12 maggio 2022.
  14. ^ M5S, la versione di Casaleggio: "Chi non mantiene gli impegni deve essere cacciato", su Il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2014. URL consultato il 12 maggio 2022.
  15. ^ Riforma Senato, Chiti tira dritto. In Senato il M5s appoggia il ddl alternativo, su Il Fatto Quotidiano, 22 aprile 2014. URL consultato il 12 maggio 2022.
  16. ^ Perché si litiga sulla riforma del Senato?, su Il Post, 25 aprile 2014. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  17. ^ Fabrizia Argano, Renzi e Cuperlo si dividono il Parlamento Pd, su Formiche.net, 11 ottobre 2013. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  18. ^ Chiti: "L'imperativo del Pd? Battersi contro l'egoismo", su xvileg.senatoripd.it. URL consultato il 23 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  19. ^ Emanuele Vena, Unioni civili: i numeri che mettono a rischio le adozioni gay, su Termometro Politico, 14 gennaio 2016. URL consultato il 12 maggio 2022.
  20. ^ Unioni civili, la battaglia di Palazzo Madama: ecco i senatori del Pd che non vogliono la stepchild adoption, su Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2016. URL consultato il 12 maggio 2022.
  21. ^ "Non parteciperemo al voto di fiducia sul Rosatellum". L'annuncio di cinque senatori "dissidenti" del Pd, in L’Huffington Post, 24 ottobre 2017. URL consultato il 24 ottobre 2017.

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