Ferrovia Pavia-Cremona

linea ferroviaria italiana

La ferrovia Pavia-Cremona è una linea ferroviaria italiana che collega Cremona con Pavia.

Pavia-Cremona
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioPavia
FineCremona
Attivazione1866
GestoreRFI
Precedenti gestoriSFM (1866-1868)
SFAI (1868-1885)
RA (1885-1905)
FS (1905-2001)
Lunghezza74 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazione3000 V = solo da Casalpusterlengo a Cremona
Ferrovie

È gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), che la qualifica come linea complementare[1].

Storia modifica

Tratta Inaugurazione[2]
Casalpusterlengo-Codogno 14 novembre 1861[N 1]
Pavia-Casalpusterlengo 15 dicembre 1866
Codogno-Cremona 15 dicembre 1866
 
La ferrovia nei pressi della stazione di Motta San Damiano

La linea ferroviaria fu concepita nell'ottica di un collegamento tra Brescia e la rete piemontese, il cui punto privilegiato d'innesto avrebbe dovuto essere Pavia. Erano previste due opzioni per il tracciato: la prima prevedeva il passaggio per Soncino, Crema e Lodi, mentre la seconda per Cremona, a quel tempo capolinea della linea per Treviglio[3]. Fu preferita la seconda opzione, scelta che raccolse pure il favore delle autorità mantovane, interessate a dotare la loro città di un collegamento ferroviario per Milano più breve di quello allora esistente, passante per Verona[4][5].

La costruzione della linea Pavia-Cremona-Brescia e il suo esercizio furono affidati alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali del conte Bastogi nel 1862[6]. Per motivi politici e giuridici, infatti, la Camera dei deputati si era rifiutata di riconoscere la concessione alla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia (SFAI), di proprietà dei Rothschild e gestore di gran parte delle linee ferroviarie del Nord Italia[7]. La strada ferrata fu aperta il 15 dicembre 1866[2]; utilizzava il tronco Casalpusterlengo a Codogno della ferrovia Milano-Bologna e il tronco da Cremona a Olmeneta della ferrovia Treviglio-Cremona, entrambi di proprietà della stessa SFAI.

Nel 1868 la Società Meridionale, in difficoltà per la gestione di una linea lontana dal resto della sua rete sociale, decise di venderla alla SFAI al prezzo di 6 milioni di franchi[5].

A seguito della convenzione del 1885, la Pavia-Cremona venne assegnata alla Rete Adriatica, ritornando quindi nella sfera della Meridionale[8]. Nel 1905, con la statalizzazione delle ferrovie, la linea passò sotto l'egida delle Ferrovie dello Stato.

 
La linea nei pressi della stazione di Acquanegra Cremonese

L'elettrificazione lungo la tratta da Codogno a Cremona venne attivata il 29 ottobre 1977[9].

Nel mese di settembre 2015 è stato attivato il raddoppio del binario tra le stazioni Cava Tigozzi e Cremona[10]. L'intervento ha permesso di separare il traffico merci da quello passeggeri, migliorando il livello di servizio dell'intera linea[11].

Caratteristiche modifica

La linea ferroviaria ha un percorso pianeggiante e privo di gallerie; lo scartamento è quello ordinario da 1435 mm. Il binario è doppio nel tratto tra Casalpusterlengo e Codogno, che è in comune con la ferrovia Milano-Bologna, e nel tratto tra Cava Tigozzi e Cremona, mentre il resto del percorso è a binario singolo[12][11].

Il tratto tra Pavia e Casalpusterlengo non è elettrificato, supporta un peso assiale di 20 t per asse, presenta una pendenza massima del 4‰ ed è omologato per una velocità massima di 110 km/h[12]. Il tratto tra Casalpusterlengo e Cremona, invece, è elettrificato in corrente continua a 3000 V, supporta un peso assiale di 22,5 t per asse, presenta una pendenza massima dell'8‰ ed è omologato per una velocità massima di 140 km/h[11].

Nel tratto tra Pavia e Pavia Porta Garibaldi la ferrovia presenta un tratto urbano che attraversa la città di Pavia al di sotto del livello della strada, con due tunnel, a ridosso del centro storico e delle antiche mura.

 Stazioni e fermate 
     
per Alessandria e per Vercelli / per Voghera e per Stradella
 
0+000 Pavia
     
per Milano
     
tranvie Milano-Pavia e Pavia-Sant'Angelo † 1936 / † 1934
 
2+407 Pavia Porta Garibaldi
 
Naviglio Pavese
 
6+656 Motta San Damiano
 
10+008 Albuzzano
 
14+433 Belgioioso
 
fiume Olona
 
19+094 Corteolona
 
21+110 Santa Cristina e Bissone
 
24+950 Miradolo Terme
 
28+447 Chignolo Po
     
raccordo Toyota
 
31+084 Lambrinia
 
fiume Lambro
 
32+923 Orio Litta
 
34+880 Ospedaletto Lodigiano
 
Autostrada A1 - Strada europea E35
     
linea AV Milano-Bologna
     
per Milano inizio elettrificazione
 
41+605
163+832
Casalpusterlengo
 
158+959
0+000
Codogno
     
per Bologna
 
5+447 Maleo
 
7+713 Pizzighettone
 
fiume Adda
 
8+767 Ponte d'Adda * 1926[13]
 
16+595 Acquanegra Cremonese
     
ferrovia Cremona-Iseo (SNFT) † 1956
     
22+159 Cava Tigozzi inizio doppio binario
 
   
raccordo portuale
     
raccordo FS-SNFT † 1956
     
per Piacenza e per Fidenza
 
27+330 Cremona fine doppio binario
     
per Treviglio e per Brescia
 
per Mantova
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

Traffico modifica

 
Automotrice ALn 668.1845 di Trenord in sosta a Codogno, in attesa di espletare un treno regionale per Pavia

La linea è servita dai treni regionali operati da Trenord lungo le relazioni Pavia-Codogno e Codogno-Cremona e RegioExpress lungo la direttrice Milano-Mantova[14], nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la regione Lombardia, oltre che da alcuni convogli stagionali estivi diretti verso le località poste sulla costa adriatica[11].

Il traffico merci lungo il tronco occidentale della linea è costituito da convogli che trasportano automobili ed afferiscono ad un terminal logistico dell'azienda giapponese Toyota raccordato alla linea in prossimità della stazione di Chignolo Po, raggiunto da diverse relazioni operate da Mercitalia a diversa cadenza e provenienti da vari paesi europei[15].

Lungo il tronco orientale della ferrovia il traffico merci è principalmente dovuto all'interscambio con il porto fluviale di Cremona, che è direttamente collegato con lo scalo merci della stazione di Cava Tigozzi[16].

Note modifica

Esplicative modifica

  1. ^ Parte della linea Milano-Bologna.

Bibliografiche modifica

  1. ^ Rete FS in esercizio (PDF), su rfi.it. URL consultato il 9 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
  2. ^ a b Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it. URL consultato il 9 giugno 2020.
  3. ^ Spinelli, p. 13.
  4. ^ Zaninelli, pp. 120-122.
  5. ^ a b Zaninelli, p. 140.
  6. ^ Legge 21 agosto 1862, n. 763, in materia di "Con cui e' autorizzato il Governo a concedere al conte Bastogi la costruzione e l'esercizio delle strade ferrate meridionali, e di una linea da Voghera a Pavia e da Pavia a Brescia per Cremona."
  7. ^ Zaninelli, pp. 131-132.
  8. ^ Camillo Bossi, Carta delle Strade Ferrate Italiane coll'indicazione della divisione delle reti (JPG), su miol.it, Giuseppe Civelli Editore, 1885.
  9. ^ Notizie flash, in Italmodel Ferrovie, n. 210, dicembre 1977, p. 712.
  10. ^ Circolare Territoriale 32/2015 di RFI
  11. ^ a b c d Linea ferroviaria Codogno - Mantova, su lombardia.portale-infrastrutture.it, 9 luglio 2018. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  12. ^ a b Linea ferroviaria Pavia - Casalpusterlengo, su lombardia.portale-infrastrutture.it, 12 luglio 2018. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  13. ^ Ordine di servizio n. 26, Ferrovie dello Stato, 1926.
  14. ^ Linee regionali, su trenord.it. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  15. ^ Parte con il botto il 2022 di Mercitalia: in arrivo nuovi servizi per automotive, carta e siderurgia, in Supply Chain Italy, 19 gennaio 2022. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  16. ^ Le infrastrutture nodali merci (PDF), su provincia.cremona.it. URL consultato l'11 febbraio 2023.

Bibliografia modifica

  • Giovanni Spinelli, La rete ferroviaria bresciana, dagli esordi al declino: note storiche, in Civiltà Bresciana, n. 2, 2003.
  • Sergio Zaninelli, Le ferrovie in Lombardia tra Ottocento e Novecento, Milano, edizioni Il Polifilo, 1995, ISBN 88-7050-195-7..

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • RFI - Fascicolo linea 34 (PDF) [collegamento interrotto], su isoweb-filenet.rfi.it.