Émile Boisseau

scultore francese

Émile-André Boisseau (Varzy, 29 marzo 1842Parigi, 17 gennaio 1923) è stato uno scultore francese.

Émile-André Boisseau

Biografia

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Émile-André Boisseau, che di solito utilizzava solo il primo nome, nacque a Varzy e studiò nel collegio di questa città. Egli lasciò questa località nel 1857 e lavorò a Bourges, presso uno scultore, come addetto al restauro degli edifici diocesani. In seguito entrò alla scuola di belle arti di Parigi, dove seguì le lezioni di Auguste Dumont e poi di Jean-Marie Bonnassieux.[1]

 
Monumento ad André Dupin (1869), Varzy, place du Marché

Nel 1868, Émile Boisseau debuttò al Salone parigino e, nel 1869, vi presentò la sua prima statua, quella di Dupin, procuratore generale alla Corte di cassazione.[2] Quest'opera in bronzo venne installata quello stesso anno nella piazza del mercato a Varzy. Ai Saloni successivi, Boisseau espose dei busti di personaggi contemporanei e delle opere dallo stile neoclassico o neobarocco.[3] Egli lavorò anche per degli hôtel particulier parigini e produsse delle statuette o dei soggetti per i pendoli realizzati in bronzo da dei fonditori d'arte. Nel 1874 realizzò una statua di Figaro, per la facciata dell'edificio del giornale omonimo, presso la rue Drouot di Parigi.[4] Nel 1882, egli scolpì una statua di Beaumarchais per la facciata del municipio di Parigi. Una versione in marmo della sua Difesa del focolare domestico del 1884 venne acquistata dalla città di Parigi, che la eresse nella square du Champ-de-Mars.

Émile Boisseau donò molte delle sue opere al museo Auguste Grasset a Varzy. Nel 1888, venne nominato direttore del museo di Clamecy. Egli offrì molte delle sue sculture all'ente. Nel 1898, si stabilì al numero 16 della rue des Volontaires, a Montparnasse, dove si trovava il suo studio; vi sarebbe morto il 16 febbraio del 1923.[5] Nel 1903 gli venne commissionato un monumento allo scrittore Claude Tillier che venne inaugurato nel 1905 a Clamency. Quello stesso anno Émile Boisseau pubblicò una Storia di Varzy.

Nel 1918 fece un progetto per il monumento ai caduti di Gournay-sur-Marne. Egli realizzò il monumento ai figli di Varzy morti per la Francia, che venne inaugurato nel cimitero del paese nel 1921.

Vicepresidente della società degli artisti francesi, presidente del sindacato della proprietà artistica, ufficiale della Legione d'onore dal 1900,[6] Émile Boisseau morì il 17 febbraio del 1923 nel suo hôtel parigino al numero 16 della Volontaires.[5][7] È sepolto a Varzy.

Algeria
  • Skikda, piazza Amar Guennoun: Diogène brisant son écuelle à la vue d'un enfant buvant dans sa main, 1897-1899, marmo.[8] Una copia di questa statua si trova anche a Rio de Janeiro.
Francia
 
La figliuola di Celuta che piange il suo fantolino, (1871), museo d'arte e d'archeologia di Aurillac
 
La difesa del focolare domestico (1887), marmo, Parigi, square d'Ajaccio.
Regno Unito
  • Glasgow, Glasgow Museums Resource Centre: Les Fils de Chlodomir, 1899.[10]

Pubblicazioni

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Onorificenze

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  1. ^ (FR) Seine (France) Service des beaux-arts, Inventaire général des oeuvres d'art appartenant à la ville de Paris: Édifices civils, Impr, Chaix, 1889, p. 40. URL consultato il 6 giugno 2024.
  2. ^ (FR) Paul Casimir-Périer, Propos d'art à l'occasion du Salon de 1869: Revue du Salon, Michel Lévy, 1869, p. 271. URL consultato il 6 giugno 2024.
  3. ^ (FR) Guillaume Peigné, « Émile Boisseau » in Dictionnaire des sculpteurs néo-baroques français (1870-1914), Paris, CTHS, 2012, pp. 79-84.
  4. ^ (FR) Le monde illustré: journal hebdomadaire, 1873, p. 85. URL consultato il 6 giugno 2024.
  5. ^ a b (FR) Les ateliers de Montparnasse, su ArcGIS StoryMaps, 25 aprile 2024. URL consultato il 6 giugno 2024.
  6. ^ a b c (FR) Recherche - Base de données Léonore, su www.leonore.archives-nationales.culture.gouv.fr. URL consultato il 6 giugno 2024.
  7. ^ (FR) Visionneuse - Archives de Paris, n. 740, su archives.paris.fr. URL consultato il 6 giugno 2024.
  8. ^ (FR) Des statues de maître saccagées | El Watan, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 6 giugno 2024.
  9. ^ (FR) Groupe sculpté : les fils de Clodomir, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 6 giugno 2024.
  10. ^ (EN) Les fils de Chlodomir | Art UK, su artuk.org. URL consultato il 6 giugno 2024.

Bibliografia

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  • (FR) Édouard-Joseph, Dictionnaire biographique des artistes contemporains, vol. 1, « A-E », Art & Édition, 1930, pp. 151-152.
  • (FR) Guillaume Peigné, «Émile Boisseau» in Dictionnaire des sculpteurs néo-baroques français (1870-1914), Paris, CTHS, 2012, pp. 79-84.
  • (FR) Daniel Imbert, «Le monument de la Défense de Paris» in Quand Paris dansait avec Marianne, Paris, Petit Palais, 1989, p. 271.

Altri progetti

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Controllo di autoritàVIAF (EN44574340 · ISNI (EN0000 0000 0353 1182 · BNF (FRcb14969997c (data) · WorldCat Identities (ENviaf-44574340