L'accordo di Bali detto anche Pacchetto di Bali è un accordo su una serie di questioni destinate a semplificare gli scambi, consentire ai paesi in via di sviluppo più opzioni per garantire la sicurezza alimentare, incrementare il commercio e l'aiuto allo sviluppo dei paesi meno sviluppati adottato l'8 dicembre 2013, a Bali, in chiusura della nona conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)[1].

Dichiarazione ministeriale di Bali
ContestoDoha Round
Firma7 dicembre 2013
LuogoBali, Indonesia
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Approvato all'unanimità e firmato da 160 paesi è qualificato di "storico"[2]: è il primo accordo dalla creazione della stessa organizzazione avvenuta nel 1995. In un rapporto pubblicato dal Peterson Institute for International Economics[3][4], il pacchetto di misure dovrebbe creare 1000 miliardi di dollari di ricchezza in più e 21 milioni di posti di lavoro. Da parte loro, i sindacati restano cauti [5].

Note modifica

  1. ^ (EN) Nona conferenza ministeriale dell'OMC, su wto.org. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  2. ^ La Stampa: Wto, firmata intesa storica sugli scambi commerciali, su lastampa.it. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  3. ^ (EN) Report to the ICC Research Fondation – Payoff from the trade world agenda 2013: (PDF), su piie.com. URL consultato il 12 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2013).
  4. ^ Amin, M. and Haidar, J.I., 2013. "Trade Facilitation and Country Size," Policy Research Working Paper Series 6692, The World Bank
  5. ^ Confine On line: L’Osservatorio italiano sul commercio internazionale pubblica una prima analisi dell’accordo WTO di Bali, su confinionline.it. URL consultato il 12 dicembre 2013.