Acqua passata (opera)

Acqua passata è un'azione teatrale ("scene popolari") di Augusto Novelli. Venne rappresentata per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze il 29 febbraio 1908 dalla Compagnia Toscana di Andrea Niccoli.[1]

Acqua passata
Scene popolari in un atto
AutoreAugusto Novelli
Lingua originaleDialetto fiorentino
Prima assoluta29 febbraio 1908
Teatro Alfieri, Firenze
Personaggi
  • Gaetano
  • Maddalena
  • Amelia
  • Stefano
  • Il Ranca, rivendugliolo
  • Nunzia
  • Elvira
  • Augusta
  • Enrico
  • Clara
  • Cesare
  • Mario
  • Una guardia dei giardini
  • Oreste, di anni 10
  • Pilade, di anni 3
  • Giovinotti, Ragazze, Ragazzi, Bambini
 

Novelli scrisse di aver voluto realizzare quest'opera per dimostrare, dopo il successo de L'acqua cheta, come il vernacolo fiorentino fosse adatto anche a rappresentare situazioni drammatiche.[1]

Trama modifica

L'azione ha luogo a Firenze, in un giardino pubblico, all'inizio del XX secolo.

La scena è animatissima; si balla al suono di un organetto e i più giovani giocano. Amelia e Nunzia discorrono sedute su una panchina. Sopraggiunge una guardia che fa smettere la danze, non permesse.

Amelia cerca di quietare lo scalmanato figlio Oreste, mentre Cesare e Mario corteggiano le ragazze Augusta ed Elvira, figlia di Nunzia. Sulla panca si siede anche Enrico, che sembra intenzionato a corteggiare Amelia, che però non gli dà corda e continua a badare al figlio più piccolo Pilade.

Amelia chiacchiera con l'anziana Maddalena, ricoverata alla casa di riposo di Montedomini, che si le racconta di essere caduta in disgrazia e di essere rimasta sola. Amelia si commuove e le dà del denaro per un po' tabacco. Giunge Gaetano, un altro anziano, che indossa la divisa della stessa casa di riposo di Maddalena.

Tutti partono e rimangono solo Maddalena e Gaetano, che a Montedomini non si erano ancora incontrati. Gaetano apre un involto, regalatogli da una cameriera, che contiene del cibo avanzato, inizia a mangiarlo e ne offre a Maddalena. I due parlano della vita a Montedomini, dove si rischia di essere puniti anche solo per la perdita di un fazzoletto, poi aprono un secondo involto dove trovano un budino di riso.

Per porgere a Maddalena un pezzo di budino, Gaetano le avvicina la mano destra e Maddalena nota che è mutilata. Gaetano le racconta di essersi volontariamente tagliato un dito, in gioventù, per non dover fare il soldato e poter rimanere accanto alla ragazza che amava. E così Gaetano e Maddalena si riconoscono: è lei la ragazza amata da Gaetano. Si erano sposati e avevano un bambino, poi lei era scappata perché Gaetano aveva cominciato a picchiarla. Da moltissimi anni non avevano notizie l'uno dell'altra.

Mentre i due vecchi si asciugano vicendevolmente le lacrime, rientra Amelia col marito e i figli. Vedendoli, Gaetano e Maddalena pensano che anche loro sarebbero potuti diventare una famiglia unita come quella. Poi si incamminano per rientrare a Montedomini, riuniti nel dolore.

Note modifica

  1. ^ a b Augusto Novelli, Teatro completo. Volume 4, Bemporad, 1920, p. 230.

Collegamenti esterni modifica

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