Ahmad Batebi (Shiraz, 25 luglio 1977) è un attivista iraniano, arrestato dalle autorità iraniane fino alla sua fuga negli Stati Uniti d'America[1][2][3].

Ahmad Batebi

Biografia

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Studente universitario a Teheran, prende parte alle proteste studentesche del luglio '99.[4][5] La fotografia di Batebi che solleva la maglia del suo amico Ezzat[5] ucciso dalle autorità riceve una certa attenzione internazionale (The Economist la inserisce nella copertina del 13 luglio 1999),[6][7] e le autorità iraniane lo arrestano.[5]

Torturato per farlo confessare, viene detenuto nella prigione di Evin. Condannato inizialmente alla pena di morte (ridotta poi a 15 anni di reclusione), Batebi protesta con scioperi della fame.

Le pressioni degli osservatori internazionali e di Amnesty International[8] spingono Teheran a liberare temporaneamente Batebi dopo che venne colpito da un ictus nel 2008.[9] Ne approfitta per fuggire attraverso il Kurdistan iracheno; in Iraq riesce a mettersi in contatto con l'ambasciata statunitense.[9] Imbarcato su un aereo per Vienna e da lì per gli Stati Uniti d'America, dove vive attualmente.[9]

Nel 2019, intervistato da IranWire, afferma:[10] "Ho capito che la priorità dei riformisti non era la democrazia, la libertà e la riforma della società. La loro unica priorità era la conservazione del regime. Molti dei riformisti e dei principalisti [conservatori] sono parenti [delle persone al potere] e traggono beneficio dal preservare questo regime. La priorità di questi signori non era il cambiamento o le riforme, ma proteggere il regime e la sua continuità."

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