Aquae Albulae

sorgenti termali di Tivoli, Italia

Aquae Albulae ("Acque bianche") è un gruppo di sorgenti di acqua calda situate a 6 chilometri (3,7 miglia) a ovest di Tivoli in Italia (frazione di Bagni di Tivoli).

Lago della Regina.

Descrizione

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L'acqua della fonte è di colore celeste a causa dell'alta concentrazione di zolfo e carbonato di calcio che contiene, ed emana ad una temperatura di circa 24 °C (75 °F). Nel sito ci sono anche le rovine di terme romane vicino alla fonte principale, chiamata Lago della Regina (la cui dimensione continua a diminuire a causa dei depositi di acqua), tradizionalmente attribuite alla proprietà di Agrippa.[1] Molte iscrizioni dedicatorie in onore della fonte sono stati trovati nella zona, di cui in particolare due, che attesterebbero la costruzione di un tempio dedicato a Cibele.[1]

Presso l'altra fonte, di dimensioni minori rispetto alla prima e chiamata Lago delle Colonnelle, nel 1983 sono stati ritrovati reperti litici, di ceramica ed anche frammenti d'ossa, risalenti al Paleolitico superiore ed al Neolitico. [2][3]

È citata da diversi autori romani, come Strabone, Virgilio, Isidoro di Siviglia, Vitruvio e Plinio il Vecchio che scrive brevemente nella sua Naturalis historia[4]:

Iuxta Romam Albulae aquae volneribus medentur, egelidae hae,
Vicino a Roma, le acque Bianche guariscono le ferite. Queste sono calde

Un canale collegava il lago più grande all'Aniene dove a causa della composizione chimica di queste acque, si formavano delle concrezione calcaree, chiamate i Confetti di Tivoli.[1]

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b c Dintorni di Roma: 1, Antonio Nibby gennaio 1837, Tip. Belle Arti
  2. ^ Repertorio dei siti protostorici del Lazio. Province di Roma, Viterbo e Frosinone, Clarissa Belardelli, Micaela Angle, Francesco di Gennaro, Flavia Trucco All’Insegna del Giglio, 7 nov 2007
  3. ^ Il giacimento epigravettiano delle Colonnelle di Guidonia (Roma), Piero Ceruleo, Estratto da Studi per l'Ecologia del Quaternario, Vol. VI, 1984, Graficastyle, Firenze
  4. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, 31.6

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