Area archeologica di corte dei Bissari

percorso archeologico legato alla storia di Vicenza, situato sotto la Basilica Palladiana

L'area archeologica di corte dei Bissari si trova a Vicenza sul lato est della Basilica Palladiana nei pressi dell'antico foro romano cittadino. Si tratta di un sito scoperto nel 2008 durante i lavori di ristrutturazione della stessa Basilica e portato alla luce grazie a degli scavi conclusi nel 2013. Le strutture architettoniche e i reperti rinvenuti coprono un arco di tempo che va dal VII secolo a.C. al V secolo d.C., ovvero dall'età protostorica all'età medievale.[1]

Area archeologica di corte dei Bissari
CiviltàRomana
EpocaIV secolo a.C. - V secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneVicenza
Dimensioni
Superficie150 
Scavi
Date scavi2008-2013
Amministrazione
EnteSoprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
ResponsabileComune di Vicenza
Visitabile
Sito webwww.mostreinbasilica.it/it/musei/area-archeologica-di-corte-dei-bissari
Mappa di localizzazione
Map

Tra gli edifici rinvenuti, i resti di una domus collocabile nel I secolo d.C., con lacerti di mosaici monocromi di colore nero e, ancora parzialmente conservato, un sistema di canalizzazione delle acque chiare e reflue a servizio dell'abitazione. Sulla demolizione della casa signorile di età imperiale si costruì successivamente un’importante abitazione databile al III-IV sec. d.C. [1]

Sulla sinistra, resti dei muri e dei pavimenti della domus.
Resti dei muri e dei pavimenti della domus.
Veduta di un tratto della strada (cardo) e stratigrafia dal periodo romano all'età medievale e rinascimentale.
Tratto della strada (cardo) e stratigrafia dal periodo romano all'età medievale e rinascimentale.
Veduta generale dell'area. A destra i muri e i pavimenti della domus; al centro in basso i resti della canaletta di scolo della domus; a sinistra la fognatura di età rinascimentale.
Veduta generale dell'area. A destra i muri e i pavimenti della domus; al centro in basso i resti della canaletta di scolo della domus; a sinistra la fognatura di età rinascimentale.

Nell’area fu rinvenuto anche il tratto di un cardo, ovvero la strada con direttrice nord-sud che costituiva l’antico collegamento viario tra le attuali piazza dei Signori e piazza delle Erbe, fino a quel momento solo ipotizzato. Sulla strada, di cui si conservano alcuni lastroni di trachite e il relativo marciapiede, si apriva la facciata della domus di età imperiale e della successiva abitazione tardo antica.[1]

Gli scavi condotti hanno permesso di evidenziare sotto le abitazioni di età romana altri edifici di epoche precedenti, realizzati dagli antichi veneti in materiali deperibili e di cui sono stati documentati i pavimenti in battuti di argilla e i resti di focolari.[1]

Al di sopra delle strutture di età romana è stata conservata in un settore dello scavo una porzione della stratigrafia di età medievale e rinascimentale per consentire al visitatore di comprendere lo sviluppo della città.

All'epoca medievale appartiene la tomba di un guerriero longobardo, ricostruita all'ingresso dell'area archeologia. All'epoca rinascimentale risale invece la grande struttura voltata presente quasi al centro dell'area, una struttura fognaria che portava le acque reflue al fiume.

Vetrina con reperti dagli scavi.
Vetrina con reperti dagli scavi.

In alcune vetrine sono esposti alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi. Sono datati dall'età protostorica (VII-II secolo a.C.), alla prima romanizzazione (II-I secolo a.C.) fino all'età romana e tardo-romana (I-V secolo d.C.). In una vetrina collocata presso la sepoltura longobarda è esposta una piccola croce aurea rinvenuta all'interno della tomba.

Note modifica

  1. ^ a b c d Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, Area archeologica di Corte dei Bissari, su sbap-vr.beniculturali.it. URL consultato il 14 ottobre 2023.

Bibliografia modifica

  • Jacopo Bonetto (a cura di), Veneto, in Archeologia delle Regioni d'Italia, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2009, ISBN 978-88-240-1324-6.

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