Attentati ai bus della strada di Jaffa

Gli attentati ai bus della strada di Jaffa furono due attacchi terroristici contro due autobus numero 18 sulla strada di Jaffa, a Gerusalemme, nel 1996. Gli attentatori suicidi di Hamas uccisero 45 persone negli attacchi,[2] ideati da Mohammed Deif, usando esplosivi preparati da Adnan Awul.[3] Questi due attentati, a pochi giorni l'uno dall'altro, avvennero durante un'offensiva di Hamas lanciata dopo l'uccisione del terrorista Yahya Ayyash, offensiva che comprese anche l'attacco alla collina francese, un attentato suicida ad Ascalona ed il massacro di Purim.

Attentati ai bus della strada di Jaffa
attentato
La scena dopo il primo attentato.
Tipoattacco suicida
Data25 febbraio e 3 marzo 1996
LuogoStrada di Jaffa, Gerusalemme, Israele
StatoBandiera d'Israele Israele
Coordinate31°47′19.59″N 35°12′19.77″E / 31.788774°N 35.205492°E31.788774; 35.205492
Obiettivobus
Responsabilientrambi gli attacchi commessi da singoli attentatori palestinesi suicidi, il primo addestrato, armato e supportato dall'Iran (secondo Kelly[1]). Hamas rivendicò la responsabilità per entrambi gli attentati.
Conseguenze
Morti17 civili israeliani, 9 soldati israeliani, un attentatore suicida (1° attentato); 16 civili israeliani, 3 soldati israeliani, un attentatore suicida (2° attentato);

Totale 47 vittime

Feriti48, prevalentemente civili (1° attentato); 7 civili (2° attentato)

Primo attentato modifica

La mattina del 25 febbraio 1996, un attentatore suicida si fece saltare in aria su un autobus n° 18 che viaggiava lungo la strada di Jaffa vicino alla stazione centrale degli autobus di Gerusalemme. 17 civili e 9 soldati israeliani furono uccisi e 48, per lo più civili, rimasero feriti.

Nel 2014 il giornalista Mike Kelly ha pubblicato un libro su questo attentato. Kirkus Reviews lo ha elogiato come "una spirale di orrore e resa dei conti".[4] Secondo Kelly, Yasser Arafat sarebbe stato a conoscenza di questi attentati programmati.[5]

Il pianificatore modifica

L'agente di Hamas Hassan Salameh fu catturato da Israele a Hebron nel maggio 1996.[6] Israele, che solo una volta ha imposto la pena di morte (ad Adolf Eichmann), condannò Salameh a 46 ergastoli consecutivi per aver diretto 3 stragi.[7] Salameh, devoto musulmano, continuò a sostenere di aver agito in modo retto attaccando autobus di civili, dicendo: "Credo che quello che ho fatto sia un diritto legittimo che la mia religione e tutto il mondo mi ha dato..." nel 1997,[8] e in un'intervista quasi 2 decenni dopo.[5] Secondo Mike Kelly, Salameh sarebbe stato addestrato in Iran.[5]

Secondo attentato modifica

La mattina del 3 marzo 1996, un attentatore suicida salì a bordo di un altro autobus n° 18, facendo esplodere una cintura esplosiva che uccise 16 civili e 3 soldati israeliani e ne ferì 7.[9]

Azioni legali modifica

Le famiglie delle vittime statunitensi Matthew Eisenfeld e Sarah Duker citarono in giudizio l'Iran per aver sostenuto l'attacco e vinsero una sentenza di 327 milioni di dollari nel 2000.[10] L'amministrazione Clinton bloccò quindi gli sforzi delle famiglie per sequestrare alcuni beni iraniani negli Stati Uniti.[10] Dal 2006 gli sforzi di raccolta continuarono attraverso un procedimento legale.[10] Le famiglie, insieme alla famiglia di un altro cittadino degli Stati Uniti ucciso nello stesso attacco, cercavano fino a 900 milioni di dollari dall'Iran.[10] Nel 2006 un tribunale italiano congelò temporaneamente i beni iraniani.[10] I querelanti dichiararono che intendevano perseguire l'Iran attraverso altri tribunali dell'Unione europea.[10]

Note modifica

  1. ^ Kelly, Michael (2014). Bus on Jaffa Road: A Story of Middle East Terrorism and the Search for Justice. Lyons Press. pp. 164–179.
  2. ^ mfa.gov.il, http://www.mfa.gov.il/MFA/Terrorism-+Obstacle+to+Peace/Palestinian+terror+before+2000/Suicide%20and%20Other%20Bombing%20Attacks%20in%20Israel%20Since. URL consultato l'11 aprile 2021.
  3. ^ mfa.gov.il, http://www.mfa.gov.il/MFA/MFAArchive/2000_2009/2000/10/Terrorists%20Recently%20Released%20by%20the%20Palestinian%20Au. URL consultato l'11 aprile 2021.
  4. ^ (EN) THE BUS ON JAFFA ROAD | Kirkus Reviews. URL consultato l'11 aprile 2021.
  5. ^ a b c (EN) Book Review: A search for justice, su The Jerusalem Post | JPost.com. URL consultato l'11 aprile 2021.
  6. ^ (EN) Archives | The Philadelphia Inquirer, su inquirer.com. URL consultato l'11 aprile 2021.
  7. ^ (EN) Tribune News Services, ISRAEL GIVES ISLAMIC RADICAL 46 LIFE SENTENCES IN BOMBINGS, su chicagotribune.com. URL consultato l'11 aprile 2021.
  8. ^ (EN) Ann LoLordo, Hamas' deadly defender Accused terrorist is a pariah to Israel, hero to Palestinians, su baltimoresun.com. URL consultato l'11 aprile 2021.
  9. ^ Casualties in Suicide and Other Bombing Attacks in Israel Since the Declaration of Principles, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato l'11 aprile 2021.
  10. ^ a b c d e f (EN) Vicki and Leonard take on Iran, su The Jerusalem Post | JPost.com. URL consultato l'11 aprile 2021.

Voci correlate modifica

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