Banco alimentare

organizzazione caritatevole, non-profit che distribuisce cibo ai poveri

Un banco alimentare (food bank in lingua inglese, "banca del cibo") è una organizzazione benefica, tipicamente non a scopo di lucro, che distribuisce generi alimentari a persone bisognose e indigenti mediante il recupero, la raccolta e la redistribuzione delle eccedenze e dello scarto generati lungo tutta la filiera alimentare, contribuendo alla riduzione dello spreco.

Storia modifica

 
Volontari al lavoro nel magazzino di un banco alimentare in Spagna.

Le food bank si diffusero inizialmente negli Stati Uniti negli anni sessanta del XX secolo. La prima fu la St Mary's Food Bank a Phoenix in Arizona, fondata nel 1967 dal filantropo John Van Hengel che iniziò a distribuire ai bisognosi il cibo non venduto dai negozi e nei ristoranti della città altrimenti destinato alla distruzione.[1][2]

In Europa le principali food bank sono riunite nella FEBA (European Food Banks Federation) alla quale aderiscono 24 organizzazioni nazionali.[3] A livello internazionale le organizzazioni di 30 paesi sono rappresentate all'interno della rete The Global FoodBanking Network.[4] In Italia opera dal 1989 la Fondazione Banco Alimentare ONLUS.[5]

Caratteristiche modifica

Un banco alimentare si configura per definizione come un magazzino centralizzato che funge da camera di compensazione, registrata come organizzazione senza scopo di lucro, al fine di raccogliere, conservare e distribuire alimenti in eccesso, donati o condivisi, gratuitamente, alle strutture caritatevoli di prima linea che forniscono cibo e pasti supplementari agli affamati.[6]

 
Economia circolare.

Tra le principali caratteristiche del sistema delle banche del cibo c'è l'adozione di un modello di economia circolare. Prodotti che per ragioni prevalentemente di mercato non possono più essere commercializzati dalle aziende e dalla grande distribuzione organizzata, e hanno così perso il loro valore economico, invece di essere avviati a discarica vengono reimmessi nella filiera riacquistando valore.[7] Poiché i banchi alimentari sono di norma organizzazioni senza scopo di lucro e essendo la loro attività svolta prevalentemente da volontari, il recupero e la redistribuzione gratuita dei generi alimentari si connota come un modello di economia sociale.[8]

Il riutilizzo del cibo invenduto determina i seguenti vantaggi sociali e economici:[7][9]

  • riduzione della povertà alimentare;
  • riduzione della disuguaglianza garantendo potere di acquisto a fasce della società che ne sono sprovviste;
  • liberazione di risorse, pubbliche e private, per le politiche sociali destinabili ad altre attività;
  • riduzione dei costi di smaltimento;
  • benefici ambientali con la riduzione di materiale disperso nell'ambiente.

Note modifica

  1. ^ (EN) About Us, su St. Mary's Food Bank Alliance. URL consultato il 28 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2010).
  2. ^ Marco Valerio Lo Prete, La food bank, la sua origine e la versione italiana. Lezioni per il nostro welfare, in Il Foglio, 30 novembre 2015. URL consultato il 28 dicembre 2019 (archiviato il 27 dicembre 2019).
  3. ^ (EN) Membership, su FEBA. URL consultato il 4 dicembre 2019 (archiviato il 29 ottobre 2018).
  4. ^ (EN) What We Do, su The Global FoodBanking Network. URL consultato il 28 dicembre 2019 (archiviato il 25 dicembre 2019).
  5. ^ Chi siamo, su Banco Alimentare, Fondazione Banco Alimentare Onlus. URL consultato il 4 dicembre 2019 (archiviato il 20 marzo 2018).
  6. ^ Riches, p. 16.
  7. ^ a b Musella, Verneau, p. 13.
  8. ^ Musella, Verneau, p. 9.
  9. ^ Pagliuca, p. 192.

Bibliografia modifica

  • Marco Musella e Fabio Verneau, Il contrasto allo spreco alimentare tra economia sociale ed economia circolare, 1ª ed., Milano, G. Giappichelli Editore, 2017, ISBN 978-88-921-1105-9.
  • Sabiana Pagliuca, Le politiche della Regione Toscana sulla povertà. Il problema alimentare e il caso di Viareggio, in The Lab's Quarterly. Il Trimestrale del Laboratorio, n. 2, Dipartimento di scienze politiche e sociali Università di Pisa, aprile-giugno 2009, ISSN 2035-5548 (WC · ACNP).
  • (EN) Graham Riches, Food Banks and the Welfare Crisis, 1ª ed., Ottawa, Canadian Council on Social Development, 1986, ISBN 0-88810-363-8.
  • Giancarlo Rovati e Luca Pesenti, Food poverty, food bank. Aiuti alimentari e inclusione sociale, 1ª ed., Milano, Vita e Pensiero, 2015, ISBN 978-88-343-2991-7.

Voci correlate modifica

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