Milites

i primi uomini liberi atti all'uso delle armi, da cui avrebbe poi avuto origine la classe sociale dei cavalieri e, per esteso, la nobiltà
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Il nome latino Milites, indicante in origine i corpi di fanteria ausiliaria dell'esercito romano[1], venne utilizzato nel Medioevo per designare gli uomini liberi atti all'uso delle armi, da cui avrebbe poi avuto origine la classe sociale dei cavalieri e, per esteso, la nobiltà.

I tre stati: religiosi, guerrieri e contadini (British Library: manoscritto Sloane 2435, f.85)

Inquadramento sociale

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Ordini sociali feudali.

Oratores, bellatores e laboratores erano tradizionalmente le tre funzioni nelle quali si dividevano gli individui nella società attorno all'Anno Mille, come ben testimoniato dal vescovo Adalberone di Laon. I primi pregavano per la stabilità e la sicurezza del mondo cristiano, i secondi combattevano, mentre i terzi, attraverso il lavoro manuale, provvedevano al sostentamento di tutta la società.

«sono guerrieri, protettori delle chiese, difendono gli uomini del popolo, grandi e piccoli, e ugualmente difendono se stessi. L'altra parte è quella dei servi: questa razza disgraziata non possiede nulla senza dolore…. Ricchezze e vesti sono fornite a tutti dai servi, infatti, nessun uomo libero può vivere senza servi. Perciò la città di Dio che si crede essere una è divisa in tre: certuni pregano, altri combattono, e gli altri lavorano. Questi tre ordini vivono insieme e non possono essere separati; il servizio di uno solo permette le azioni degli altri due; con alterne vicende si aiutano»

Il valore dei milites come cavalieri è documentato, del resto, dalla metamorfosi e, in seguito, dalla sublimazione del ruolo stesso della cavalleria: inizialmente i cavalieri erano i figli cadetti dei ricchi feudatari, che venivano mandati a combattere nell'esercito se già il feudo era stato ereditato dal primogenito. La figura del cavaliere rimase quindi, almeno fino all'XI secolo, quella di un predone rozzo e bellicoso, che combatteva principalmente per sé e per il proprio prestigio. Quando però, in età comunale, i chierici, preoccupati delle loro violenze e scorribande, li arruoleranno indirizzandoli verso un fine più grande: la difesa della Chiesa. Grazie a questo fenomeno, i cavalieri divennero sempre più protettori della fede cristiana, e il loro emblema venne innalzato al modello del crociato, che si batte per una causa comune a tutti quanti. Intorno al XII secolo, il cavaliere mutò il proprio ruolo per divenire inoltre cavaliere-poeta, raffinando la propria cultura e distinguendosi non più solo per le capacità militari.

Milites maiores e Milites minores

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Nella società medievale, soprattutto in età comunale, si distinsero altre due tipologie di "sottoclassi" relative all'esercito, ma entrambe accostabili a corrispettive classi dell'ordinamento piramidale-gerarchico della stessa società. Queste due ulteriori divisioni riguardavano i cosiddetti milites maiores, detti anche cives maiores, ovverosia coloro che costituivano la cavalleria dell'esercito comunale e appartenevano dunque a tutti gli effetti all'aristocrazia. Essi erano formati da nobili del contado, da discendenti di valvassori, ma soprattutto da borghesi, costitutori di una sorta di "nuova nobiltà" e organizzati in speciali consorterie, ciascuna riunita a seconda di particolari rapporti (anche famigliari) o interessi e dotata di statuti e magistrature proprie.

Vi erano poi i milites (o cives) minores, coloro che invece costituivano il nerbo della fanteria, ruolo che nell'esercito veniva a rigore riservato al popolo. Formati perlopiù da artigiani e mercanti, attraverso l'arte che li accomunava si raggruppavano in corporazioni, che, analogamente alle consorterie borghesi, avevano la funzione di tutelare i diritti politici e gli interessi economici del ceto medio-basso. Non rientravano a far parte dei cives minores, però, i copiosi membri del popolo minuto (la plebe), in quanto scevro del diritto di riunirsi in associazioni.

Bibliografia

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  • Duby, Georges (1975), Le origini dell'economia europea: guerrieri e contadini nel Medioevo, Milano, Laterza.
  • Duby, Georges (1980), Lo specchio del feudalesimo: sacerdoti, guerrieri e lavoratori, Milano, Laterza.

Voci correlate

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