Bergimus

divinità celtica

Bergimus, il cui nome italianizzato è Bergimo, è una divinità della tribù celtica dei Cenomani.

Sono state ritrovate nella zona del bresciano are votive al culto di questa divinità[1].

Incerta la funzione che avesse Bergimus: dato che nelle lingue celtiche berg significa "capanna" e in quelle germaniche significa "monte" o "montagna", può essere la divinità delle case o dei monti. Anche il suo aspetto non è chiaro: in alcune rappresentazioni appare vestito con la toga, la tonaca e i capelli alla romana; ciò ha fatto pensare a qualche studioso come Bernard de Montfaucon che non possa trattarsi di Bergimus[2].

È stato ipotizzato un collegamento tra il nome della città di Bergamo e quello di Bergimus[3]. Tuttavia, essendo il nome della città di Bergamo di etimo incerto, non è possibile essere più precisi su questo punto.

Note modifica

  1. ^ Mommsen, al volume V del “Corpus Inscriptionum Latinarum”, riporta le seguenti iscrizioni:
    CIL, V, 4200 piccola ara, a Brescia: BERGIM(O) M(ARCVS) NONIVS M(ARCI) F(ILIVS) FAB(IA) SENECIANVS V(OTVM) S(OLVIT) = Marco Nonio Fabio, figlio di Marco scioglie un voto a Bergimus.
    CIL, V, 4201 ara, a Brescia: L(VCIVS) VIBIVS VISCI L(IBERTVS) NYMPHODOTVS BERGIMO VOTVM C(AIO) ASINIO GALLO C(AIO) MARCIO CENSOR(INO) CO(N)S(VLIBVS) L(VCIO) SALVIO APRO C(AIO) POSTV[M]IO COSTA IIVIRIS QVIN[Q]VENNALIBVS = Ninfodoto, liberto di Lucio Vibio Viscio, fa voto a Bergimus, essendo consoli Caio Asinio Gallo e Caio Marco Censorino e duoviri quinquennali Lucio Savio Apro e Caio Postumio Costa.
    CIL, V, 4202 frammento di ara a Brescia (perduto): [GENIO COL(ONIAE)] BRIXI[AE ET] BERG[IMO] SACR[VM] ALPINI[VS] = Alpinio ha consacrato al Genio della Colonia di Brescia e a Bergimus.
    CIL, V, 4981 lastra ad Arco di Trento: SEX(TVS) NIGIDIVS FAB(IA) PRIMVS AEDIL(IS) BRIX(IAE) DECVR(IO) HONORE GRAT(VS) D(ONVM) D(EDIT) EX POSTVLATION(E) PLEB(IS) ARAM BERGIMO RESTIT(VIT) = Sesto Nigidio Fabio, Primo decurione edile di Brescia, a titolo gratuito, per decreto dei decurioni e su richiesta della plebe, restaurò un'ara a Bergimus.
  2. ^ Andrea Rubbi, Dizionario di antichità sacre e profane, pubbliche e private, civili e militari comuni ai greci ed ai romani giusta il metodo di Samuele Pitisco, Venezia, 1794, p. II, 135.
  3. ^ Theodor Mommsen, “Corpus Inscriptionum Latinarum”, apud Georgium Reimerum, Berolini 1877. A pag. 548: “Bergomum … cum quo vocabulo componi potest deus Bergimus titolorum agri brixiani”. Vale a dire: "Bergamo: a questo vocabolo può essere associato il dio Bergimus, del quale abbiamo dediche nell'area bresciana".