Canti Hurriti
I Canti Hurriti o Inni Hurriti sono i nomi che vengono dati a una serie di testi per musica, in tutto 36, scritti in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla e rinvenuti durante gli anni cinquanta del XX secolo nel sito archeologico di Ugarit. Databili al 1400 avanti Cristo, costituiscono il più antico esempio conosciuto di notazione musicale al mondo.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7e/Hurritische_hymne.gif/220px-Hurritische_hymne.gif)
Nei cataloghi sono indicati da sigle, dove per ognuna la lettera H in maiuscolo (abbreviazione per Hurriti) precede un numero che va da 1 a 36. Il canto H6, ovvero il cosiddetto Inno alla dea Nikkal - secondo la denominazione data dalla studiosa Anne Draffkorn Kilmer - è accompagnato da istruzioni per uno strumento a nove corde, presumibilmente una lira:[1] la sua interpretazione è stata fornita dal musicologo italo-siriano Raoul Gregory Vitale. L'autore di questo canto è sconosciuto, mentre ci sono pervenuti i nomi di chi ne compose altri: Tapšiẖuni, Puẖiya(na), Urẖiya e Ammiya.
Le tavolette si trovano al Museo nazionale di Damasco.
Note
modificaBibliografia
modifica- Hans Gustav Güterbock, Musical Notation in Ugarit, in Revue Assyriologique , numero 64 (1970)
- Raoul Gregory Vitale, La tablette musicale H-6, in Archeologiques Arabe Syriennes, 29 – 30 (1979–1980)