Chiesa di San Pietro Apostolo (Nepi)

edificio religioso di Nepi

La chiesa di San Pietro apostolo è una chiesa di Nepi, in provincia di Viterbo. Sorge in via di San Pietro, traversa della centrale via del Corso.

Chiesa di San Pietro apostolo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàNepi
Coordinate42°14′30.2″N 12°20′52.7″E
Religionecattolica
TitolarePietro apostolo
Diocesi Civita Castellana
Stile architettonicoTardo barocco
Inizio costruzione1755
Completamento1778

Esistente già dalla metà del XIII secolo[1], venne restaurata nel 1465[2].

In origine aveva un orientamento est-ovest, ma dopo il nuovo assetto urbano conferito alla città da Antonio da Sangallo il Giovane nel XVI secolo, i frati agostiniani, custodi dell'edificio, decisero di invertire l'asse, rivolgendo la facciata verso la nuova via del Corso. La raccolta di fondi iniziò solamente nel 1745 e il cantiere venne aperto nel 1755. Capomastro e direttore dei lavori fu il frate agostiniano Giuseppe Casella, il quale aveva già lavorato alla chiesa della Trinità di Viterbo.

Descrizione

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Facciata

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La facciata è incuneata tra due palazzi che creano una stretta viuzza. Lo spazio utile per la facciata era molto inferiore rispetto alla reale ampiezza dell'interno e per risolvere il problema vennero creati due ordini architettonici distinti: il primo inquadra il portale con due colonne incassate, ed è rapportato alla scala della viuzza che funge da sagrato; un secondo ordine è costituito da due paraste di ordine gigante ribattute, che riconduce alle reali dimensioni dell'edificio retrostante.

A coronamento, la trabeazione ed un timpano.

Sopra la porta lo stemma dell'ordine Agostiniano, il Vangelo e il Cuore trafitto, mentre nella specchiatura superiore le chiavi decussate e il triregno papale.

Interno

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La chiesa venne concepita a pianta ellittica, coperta da una grande cupola. Sono presenti quattro altari laterali e un presbiterio sul fondo, separato dallo spazio centrale per mezzo di da quattro colonne con trabeazione concava.

Sul lato destro si trovano l'altare di san Tommaso da Villanova, raffigurato mentre aiuta i poveri, e l'altare successivo della Madonna della Consolazione, ai cui piedi sono santa Monica e sant'Agostino.

Sul lato sinistro il primo altare è dedicato al santo frate agostiniano Nicola da Tolentino, raffigurato quale soccorritore delle anime sante del Purgatorio, mentre il secondo è dedicato a san Pietro Apostolo (titolare della chiesa), sant'Antonio Abate e santo Stefano protomartire.

Dietro l'altare maggiore, in alto sulla parete di fondo, chiusa in un'edicola ricca di stucchi colorati, si trova la tavola[3] della Madonna della Libera o anche detta "dei raccomandati", che raffigura Maria mentre col suo manto protegge il popolo cristiano da un Cristo scagliante saette verso la terra. La tavola è ascrivibile al XV secolo[4].

Ai lati dell'ingresso si trovano due piccole cappelle: una accoglie il fonte battesimale, mentre l'altra ospita una tela raffigurante la Pietà.

  1. ^ Non ci è possibile ricostruire la forma originaria dell'edificio, ne tantomeno avanzare ipotesi sulla natura degli interventi successivi subiti dall'edificio.
  2. ^ Dall'archivio storico si riporta la notizia di una consacrazione della stessa chiesa, il 25 ottobre ad opera del vescovo Angelo Altieri, forse conseguente ad una ristrutturazioen dell'edificio antico.
  3. ^ Ad oggi è impossibile definire la natura del legno utilizzato, essendo posta in alto sulla parete e chiusa in una teca di vetro. Ciò rende difficoltoso compiere un'attenta analisi.
  4. ^ La scheda della Sopraintendenza ai Beni artistici del Lazio, redatta nel 1971 da G.Mencarelli e rivista nel 1985 da A.M.Pedrocchi della medesima istituzione dice questo a proposito di questa opera: " Madonna della Misericordia detta della Libera, sec.XV, tempera su tavola, 150X70 ca. ... L'opera rivela i modi della pittura della pittura alto - laziale e toscana del primo rinascimento".

Bibliografia

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  • G. Ranghiasci - G.Brancaleoni, Memorie o siano relazioni istoriche sull'origine nome fasti e progressi dell'antichissima città di Nepi, Todi 1845
  • Autori vari, Nepi (3295 anni di miti, leggende e storia, ambiente naturale, cultura ed arte), Ronciglione settembre 1993
  • P. Roberto Fagioli "Appunti di storia 5 (Le antiche chiese di Nepi)"in Antiquaviva. Quaderni di studi e ricerche, agosto 2003, anno VI n.4
  • E.Racioppa e R.Concordia, "La Madonna della Libera", in Antiquaviva. Quaderni di studi e ricerche, marzo 2008, anno XI n.2

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